Gian Pio Mattogno
SHABBATH GOYIM ITALIOTI IN SOCCORSO DELLA SINAGOGA
Esiste nella tradizione ebraica una figura quasi del tutto sconosciuta ai più: lo Shabbath Goy.
Lo Shabbath Goy (lett. il goy dello Shabbath) è un non-ebreo (goy, plur. goyim) che durante la festività ebraica del sabato (Shabbath) svolge alcune mansioni religiose proibite in quel giorno all’ebreo.
Al giorno d’oggi lo Shabbath Goy ha enormemente ampliato le sue mansioni.
Non solo il sabato, ma tutti i giorni di tutte le settimane dell’anno egli si pone volontariamente al servizio della Sinagoga.
Il mondo pullula di Shabbath Goyim.
Come ovunque, anche da noi politici, docenti, intellettuali, sindacalisti, cantanti, artisti, giornalisti, e chi più ne ha più ne metta, non solo si impegnano quotidianamente, come servizievoli cagnolini, in soccorso della Sinagoga ma, come tutti i buoni servi che si rispettino, spesso addirittura anticipano gli ordini del padrone.
Li si vede dappertutto ‒ sui banchi del governo come in quelli dell’opposizione, da destra come da sinistra, nei salotti televisivi e sui giornali d’ogni colore politico ‒ gridare al pericolo “nazi-fascista” e “antisemita”, diffondere linee guida sul contrasto all’antisemitismo nella scuola destinate ai poveri studenti lobotomizzati, stanziare il denaro pubblico per l’edizione italiana del Talmud etc. etc., ma anche invocare censure e leggi repressive contro chiunque non voglia conformarsi alle narrazioni ufficiali della Sinagoga, e addirittura la galera contro chiunque osi contestare la religione olocaustica.
In altre parole, svolgono tutti il loro bravo lavoro al servizio della Sinagoga.
Insomma, si scrive Shabbath Goy e si legge sguattero della Sinagoga.
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