Il moderno schiavismo d’Israele: è solo politica?

Il moderno schiavismo d’Israele: è solo politica?

IL MODERNO SCHIAVISMO D’ISRAELE: È SOLO POLITICA[1]
Op-Ed: l’insufficiente applicazione della legge anti-traffico permette agli uomini di sfruttare una delle fasce di popolazione più vulnerabili del nostro paese.
Rebecca Hughes, 20.08.12
Qualche giorno fa, mi sono svegliata al suono del telefono che squillava in continuazione. C’era in linea un uomo molto irritato: “Chiamo dalla Knesset”, ha detto. “Ci avete mandato delle lettere”. Il tono era accusatorio, ma io ero colpevole come da accusa.
Per sostenere il “Progetto 119” di ATZUM, 127 volontari – me inclusa – avevano inviato numerose email ai membri della Knesset. Negli ultimi cinque mesi, abbiamo inviato 1.904 email esortando i deputati ad approvare la proposta di legge del deputato Orit Zuaretz per criminalizzare l’acquisto di servizi sessuali.
Per quanto fosse chiaro che non gradiva di parlare con me, io ero compiaciuta di parlare con lui.
Chiaramente, pensavo, questo è uno che ha capito che combattere il traffico di esseri umani e la prostituzione fa parte delle priorità del nostro governo, dopo aver visto che in Israele ci sono migliaia di individui che si prostituiscono, molti dei quali bambini. Sebbene il lenocinio sia illegale in Israele, il 90% di queste donne e bambini sono proprietà altrui e subiscono violenze per mano dei loro papponi o dei loro clienti.
Una società responsabile si chiederebbe: “Perché questi numeri sono così alti? Perché in Israele vi sono ogni mese decine di migliaia di visite a persone prostituite?”. La risposta è semplice: c’è un’applicazione insufficiente delle leggi anti-lenocinio e anti-traffico, il che permette agli uomini di sfruttare una delle fasce di popolazione più vulnerabili del nostro paese senza paura di punizioni.
Ma c’è una buona notizia. La proposta di legge progressista del deputato Zuaretz di criminalizzare l’acquisto di servizi sessuali è intesa a sradicare questa violazione dei diritti umani. Leggi simili – approvate in Svezia, Islanda, Norvegia, e Francia – hanno visto diminuire il tasso di traffico sessuale del 45%-65% e hanno portato ad una significativa decrescita della prostituzione dei minori.
L’idea alla base della legge è di attribuire una responsabilità penale a coloro che scelgono di partecipare ad un’industria che è responsabile di rapimenti, stupri, violenze sui minori, violenze contro le donne, e della diffusione di malattie trasmesse sessualmente.
Gli israeliani meritano di più
Così, ho orgogliosamente confessato i miei “misfatti” al mio misterioso interlocutore.
“Sì, vi abbiamo mandato delle lettere”, ho detto. “Grazie per avermi contattato. Volevo chiederle …”. Lui mi ha interrotto.
“Quello che dovete capire è che è solo politica”, ha iniziato. “Non può essere portata avanti. Non abbiamo i voti, e senza i voti come si fa a mettere la legge sul tavolo?”.
“Certo, è qualcosa di più che politica”, ho protestato.
Mi assicurato che non lo era.
La sua risposta mi ha sorpreso. Dopo tutto, si pensava che la parte più difficile per l’approvazione di questa legge fosse alle nostre spalle. A febbraio, la Commissione ministeriale aveva dato alla legge la sua unanime raccomandazione. A causa degli obblighi della coalizione, si pensava che il resto del percorso fosse una mera formalità.
In realtà, molti israeliani con cui ci siamo consultati pensavano che la legge fosse stata già approvata. Ma l’avanzamento della legge, all’inizio pieno di slancio, è rallentato. Tristemente, lo slancio si è perso a causa di una politica partigiana e socialmente regressiva.
“Vi sono state delle leggi che abbiamo aspettato 60 anni prima di vederle approvate. Dobbiamo aspettare che arrivi il momento giusto”, mi ha spiegato questo signore.
“Mi sta dicendo che dobbiamo aspettare altri 60 anni per questa legge?”, ho domandato. “E che mi dice delle donne e dei bambini prostituiti e venduti proprio adesso? Cosa dovremmo fare per questo?”.
“Non è per questo”, ha detto. “Si tratta solo di politica, davvero”.
Poi ha chiuso la telefonata semplicemente attaccando il ricevitore, ma non prima di avermi lasciato con la distinta impressione che ne aveva abbastanza delle mie lettere. Ho deciso però di insistere. Voglio una risposta vera, che leghi insieme i principi e la politica. Voglio una risposta sul perché questa legge non è stata ancora approvata, e credo che anche il resto di Israele la voglia.
Amos Oz ha parlato dell’”affronto e della vergogna” che gli israeliani stanno vivendo a a causa dell’indifferenza del governo per le sofferenze della gente. Per me, questa conversazione è stata solo un altro esempio dell’indifferenza del nostro governo. Gli israeliani meritano qualcosa di più dell’indifferenza.
Ci meritiamo un governo caratterizzato dalla volontà di servire e proteggere i suoi cittadini. Ci meritiamo un governo che capisca che il progresso, per quanto difficile da raggiungere, debba essere perseguito con vigore.
Rebecca Hughes è la vice-coordinatrice  dei progetti della task force di ATZUM[2] contro il traffico di esseri umani, un ente che vuole coinvolgere l’opinione pubblica e le agenzie governative in modo che affrontino e sradichino il moderno schiavismo in Israele.
FINE DELL’ARTICOLO DI REBECCA HUGHES
Mio commento: forse, l’articolista ha ragione. Forse, si tratta di qualcosa di più della politica. La religione ebraica, per esempio? Vedi, ad esempio, il post
Il ruolo nello schiavismo di eminenti rabbini:
https://www.andreacarancini.it/2011/12/il-ruolo-nello-schiavismo-di-eminenti/ 
 
 

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