Thomas Kues: Commenti alle dichiarazioni su Treblinka di Caroline Sturdy Colls

Commenti alle dichiarazioni su Treblinka di Caroline Sturdy Colls

Di Thomas Kues, 2012

Nel novembre 2010 ho pubblicato un post su un video in rete riguardante l’attività di ricerca di una giovane archeologa inglese dell’Università di Birmingham, Caroline Sturdy Colls, che si era proposta di confutare i “negazionisti dell’Olocausto” localizzando le fosse comuni del “campo di sterminio” di Treblinka utilizzando “le tecniche scientifiche più aggiornate”[1]. Recentemente, è stato pubblicato un articolo che dichiara arditamente che “le fosse comuni del campo della morte nazista di Treblinka dimostrano che i negazionisti dell’Olocausto hanno torto”. In questo articolo leggiamo[2]:

Un’archeologa forense inglese ha scoperto nuove prove per dimostrare l’esistenza di fosse comuni nel campo della morte nazista di Treblinka. Circa 800.000 ebrei vennero uccisi nel sito, nella Polonia nord-orientale, durante la seconda guerra mondiale ma la mancanza di prove fisiche nel sito era stata sfruttata dai negazionisti dell’Olocausto. L’archeologa forense Caroline Sturdy Colls ha ora intrapreso il primo tentativo scientifico coordinato di localizzare le fosse”.

Caroline Sturdy Colls

Vale la pena di ricordare che la stessa trionfante affermazione che i “negazionisti dell’Olocausto” erano stati “confutati” una volta per tutte venne ascoltata in connessione con le indagini di Kola a Belzec e a Sobibor, che in realtà finirono per confutare la versione ufficiale degli eventi relativi a questi due campi (per tutto ciò, invito a leggere i due libri della serie “Holocaust Handbooks” su Belzec e su Sobibor).

Il predetto articolo era più o meno una spinta promozionale per un programma radiofonico, “Hidden Graves of the Holocaust” [“Le tombe nascoste dell’Olocausto”], che ospitava Sturdy Colls come pure Yitzhak Arad e l’ex detenuto di Treblinka Kalman Taigman, che venne trasmesso dalla BBC Radio 4 il 23 gennaio 2012, alle ore 20 del Tempo medio su Greenwich[3]. Come anticipazione di questo programma radiofonico, lo stesso giorno, un’intervista in podcast venne caricata dall’”Idea Lab” dell’Università di Birmingham[4]. In questa intervista possiamo ascoltare la seguente descrizione dei metodi impiegati da Sturdy Colls e dalla sua squadra, come pure alcune vaghe descrizioni delle loro scoperte:

Intervistatore: Quale tecnologia hai utilizzato per investigare il sito?

Sturdy Colls: ho utilizzato un certo numero di tecniche non invasive a Treblinka e ciò che questo significa è, come tu ha giustamente fatto notare, che il terreno non è stato disturbato a causa della legge ebraica sulle sepolture così i metodi utilizzati non prevedevano nessuna forma di disturbo o di scavo del terreno e questo ci ha permesso di indagare il potenziale storico e scientifico di Treblinka ma ovviamente era molto importante che riconoscessimo parimenti il suo significato religioso e commemorativo. Così le tecniche che sono state utilizzate, c’è stato un processo di ricerca archivistica che ha riguardato l’esame di documenti storici, la rivisitazione di dati storici, se vuoi, l’esame di dati conosciuti e la loro valutazione con un occhio archeologico, così la ricerca di informazioni sul paesaggio. Poi c’è stato un processo di ricerca di foto aeree del sito, qualunque fotografia all’altezza del terreno, i resoconti dei testimoni, le planimetrie che erano state realizzate, ecc., per costituire un database delle informazioni così che quando ho intrapreso l’indagine tutto questo poteva essere corroborato dai miei risultati. Così sul campo questo ha implicato camminare sul posto, così valutare il paesaggio, un’indagine topografica che ha utilizzato un GPS avanzato e un’indagine con stazione totale per tracciare le caratteristiche di un piano del sito ci hanno permesso di registrare cambiamenti micro-topografici che potrebbero essere indicativi di caratteristiche sepolte. E anche valutare la visibilità di altre caratteristiche quali un certo numero di artefatti che sono stati effettivamente identificati in una parte remota del sito. Poi partendo da questo per guardare sotto il terreno ho utilizzato un certo numero di tecniche geofisiche, così menzionato assai spesso è il georadar e questo è stato uno dei metodi utilizzati ma questo è stato corroborato anche con altri metodi che rintracciano altre proprietà fisiche del suolo. Così ho utilizzato anche l’indagine geoelettrica e un’estensione di questa che permette la formazione di immagini in 3D di resti sepolti, per fare in modo che tutte le proprietà dei resti sepolti potessero essere caratterizzate accuratamente.

