Michael Hoffman: elogio funebre di Douglas Christie

IL PIÙ GRANDE DIFENSORE DELLA LIBERTÀ DI PAROLA DEL CANADA È MORTO[1]

UNA VITA DI SACRIFICIO E DI IDEALISMO

Di Michael Hoffman, 14 marzo 2013

Douglas Christie

Anche se avrebbe potuto essere per la pallottola di un assassino o per la bomba di un terrorista, tanto virulente e persistenti erano state le minacce contro di lui, l’avvocato cattolico Douglas “Doug” Christie, il primo difensore canadese dei dannati, dei marginalizzati e degli oppressi, è morto all’età di 66 anni a causa di un tumore, con cui lottava da circa due anni. Egli ha lavorato praticamente fino al momento della sua morte. Gli sopravvivono la sua magnifica moglie, Keltie, che ha condiviso la sua battaglia per la libertà, e due figli deliziosi che stanno intraprendendo le carriere nella giurisprudenza e nell’ingegneria, rispettivamente.

Christie ha difeso la maggior parte dei “criminali del pensiero” indigenti che sono stati vittime di censure e persecuzioni da parte di una cricca, appoggiata dal governo, che si fregia dell’appellativo erroneo di “Diritti Umani” e cerca di proteggere i talmudisti e il sionismo dallo stesso genere di verifica e di scetticismo che ogni altra religione e ideologia deve affrontare nella “piazza del mercato” delle idee.

Se i procedimenti giudiziari penali e civili contro i discorsi e la stampa eretici fossero stati subiti in Canada dai sionisti e dai rabbini, il New York Times e Fox News sarebbero stati imbottiti di puntuali articoli e allarmi. Al contrario, tutto il pietoso calvario orwelliano dei pensatori indipendenti canadesi è stato in gran parte gettato nel dimenticatoio dai media di regime americani, che godono nello stigmatizzare e liquidare i dissidenti che Doug ha difeso, come “antisemiti” e “negazionisti dell’Olocausto”, il modo migliore per negare la loro umanità nel nome dei diritti umani.

Per i cercatori della verità e gli amanti della libertà, la perdita di Doug Christie è incalcolabile. La sua vita di sacrificio e di idealismo è un paradigma luminoso. Possa egli riposare in pace. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con la sua famiglia.

Il loro indirizzo è: Christie Family, Box 101, 255 Menzies Street, Victoria, BC V8V 2G6 Canada.

A seguire un tributo che abbiamo pubblicato nel 2011, quando apprendemmo per la prima volta della sua malattia.

L’avvocato battagliero: il canadese Doug Christie

Di Michael Hoffman, 21 luglio 2011

Secondo sua moglie Keltie, che scrive nella sua newsletter Friends of Freedom del giugno 2011, il sessantacinquenne avvocato canadese Douglas Christie, l’intrepido avvocato che difese in modo tanto abile Ernst Zundel in due storici processi per reati d’opinione a Toronto nel 1985 e nel 1988, ha “un cancro alla prostata di una categoria aggressiva che si è già diffuso localmente all’esterno della prostata”.

Doug è uno degli uomini migliori e una delle anime più pure che ho avuto il privilegio di conoscere. Egli fu molto di più che l’avvocato di Ernst. Divenne suo amico e un difensore del popolo tedesco nel suo complesso. Nel corso dei due processi dovette assimilare migliaia di fatti, centinaia di libri e dozzine di mappe, modelli e diagrammi per difendere Ernst al meglio delle sue capacità. Egli trascorse ore in tribunale e ore di notte e nei fine-settimana a studiare con la squadra difensiva di Zundel, guidata dal francese Robert Faurisson. Un uomo più piccolo sarebbe stato frantumato dallo stress e dalle calunnie dei media. Doug apprezzò la sfida ed entrò nella ribalta della storia inseguendo il destino.

Con la brillante e accurata organizzazione così tipica di Zundel, i ragguagli quotidiani post-processuali di Doug nel seminterrato della Zundelhaus sono stati conservati in video. Ho incluso i momenti salienti di questi ragguagli nel mio film documentario “The Great Holocaust Trial” (da non confondersi con il libro che ha lo stesso titolo).

Dopo i processi Zundel, Doug continuò ha sua carriera come il “Clarence Darrow del Canada”, sebbene egli sovrasti di una spanna Darrow, che per certi versi fu un opportunista (il momento migliore di Darrow fu la sua difesa di Bill Haywood e degli IWW[2] nell’Idaho nel 1907; il suo punto più basso fu il caso Leopold-Loeb del 1924).

Christie continuò a rappresentare i dissidenti, i marginali e i quasi inermi. Tra le sue vittorie più spettacolari vi fu l’assoluzione nel 1990 del ristoratore ungaro-canadese Imre Finta, che era stato arrestato in base a false accuse di crimini di guerra. Doug fu abilmente assistito nel caso Finta dall’avvocatessa egualmente coraggiosa Barbara Kulaszka.

Christie difese il giornalista Doug Collins, un eroico soldato anglo-canadese che era fuggito dieci volte dai campi tedeschi per prigionieri di guerra durante la seconda guerra mondiale. Collins testimoniò e scrisse articoli a sostegno di Zundel. Questi articoli condussero alla sua incriminazione. Christie ha difeso anche il docente di storia Paul Fromm, l’attivista inglese anti-Talmud Lady Jane Birdwood, l’attivista di Internet Bernard Klatt, Marc Lemire, e dozzine di altre vittime della nuova inquisizione, indigenti e calunniate dai media.

La lobby sionista ha avuto Christie nel mirino per più di un quarto di secolo, ma il suo record di probità era così impeccabile che costoro non poterono trovare pretesti per farlo radiare o per danneggiarlo finanziariamente fino al 2007, quando riuscirono a sfruttare un cavillo procedurale di secondaria importanza relativo a una legge riguardante la “citazione in giudizio di documenti”. La Società Legale del massonico Canada stabilì che questo onorevole tra tutti i legali canadesi nell’aver esaminato i documenti in modo “inappropriato” era stato “disonorevole”. Egli fu multato di 20.000 dollari. Ma solo su questa base non poterono radiarlo, e continuò a esercitare la sua professione.

Doug ha dedicato la sua vita al compito quasi ingrato di combattere per i diritti della libertà di parola di chiunque, dal nativo canadese David Ahenakew ad un gruppo ristretto di cristiani, tedeschi, europei dell’Est, revisionisti, scettici e individualisti che si rifiutavano di essere commissariati. Egli ha continuato a chiedere giustizia nel caso di Jeff Hughes, uno skinhead confuso e disarmato – e forse malato mentalmente – che era stato colpito a morte nel 2009 dalla polizia a cavallo canadese per nessuna ragione comprensibile a parte le sue idee politiche. Un caso come questo non ha nulla per dare smalto alla carriera di Christie o per riempire il suo portafoglio. A rischio di sembrare sentimentale, Doug l’ha fatto per amore della memoria di questo giovane che egli incontrò una volta e solo brevemente alla George Orwell Awards Dinner, che egli e sua moglie ospitano annualmente nella Columbia inglese. Doug Christie è un cattolico tradizionale a cui importa più vivere il Vangelo che parlarne. La causa di giustizia per Jeff Hughes è solo un esempio della sua condotta improntata a Cristo.

 

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://revisionistreview.blogspot.com/2013/03/canadas-greatest-defender-of-freedom-of.html

[2] Industrial Workers of the World.

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