Giorgio Sorial e la “lesa maestà” nei confronti di Giorgio Napolitano

Giorgio Sorial e la “lesa maestà” nei confronti di Giorgio Napolitano

Giorgio Sorial, il deputato del Movimento 5
Stelle che da del “boia” a Giorgio Napolitano:
Chi è Sorial, il
deputato grillino che ha attaccato il capo dello Stato
Cos’è, una bestemmia dare del “boia” a Napolitano?
E se è una bestemmia perché non si prova a
contestualizzarla?
Altrimenti detta: in questo paese si possono
contestualizzare solo le bestemmie di Berlusconi?
C’è bestemmia e bestemmia,
monsignor Fisichella ‘contestualizza’ il Berlusconi blasfemo
Ecco, se non è una bestemmia 
allora proviamo a contestualizzarla: ad esempio, alla luce del capitolo I
segreti di Napolitano
(pp. 7-60) del libro I PANNI SPORCHI DELLA SINISTRA,
di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara:
 
Qui, troviamo interessanti riferimenti storici e documentali a
quanto, sul conto di “Re Giorgio”, ha sempre detto un politologo come il prof. Gianfranco La Grassa (a cominciare
dal profilo sinistro del viaggio di Napolitano negli Usa nel 1978, quello
effettuato durante il sequestro Moro).
Citiamo dal libro di Pinotti e Santachiara il seguente
passaggio:
“Napolitano dunque si trova negli Stati
Uniti mentre Aldo Moro è prigioniero (il suo corpo verrà ritrovato in via
Caetani il 9 maggio 1978)”.
tratto dal paragrafo emblematicamente intitolato
Un accordo tra Cia e Pci nei giorni
del sequestro Moro?
.
In esso,
leggiamo (pp. 49-50):
“Mentre Napolitano rilascia interviste al
« Washington Post » e alle principali reti televisive, il dramma del rapimento
Moro è in corso. Che tipo di consultazioni ha sul tema Napolitano con i massimi
esperti americani di strategia? Sta forse definendo con loro la linea del Pci?
Cosa avviene in quei giorni drammatici?
La Procura di Roma ha acquisito nel
settembre del 2013 la cassetta dell’intervista di Giovanni Minoli a Steve
Pieczenik, esperto di terrorismo, già consulente del Dipartimento di Stato
americano nel 1978. Pieczenik, inviato in Italia subito dopo il sequestro,
avrebbe indirizzato l’azione delle autorità italiane nella direzione voluta
dagli americani, contrari alla trattativa, che ritenevano «necessario il
sacrificio di Moro»”.
Tra i tanti pezzi di La Grassa, invece, si veda il seguente:
LETTERINA (INUTILE) A
SALLUSTI, di GLG 8 ott. ‘13
Il prof. Gianfranco La Grassa
 Gianfranco La Grassa:
“Siete sempre stati incoerenti verso il
presdelarep; alternativamente, avete sostenuto che non ci si poteva fidare di
lui perché era ancora un comunista, poi lo blandivate dicendo che era il
campione della saggezza e moderazione contro i “cattivi” del Pd e i magistrati
restati pervicacemente “rossi”.
“Siete stupidi. Questi magistrati hanno
iniziato quel percorso, poi sempre seguito con ferma coerenza, nel preciso
momento in cui crollavano il “campo socialista” e subito dopo l’Urss, in cui il
Pci cambiava nome, ecc. E Napolitano, per conto del Pci, cominciò a contrattare
il cambio di campo del partito circa 40 anni fa; quindi è in Italia il
personaggio di cui l’attuale potenza egemone più si fida”.
Ma si veda anche l’articolo, ispirato dalle riflessioni di
La Grassa, di Roberto Buffagni
 Un’ipotesi sul ruolo del PCI nel caso Moro di
Roberto Buffagni
Roberto Buffagni:
“ … il PCI poteva benissimo, visto il
suo controllo sui propri militanti (un controllo così radicato che continua
ancor oggi, nonostante tutto) dire una cosa e farne contemporaneamente
un’altra, cioè attivarsi: con tutto il proprio peso politico sulla DC e sulle
strutture dello Stato, con le proprie strutture segrete e con i suoi contatti
informali sugli ambienti contigui alle BR e sulla malavita organizzata per
trovare e liberare Moro; e non solo non lo fece, ma tutta la sua linea politica
mise in primo piano la ragion di Stato, che condannava a morte Moro, in secondo
o terzo piano il ritrovamento dell’ostaggio; e soprattutto mai prese in
considerazione, ma anzi si adoperò per silenziare, le ragioni politiche che
giustificavano la trattativa: quelle che tentarono di introdurre nel dibattito
sia Moro con le sue lettere dal carcere, sia Craxi con la sua azione. Su questa
posizione del PCI non c’è dubbio alcuno. Perché fu adottata?
“Credo per questo motivo: che le fazioni
del PCI in contatto con le fazioni USA intese a cavalcarne e guidarne il
trasferimento nel campo occidentale, si accordarono sulla linea della fermezza
che conveniva, per diverse ragioni, ad entrambi: così stipulando, per così
dire, il primo vero e proprio contratto-quadro politico organico”.
 