Intervistatore: e cosa hai scoperto?

Sturdy Colls: Ebbene, i risultati dell’indagine quando sono stati corroborati dalle informazioni storiche hanno indicato che vi è un certo numero di fondazioni di edifici sopravvissute a Treblinka proprio sotto la superficie e anche una quantità considerevole di detriti ovviamente strutturali che i nazisti semplicemente non sono riusciti a rimuovere dal sito, e tutto ciò sostiene i resoconti scritti dagli inquirenti dopo la guerra che hanno commentato la visibilità di resti artefatti, di resti strutturali, al campo. Abbiamo anche identificato un certo numero di fosse nel sito. Di nuovo, tutte queste fosse sono state mappate e confrontate con le mappe stilate dai testimoni e questo è indicativo di un certo numero di probabili tombe nel sito. È riconosciuto come parte dell’indagine che la storia di Treblinka non è finita con il suo abbandono da parte dei nazisti. Questioni come i trafugamenti postbellici e la stessa costruzione del memoriale e un certo numero di altri cambiamenti del paesaggio che hanno avuto luogo nel sito, lo sai, potrebbero confondere le interpretazioni così era essenziale che tutto ciò venisse considerato quando i risultati dell’indagine geofisica in particolare sono stati valutati. Così allora tutti questi dati si sono sposati alle informazioni storiche così ci sembra di avere una situazione qui in cui si è comunemente ritenuto che tutte le vittime di Treblinka vennero cremate, esse vennero distrutte senza lasciare traccia, tuttavia, la ricerca ha rivelato un’immagine molto più complessa dei metodi di smaltimento utilizzati dai nazisti. Guardare a essa da una prospettiva di profilamento dell’offensore, e cioè da un punto di vista leggermente più forense, i nazisti lavoravano, come fanno la maggior parte degli offensori, sul principio del minimo sforzo dove essi avevano effettivamente un metodo di sepoltura che si armonizzava molto bene con la natura delle loro vittime o dei loro luoghi all’interno del campo e vi sono un certo numero di fotografie e di prove fisiche che abbiamo osservato sul terreno a Treblinka che dimostrano che questi corpi non vennero ridotti in cenere, che qualcuno sopravvive come fosse comuni nel senso più vero e che anche le ceneri delle vittime vennero ri-depositate nelle fosse da cui costoro erano stati inizialmente riesumati dopo l’ordine di Himmler del 1943. Anche con l’indagine topografica abbiamo dimostrato che il campo come è correntemente segnato sul terreno dal moderno memoriale era in realtà molto più grande, che i confini del campo dovrebbero essere stati 50 metri più a nord e questo ha un effetto a catena per un certo numero di strutture all’interno del campo stesso. Così possiamo esaminarlo da un punto di vista spaziale e guardare a tutte queste caratteristiche in relazione l’una con l’altra e iniziare fiduciosamente infine a fissare una mappa più dettagliata del campo come esistette durante la sua operatività.

Intervistatore: Così adesso hai presentato le tue scoperte alle autorità responsabili del memoriale a Treblinka. Questo conclude le indagini sul sito di Treblinka o è una sorta di progetto in corso?

Sturdy Colls: È assolutamente un progetto in corso. L’indagine ha dimostrato che il sito ha un enorme potenziale nei termini di ciò che possiamo apprendere dall’applicazione del metodo archeologico ed è stata la punta dell’iceberg in quanto si tratta della prima indagine di ciò che spero sarà una lunga serie in futuro. Spero di ritornare sul sito nel prosieguo dell’anno e vi saranno successive stagioni di lavoro sul campo negli anni a venire. Come ho detto, al momento quello che abbiamo è una mappa di ciò che è sopravvissuto al campo come risultato delle mie scoperte. Tuttavia, per tracciare una mappa del campo come è esistito abbiamo bisogno di fare più lavoro, abbiamo bisogno di indagare il sito. Solo una piccola porzione del sito è stata davvero indagata così c’è un enorme potenziale da scoprire ancora sulla storia di questo campo in futuro”.

