Gilad Atzmon: Prevenire il prossimo pogrom

PREVENIRE IL PROSSIMO POGROM[1]

Di Gilad Atzmon, 31 ottobre 2018

Undici persone sono state uccise da un attacco armato in una sinagoga a Pittsburgh, in Pennsylvania, lo scorso sabato. Sembra che le sparatorie siano diventate un hobby popolare e non solo in America. La violenza politica sta proliferando. È cruciale cercare di capire come tutto ciò sia avvenuto. Cosa ha portato a questo rapido smantellamento del nostro paesaggio umano, come siamo regrediti ad una barbarie letale e dove e quando abbiamo perso la nostra capacità di prenderci cura gli uni degli altri, di essere compassionevoli, di tollerare le differenze?

Qualche giorno fa ho scritto che questo cambiamento violento richiede un’analisi molto più profonda e non un dibattito meramente aneddotico sul Secondo emendamento o sul controllo delle armi. Esso richiede uno studio profondo della transizione nella nostra condizione umana. Gli omicidi di massa a scadenza quotidiana hanno qualcosa a che fare con la percezione delle persone che noi viviamo in un universo che manca di una prospettiva di futuro. È il risultato della riduzione della classe lavoratrice ad una massa di senza lavoro. Ha molto a che fare con il crollo della famiglia e con l’attacco orchestrato ai valori della famiglia e della chiesa. Può avere qualcosa a che fare con il fatto che i nostri governi stanno annientando paesi e persone nel nome di un interventismo immorale e degli interessi dei Ziocon. Come parte della comprensione delle motivazioni di questi omicidi, è importante considerare che uccidere delle persone su una scala di massa rende il killer un “piccolo dio”. Aggiungiamo alla miscela qualche “ideologia emancipatrice” e i perpetratori di questi crimini barbari vengono elevati, almeno ai loro stessi occhi, al livello di martiri.

È sconcertante; nonostante il nostro accesso in tempo reale alle notizie che ci aggiornano sugli sviluppi in tutto il mondo mentre essi accadono, la nostra comprensione di questi eventi e del loro significato si riduce sempre più. Più “sappiamo”, meno capiamo. Sembra che abbiamo dimenticato come discutere di avvenimenti, scambi politici e cambiamenti storici. Veniamo allontanati dall’essenzialità e dall’autentico pensiero critico, veniamo allontanati dall’Essere.

Al contrario, abbiamo imparato ad operare attentamente all’interno di un rigido regime di correttezza. Sappiamo come non oltrepassare alcune linee sensibili e questo ci trattiene dal discutere di ciò che è realmente accaduto. Ci siamo abituati ad una tirannia della correttezza.

Monitorare il “dibattito sull’antisemitismo” ci permette di capire la dinamica che presiede alla nostra oppressiva realtà autoritaria. Noi, il popolo, siamo sottoposti ad un costante flusso di “informazione” fornita mediante due canali paralleli: uno è caratterizzato dalla sua ossessione per le fake-news e per le accuse fabbricate di antisemitismo. L’altro è volto a sopprimere ogni analisi critica delle cause degli eventi tragici reali come il recente Pogrom di Pittsburgh.

Mentre i media occidentali sono entusiasti di diffondere “rivelazioni” fabbricate sull’antisemitismo del Partito Laburista o su Corbyn quale minaccia esistenziale per gli ebrei inglesi, vi sono, sensibilmente, zero tentativi fatti per capire cosa ha condotto alla sparatoria di Pittsburgh. Tutta la stampa ci dice che il perpetratore è un “antisemita” e che l’antisemitismo sta crescendo.

Dalla prospettiva dei liberali e dei progressisti, la dichiarazione di “antisemitismo” è un fine in sé stesso. Quando un atto viene condannato come “antisemitico” ogni indagine finisce. Il perpetratore viene condannato come un “odiatore irrazionale”. Ma l’antisemitismo non è la sola fobia antisociale. Omofobia, islamofobia, trans-fobia e altre simili fobie operano per chiudere la discussione in modo simile. Esse fungono come bacchette magiche per negare ogni fondamento logico a posizioni politiche che ci mettono a disagio. Noi riduciamo il dissenso ad un sintomo della follia.

L’effetto di queste spiegazioni sensazionalistiche è devastante. L’occidente ha sostituito il suo ethos ateniese di tolleranza e di pluralismo con una forma radicale di talmudica Herem (scomunica).

I media bollano con disinvoltura di antisemitismo chiunque osi esprimere un pensiero critico pacifico. E gli stessi media sopprimono ogni tentativo di stabilire quello che l’antisemitismo significa in pratica e quali sono le sue cause. Mentre i media imitano a pappagallo l’ADL, sostenendo che l’antisemitismo è in ascesa e che la sparatoria della Pennsylvania è stato il peggior evento antisemitico della storia americana, i media non osano domandare perché. Perché l’America sta diventando sempre più antisemitica?

Se le istituzioni ebraiche, e i liberali e i progressisti vogliono combattere l’antisemitismo, il primo passo dovrebbe essere quello di aprire una discussione sulle circostanze e le dinamiche che hanno condotto ad un tale aumento di odio antiebraico. Per prevenire il prossimo pogrom abbiamo bisogno di emanciparci dalla tirannia corrente della correttezza e di ripristinare l’agorà greca in mezzo a noi. I nostri social media network potrebbero diventare una vera piazza di idee, incoraggiando le persone a sfidarsi le une con le altre e a ripensare costantemente le loro posizioni.

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://www.gilad.co.uk/writings/2018/10/31/preventing-the-next-pogrom?fbclid=IwAR3W090TgIMFWzRRQynv5a6q1nrrtkbFc7R8ONEZ6NczJ7Ma-C4He4VMriE

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