“Ormai Hitler sapeva senza possibilità di errore di aver trovato in Stalin un degno avversario. Mentre l’Armata Rossa resisteva con sempre maggior determinazione nonostante le sconfitte subite, Hitler sentiva crescere in sé l’ammirazione per il suo avversario bolscevico. “Questo Stalin è un grand’uomo”, disse ai suoi stupefatti generali. “Sostenere il contrario non avrebbe senso. Gli storici del futuro dovranno partire dal fatto che gli eventi dei nostri giorni sono governati dalla collisione o dalla collusione di personalità superiori le cui strade si incrociano solo una volta in molti secoli””.
Da “La guerra di Hitler” di David Irving, Roma 2001, p. 547.
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