Qualcosa di più sulle scoperte di Sturdy Colls può essere spigolato dal documentario radiofonico della BBC “Hidden Graves on the Holocaust”. A partire dal minuto 23:20 ascoltiamo:

Caroline Sturdy Colls: Tutti i libri di storia affermano che Treblinka venne distrutta dai nazisti, in sintesi, l’indagine ha dimostrato che questo semplicemente non è il caso. Io ho identificato un certo numero di fosse sepolte [sic] utilizzando tecniche geofisiche. Queste sono considerevoli. Una in particolare è 26 metri per 17 metri.

Jonathan Charles: È enorme.

Sturdy Colls: È enorme. Stiamo parlando di un numero considerevole di corpi [che] potrebbero essere stati contenuti dentro fosse di queste dimensioni.

Charles: Questa avrebbe potuto contenere centinaia, forse migliaia di corpi, non sappiamo quanto sia profonda, o tu sai quanto è profonda?

Sturdy Colls: Purtroppo no. La tecnologia di ricognizione non ci permette di andare a certe profondità. So che è oltre 4 metri, che era l’estensione di questa [inudibile]. È una fossa considerevole.

Charles: Sono parecchie le fosse che hai scoperto?

Sturdy Colls: Assolutamente, c’era un certo numero di fosse, in particolare sul retro di quello che è ora l’attuale memoriale, cinque che stanno su una fila, anche queste di considerevoli dimensioni, in un’area dove i testimoni affermano che questa era l’area principale di smaltimento dei corpi, questa si trova dietro le camere a gas, era dove la maggioranza delle vittime che venivano inviate lì venivano poi successivamente sepolte, e in seguito dove i resti cremati delle vittime venivano parimenti collocati.

Charles: Tu non hai trovato solo delle fosse, vi sono anche quelli che assomigliano a edifici.

Sturdy Colls: Vi sono, e di nuovo, i nazisti hanno affermato di aver distrutto Treblinka, essi certamente hanno livellato il sito, ma non è certo possibile quando degli edifici sono stati su un sito sterilizzare davvero il terreno, così ciò che ho identificato è questi resti strutturali solidi, stiamo parlando di fondazioni di edifici, sopravvivono, ma in particolare due tipi di strutture che ho identificato sono probabilmente le vecchie e le nuove camere a gas di Treblinka”.

Mentre da questa intervista non apprendiamo praticamente nulla sui supposti resti delle “camere a gas” di Treblinka, riceviamo alcune allettanti informazioni sulle fosse di sepoltura del campo. Ovviamente, una valutazione critica delle scoperte fatte da Sturdy Colls potrà essere espressa solo dopo che costei avrà pubblicato almeno un rapporto preliminare o un articolo dettagliato sulle stesse, ma nondimeno possiamo, pur con la necessaria cautela, annotare alcune osservazioni preliminari su ciò che è stato rivelato finora. L’informazione più interessante, tuttavia, non si trova nelle interviste radiofoniche, ma in un breve articolo della stessa Sturdy Colls che è stato pubblicato sul sito web della BBC il 23 gennaio[5]. In questo leggiamo:

L’esistenza delle fosse comuni era conosciuta dalle testimonianze, ma l’incapacità di fornire prove fisiche persuasive aveva indotto alcuni a mettere in dubbio che potesse rispondere al vero che centinaia di migliaia ebrei furono uccisi lì.

Sebbene siano durate solo pochi giorni, queste indagini postbelliche [nel 1945-46] rimanevano gli studi più completi sul campo fino a quando non ho iniziato il mio lavoro a Treblinka nel 2010.

Questo ha rivelato l’esistenza di un certo numero di fosse attraverso il sito.

Alcune potrebbero essere il risultato di saccheggi postbellici, provocati dai miti sull’oro ebraico sepolto, ma diverse fosse più grandi sono state registrate in aree suggerite dai testimoni come luoghi di fosse comuni e di siti di cremazione.

Una è lunga 26 metri, larga 17 metri e profonda almeno quattro metri, con una rampa all’estremità occidentale e un margine verticale a est.

Altre cinque fosse di varie dimensioni e aventi almeno questa profondità sono ubicate nelle vicinanze. Date le loro dimensioni e ubicazioni, ci sono valide ragioni per sostenere che rappresentino aree di sepoltura. […]

Come per le fosse, l’indagine ha localizzato caratteristiche che sembrano essere strutturali, e due di queste sono probabilmente i resti delle camere a gas.

Secondo i testimoni, queste erano le sole strutture nel campo della morte fatte di mattoni”.

