Quegli ingannevoli insetti che ronzano sul cielo di Gaza

Quegli ingannevoli insetti che ronzano sul cielo di Gaza

INGANNEVOLI INSETTI[1]
Di Yasmeen El Khoudary
The Electronic Intifada, Striscia di Gaza, 13 aprile 2011
State seduti all’aperto. Nel mezzo di un giardino, in un frutteto, in un campo o su un terrazzino. Quale modo migliore di dare il benvenuto alla primavera? Il vostro corpo, ancora tremante per l’inverno trascorso da non troppo, accoglie con gioia l’effluvio di raggi di sole che vi avvolgono caldamente nella luce. Un venticello freddo vi sfiora la guancia, ricordandovi che non è ancora proprio estate, e che dovreste alzarvi e godere della primavera che quest’anno è arrivata prima del solito.
Niente, sulla Madre Terra, può disturbare questo eterno momento di pace. Niente si può intromettere tra voi, i raggi del sole e il venticello, i fiori che sbocciano e gli alberi, e il tempo che lentamente trascorre. È la vostra classe di meditazione, dove l’istruttore siete voi, ed è il vostro mondo, a cui affidate i vostri stati d’animo e i vostri limiti (oppure no), sperando di fermare la disgregazione della vostra pace.
Ma ecco che al culmine della vostra estasi primaverile vi lasciate sfuggire tutto il silenzio, che vi aveva occupato per un paio d’ore, per maledire ad alta voce quella mosca (o quella zanzara) che bruscamente irrompe nella vostra zona di pace. Qualunque cosa sia, ha interrotto in modo invasivo il vostro momento di pace irrompendo nel vostro mondo privato. È a causa di tali intrusi, e solo a causa loro, che predisponete i limiti e gli stati d’animo, in primo luogo.
Il palmo della vostra mano cerca intorno quell’insetto fastidioso, pronto a colpirlo con tutta la forza che ha. Ma l’insetto non si trova da nessuna parte, anche se potete ascoltarlo forte e chiaro come sempre. “Può quest’insetto prendere la forma di qualcos’altro?”, si chiede la vostra mente. I vostri occhi curiosi sono eccitati dalla possibilità di giocare al loro gioco preferito: Io spio con il mio piccolo occhio (o forse con l’orecchio?) qualcosa che ha il rumore e che è fastidioso come un insetto, ma che non posso ancora vedere.
Mentre la vostra immaginazione è ancora alla ricerca, voi siete costretti a ritirarvi dal vostro mondo. Vi ricordate di dove vivete, e vostro malgrado dite a voi stessi che la partita è persa. Dite ai vostri piccoli occhi che stavano spiando nel posto sbagliato, perché quell’”insetto” è il drone spia israeliano che sta ronzando in cielo, e che sorveglia la vostra vita da molto tempo. Spia da così tanto che probabilmente può raccontarvi la storia della vostra vita meglio di quanto voi potreste mai fare.
Ed è in quel momento che vi colpisce, perché per quanto ce la mettiate tutta, e per quanto a lungo, non potrete fare mai nulla per impedire a quel drone, che sembra un insetto, di perturbare la vostra pace e di scrutare la vostra umile vita. Almeno, con le mosche e le zanzare, che avete accusato ingiustamente, potete usare il palmo della mano o spruzzare qualche insetticida. Ma che potete fare a un drone che ronza irragiungibile sopra la vostra testa?
Di notte, il drone vi tiene sempre compagnia, vi bisbiglia una ninnananna interminabile e invade i vostri sogni (e cioè, se riuscite a dormire nonostante il suo ronzio orribile e incessante). Delle centinaia di pensieri che vi vengono mentre cercate di addormentarvi, vi ricordate che il drone è senza pilota. Altrimenti, cosa avrebbe indotto il pilota a rispettare il suo noioso compito? Gaza non è un’altra Citta della Luce[2] (anche se è la Regina della Notte[3]) della cui vista può godere dal suo drone. Cos’è che vuole davvero questo drone? Spiare le nostre vite spettacolari, o darci lezioni di vita facendo sloggiare l’intera popolazione di Gaza dalla sua assediata “zona di ristoro” in una assediata “zona dell’angoscia”, costantemente sorvegliata dal Grande Fratello?
A Gaza, noi chiamiamo il drone zannana, che ha due significati: “cicalino” e “brontolone”. Cicalino sta per il ronzio che emette, e brontolone perché sembra come se stesse continuamente rimproverando i palestinesi per qualcosa che probabilmente non hanno, come la pace e la sicurezza. E il drone non localizzerà mai la pace e la sicurezza a Gaza, o ad Ascalona[4], se rimane sui nostri cieli. Se i nostri cuori non sono in pace, nient’altro lo sarà. E gli israeliani lo sanno.
Se Gaza fosse un importante esportatore di petrolio, avrei finito speranzosamente quest’articolo chiedendo l’attuazione di una no-fly zone su Gaza. Ma la triste realtà è che non lo è. In realtà, Gaza non ha nulla che meriti il denaro o l’attenzione del mondo, tranne forse le vite di un milione e mezzo di persone che vivono sotto un assedio soffocante, illegale in base al diritto internazionale e che viola i nostri diritti umani, e per il quale Israele e i suoi alleati devono essere ritenuti responsabili.
Ma a chi importa! Quando Gaza, col suo milione e mezzo di abitanti venne attaccata da Israele per 22 giorni consecutivi nell’inverno 2008-2009, il mondo, rappresentato dalle Nazioni Unite, fece la propria parte inviando una missione per indagare su quelli che tutti sappiamo essere stati crimini di guerra commessi da Israele. Il giurista Richard Goldstone, dopo aver scritto il famoso Rapporto Goldstone – che accusava Israele di aver preso intenzionalmente di mira i civili – ha fatto marcia indietro meno di un anno dopo dicendo che se avesse saputo allora ciò che sa adesso, il rapporto sarebbe stato diverso. Goldstone ha anche accusato il UN Human Rights Council [Consiglio per i Diritti Umani] delle Nazioni Unite di avere un “pregiudizio anti-israeliano”, e ha espresso la speranza che il rapporto porti “una nuova era di imparzialità in seno al UNHRC, la cui storia di pregiudizi contro Israele non può essere messa in dubbio”.
Se l’UNHRC era prevenuta contro Israele negli anni scorsi, mi fa paura anche solo immaginare come sarà “una nuova era di imparzialità”. Ma, hei!, siamo stati noi palestinesi ad offrirci volontari per essere il motivo per cui Goldstone viene calunniato come un “ebreo che odia se stesso”? No, naturalmente. Sappiamo quanto importi al mondo di ciò che pensiamo, e quanto pesino i nostri pensieri e le nostre opinioni nella gerarchia decisionale che si ripercuote sui più piccoli dettagli della nostra vita quotidiana. Così, per adesso, siamo in attesa a Gaza di una nuova guerra per la quale la marcia indietro di Goldstone ha spianato la più legale delle strade, segnalati dal morso dall’insetto ingannevole che volteggia sui nostri cieli proprio in questo momento.
Yasmeen El Khoudary è una scrittrice e ricercatrice free-lance che vive a Gaza, in Palestina. Il suo blog è http://yelkhoudary.blogspot.com/ e lei può essere seguita su Facebook e su Twitter.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://electronicintifada.net/content/insects-disguise/9303
[2] Appellativo con il quale è conosciuta Parigi.
[3] “The Last Queen of the Night”: http://electronicintifada.net/v2/article11371.shtml . Articolo da me tradotto qui (“L’ultima regina della notte”): https://www.andreacarancini.it/2010/07/gaza-la-regina-della-notte/

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