Napolitano durante il viaggio negli Usa del 1978

Ma quella finora trattata non è certo l’unica
contestualizzazione possibile: l’operato di Napolitano nella sua qualità di
ministro dell’Interno ha sollevato interrogativi non meno inquietanti. Che dire
ad esempio, della segretazione degli armadi compromettenti del Viminale? Ricordo al riguardo la considerazione del prof. Giannuli a suo tempo riportata su un mio post:
Lo stato italiano:
stragista dei suoi cittadini e bombardatore dei vicini
Aldo Giannuli:
“Si capisce quindi l’imbarazzo, pochi mesi
dopo, quando scoppiò la questione dell’archivio irregolare della Via Appia in
cui erano custodite le carte degli Affari Riservati. Napolitano rassicurò
l’opinione pubblica che tutto sarebbe stato chiarito e ne sarebbe stata data
completa informazione. A questo scopo, nominò una commissione di inchiesta
amministrativa che, fra l’altro, ascoltò pure chi vi parla. La commissione ci
impiegò diversi mesi e, alla fine, stese una lunghissima relazione che il
Ministro inviò tempestivamente in Commissione Stragi. Ma, la relazione venne
segretata e per la sua consultazione vennero adottate misure senza precedenti”.
 
Il cadavere di Aldo Moro a via Caetani

E che dire delle implicazioni istituzionali, che chiamano in
causa il predetto ministro, riguardanti la Terra dei Fuochi?
Napolitano era
ministro dell’Interno all’epoca delle rivelazioni di Schiavone sulla Terra dei
fuochi nascoste per vent’anni
“Sulla sua pagina di Facebook il Dott.
Antonio Marfella, componente del Coordinamento Comitati Fuochi e dei Medici per
l’Ambiente (ISDE) Campania, scrive parole di dolore e di enorme tristezza:
“Scoprire che Giorgio Napolitano era il Ministro dell’Interno all’epoca delle
dichiarazioni segretate di Schiavone è una notizia che mi da un dolore
profondo, insopportabile, veramente una pugnalata in petto… Ve lo giuro… Non me
lo aspettavo…””.
 
 
Sui segreti di Stato riguardanti la Monnezza Napoletana si
tenga poi presente il video con le dichiarazioni dell’ex assessore
all’Ambiente della Regione Campania Walter
Ganapini, anche queste riportate su un mio post:
20 anni dalla morte di
Falcone e Borsellino: il terzo livello esiste, eccome!
“Certamente quell’oggetto [la monnezza] è
un mistero della Repubblica…perché Prodi si sia assunto le responsabilità che
si è assunto ancora non è chiaro…”. 
Napolitano e Prodi quando erano rispettivamente ministro dell’Interno e presidente del Consiglio

Inquietante, direi. Ma chissà quante altre
contestualizzazioni si potrebbero fare su un professionista della “Ragion di
Stato” – e dalla carriera praticamente “infinita” – come Giorgio Napolitano. E
allora, per tornare al discorso iniziale, è così scandaloso far osservare, come
ha fatto il deputato Sorial, che la politica incarnata da Napolitano tende ad
essere distruttiva non solo nei confronti degli avversari politici ma pure nei
confronti della nazione stessa?
In ogni caso, se il termine “boia” è eccessivo per il
presidente della Repubblica, mi sembra
invece pienamente appropriato per il suo grande amico Henry Kissinger.
Su questo punto, rimando al post
John Pilger: le
complicità dell’occidente con Pol Pot

John Pilger:

È altamente improbabile che Pol Pot
avrebbe conquistato il potere se il Presidente Richard Nixon e il suo
consigliere per la sicurezza nazionale, Henry Kissinger, non avessero attaccato
la neutrale Cambogia. Nel 1973, i B-52 sganciarono più bombe nel cuore della
Cambogia di quante ne vennero sganciate sul Giappone durante la seconda guerra
mondiale: l’equivalente di cinque Hiroshima. Vi sono dei file che rivelano che
la CIA aveva pochi dubbi sulle conseguenze. “[I Khmer Rossi] stanno usando i
danni fatti dai bombardamenti dei B-52 come tema principale della loro
propaganda”, riferiva il direttore delle operazioni il 2 maggio 1973.
“Quest’approccio ha provocato il riuscito arruolamento di un certo numero di
giovani [ed] è stato efficace con i rifugiati”.  
“Prima dei bombardamenti, i Khmer Rossi
erano stati un culto maoista senza base popolare. I bombardamenti fecero da
catalizzatore. Quello che Nixon e Kissinger avevano iniziato, venne completato da
Pol Pot. Kissinger non sarà sul banco degli accusati a Phnom Penh. Lui fa il
consulente di Obama per la geopolitica. Né vi sarà Margaret Thatcher, e neppure
un certo numero di suoi ministri e funzionari ora in pensione che, sostenendo segretamente
i Khmer Rossi dopo che i vietnamiti li avevano cacciati, contribuirono
direttamente alla terza fase dell’olocausto cambogiano”.



Napolitano con Kissinger

 

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