Anche più importante è il fatto che questo articolo è illustrato con due mappe composite su cui le sagome delle scoperte fatte da Sturdy Colls sono state sovrapposte, rispettivamente, su una foto aerea moderna del sito dell’ex campo e su una foto aerea del 1944 della stessa area. Nell’illustrazione sottostante ho collocato queste due mappe composite fianco a fianco, ho spostato la legenda principale e la scala, e ho leggermente aumentato le dimensioni delle immagini per permettere un confronto più facile della scala. Sulla mappa a sinistra ho anche arbitrariamente numerato le “probabili fosse di sepoltura/cremazione” da 1 a 10.

Two composite aerial images of Treblinka

Le informazioni fornite dalle due interviste, dall’articolo e dalle mappe ci permettono di fare le seguenti osservazioni:

  1. La fossa che Sturdy Colls menziona “in particolare” e che si dice abbia una superficie di “26 metri per 17 metri”, e cioè un totale di 442 metri quadri, è, a giudicare dalle dimensioni, molto probabilmente identica alla fossa piuttosto irregolare #3, ubicata circa 25 metri a sud del grande cenotafio. Questa è chiaramente la più grande in superficie delle 10 fosse identificate.
  2. Per quanto riguarda la superficie, due delle 33 fosse comuni identificate da Andrzej Kola a Belzec (fosse #1 e 27) erano più grandi (con 480 e 540 metri quadri rispettivamente), mentre due ulteriori fosse (#7 e 14) erano quasi delle stesse dimensioni (364.5 e 370 metri quadri rispettivamente)[6]. Delle sei fosse di sepoltura identificate da Kola a Sobibor, due (fossa #2 e 4) erano più grandi o addirittura significativamente più grandi (con superfici di 500 e di 1.575 metri quadri rispettivamente), mentre due altre fosse avevano superfici quasi delle stesse dimensioni (#1 e 6, con 400 e 375 metri quadri rispettivamente)[7]. Tuttavia mentre si presume che a Belzec vennero interrati 435.000 cadaveri e a Sobibor circa 80.000[8], il numero dei corpi non cremati seppelliti a Treblinka si suppone abbiano ammontato ad almeno 700.000. Non sarebbe stato quindi sensato per i tedeschi utilizzare a Treblinka fosse comuni di dimensioni più grandi rispetto agli altri due campi Reinhardt?
  3. I testimoni oculari Eliahu Rosenberg e Chil Rajchman che, a conoscenza del sottoscritto, sono i soli testimoni ad aver fornito dichiarazioni dettagliate sulle dimensioni delle fosse comuni nel “campo della morte vero e proprio”, sostengono che le fosse erano di dimensioni molto più grandi della fossa più grande mappata da Sturdy Colls. Eliahu Rosenberg affermò nel 1947 che le fosse comuni misuravano metri 120x15x6, corrispondenti a una superficie di 1.800 metri quadri e a un volume totale di 9.900 metri cubi[9]. Chil Rajchman, alla cui testimonianza del 1944[10] è stato dato grande risalto nel programma radiofonico “Hidden Graves of the Holocaust” – incluso un passaggio particolarmente bizzarro di essa riguardante il sangue che brucia – afferma[11]:

Le fosse erano enormi, lunghe circa 50 metri, larghe circa 30 metri e profonde diversi piani. Ritengo che le fosse potessero contenere circa quattro piani”.

Le fosse di sepoltura misuravano perciò 1.500 metri quadri secondo il testimone Rajchman, con un volume forse di (1.500×12=) 18.000 metri cubi! Come è possibile che la più grande delle fosse scoperte da Sturdy Colls corrisponda a meno di un terzo della superficie dichiarata da Rajchman e a un quarto della superficie dichiarata da Rosenberg?

  1. È davvero una sfortuna che l’attrezzatura modernissima utilizzata da Sturdy Colls per una ragione o per un’altra non abbia potuto rilevare profondità superiori ai 4 metri. Forse sarebbe stato saggio da parte sua mettere da parte un po’ della pietà riguardo alle “leggi ebraiche sulla sepoltura” e utilizzare trivellazioni per misurare la profondità delle fosse, come venne fatto da Kola sia a Belzec che a Sobibor. Delle fosse identificate da Kola in questi due campi, la fossa più profonda (#3 a Sobibor) misurava metri 5.80, mentre la profondità delle fosse rimanenti era in media di circa 4 metri.

