Stati Uniti e Israele: due democrazie solo presunte

L’amministrazione Trump si comporta con modalità mafiose e gangsteristiche.

Gli aggettivi non sembrino immoderati: è stato un illustre militare come il generale Angioni a definire “mafiosa” l’eliminazione del generale persiano Soleimani ordinata da Trump:

Il generale Angioni: “L’eliminazione di Soleimani fatta da Trump è un’azione mafiosa”[1].

Franco Angioni

Ed è stato un illustre storico come Franco Cardini, sempre riferendosi all’uccisione di Soleimani, a definire “gangster” l’attuale presidente degli Stati Uniti:

“L’azione criminosa in quanto mirata direttamente ed esplicitamente all’assassinio dell’alto ufficiale è stata ordinata dal gangster che attualmente occupa la Casa Bianca, Donald Trump”[2].

Franco Cardini

Nei giorni scorsi sono emersi ulteriori dettagli sui retroscena che hanno preceduto la predetta uccisione. Scrive il sito globalresearch.ca[3]:

“La storia dietro l’assassinio di Soleimani sembra andare molto più in profondità di quanto finora è stato riportato, coinvolgendo l’Arabia Saudita e la Cina come pure il ruolo del dollaro americano in quanto valuta d riserva globale. Il primo ministro iracheno, Adil Abdul-Mahdi, ha rivelato, in un discorso al parlamento iracheno, dettagli sulle sue interazioni con Trump nelle settimane che hanno condotto all’assassinio di Soleimani. Egli ha cercato di spiegare molte volte in diretta televisiva come Washington abbia cercato di intimidire lui e altri membri del parlamento iracheno per ottenere ubbidienza alla linea americana, arrivando persino a minacciare di dare corso a sparatorie di cecchini sotto falsa bandiera contro manifestanti e addetti alla sicurezza per infiammare la situazione, richiamando un simile modus operandi già visto al Cairo nel 2009, in Libia nel 2011 e a Maidan nel 2014…Abdul-Mahdi ha parlato con indignazione del modo in cui gli americani hanno rovinato il paese e di come ora si siano rifiutati di ultimare le infrastrutture e i progetti di rete elettrica a meno che venisse loro promesso il 50% degli introiti del petrolio”.

Abdul-Mahdi ha inoltre precisato: “Ecco perché sono andato in Cina e ho firmato un importante accordo per intraprendere con loro i progetti di ricostruzione. Al mio ritorno, Trump mi ha chiamato per chiedermi di disdire questo accordo. Al mio rifiuto, ha minacciato di scatenare enormi dimostrazioni contro di me che avrebbero segnato la fine del mio premierato”.

Il primo ministro iracheno Adil Abdul-Mahdi

Trump non è nuovo a progetti gangsteristici riguardanti il petrolio iracheno. Nel 2016, durante la campagna per le presidenziali aveva infatti affermato di volersene impadronire:

“Il piano di Trump per impadronirsi del petrolio dell’Iraq: ‘Non è un furto, stiamo rimborsando noi stessi”, titolava all’epoca il Guardian[4]. “Le spoglie appartengono al vincitore”, aveva detto Trump. Ma già nel 2011 aveva dichiarato che se fosse stato eletto presidente se ne sarebbe impadronito: “Prenderei il petrolio. Non me ne andrei dall’Iraq lasciando che l’Iran prenda il petrolio”.

Ma Trump non sta rubando solo il petrolio iracheno. Sta rubando anche il petrolio siriano:

“Le sole truppe che ho [in Siria] stanno prendendo il petrolio, stanno proteggendo il petrolio”, ha dichiarato solo due giorni fa[5]. Ma già nel mese di ottobre aveva detto:

Quello che intendo fare, forse, è fare un accordo con un ExxonMobil o con una delle nostre grandi compagnie per andare lì [in Siria] e farlo nel modo appropriato”.

Inutile dire che questi comportamenti costituiscono un furto e che azioni del genere sono considerate illegali dal diritto internazionale. Trump e il cosiddetto “Deep State” se ne fregano.

E continuano a mietere vittime, come se niente fosse:

Attacco americano contro comandante talebano provoca vittime tra i civili”, titolava il 9 gennaio scorso aljazeera.com[6]. Più di 60 civili sono stati uccisi e feriti nel corso dell’attacco eseguito da un drone. Sono notizie che la stampa italiana a malapena riporta.

