Jean-Marie Boisdefeu: Gasato a Treblinka e morto a Minsk

GASATO A TREBLINKA E MORTO A MINSK

Di Jean-Marie Boisdefeu, 2006

  • Sappiamo che lo Yad Vashem ha intrapreso la catalogazione dei nomi dei 6 milioni di ebrei sterminati dai tedeschi; è arrivato attualmente a 3 milioni ma, come abbiamo visto in Dubitando n°3, il suo database è un guazzabuglio: certo, vi si trovano i nomi degli ebrei incontestabilmente morti nel corso e a causa di questa tragica deportazione ma vi si trova anche un gran numero di nomi di ebrei morti in combattimento, morti di vecchiaia o di morte naturale, addirittura di ebrei sopravvissuti alla deportazione (come Henri Krasucki)[1]; infine, vi si trova un numero incredibile di doppioni[2]. In questo modo, lo Yad Vashem ha probabilmente moltiplicato per 2 o addirittura per 3 il numero degli ebrei morti a causa della deportazione.
  • Dopo la nostra ultima visita, lo Yad Vashem ha fatto lo spoglio e ha registrato il memoriale degli ebrei berlinesi (più di 52.000 nomi); ora, esso aveva già registrato il memoriale degli ebrei tedeschi, il quale riprendeva già i nomi degli ebrei berlinesi; quindi, questi 52.000 ebrei sono stati contati un’altra volta nel database; quelli che vennero deportati dall’Olanda o dalla Francia (diverse migliaia di cui 500 che si trovavano nel Palatinato e nel Baden quando fu organizzata l’evacuazione degli ebrei di queste regioni a Gurs) sono dunque contati almeno tre volte e quelli che vennero deportati a Lodz potrebbero essere stati contati quattro volte; vi figurano anche (e questo dettaglio la dice lunga sulla disinvoltura ebraica in materia di statistiche) 157 ebrei norvegesi che erano semplicemente transitati per Berlino; i circa 1.250 sventurati che scelsero di suicidarsi piuttosto che abbandonare le loro case non sono stati dimenticati ma questo si può comprendere. Quelli che vennero deportati a Theresienstadt e al destino dei quali ci interesseremo nel seguito di questo articolo, sono anch’essi contati almeno tre volte poiché lo Yad Vashem aveva già registrato il memoriale di questo campo: essi sono circa 15.000; tuttavia, alcuni tra costoro possono essere stati contati una quarta volta se vennero trasferiti a Auschwitz e se morirono lì poiché lo Yad Vashem ha ugualmente registrato i nomi trovati nei registri mortuari di questo campo sebbene, contrariamente a quello che era da temersi, esso abbia registrato solo i nomi che avevano un suono ebraico. Un esempio oltre ai berlinesi: in Dubitando n°4, abbiamo visto che il padre dello storico parigino Henri Minczeles, morto a Auschwitz, è stato ripreso 4 volte nel database; egli adesso è ripreso una quinta volta. Beninteso, lo Yad Vashem ha parallelamente registrato le testimonianze dei parenti degli scomparsi, il che non fa che gonfiare la statistica. Quindi, dobbiamo affermare che i 52.000 ebrei berlinesi sono in media ripresi tre volte.
  • A proposito di testimonianze, lo Yad Vashem lancia un appello urgente poiché esso sembra avere delle difficoltà a superare i 3 milioni di «sterminati»; l’appello sembra ascoltato da certuni: così un’israeliana ha testimoniato per 246 ebrei olandesi a titolo di «friend» [amica], «close friend» [amica intima], «family friend» [amica di famiglia], o semplice «acquaintance» [conoscente]; tuttavia, tutti costoro erano già stati ripresi almeno una volta nel database. Questo appello ai testimoni (i quali, secondo un sondaggio, sono all’origine di più del 50% delle entrate del database) non potrà che aggravare questa inflazione.
  • Si trovano ugualmente tra le nuove registrazioni del database i nomi degli ebrei ungheresi morti nei ranghi dei battaglioni di lavoro dell’esercito ungherese e ci si può domandare se è normale di contarli come «sterminati».
  •  Abbiamo anche visto che era un mito che il database contenesse la prova delle gasazioni di Auschwitz. Così, alcuni bambini del ghetto di Lodz presuntamente gasati a Auschwitz sono stati ritrovati vivi dopo la guerra: essi erano solo transitati per Auschwitz. Ma vi si trova anche la prova che le gasazioni degli ebrei a Treblinka è un altro mito. Gli storici affermano che gli ebrei deportati a Treblinka venivano gasati nella quasi totalità poiché non vi si praticava la selezione come a Auschwitz tra gli abili al lavoro e gli inabili; le SS ne risparmiavano solo l’uno o l’altro affinchè le aiutassero nel loro sinistro lavoro poi li eliminavano alla fine delle operazioni. Tra i convogli trattati in questo modo, i convogli venuti da Theresienstadt; i tedeschi avevano ghettizzato in questa città ceca un gran numero di ebrei anziani di origine diversa (Germania, Austria, ecc.); poi – essendo la politica ebraica provvisoria dei tedeschi quella di allontanare gli ebrei «più lontano nell’Est» aspettando di poterli reinsediare definitivamente fuori dell’Europa (per esempio in Madagascar) – essi ne avevano deportato un gran numero in Ucraina, in Bielorussia e nei paesi baltici attraverso Auschwitz, Sobibor, Belzec e Treblinka. È così che, alla fine del 1942, 10 convogli partirono da Theresienstadt per Treblinka. In uno di essi, il berlinese Siegmund Rothstein di cui si ritrova il nome nel database dello Yad Vashem.
  • Per cominciare, diciamo che, per le ragioni predette, il nome di questo deportato berlinese è ripreso tre volte nel database.
  • Ma più interessante ancora è il percorso effettuato da questo deportato e descritto dal database. Rothstein, nato nel 1867, aveva 75 anni quando fu deportato da Berlino a Theresienstadt nell’agosto 1942, il che significa che egli non poteva che essere giudicato inabile al lavoro e dunque, secondo la storia ufficiale, inviato alla camera a gas; in questo caso, perché averlo inviato a Theresienstadt? Ecco uno dei numerosi misteri della religione della Shoah ma passiamo oltre. Da lì, venne ri-deportato il 26 settembre 1942 a Treblinka (convoglio Br) dove, secondo gli storici, egli fu gasato al suo arrivo. I redattori del memoriale ceco non vanno dunque più oltre: per loro, Rothstein è morto a Treblinka:
  • http://yvng.yadvashem.org/nameDetails.html?itemId=11619891
  • http://yvng.yadvashem.org/nameDetails.html?itemId=4911011
  • Ora, se il memoriale tedesco riferisce anch’esso della morte di Rothstein, la situa molto più ad Est di Treblinka, in Bielorussia, e precisamente a Minsk!
  • http://yvng.yadvashem.org/nameDetails.html?itemId=10784457
  • http://yvng.yadvashem.org/nameDetails.html?itemId=10760945
  • http://yvng.yadvashem.org/nameDetails.html?itemId=4129032

