Dieci domande per i “credenti in Elie Wiesel”

Dieci domande per i “credenti in Elie Wiesel”

Immagine di Elie Wiesel nel 1954, allegata a una sorta di visto d’ingresso rilasciato dall’ambasciata jugoslava a Parigi

DIECI DOMANDE PER I “CREDENTI
IN ELIE WIESEL”

Di Carolyn Yeager

10 domande ”trabocchetto”
per quelli che credono che Elie Wiesel sia stato nei campi di Auschwitz e
Buchenwald e che abbia scritto Un di velt
hot geshvign
(E il mondo rimase in silenzio) basato su quell’esperienza.

Sul Forum di CODOH[1],
Friedrich Paul Berg ha iniziato il 30 dicembre un’interessante discussione dal
titolo “Ten Trick Questions for Holocaust Survivors”[2]
[Dieci domande trabocchetto ai sopravvissuti dell’Olocausto]. Berg scrive che
le sue domande

In realtà non sono
assolutamente trabocchetto. Sono semplicemente il genere di domande normali e
ragionevoli che gli avvocati difensori dovrebbero sempre porre ai testimoni
dell’accusa. Ma siamo stati tutti così profondamente programmati dalla
propaganda olocaustica che quasi nessuno osa porre le domande giuste.

Berg ha perfettamente ragione e mi ha dato l’idea di
formulare le mie a quelli (anche ad alcuni revisionisti) che sostengono che Elie
Wiesel deve essere l’autore del libro in lingua yiddish pubblicato nel 1956 in
Argentina, e che io ho decisamente torto nel cercare di dimostrare il
contrario.

E così, ecco le domande a cui vorrei che quei “credenti”
rispondessero. Come direbbe Friedrich Paul Berg, sono domande normali e
ragionevoli che gli avvocati dovrebbero porre ai testimoni in tribunale. Cercate
di rispondervi e inviate le vostre risposte a [email protected] o scrivetele nello
spazio riservato ai commenti (solo risposte serie, per favore).

1.      
Quando esattamente
Elie Wiesel scrisse Un di velt hot
geshvign?
[Non solo l’anno, ma il mese (i mesi) e il giorno (i giorni)].

2.      
Dove esattamente
si trovava Elie Wiesel quando scrisse Un
di velt hot geshvign?

3.      
Qual’era il numero di pagine della stesura
originale di Un di velt hot geshvign?

4.      
Qual’era il numero di pagine del libro ultimato
e pubblicato?

5.      
Chi curò la revisione del libro dalla stesura
originale?

6.      
Perché Elie Wiesel non fece una copia carbone
del manoscritto quando lo batté a macchina (era la normale prassi, all’epoca)?

7.      
Perché Elie Wiesel non disse a Francois Mauriac,
durante il loro incontro del maggio 1955, che aveva già scritto l’anno prima la
sua “testimonianza” sulla sua permanenza nei campi?

8.      
Perché Elie Wiesel mentì a Francois Mauriac e
continuò a mentirgli?

9.      
Perché Un
di velt hot geshvign
non è mai stato tradotto in inglese o in francese, in
quanto fonte originale di Night
[Notte], che ha venduto il tutto il mondo un numero di copie valutato in
[circa] 10 milioni di copie?

10.  
Chi detiene il copyright di Un di velt hot geshvign?    

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Recent Posts
Sponsor