Generosamente assumendo la stima di 6 metri di Rosenberg (la stima di Rajchman di circa 12 metri può essere tranquillamente liquidata come un’esagerazione), e assumendo anche più generosamente (per ipotesi) che 6 metri fossero la profondità effettiva, con i muri della fossa posti in verticale invece che inclinati (un presupposto ovviamente irrealistico, che è inoltre contraddetto dalla dichiarazione di Sturdy Colls che questa fossa aveva una “rampa” all’estremità occidentale e un “margine verticale a est”, implicando che tre dei quattro muri laterali erano obliqui – ma di nuovo, per ipotesi…) la fossa #3 avrebbe un volume di (26x17x6=) 2.652 metri cubi. Assumendo una capacità media di 8 cadaveri per metro cubo[12], questo significa che la fossa in questione avrebbe potuto contenere in totale (2.652×8=) 21.216 cadaveri. Poiché il cosiddetto documento Höfle da un punto di vista sterminazionista mostra che circa 713.555 persone vennero uccise a Treblinka fino alla fine del 1942 – in realtà questo documento prova solo che questo numero di ebrei venne deportato al campo fino a quell’epoca – e poiché virtualmente tutte le fonti sostengono che cremazioni non sperimentali su una scala significativa non cominciarono a Treblinka prima del 1943, almeno 700.000 cadaveri avrebbero dovuto essere interrati nel campo, necessitando non meno di (700.000/21.216=) 33 fosse delle stesse dimensioni della fossa #3, con una superficie totale di 14.586 metri quadri, o di circa 1.5 ettari. Ovviamente le fosse comuni avrebbero dovuto essere separate da muri di terra di considerevole spessore, aumentando perciò la superficie richiesta dalle fosse.

Montaggio delle 10 fosse identificate collocate all’interno di un quadrato di metri 100×100. Le dimensioni relative sono state lasciate invariate rispetto alle mappe prodotte da Caroline Sturdy Colls.