Gli Stati Uniti sono e rimangono un paese pericoloso, come scriveva 20 anni fa il compianto John Kleeves. I dati aggiornati di questi ultimi 20 anni lo confermano in pieno:

“L’America ha speso 6.4 trilioni di dollari in guerre nel Medio Oriente e in Asia dal 2001, afferma un nuovo studio”, ha riferito il sito cnbc.com lo scorso 20 novembre[7]. Tre i punti chiave emersi da tale studio:

  1. Le guerre americane in Afghanistan, Iraq, Siria e Pakistan sono costate ai contribuenti americani 6.4 trilioni da quando sono cominciate nel 2001.
  2. Questo totale esorbita di 2 trilioni l’intera spesa del governo federale durante l’anno fiscale recentemente completato.
  3. Il rapporto, elaborato dal Watson Institute of International and Public Affairs della Brown University, rivela anche che più di 801.000 persone sono morte come diretto risultato di queste guerre.

A quanto pare, però, se i costi delle guerre sono stati esorbitanti per i contribuenti americani, qualcuno ci deve aver guadagnato e anche parecchio, altrimenti tali guerre non sarebbero state scatenate: il libro War is a Racket (“La guerra è un racket”), scritto nel 1935 dal generale Smedley D. Butler, da questo punto di vista è più che mai attuale[8].

Queste sono dunque le conseguenze che il mondo ha dovuto subire a causa dell’11 settembre: centinaia di migliaia di vittime e spese belliche “folli” (e profitti, presumibilmente colossali, per il complesso militare-industriale).

Ma quanti 11 settembre gli Stati Uniti hanno scatenato nel mondo a partire dalla fine della seconda guerra mondiale?

A questa domanda ha risposto un articolo di Globalresearch pubblicato nel 2015[9]. Secondo l’articolo in questione, gli Stati Uniti sono responsabili della morte di almeno 20 milioni di persone in guerre e conflitti scatenati in tutto il mondo (la cifra di 20 milioni è approssimata per difetto). In questi 75 anni le nazioni vittime degli Stati Uniti sono state 37. Ad esempio, 900.000 cinesi sono stati uccisi nel corso della guerra di Corea.

Comunque, se gli Stati Uniti sono un “paese pericoloso”, Israele non è da meno nel creare conflitti e tensioni, e non solo in Medio Oriente:

Israele sta esercitando un grande ruolo nella crescita del conflitto dell’India con il Pakistan”, intitolava l’anno scorso l’Independent[10]. L’India è diventato il più grande mercato di armi per il commercio israeliano delle armi: nel 2017, ha pagato 530 milioni di sterline per sistemi di difesa aerea, radar e munizioni di provenienza israeliana, inclusi missili aria-terra, la maggior parte dei quali testati durante le offensive militari israeliane contro (gli indifesi) palestinesi e nelle incursioni contro la Siria.

A questo punto, qualcuno mi potrebbe dire: se Trump è un criminale la colpa non è di Israele. Ha già provato a dirlo, ad esempio, l’attivista americana Ariel Gold, dirigente dell’associazione Code-Pink[11]. In realtà, Ariel Gold è smentita sul punto da un ulteriore dato emerso in questi giorni: “Gli israeliani sostengono Trump più di quasi ogni altra nazione, mostra un sondaggio”, rivelava lo scorso 8 gennaio il quotidiano Haaretz[12]. I cittadini di Israele (e delle Filippine) hanno più fiducia in Donald Trump dei cittadini di ogni altro paese del mondo.

Quanto agli americani, non bisogna sottovalutare un altro dato inquietante: un altro sondaggio, condotto nei giorni scorsi, ha rivelato che il 43% degli americani approva l’uccisione del generale iraniano[13]. Il 43%: dunque la maggioranza relativa (mentre dallo stesso sondaggio apprendiamo che il 38% la disapprova).

Un’uccisione che si rivela peraltro essere sempre più un atto di pura barbarie: “Usa-Iran, il Pentagono smentisce Trump: “Nessun attacco imminente da Soleimani”. Così cadono le motivazioni del raid americano”, titolava ieri il Fatto Quotidiano[14].

Quindi, che Trump sia un gangster non è la cosa più grave: la cosa più grave è il consenso di cui gode in due (presunte) democrazie come Stati Uniti e Israele.