In realtà e come abbiamo già detto, S. Rothstein non è un caso a parte: molti berlinesi (oltre a ebrei anziani venuti da altre parti della Germania) furono deportati a Theresienstadt e poi da lì a Treblinka ma, per le autorità tedesche, nessuno di questi inabili è morto a Treblinka e tutti quelli che non sono tornati sono morti a Minsk o altrove.

È impossibile non vedervi la prova che gli inabili inviati a Treblinka non vi furono gasati ma vi transitarono per essere inviati più lontano all’Est in Bielorussia (dove, d’altronde, numerosi convogli di ebrei arrivavano direttamente dalla Germania e dall’Austria, e persino da Theresienstadt).

Il lavoro effettuato con grande dispendio dallo Yad Vashem e celebrato al suono dello shofar da certi media è dunque straordinariamente controproducente poiché la consultazione del suo database permette ad ogni persona di buon senso di concludere che:

  • La cifra dei 6 milioni di morti ebrei a causa della deportazione è un mito e nello stesso tempo una grossolana menzogna[3];
  • La gasazione degli ebrei a Auschwitz e a Treblinka è un altro mito. Di qui la necessità di leggi liberticide.

 

Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo:

http://aaargh.vho.org/fran/revu/dubitando/dubitando07.pdf

[1] O Henri Bulawko o ancora Simone Veil, avevamo detto parimenti, ma il loro nome (e quello di Madeleine, sorella di Simone, egualmente sopravvissuta) è stato ritirato dal database. Resta che i nomi della maggior parte dei sopravvissuti di Francia vi figurano ancora.

[2] I deportati morti vengono sovente ripresi più volte, come gli sventurati genitori e il fratello di Simone Veil (ripresi 2 volte), il padre di Robert Badinter (ripreso due volte), il padre di Serge Klarsfeld (ripreso tre volte), il padre di Henri Minczeles (ripreso cinque volte), ecc.

[3] Va notato che la cifra media ormai ritenuta dagli storici è 5 milioni; bisognerebbe dunque cessare di citare la cifra dei 6 milioni.

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