Germar Rudolf: Prefazione a “Il Secondo Processo Zündel” di Barbara Kulaszka

PREFAZIONE A “IL SECONDO PROCESSO ZÜNDEL” DI BARBARA KULASZKA

Di Germar Rudolf, 21 aprile 2019

Trentun anni sono passati da quando il Secondo Processo Zündel finì. Da allora, molti dei protagonisti sono morti, tra cui lo stesso Ernst Zündel (†2017) e il suo spirito guida, il prof. Robert Faurisson (†2018), che fu la mente dietro questi processi, come pure gli avvocati difensori di Zündel, Douglas Christie (†2013) e Barbara Kulaszka (†2017). Nondimeno, questi storici processi continuano ad avere un impatto come se fossero accaduti solo ieri.

Mentre il Primo Processo Zündel del 1985 fu largamente coperto dai media canadesi, e in misura molto minore anche dai media statunitensi, il secondo processo, sebbene molto meno coperto dai media, ebbe un impatto molto più grande a livello internazionale, soprattutto a causa del Rapporto Leuchter, che fu la prima ricerca forense indipendente effettuata sui campi di Auschwitz e di Majdanek.

Una delle ragioni del successo iniziale del Rapporto Leuchter fu che esso venne avallato sul banco dei testimoni dallo storico inglese, autore di numerosi best-seller, David Irving, il quale un anno dopo pubblicò addirittura una propria edizione patinata di quel rapporto, con una sua introduzione. Tuttavia, dopo la sua approvazione del Rapporto Leuchter David Irving perse molti dei suoi contratti librari, a causa, in non piccola misura, dei gruppi di pressione ebraici, che con la prepotenza costringevano gli editori di tutto il mondo a togliere i libri di Irving dai propri cataloghi e a rifiutare di pubblicare i suoi nuovi libri.

Indisponibile a subire passivamente questa censura, Irving reagì intentando una causa per diffamazione contro Deborah Lipstadt, una delle più grandi tra quei prepotenti. Sebbene Irving perdesse la susseguente causa civile nel 2000[1], il processo portò di nuovo il revisionismo alla ribalta dei media e accese l’interesse per il revisionismo tra molte persone che non avevano mai sentito parlare di esso o che lo consideravano un fatto marginale.

Dopo la sconfitta in tribunale di David Irving, l’ortodossia olocaustica dichiarò vittoria totale sul revisionismo dell’Olocausto. Quello che costoro non capirono – o che nascosero all’opinione pubblica – fu il fatto che David Irving non aveva mai pubblicato nulla sull’Olocausto. Egli si vantò addirittura di non aver mai letto un solo libro su di esso, inclusi i libri revisionisti. In altre parole: sebbene David Irving avesse avallato il Rapporto Leuchter, egli era tutto tranne che un esperto di studi olocaustici, tantomeno un revisionista dell’Olocausto. Quindi, colpire lui aveva molto poco a che fare con il colpire il revisionismo dell’Olocausto, se non altro. La vittoria contro Irving fu perciò ancora meno di una vittoria di Pirro; fu un knockout in un match di shadowboxing. Esso lasciò il revisionismo assolutamente indenne[2].

Quando si tratta di definire e di rivedere la narrazione dell’Olocausto, la vera battaglia venne combattuta nel 1991 in Germania. Al suo epicentro si trovò un giovane studente di chimica che all’epoca stava preparando la sua tesi in ricerca dei solidi all’Istituto Max Planck nella Germania sudoccidentale. Egli si era imbattuto nel Rapporto Leuchter e lo aveva trovato intrigante ma anche lacunoso. Quindi, mettendo in pratica il suo tirocinio di scienziato rigoroso, si dispose a testare quello che Leuchter aveva scoperto. Ma poiché questo giovane studente non aveva nessun tirocinio formale in storia, ingegneria e altre discipline accademiche potenzialmente coinvolte, egli si sentiva fortemente inadeguato ad affrontare le sfide interdisciplinari che gli si ponevano nell’avventurarsi in questo campo. Egli iniziò a contattare specialisti in altri campi – avvocati, ingegneri, storici, geologi – e suggerì di scrivere un’antologia che avrebbe ospitato i più aggiornati risultati della ricerca su molti aspetti dell’Olocausto.

