
UN’ATTIVISTA BRITANNICA ANTI-GENOCIDIO CHIEDE UNA “SILENZIOSA DIMOSTRAZIONE DI SOSTEGNO” AL PROCESSO PER “TERRORISMO” DELLA PROSSIMA SETTIMANA
mercoledì 19 novembre 2025
Natalie Strecker, attivista britannica pro-Palestina e per i diritti umani, arrestata e incriminata a seguito di post che criticavano il genocidio israeliano, ha chiesto un “sostegno silenzioso” in vista del suo processo.
In un videomessaggio diffuso mercoledì, Strecker ha esortato gli attivisti a presenziare al suo processo che si terrà la prossima settimana nell’isola britannica autonoma di Jersey, dove dovrà rispondere di accuse di “terrorismo” per i suoi post a sostegno del diritto internazionale.
Ha chiesto ai sostenitori di astenersi dal protestare fuori dal tribunale, incoraggiando invece una “silenziosa dimostrazione di sostegno” per coloro che possono partecipare.
Strecker ha sottolineato che il diritto di resistere “con tutti i mezzi disponibili” è riconosciuto e garantito dal diritto internazionale.Tuttavia, l’amministrazione del Primo Ministro Keir Starmer ha interpretato le sue azioni come un sostegno a un gruppo terroristico “proscritto”, cosa che lei nega fermamente.
Ha accusato il governo britannico di aver condotto una campagna di “guerra legale” contro giornalisti e attivisti che denunciano e si oppongono ai crimini di guerra israeliani e al genocidio a Gaza. Il governo ha utilizzato il Terrorism Act per criminalizzare gli operatori umanitari che si oppongono allo sterminio di massa di civili palestinesi da parte di Israele.
Strecker, che ha condotto una campagna instancabile per un cessate il fuoco e contro l’occupazione israeliana, è stata arrestata per la prima volta nel novembre dello scorso anno, dopo essere tornata da un viaggio di pace nella regione dell’Asia occidentale.
In quel periodo si verificarono delle proteste in suo sostegno davanti al quartier generale della polizia di Jersey.
A gennaio, è stata accusata di aver espresso sostegno al diritto dei palestinesi a resistere all’occupazione.Queste accuse riflettono la continua escalation delle azioni del governo britannico contro gli attivisti anti-genocidio, attraverso l’abuso della legislazione antiterrorismo.
Inoltre, il gruppo Palestine Action, che prende di mira le fabbriche di armi israeliane nel Regno Unito, è stato designato come “organizzazione terroristica” dal governo britannico. L’appartenenza o il sostegno pubblico al gruppo costituiscono ora un reato, punibile fino a 14 anni di carcere.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, ha criticato il divieto imposto dal Regno Unito a Palestine Action a luglio, descrivendolo come un “inquietante” abuso delle leggi antiterrorismo e ha esortato il governo a revocare la sua decisione.
Dal 7 ottobre 2023, i governi occidentali hanno ampiamente sostenuto il genocidio perpetrato dal regime israeliano contro Gaza, che ha causato la morte di quasi 70.000 palestinesi, principalmente donne e bambini.
Il mese scorso è stato raggiunto un cessate il fuoco, ma da allora il regime israeliano ha ucciso almeno 279 palestinesi in attacchi quasi quotidiani in tutta Gaza, violando l’accordo di cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti.
https://www.presstv.ir/Detail/2025/11/19/759142/UK-Israel-Natalie-Strecker-Gaza-Palestinians-US-
Il processo contro la predetta attivista è una delle funeste conseguenze del fatto che la carriera del Primo Ministro Keir Starmer è stata spianata dalla Israel lobby britannica. Prima di vincere le elezioni, infatti, Starmer si è impadronito del Partito laburista grazie all’appoggio della lobby, che ha diffamato e calunniato Jeremy Corbyn con la speciosa accusa di “antisemitismo”, fino a quando costui non è stato cacciato dal partito.