L’ESERCITO ISRAELIANO UCCIDE UN’ALTRA GIORNALISTA, RINNOVANDO LA PROTESTA PER GLI ATTACCHI SISTEMATICI ALLA STAMPA
lunedì 1 settembre 2025
Una corrispondente della TV Al-Quds Today è stata uccisa in un attacco israeliano a Gaza, aggiungendosi al crescente bilancio delle vittime di quella che è diventata la guerra più mortale per i giornalisti della storia recente.
Islam Abed è stata uccisa domenica sera quando un aereo da guerra israeliano ha sganciato una bomba sulla città di Gaza.
Il canale televisivo satellitare al-Quds Today ha condannato l’uccisione di Abed in un attacco israeliano “sleale” sulla città di Gaza.
“La macchina assassina israeliana non riuscirà a mettere a tacere la nostra voce, la voce del popolo palestinese”, ha detto, affermando il suo incrollabile impegno nei confronti del messaggio dei media della resistenza.
L’ufficio stampa di Gaza, in una dichiarazione, ha condannato il “sistematico” attacco ai giornalisti palestinesi e ha fatto appello alla comunità internazionale affinché prenda misure per porre fine alle uccisioni e proteggere coloro che lavorano nei media.
Anche il sindacato dei giornalisti palestinesi ha condannato l’omicidio di Abed.
L’aggressione di Israele ai giornalisti palestinesi è “una macchia di vergogna che perseguiterà per sempre i responsabili e un crimine di guerra completo che si aggiunge alla lunga storia di violazioni dei giornalisti da parte dell’occupazione”, ha affermato il sindacato.
“[Israele è] interamente responsabile della morte della collega Islam Abed e di tutti gli altri professionisti dei media che sono stati martirizzati mentre svolgevano i loro doveri professionali”, ha sottolineato.
Il sindacato ha inoltre esortato le organizzazioni internazionali per i diritti umani e i media ad adottare “misure immediate e incisive per garantire che i leader israeliani siano ritenuti responsabili delle loro continue offese contro il giornalismo palestinese”.
Anche la Federazione delle agenzie di stampa dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC) ha espresso profonda preoccupazione per i continui assassini di giornalisti palestinesi da parte delle forze armate israeliane mentre svolgono il loro dovere.
La federazione ha sottolineato che quanto sta accadendo a Gaza costituisce una chiara violazione delle leggi e delle norme internazionali.
Ciò avviene nel contesto delle violazioni israeliane della libertà di stampa e dei media e della sua politica di confiscare la verità, imbavagliare, coprire le sue violazioni quotidiane e impedire che raggiungano l’opinione pubblica mondiale, ha avvertito l’OIC.
Mentre Israele continua a vietare ai giornalisti stranieri l’accesso al territorio costiero, i giornalisti palestinesi continuano a essere l’unica fonte di informazione diretta dall’interno della zona di guerra.
Tuttavia, l’attacco israeliano a Gaza è stata la guerra più mortale per i giornalisti.
Il 25 agosto, cinque giornalisti sono stati uccisi da Israele in un attacco “a doppio colpo” all’ospedale Nasser di Khan Younis, uno dei più letali tra i tanti attacchi israeliani che hanno colpito ospedali e operatori dei media durante l’assalto genocida che dura da quasi due anni.
L’11 agosto, il giornalista di Al Jazeera Anas al-Sharif, 28 anni, è stato ucciso insieme a tre suoi colleghi in un attacco deliberato da parte di Israele contro una tenda per i media che ospitava i giornalisti fuori dal cancello principale dell’ospedale al-Shifa di Gaza City.
Il regime israeliano ha ucciso almeno 270 giornalisti e operatori dei media nei suoi oltre 22 mesi di guerra genocida contro Gaza.Ciò significa che l’esercito israeliano ha ucciso in media 13 giornalisti al mese.
Secondo l’ONU, attaccare i giornalisti è una violazione del diritto internazionale umanitario e costituisce anche un crimine di guerra.
I gruppi per i diritti umani affermano che prendendo di mira sistematicamente i giornalisti, Israele mira a creare un vuoto di informazione che farà sì che i suoi crimini di guerra restino non documentati.
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