Quest’antologia apparve regolarmente nel 1994 in lingua tedesca[3], e poi, sei anni dopo, in una edizione inglese ampliata e aggiornata: Dissecting The Holocaust[4]. Questa edizione inglese fu anche il primo volume di una nuova serie che questo giovane studente lanciò per creare un compendio che avrebbe coperto, in molte monografie, i molti aspetti dell’Olocausto in modo molto approfondito e scientifico.

Mentre scrivo queste righe, questa serie intitolata Holocaust Handbooks ha 38 volumi, con ulteriori volumi che si prevede appariranno nei prossimi anni (vedi http://www.holocausthandbooks.com/). Molte di queste monografie sono basate su decenni di ricerche condotte in archivi di tutto il mondo. Esse sono ampiamente dotate di note a piè di pagina e di riferimenti. In contrasto con la maggior parte delle altre opere, solitamente mainstream, su questo argomento, i tomi di questa serie trattano il loro tema con l’esattezza e l’attitudine critica richieste dal soggetto.

Nel corso degli anni, questa serie che è cresciuta dai semi piantati dal Secondo Processo Zündel, è diventata sempre più il centro di quella controversia sull’Olocausto che infuria nel sottosuolo e che gli studiosi mainstream, se non altro per auto-conservazione, fingono che non esista. In effetti, l’ortodossia vuole che questa serie scompaia, a tal punto che costoro sono ricorsi a quasi ogni mezzo per farla sparire. Nel 2017, essi sono riusciti nel loro scopo ottenendo che Amazon mettesse completamente al bando l’intera serie, oltre ad un gran numero di altri libri revisionisti, compresa l’edizione originale del presente libro[5]. Quest’ultima è anche la ragione del perché abbiamo deciso di stamparlo di nuovo – solo per resistere…

YouTube, fatto oggetto di prepotenze da una certa “community” di tradizionali nemici della libertà di parola, regolarmente mette al bando o blocca documentari basati su questi libri di erudizione. Nel 2013 e di nuovo nel 2019, la Lobby si è parimenti assicurata che la casa editrice di questa serie, fondata nel 1998 dallo studente suddetto, avesse i suoi contratti in elaborazione sulla carta di credito annullati, lasciandoli per un breve periodo praticamente senza entrate.

Mentre Ernst Zündel alla fine vinse la sua battaglia legale, quando la Corte Suprema del Canada dichiarò incostituzionale la legge in base alla quale Zündel era stato perseguito, la maggior parte dei revisionisti che seguivano le orme di Zündel non furono così fortunati nei decenni che seguirono. In realtà, dal Secondo Processo Zündel – e in non piccola misura certamente come risultato di esso – 20 paesi europei hanno introdotto nuove leggi penali che proibiscono il revisionismo dell’Olocausto, in una forma o in un’altra[6]. Da allora, i revisionisti hanno scontato condanne per i loro scritti dissenzienti, tra cui lo stesso Ernst Zündel (in Germania), Fred Leuchter, David Irving, Udo Walendy e, sì, anche lo studente tedesco di cui sopra, per nominarne solo pochi.

A dispetto di tutte le avversità, il revisionismo dell’Olocausto continua a fare progressi, sia accademicamente che nel trovare un ascolto sempre crescente in un pubblico sempre più stanco dell’incessante propaganda di cui è nutrito da parte dell’ortodossia. Costoro utilizzano questa propaganda per limitare la libertà di parola e di assemblea, e per giustificare i conflitti e le guerre su scala globale.