 

 

[1] https://www.globalist.it/world/2020/01/03/il-generale-angioni-l-eliminazione-di-soleimani-fatta-da-trump-e-un-azione-mafiosa-2051160.html

[2] https://www.francocardini.it/minima-cardiniana-263-3/

[3] https://www.globalresearch.ca/deeper-story-behind-assassination-soleimani/5700117?fbclid=IwAR3OKK7CndZyslkHNUas3B5CX_dMO5h619X5_D-ZnjPL4PiO2HohbogUFGk

[4] https://www.theguardian.com/us-news/2016/sep/21/donald-trump-iraq-war-oil-strategy-seizure-isis?fbclid=IwAR1TmJSQR5rF7-auI_Yd3_npjq6F1zhSON-FumdRG24tgHHMBnHo09OnAhQ

[5] https://www.independent.co.uk/news/world/americas/trump-syria-oil-war-crime-isis-assad-fox-news-a9279381.html

[6] https://www.aljazeera.com/news/2020/01/strike-targeting-taliban-commander-civilian-casualties-200109165736421.html?fbclid=IwAR14ZY_qpAXkWES1XDOwPbyfatB3eSHuEYsQp-Ufr5yTh-9pA65z6EWt4R8

[7] https://www.cnbc.com/2019/11/20/us-spent-6point4-trillion-on-middle-east-wars-since-2001-study.html?fbclid=IwAR1rOYO4R_EgDNax73_0IBTnvWAAuMoie_hsQAIYvTV2p0D5ymVO2mILbKc

[8] https://en.wikipedia.org/wiki/War_Is_a_Racket

[9] https://www.globalresearch.ca/us-has-killed-more-than-20-million-people-in-37-victim-nations-since-world-war-ii/5492051?fbclid=IwAR1FzKOSZAtMTcFelbz2Btz9Z5lLo5dAfqtrsvIUvFV8T8MlR7ua9t1xxgg

[10] https://www.independent.co.uk/voices/israel-india-pakistan-conflict-balakot-arms-trade-jaish-e-mohammed-a8800076.html?fbclid=IwAR1NvkNLNnY41DCjwqt0u-illkNq_AFDLDDbSzrwdSgr3Qm_yVXXb7UUz7w

[11] https://www.andreacarancini.it/2020/01/gilad-atzmon-code-panic-uno-spettacolo-di-opposizione-controllata/

[12] https://www.haaretz.com/us-news/.premium-israelis-support-trump-more-than-almost-any-other-nation-poll-shows-1.8373699

[13] https://thehill.com/homenews/administration/476971-poll-43-percent-approve-of-trump-strike-on-soleimani

[14] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/13/usa-iran-il-pentagono-smentisce-trump-nessun-attacco-imminente-da-soleimani-cosi-cadono-le-motivazioni-del-raid-americano/5667109/?fbclid=IwAR23c5r6KFBidaYUimDLy12F3z-hebQGzCudU0ExftKOm8cjKM3RmFhPjg0

7 Comments
    • Fabrice
    • 15 Gennaio 2020

    Il colmo dei colmi è che in Italia c’è ancora chi crede che l’amministrazione Trump sia solo una vittima del “Deep State” americano e si crede pure un fine analista geopolitico e a chi gli fa notare riportando fatti nudi e crudi che l’amministrazione Trump è guerrafondaia come tante altre precedenti amministrazioni americane lo prendono per un superficialone vittima della propaganda deio media mainstream contro Trump, incredibile ma vero!

    Magari via email le segnalo come e quando questo è accaduto.

    Complimenti per l’articolo e cordiali saluti.

