La morte di Peter Fonda ha fatto tornare alla memoria il suo film più celebre: Easy Rider. Questo film è passato alla storia come espressione della cultura hippie della fine degli anni ’60 e tuttavia si può fare su di esso la seguente riflessione: sembra un film antisistema ma non lo è. Sotto l’apparenza della celebrazione degli stili di vita “alternativi” dell’epoca, viene operata una sottile denigrazione dei medesimi: il film ci dice che i due protagonisti sono due spacciatori di cocaina e che hanno investito una parte dei loro guadagni proprio nell’acquisto delle celeberrime moto. Gli hippie e i contestatori in fondo non sono altro che spacciatori di droga, questo il messaggio veicolato dal film: un messaggio che non è incompatibile con la guerra spietata che le agenzie governative americane conducevano contro i predetti hippie e contestatori. Anche un film come questo (e gli altri prodotti all’epoca dalla cosiddetta Nuova Hollywood) rientra quindi nei canoni della propaganda cinematografica americana così brillantemente evidenziati dal compianto John Kleeves.
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