  1. Le fosse #1 e 2, che insieme sembrano avere una superficie di circa 600-700 metri quadrati, sono ubicate nella parte occidentale del sito del campo, vicino al divelto sperone ferroviario, chiaramente all’esterno del “campo della morte vero e proprio”. Queste potrebbero essere identiche alle fosse comuni menzionate dal testimone Abraham Kszepicki, in cui i corpi degli ebrei che erano morti durante il viaggio verso il campo, vennero seppelliti durante i primi mesi delle operazioni[13].
  2. Le quattro fosse #5-8 sono collocate in una fila (non molto dritta). Sturdy Colls afferma nel documentario radiofonico che vi sono “cinque” fosse di “dimensioni considerevoli” “in una fila” e nell’area che i testimoni affermano come “l’area principale dello smaltimento dei corpi, […] dietro le camere a gas”. O Sturdy Colls ha erroneamente detto cinque mentre intendeva quattro, o forse ella ha contato una delle altre fosse, forse la #6, con il suo “collo” nel mezzo, come due fosse separate. A prescindere da tutto ciò è chiaro che le fosse #5-8 coprono una superficie che corrisponde grosso modo al 175-200% della fossa #3, e cioè, a qualcosa nell’ordine di 750-900 metri quadri.
  3. Complessivamente, le fosse #3-10 per come sono state mappate da Sturdy Colls coprono una superficie difficilmente eccedente 1.800 metri quadri. Se supponiamo, ancora una volta per ipotesi, la sovrabbondante profondità media effettiva di 6 metri con muri verticali – e ancora una volta voglio ricordare ai miei lettori che le fosse identificate a Belzec e a Sobibor avevano una profondità media di 4 metri – questo significherebbe che le “probabili fosse di sepoltura/cremazione” nel “campo della morte vero e proprio”/”campo superiore”/”campo 2”[14] avevano un volume totale di circa (1.800×6=) 10.800 metri cubi. Le fosse a Belzec per come sono state identificate da Kola hanno un volume totale stimato di 21.310 metri cubi[15], mentre quelle a Sobibor hanno un volume totale stimato di 14.718 metri cubi[16]. La stima di 10.800 metri cubi – indubbiamente assai esagerata – avrebbe potuto contenere al massimo circa (10.800×8=) 86.400 cadaveri (assumendo invece una profondità effettiva media più realistica di 5 metri questa cifra muterebbe a 72.000 – e questo ignora ancora il probabile allargamento dei volumi delle tombe originali a causa di scavi clandestini e altre cause). Secondo Yitzhak Arad, circa 312.500 ebrei vennero uccisi a Treblinka solo “durante le prime cinque settimane delle operazioni di uccisione”[17]. Secondo i file del Consiglio Ebraico di Varsavia, 251.545 ebrei dal ghetto di questa città vennero deportati a Treblinka tra il 22 luglio 1942 e il 12 settembre 1942[18]. E come già menzionato, il documento Höfle afferma che 713.555 [ebrei] vennero deportati a Treblinka fino alla fine del 1942. A giudicare dalle informazioni rivelate, solo una piccola frazione di questo enorme numero di persone avrebbe potuto essere sepolta nelle identificate “probabili fosse di seppellimento/cremazione”, anche tenendo conto delle due fosse nel campo di ricezione, che, data la riferita struttura del campo, non avrebbero potuto essere utilizzate per le vittime delle ipotetiche “camere a gas”.
  4. L’affermazione di Sturdy Colls che “l’incapacità di fornire prove fisiche persuasive aveva indotto alcuni a mettere in dubbio che potesse rispondere al vero che centinaia di ebrei furono uccisi lì” implica che la presenza delle fosse comuni stesse sarebbe sufficiente a confutare i “negazionisti”. Tuttavia, è chiaro che fosse comuni di dimensioni considerevoli devono essere esistite a Treblinka, anche se essa fu in realtà solo un campo di transito. Lo storico dell’Olocausto Dieter Pohl stima che fino al 5% dei deportati nei campi Reinhardt perirono durante il viaggio a causa di soffocamento, disidratazione, resse provocate da deportati in preda al panico ecc.[19] Considerando che la ricezione dei trasporti a Treblinka durante gli intensi mesi iniziali delle operazioni si ritiene sia stata grossolanamente mal gestita dal primo comandante del campo, il dr. Irmfried Eberl (che, a quanto pare a causa di questa ragione, venne cacciato e sostituito da Franz Stangl) che comportò il ritardo dei trasporti nelle stazioni di passaggio[20] – e questo nel calore estivo di luglio e agosto – ci sono poche ragioni per dubitare di questa stima riguardo a Treblinka. Poiché circa 800.000 ebrei in totale vennero deportati a Treblinka durante il periodo operativo del campo (luglio 1942-agosto 1943), questo significherebbe un totale di circa 40.000 morti durante il viaggio. Inoltre, vi sono ragioni per presumere che una percentuale più piccola dei deportati vennero sottoposti a “eutanasia” a causa di malattie mentali o contagiose, o a causa del fatto che erano troppo deboli per ulteriori trasporti. A questo bisognerebbe aggiungere un numero più piccolo di morti tra i detenuti del campo a causa di epidemie ecc., come pure quei detenuti uccisi dalle guardie a causa dei tentativi di fuga o di rivolte.
  5. La vaga menzione di “un’immagine più complessa dei metodi di smaltimento utilizzati dai nazisti” è interessante. Anche i cadaveri non cremati sono stati individuati dall’indagine e, se questo è il caso, quanti sono?
  6. Sturdy Colls ha definito le fosse come “probabili fosse di seppellimento/cremazione”, indicando che una o più di tali fosse potrebbero essere state utilizzate per cremazioni e non per l’interramento (a Sobibor, Kola identificò una fossa di questo tipo con un’area di metri 10×3 e con una profondità di 90 centimetri). In questo contesto, le fosse più piccole e più rettangolari #4 e 5 potrebbero essere i candidati più probabili. Le dimensioni di una fossa di cremazione identificata potrebbe fornire importanti indicazioni sull’effettiva capacità di cremazione a Treblinka.
  7. È degno di nota che nessuna delle fosse o dei resti strutturali sono ubicati sotto le aree memoriali coperte di pietra/cemento (cf. la mappa a sinistra, dove queste aree sono visibili con un colore grigio bluastro). Sturdy Colls non ha detto se è riuscita oppure no a mappare quest’area con la sua attrezzatura geofisica[21]. Questa questione, come molte altre, dovrà attendere ulteriori chiarimenti. L’area coperta all’interno del “campo della morte vero e proprio” sembra corrispondere grosso modo a 1 ettaro.
  8. Può essere utile fare un veloce confronto tra le mappe fornite da Sturdy Colls e la “ricostruzione” di Treblinka proposta dall’analista di foto aeree e sterminazionista Alex Bay[22]. Riguardo alle fosse comuni, Bay scrive[23]:

Purtroppo, la fotografia aerea non contiene sufficienti informazioni per delineare i confini delle fosse. La copertura di maggio [1944] è sufficiente solo per identificare grossolanamente i luoghi dove profondi sommovimenti in generale sono probabili, ma i confini esatti non possono essere accertati. 

Nell’immagine 42 una fotografia aerea viene presentata in cui nove fosse di metri 50×25 sono state tracciate in scala lungo i lati est e ovest. L’ubicazione e le dimensioni di queste fosse è puramente congetturale”.