    Fabrice

    Rispondi
    • Gengè
    • 15 Gennaio 2020

    Come è noto, Ron Suskind riportò che ai tempi dell’invasione dell’Iraq di Bush, un suo tiracalzini disse che noi facciamo la storia e voi la studiate e mentre studiate noi facciamo altra storia… una sequenza senza fine come il serpente uroboro. Fu chiamato il collasso dell’informazione (http://www.limesonline.com/rubrica/il-collasso-dellinformazione) l’originale We’re history’s actors . . . and you, all of you, will be left to just study what we do (https://www.nytimes.com/2004/10/17/magazine/faith-certainty-and-the-presidency-of-george-w-bush.html).
    Su questi fatti ha scritto un tale Mellix (un autentico mistero perché non risulta essersi mai registrato, prerequisito per commentare su quel sito https://comedonchisciotte.org/appello-agli-utenti-di-cdc/#comment-73577) «Si infatti mi sembra stupido che i blog che si definiscono liberi continuino a scrivere e studiare eventi la cui rapidità di successione li rende argomenti obsoleti.” Noi studiamo e discutiamo mentre loro fanno la storia.” L’unico modo per fare la storia è esserne protagonisti ossia far parte della guerra. Per fare la guerra (mediatica), una volta identificato il nemico occorre attaccarlo (mediaticamente) fino alla sua sconfitta. Sconfiggendo un primo tassello alla fine la piramide crolla».
    Quindi tanti sono i “so tutto” (es: carpeoro e soci che applaudono alla nato e chiamano macellaio Soleimani) e quelli che hanno interpretato (e continuano a farlo) Trump è con Salvini? Trump è con Conte? Trump è contro Clinton e le loro sicure guerre?
    Loro fanno la storia, anche dell’informazione, mentre non si riesce a identificare il nemico che non puoi attaccare globalmente ma localmente… come un tassello (es: non né Trump che comanda in Italia… in Italia sono altri, i proconsoli, quelli che prendono ordini da Trump, dai sionisti e li trasmettono a noi… per il “consenso”).
    Non mi stancherò mai di dire che il sistema si basa sulla fiducia (di pace, equità, giustizia… e quanto di altro si vuole aggiungere) e diventare protagonista è smantellare tale fiducia …
    In Italia se dici terremoto (anche se in altre parti del mondo) tutti lo capiscono e hanno paura… perché non lo stesso con la guerra (che ad oggi è solo in certe parti del mondo)?

    Un saluto.

    Rispondi
    • Gengè
    • 23 Luglio 2020

    se mi è consentito, a distanza di mesi, il “criminale Trump” è il J. Kennedy che massoni come
    il primo commento di “Fabrice” contrasta per conto per il cd Deep State Italia: alias Renzi (e forse Draghi) complici del Russia Gate Italia: ovvero dopo gli intrighi nazionali c’è “intrigo internazionale” che se dio vuole a settembre p.v. troverà la quadra.

    Rispondi
      • Fabrice
      • 1 Agosto 2020

      @GENGE’

      “se mi è consentito, a distanza di mesi, il “criminale Trump” è il J. Kennedy che massoni come
      il primo commento di “Fabrice” contrasta per conto per il cd Deep State Italia”, GENGE’

      Sono talmente filo massonico che anche in questo Blog ho riportato le mie pesantissime critiche alla massoneria, vedasi a tale proposito i miei post al seguente articolo:

      https://www.andreacarancini.it/2019/11/zagami-carpeoro-magaldi-volano-gli-stracci/

      Ergo, da premesse totalmente errate lei arriva a conclusioni totalmente errate che metterò ben in evidenza nel prossimo post.

      Rispondi
      • Fabrice
      • 1 Agosto 2020

      @Gengè

      “….. il “criminale Trump” è il J. Kennedy…..”, GENGE’

      Questa proprio nun se pò sentì!!!

      Ecco il motivo N 1.

      “In Just 3 Years, Trump Dropped 72,000 Bombs—Following In His Predecessors’ Footsteps”, by Matt Agorist for “Free Thought Project”, March 7, 2020.

      Dropping bombs on brown people in the desert is non-partisan — Bush dropped tens of thousands of bombs, Obama dropped tens of thousands of bombs and Trump is now dropping tens of thousands of bombs. Tragically, despite arguing over the day’s irrelevant and highly divisive talking points, most politicians in D.C. agree that dropping bombs makes America great — including the ostensible “small government Republicans.” Well, Republicans, dropping a bomb on the other side of the planet every 21 minutes, 24 hours a day, 365 days a year is not small government.

      The idea that these people claim to be against socialism while literally socializing wars for profit is hypocritical at best and utterly evil at worst. The money spent on war is inconceivably high. As TFTP reported earlier this year, just 3% of what the US spends on war in a year, could end hunger on the entire planet.

      Riferimento e proseguimento:

      https://thefreethoughtproject.com/america-drops-bomb-trump-obama-bush/

      NB Matt Agorist is an honorably discharged veteran of the USMC and former intelligence operator directly tasked by the NSA. This prior experience gives him unique insight into the world of government corruption and the American police state. Agorist has been an independent journalist for over a decade and has been featured on mainstream networks around the world. Agorist is also the Editor at Large at the Free Thought Project

      Rispondi
      • Fabrice
      • 1 Agosto 2020

      @GENGE’

      “….. il “criminale Trump” è il J. Kennedy…..”, GENGE’

      Questa proprio nun se pò sentì!!!

