Operazione Gomorra: l’apocalittica distruzione di Amburgo (luglio-agosto 1943)

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Ho trovato su Youtube un raro filmato sulle incursioni aeree inglesi che nel luglio-agosto 1943 annichilirono la città di Amburgo. Questa azione di annientamento fu denominata dalle autorità militari britanniche “Operazione Gomorra”.

Scrive in proposito David Irving nel suo libro “La destruction des villes allemandes”:

“La «battaglia di Amburgo» cominciò il 24 luglio 1943. Essa mirava non a conquistare la seconda città della Germania ma, per la prima volta, a distruggere deliberatamente una città di più di un milione di abitanti”[1].

L’ideatore di questo, come degli altri bombardamenti terroristici delle città tedesche fu il Maresciallo dell’Aria Capo Sir Arthur Harris, soprannominato Bomber Harris (Harris il Bombardiere) o Butcher Harris (Harris il Macellaio).

Scrive sempre Irving:

“—Questa notte, noi ci occuperemo di Amburgo, disse egli senza alzare la voce. Operazione Gomorra, conformemente al piano. Sir Arthur si alzò per tornare nel suo ufficio, lasciando al suo stato maggiore il compito di avviarne l’esecuzione. Per gli ufficiali, le assistenti femminili e i soldati di questo stato-maggiore, il nome in codice dell’operazione sembrava perfettamente scelto e dava loro il sentimento di essere gli strumenti di Dio. Tutti conoscevano il versetto della Bibbia:

“«Il Signore fece piovere dal cielo, zolfo e fuoco su Sodoma e Gomorra. Egli distrusse le città e tutta la regione con tutti gli abitanti…».

“Ma nella Bibbia si legge anche: «Il Signore dice: Se trovassi cinquanta giusti nella città, la perdonerei a causa di essi».

”Il Bomber Command non ebbe questa clemenza. Esso voleva far piovere lo zolfo e il fuoco su Amburgo, senza preoccuparsi dei «giusti» che vi si potevano trovare”[2].

Air Chief Marshal Sir Arthur Harris.jpg

Arthur Harris

I bombardamenti ebbero luogo il 25-26-28-30 luglio e il 3 agosto.

Leggo su Wikipedia a proposito del bombardamento del 28 luglio (la “tempesta di fuoco”):

“Il bombardamento cominciò alle 00:55 del 28 luglio 1943 e in circa tre quarti d’ora 1.129 tonnellate di bombe convenzionali e 1.265 tonnellate di bombe incendiarie caddero concentrate sui quartieri di Rothenburgsort, Hammerbrook, Borgfelde e Hamm-Sud, i più fittamente costruiti e popolati. La tragedia che si stava consumando per le vie di Amburgo venne avvertita dagli equipaggi inglesi a 5.000 m di quota quando i vortici d’aria che salivano dal basso scossero i loro aerei. La notevole concentrazione delle esplosioni e degli incendi in un’area relativamente ristretta, la totale assenza di vento e la bassissima percentuale di umidità (pari circa al 30%) diede vita a un vento infuocato che imperversò per le strade di Amburgo alla velocità media di 250 km/h che carbonizzò all’istante coloro che si trovavano all’aperto (nell’epicentro della tempesta di fuoco si registrarono quasi 1.000 °C). Chi rimase nei rifugi antiaerei morì a causa delle esalazioni di monossido di carbonio mentre altri, rimasti intaccati dal fosforo delle bombe incendiarie, presero letteralmente fuoco e cercarono scampo nell’Alster, ma non appena riemergevano all’aperto la sostanza chimica tornava a bruciare determinando la morte per annegamento o per combustione”.

Da notare che nemmeno questo apocalittico bombardamento saziò la brama di distruzione dei militari britannici: vennero infatti attuati contro l’ormai prostrata Amburgo altri due bombardamenti, quello del 30 luglio e quello del 3 agosto.

A proposito del numero delle vittime, noto una discrasia tra la stima fornita da Wikipedia (“non meno di 42.600 cittadini”) e quella fornita dallo scrittore francese Maurice Bardèche nel suo libro, pubblicato nel 1948, “Norimberga ossia la Terra Promessa” (80.000 morti)[3].

Sparta e i Sudisti nel pensiero di Maurice Bardèche | Francesco Lamendola

Maurice Bardèche

Come commento a questa immane catastrofe (come a quella delle altre città tedesche la cui popolazione civile venne presa deliberatamente di mira dai bombardieri alleati) mi sembra particolarmente significativo il giudizio espresso dal medesimo Bardèche sulla “giustizia dei vincitori”:

“Il fondamento vero del processo di Norimberga, quello che nessuno ha mai osato designare, temo sia la paura: è lo spettacolo delle rovine, il panico del vincitore. “Bisogna che gli altri abbiano torto”. È necessario, perché se per caso essi [i tedeschi] non fossero stati dei mostri, quale peso immane avrebbero le città distrutte e le bombe al fosforo. L’orrore, la disperazione dei vincitori è il vero motivo del processo. Si sono velati il viso davanti alla necessità di certe cose e, per infondersi coraggio, hanno trasformato i loro massacri in crociate. Hanno inventato a posteriori il diritto al massacro in nome dell’umanità. Da assassini si sono promossi gendarmi. Si sa del resto che, da una certa cifra di morti in su ogni guerra diviene obbligatoriamente una guerra del diritto. La vittoria è completa soltanto quando, dopo aver forzato la cittadella, si conquistano le coscienze. Da questo punto di vista il processo di Norimberga è un mezzo di guerra moderna meritevole di essere descritto quanto un bombardiere”[4].

 

[1] David Irving, La destruction des villes allemandes, Paris 1965, p. 123.

[2] Ivi, p. 124.

[3] Maurice Bardèche, Norimberga ossia la Terra Promessa, Genova 2000, p. 98.

[4] Ivi, p. 16.

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