Ho appreso con dolore della morte, avvenuta lo scorso 29 gennaio, di Mons. Richard Williamson. Lo ricordo con viva simpatia ed affetto. Mons. Williamson è stato, senza dubbio, il Vescovo più coraggioso del 21° secolo. Quando, nel novembre del 2008, Monsignore finì nell’occhio del ciclone per aver pubblicamente osato dire sinceramente quello che pensava del tabù più intoccabile dei nostri tempi, io fui uno dei pochissimi blogger dell’orbe terracqueo a esprimergli pubblicamente la mia solidarietà (un altro fu il grande revisionista americano Michael Hoffman). Monsignore è stato il Vescovo più coraggioso (e più fedele al Signore) non solo per quanto affermato in quella ormai storica intervista del 2008, ma anche per aver poi stoicamente sopportato le fortissime pressioni esercitate su di lui dai nemici e dai (falsi) amici, affinché ritrattasse le proprie convinzioni. Non lo fece, non ritrattò, dichiarandosi con umiltà disponibile a rivedere le proprie opinioni, se qualcuno fosse stato capace di dimostrargli l’erroneità della propria presa di posizione. Mons. Williamson non era un fanatico: era disponibile al dialogo, ma nessuno osò entrare nel merito della questione per cercare lealmente di convincerlo. I media mainstream lo demonizzarono e lo bollarono con l’epiteto diffamatorio cui si ricorre in questi casi: quello di “negazionista”. Penso che in quei frangenti Monsignore abbia esercitato, e in grado eroico, la virtù della fortezza. Lo rividi 10 anni dopo, nel 2019, ad una conferenza che Monsignore tenne a Roma, conferenza incentrata sui due documenti capitali del pontificato di Pio IX: Quanta Cura e il Sillabo. Fu come sempre di una gentilezza squisita e volle, alla cena conviviale che seguì alla conferenza, che mi sedessi al suo fianco. Quando era vivo, la stampa lo ha subissato di improperi. Adesso tende ad ignorarlo. Ed è sconfortante vedere come, sui siti della cosiddetta contro-informazione, del Vescovo inglese non vi sia praticamente traccia. Non è stato però ignorato dalla Fraternità San Pio X, che lo ha ricordato con un dignitoso comunicato. Riposi in pace!
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Accusare di negazionismo chiunque dimostri spirito critico nei confronti di certe verità storiche assurte a dogma religioso, e penalmente protette dai governi, vuol dire ritornare al fanatismo religioso di un passato morto e sepolto. O, più vicino a noi, significa il voler tornare alle verità di Stato degli esecrati totalitarismi, dalle cui catene l’Europa si è liberata, da non molto.
fammi gentimente sapere se può interessarti il mio studio “L’ULTIMO TESTAMENTO” che potrebbe spiegare molto,grazie