      Seconda parte.

      Ecco il motivo N 2.

      “Odio nucleare: era Israele il peggior nemico di Kennedy”

      Natural born killers, assassini nati. Tesi più che ardita, ma storicamente supportata da prove: diversi primi ministri israeliani, prima di approdare alla politica, si erano fatti le ossa nel terrorismo sionista, firmando omicidi e stragi, per poi passare al Mossad. Perché mai non avrebbero potuto organizzare proprio loro l’omicidio di John Fitzgerald Kennedy, ovvero il più grande mistero irrisolto – dopo cinquant’anni – nella storia americana del secolo scorso? Se lo domanda Said Alami su “Rebelion”, citando nuovi dossier desecretati e libri-denuncia come “Final Judgment, the Missing Link in the Jfk assassination controversy”, del giornalista investigativo Michael Collins Piper. La tesi esplora un possibile movente: la centrale nucleare semi-clandestina che Israele stava allora costruendo a Dimona, nel deserto del Neghev, con tecnologia francese. Kennedy, molto contrariato, fece scendere il gelo sui rapporti con Tel Aviv. Ma non aveva calcolato che la Cia – con la quale era in guerra – era «largamente infiltrata dal Mossad».

      Riferimento e proseguimento:

      https://www.libreidee.org/2014/05/odio-nucleare-era-israele-il-peggior-nemico-di-kennedy/

      Personalmente mi sono letto tutto il libro “Final Judgment, the Missing Link in the Jfk assassination controversy”, del giornalista investigativo Michael Collins Piper e ci sono un mare di indizi a sostegno della sua tesi e infatti il suo libro in USA, e non solo in USA, è stato pesantemente censurato dai media mainstream.

      Rispondi
    • Fabrice
    • 1 Agosto 2020

    1. @GENGE’

    “….. il “criminale Trump” è il J. Kennedy…..”, GENGE’

    Questa proprio nun se pò sentì!!!

    Terza parte.

    Ecco il motivo N 3 .

    A . Anche l’amministrazione Trump vuole Edward Snowden al gabbio per lungo tempo, ecco che ne pensa Edwards Snowden di Donald Trump.

    AMY GOODMAN: Your thoughts, Edward Snowden, on President Trump?

    EDWARD SNOWDEN: I’ve said before, Donald Trump strikes me as nothing so much as a man who has never known a love that he hasn’t had to pay for. And I think that forms all of his decision making. I think that explains all of the things that we see. This is someone who sees the world through a prism of a very, very sad lens, which is that what he is, who he is, does not today, and never has and never will, have any value. The only thing that matters is what he has, what he can trade. And I think that really explains all of the transactional corruption that we have seen throughout this administration, is simply someone who thinks that’s what life is.

    Riferimento e proseguimento:

    https://www.democracynow.org/2019/9/30/how_edward_snowden_avoided_extradition_to

    B. Sull’11 Settembre a caldo pochi giorni dall’accaduto Donald Trump disse che si trattava di demolizioni controllate sulla base della sua esperienza pluriennale in campo edlizio, in campagna elettorale aveva detto che sull’11 Settembre si doveva fare chiarezza seriamente e invece una volta eletto Presidente USA non ha nemmeno tentato l’istituzione di una commisssione indipendente sull’11 Settembre facendo orecchie da mercante alle richieste in questo senso provenienti da movimenti americani di cittadinanza attiva.

    Potrei ancora continuare ma basta così per dimostrare che paragonare Donald Trump a JFK è un nonsense assoluto per usare un eufemismo, d’altronde se uno prima prende gratuitamente e offensivamente per massone un’altra persona che della massoneria ha sempre avuto un’dea pessima e allora una persona del genere prenderà poi fischi per fiaschi, that’s it!!!

    2. @ Dott. Andrea Carancini.

    Le avevo detto che sul suo Blog non sarei mai più intervenuto ma farmi prendere per massone in modo gratuito e offensivo è una cosa che non tollero e quindi ho dovuto per forza di cosa rispondere.

    Non si preoccupi, tornerò subito nel mio silenzio più totale come promesso.

    Cordiali saluti, buon proseguimento e buone vacanze.

    Fabrice

    Rispondi

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