Le dimensioni di metri 50×25 delle fosse sono prese dal testimone oculare n°1 di Bay, Yankiel Wiernik, e dalla sua pubblicazione A Year in Treblinka. Wiernik scrive in effetti che “Le dimensioni di ogni fossa erano di metri 50x25x10”[24] ma questo quasi certamente si riferisce alle fosse ubicate non nel “campo della morte vero e proprio”, ma al campo di ricezione. La scena di cui Wiernik fornisce le predette dimensioni ha luogo il secondo giorno dopo il suo arrivo al campo, e i capitoli seguenti implicano che egli visitò per la prima volta il “campo della morte vero e proprio”, come egli lo chiama, solo diversi giorni dopo. Nell’immagine sottostante ho collocato l’immagine 42 di Bay a fianco della mappa composita di Sturdy Colls basata sulla foto aerea del 1944. Le scale delle due mappe sono state armonizzate. Alla mappa I di Bay ho anche aggiunto le lettere A e B per indicare i solidi contorni neri disegnati da Bay per contrassegnare i due presunti edifici di gasazione. Anche considerando l’ammissione di Bay per cui l’ubicazione e le dimensioni delle sue fosse comuni “sono puramente congetturali”, è chiaro che la sua visione di come il “campo della morte vero e proprio” poteva apparire differisce considerevolmente dalla mappa di Sturdy Colls. Per quanto riguarda l’ubicazione dei due presunti edifici di gasazione, che Bay fa di tutto per identificare (basandosi sulle foto aeree e sulle dichiarazioni dei testimoni), le quattro strutture segnate da Sturdy Colls (in blu) e denominate “probabile ubicazione delle camere a gas” sono ubicate circa 100 metri a sud dei siti individuati da Bay. L’allineamento di queste strutture è anche piuttosto differente da quello asserito da Bay. Insieme alla considerevole differenza nelle dimensioni tra le fosse comuni ipotizzate da Bay e le fosse identificate da Sturdy Colls, tutto ciò dice qualcosa sulla competenza di Bay come pure sull’attendibilità del suo supertestimone Wiernik.

  1. Per quanto riguarda la “probabile ubicazione delle camere a gas” non apprendiamo virtualmente nient’altro oltre al fatto che Sturdy Colls ha identificato due strutture di mattoni. Sulle mappe composite, tuttavia, sono contrassegnate quattro strutture, delle quali la più grande (vicino all’uscita orientale della “Strada per il Cielo”) è probabile sia quella identificata da Sturdy Colls come il “nuovo edificio di gasazione”. Le tre altre strutture, due delle quali sono relativamente grandi, sono ubicate vicine le une alle altre. Dobbiamo supporre che una delle due strutture più grandi è stata identificata da Sturdy Colls come il “vecchio edificio di gasazione”. Secondo lo sforzo sterminazionista più elaborato per mappare Treblinka in base alle foto aeree e alle testimonianze oculari – la mappa del 2004 di Peter Laponder (che assume come riferimento anche le foto a terra prese all’interno del “campo della morte vero e proprio” trovate nell’album fotografico di Kurt Franz “Schöne Zeiten”)[25] – le sole strutture localizzate adiacenti al “vecchio edificio di gasazione” erano un ricovero per una pompa dell’acqua, una piccola guardina, e una torretta di guardia. Tuttavia sulla mappa composita abbiamo due strutture più grandi vicine l’una all’altra. Dovremo aspettare e vedere se l’indagine geofisica ha rivelato qualcosa sulla configurazione di queste strutture. Se questo non è il caso, possiamo solo sperare che Sturdy Colls ritorni presto nel sito del campo per scavare i resti strutturali individuati.

Complessivamente, le informazioni rivelate da queste interviste sulle scoperte dell’indagine geofisica del 2011 a Treblinka ci forniscono più domande che risposte. Possiamo solo aspettare e sperare che un rapporto preliminare sui risultati delle ricerche non si faccia attendere troppo. Una cosa è certa, però, e cioè che non ci sono prove a indicare che le scoperte di Caroline Sturdy Colls abbiano effettivamente “dimostrato che i negazionisti dell’Olocausto hanno torto” riguardo a Treblinka. Al contrario: le informazioni rivelate sembrano suggerire che le scoperte di Caroline Sturdy Colls potrebbero davvero significare la rovina per la storiografia ufficiale su Treblinka.