Quando leggete il presente libro, vi prego di essere consapevoli che sono passati più di tre decenni – tre decenni di progresso nelle ricerche che vi inviterebbe a correggere alcune delle dichiarazioni rese durante il Secondo Processo Zündel. Poiché il presente libro è la registrazione storica di un processo storico, ci siamo astenuti dall’aggiornare alcuna parte di esso alla luce delle ricerche e delle scoperte successive. Il suo testo è lo stesso di quando venne pubblicato per la prima volta da Barbara Kulaszka nel 1992 – tranne pochi refusi che sono stati corretti e poche note a piè di pagina che sono state aggiunte.

Nel 1988, il corpus della letteratura revisionista era piuttosto esile. A parte il libro di Arthur Butz, The Hoax of the Twentieth Century, non c’era molto su cui contare. Tutto ciò è cambiato drasticamente, non da ultimo a causa della serie Holocaust Handbooks che, a causa della sua semplice esistenza, è un’ispirazione per gli studiosi di tutto il mondo a continuare a lavorare e a contribuire.

Quando legge un qualunque argomento particolare del presente libro, il lettore dovrebbe tenere presente che la nostra conoscenza è progredita, e che è consigliabile consultare il volume pertinente degli Holocaust Handbooks per ogni argomento su cui vi piacerebbe saperne di più. Ad esempio, questa serie include una monografia dedicata esclusivamente ai vari rapporti di Leuchter (Vol. 16). Testimoni chiave come Rudolf Höss, Miklos Nyiszli e Filip Müller hanno le loro specifiche monografie (Vol. 35, 37, 43). Ognuno dei cosiddetti campi di sterminio ha la sua monografia (Vol. 4, 5, 8, 9, 19, 23), con uno di essi – Auschwitz – oggetto di molti studi specializzati, incluso uno che esamina i 30 più importanti resoconti testimoniali. Per saperne di più, basta esaminare le pagine finali di questo libro, o visitare  http://www.holocausthandbooks.com/. Non sto dicendo questo per promuovere le vendite di questi libri, perché quasi tutti sono disponibili come download gratis! Così non avete bisogno di spendere denaro né di identificarvi quando li scaricate. Naturalmente, essi sono anche disponibili in inchiostro su carta.

Oh, e lo studente di dottorato che ha imparato tutto questo dopo aver appreso del rapporto Leuchter ora ha lui stesso 54 anni.

Me stesso.

Germar Rudolf, 3 aprile 2019.

Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://germarrudolf.com/en/2019/04/foreword-to-b-kulaszkas-the-second-zundel-trial/#_ftn4

 

[1] Vedi Don D. Guttenplan, The Holocaust on Trial: History, Justice and the David Irving Libel Case (London: Granta Books 2001); Deborah E. Lipstadt, History on Trial: My Day in Court with David Irving (New York: Ecco, 2005).

[2] Per questo, vedi l’analisi di Carlo Mattogno: The Real Case for Auschwitz: Robert van Pelt’s Evidence from the Irving Trial Critically Reviewed (Uckfield: Castle Hill Publishers, 2015).

[3] Ernst Gauss (curatore = Germar Rudolf), Grundlagen zur Zeitgeschichte: Ein Handbuch über strittige Fragen des 20. Jahrhunderts (Tübingen: Grabert, 1994).

[4] Ernst Gauss (curatore = Germar Rudolf), Dissecting the Holocaust: The Growing Critique of ‘Truth’ and ‘Memory’ (Capshaw, Ala.: Theses & Dissertations Press, 2000); una nuova edizione è in preparazione.

[5] Barbara Kulaszka (curatrice), Did Six Million Really Die? Did Six Million Really Die? Report of the Evidence in the Canadian “False News” Trial of Ernst Zündel – 1988 (Toronto: Samisdat Publishers, 1992). Provate a recuperarlo su Amazon usando il suo numero ISBN: https://amazon.com/dp/1896006000 – tutto quello che vedrete è una foto di qualche cagnolino che chiede scusa. Così carino …

[6] Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Russia, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Regno Unito. La Corte Suprema spagnola ha revocato questa legge, mentre le leggi applicabili italiana e inglese richiedono che la “negazione” venga commessa assieme alla diffamazione delle vittime. La legge russa, formulata in modo simile a quella francese, non è stata finora applicata.

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