 

Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://codoh.com/library/document/comments-on-treblinka-statements-by-caroline/en/#_ftnref25

 

 

[1] http://revblog.codoh.com/2010/11/uk-forensic-archeologist-sets-out-to-refute-treblinka-deniers/

[2] “Mass graves at Nazi death camp Treblinka prove Holocaust deniers wrong,” http://www.huffingtonpost.co.uk/2012/01/16/mass-graves-at-nazi-death-camp-treblinka-holocaust_n_1208814.html

[3] Questo programma radiofonico non è più disponibile: https://www.bbc.co.uk/programmes/b019rlns

[4] Una trascrizione di questo podcast può essere consultata tramite l’indirizzo: https://web.archive.org/web/20120522070858/http://www.ideaslab.bham.ac.uk/MP3s/Transcript_Predictor_Podcast_40.doc

[5] “Treblinka: Revealing the hidden graves of the Holocaust”: https://web.archive.org/web/20120127165149/https://www.bbc.co.uk/news/magazine-16657363

[6] Cf. Carlo Mattogno, Belzec in Propaganda, Testimonies, Archeological Research, and History, Theses & Dissertations Press, Chicago 2004, p. 73.

[7] Cf. Jürgen Graf, Thomas Kues, Carlo Mattogno, Sobibór: Holocaust Propaganda and Reality, TBR Books 2010, p. 120.

[8] Cf. ivi, p. 117.

[9] Cf. Jürgen Graf, Carlo Mattogno, Treblinka. Extermination Camp or Transit Camp?, Theses & Dissertations Press, Chicago 2004, p. 138.

[10] Discussa in dettaglio nel capitolo 40 del presente volume.

[11] Chil Rajchman, Treblinka. A Survivor’s Memory 1942–1943, MacLehose Press, London 2011, p. 60.

[12] Cf. Carlo Mattogno, “Belzec or the Holocaust Controversy of Roberto Muehlenkamp,” sezione 4.1. https://web.archive.org/web/20120603140313/http://ita.vho.org/BELZEC_RISPOSTA_A_MUEHLENKAMP.pdf

[13] Yitzhak Arad, Belzec, Sobibor, Treblinka. The Operation Reinhard Death Camps, Indiana University Press, Bloomington and Indianapolis 1987, p. 85.

[14] A giudicare da qualcuna delle prime mappe del campo, la fossa #3 sarebbe stata ubicata all’esterno di questa parte del campo, mentre alcuni sforzi successivi da parte degli sterminazionisti di ricostruire la topografia del campo la collocano all’interno del “campo della morte vero e proprio”. Cf. Mapping Treblinka, http://www.deathcamps.org/treblinka/maps.html

[15] C. Mattogno, Belzec…, op.cit., p. 73.

[16] J. Graf, T. Kues, C. Mattogno, Sobibór…, op.cit., p. 120.

[17] Y. Arad, Belzec, Sobibor, Treblinka, op.cit., p. 87.

[18] Ivi, pp. 275-276.

[19] Dieter Pohl, “Massentötungen durch Giftgas im Rahmen der ‘Aktion Reinhardt’: Aufgaben der Forschung” in: Günter Morsch, Betrand Perz (eds.), Neue Studien zu nationalsozialistischen Massentötungen durch Giftgas. Historische Bedeutung, technische Entwicklung, revisionistische Leugnung, Metropol, Berlin 2011, p. 194.

[20] Cf. Y. Arad, Belzec, Sobibor, Treblinka, op.cit., pp. 87-88.

[21] Secondo l’articolo pubblicato su Wikipedia di lingua inglese riguardante il georadar (https://en.wikipedia.org/wiki/Ground-penetrating_radar ) “Una buona penetrazione viene parimenti conseguita su terreni sabbiosi secchi o su materiali secchi massicci quali granito, calcare, e cemento, dove la profondità della penetrazione potrebbe arrivare fino a 15 metri”, il che vuol dire che le stesse lastre di cemento del memoriale non dovrebbero costituire un problema per un’indagine con il GPR [GPR sta per Ground Penetrating Radar]. Naturalmente, vi potrebbero essere altri, non rivelati, fattori ostacolanti.

[22] The Reconstruction of Treblinka, https://web.archive.org/web/20120701191013/http://www.holocaust-history.org/Treblinka/

[23] https://web.archive.org/web/20110717054059/http://www.holocaust-history.org/Treblinka/deathcampinternet/deathcampp7.shtml

[24] Y. Wiernik, A Year in Treblinka, chapter 3, online: http://www.zchor.org/treblink/wiernik.htm

[25] http://www.deathcamps.org/treblinka/pic/bmap9.jpg

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