Michael Hoffman: lettera a Benedetto XVI sul caso Williamson

Michael Hoffman: lettera a Benedetto XVI sul caso Williamson

Al Papa Benedetto XVI
Città del Vaticano

mailto:[email protected]

Vostra Santità

Non è vero che, in base alla dottrina del Concilio Vaticano II sulla Libertà Religiosa, il Vescovo Richard N. Williamson ha il diritto di esprimere il proprio pensiero e la propria opinione sull’argomento delle camere a gas di esecuzione di Auschwitz? Perché in questo caso la dottrina del Concilio sulla libertà è stata sospesa?

Il Suo Segretario di Stato ha reso la fede nella “Shoah” una norma per conservare la propria carica nella Chiesa. Il misticismo rabbinico della “Shoah” è diventato un dogma della Chiesa Cattolica Romana?

In caso affermativo, su quali basi bibliche, patristiche e teologiche viene ora rigettato l’ammonimento dell’Apostolo Paolo nella lettera a Tito, 1:14?[1]

I cattolici non hanno dunque più il diritto di dubitare o di discutere di argomenti riguardanti la storia secolare? Il Magistero della Chiesa dichiara quindi la veridicità indubitabile della cifra dei sei milioni di persone ebree decedute, e l’esistenza indubitabile di un’operazione di sterminio a Auschwitz-Birkenau, condotta per mezzo di camere a gas tossico?

E’ consapevole dell’estensione fino a cui la Crocifissione di Cristo è stata sostituita da Auschwitz quale evento ontologico centrale della storia occidentale? Vuole essere complice degli effetti disastrosi che continuano ad aumentare a causa di questo disprezzo di Gesù e di questa deificazione dell’uomo?

Credo fermamente nella libertà di parola per il Vescovo Williamson. Sono profondamente turbato dal Suo tentativo di soppressione dei suoi diritti in questa materia. Sembra che, sotto il Suo pontificato, gettare dubbi su un’ipotesi riguardante la storia secolare sia ora de facto un’eresia. Non riesco a trovare un fondamento, nella Scrittura o nella Tradizione cattolica, per questa innovazione.

La esorto anche a utilizzare in modo compassionevole la propria influenza per sollecitare l’immediata liberazione del chimico Germar Rudolf, imprigionato da più di un anno in Germania per aver scritto libri eruditi (http://www.vho.org/dl/ENG/loth.pdf ) sugli aspetti tecnici e scientifici delle presunte camere a gas omicide. La sua sofferenza, e quella della sua giovane famiglia, non deve essere ignorata o liquidata. Egli merita misericordia. Non ha commesso nessun crimine. La sua perdurante incarcerazione in Germania è uno scandalo e una vergogna per la quale la cancelliera tedesca Angela Merkel porta una grave responsabilità.

Distinti saluti,

Michael Hoffman

Idaho, USA

mailto:[email protected]
[1] “Per la qual cosa redarguiscili recisamente, perché si risanino nella fede, non dando retta a favole giudaiche e a precetti d’uomini che voltan le spalle alla verità”.

5 Comments
    • Anonimo
    • 6 Febbraio 2009

    devo ammettere che in questi giorni la mia Fede nella Chiesa Cattolica è messa a dura prova.
    sto soffrendo coma non mai !
    anche perchè sono convinto che il Papa non si renda neppure conto che si stà schierando con chi, solo apparentemente avrà ragione,
    poichè il Revisionismo molto presto trionferà!
    …così potrebbe essere danneggiata tutta la Chiesa.

    complimenti a Micheal Hoffman per la lettera.

    Daltanius

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  1. grazie a te per la costante attenzione!

    Rispondi
  2. Il signor Ratzinger ed il suo staff non hanno mai letto un testo revisionista,questo è certo.

    Da qui si capisce il suicida comportamento intellettualefisico in favore dello sterminazionismo olocaustico.

    Diversamente è un 25 Luglio con conseguente 8 Settembre.

    Il fatto incomprensibile,per me che sto fuori dalle questioni “religiose”, è perchè si sia scelto di fare tanti “sacrifici” per avere il “consenso” di 15 milioni di ebrei ,col rischio di uno SCISMA di proporzioni imprevedibili !

    Rispondi
    • Dodo
    • 10 Febbraio 2009

    Apparentemente si tratta di qualcosa di sconcertante, di incomprensibile.
    Ma dev’esserci una logica in tutto questo – una logica che non sia l’ipotesi del tradimento o dell’infiltrazione dall’interno (la tesi dei sedevacantisti, per esempio).
    Mi domando se non siamo noi ad essere ancora religiosamente immaturi per capirlo …
    O perlomeno spero che sia così, perché altrimenti è veramente la fine.

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    • Anonimo
    • 16 Febbraio 2009

    Non ci si illuda: il dialogo non allontana l’opposizione violenta; il cristianesimo vi ha dovuto far fronte sin dalle origini, proveniente dalle comunità giudaiche o dalle autorità locali, che agirono in conseguenza delle denunce presentate dai giudei. Il dialogo non impedisce la persecuzione. Lo vediamo ai nostri giorni in varie parti del mondo: può essere cruenta o verbale, scoperta o sorda, mediante intimidazioni e pressioni. I persecutori non sono mai soddisfatti, perché “la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta […] Venne fra la sua gente ma i suoi non l’hanno accolto” (Gv 1,5.11).
    Se c’è questa consapevolezza, si aiuta il Santo Padre nell’esercizio della sua responsabilità personale verso la Chiesa universale”. Tanto dichiarano don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello per l’Agenzia vaticana del 12 febbraio ’09. Non penso che basti a spiegare una situazione così complessa, ma vuole essere una traccia per cercare di comprendere un dramma profondo che stanno vivendo gli uomini di Chiesa. È con un profondo dolore nel cuore che personalmente assistoa tutto ciò, ma non voglio e non posso che le prove a causa degli uomini di Chiesa, per dure che siano possano intaccare la mia fede nel Cristo e nella Sua Chiesa. Comunque i miei più vivi complimenti ad Andrea Carancini per l’ottimo lavoro svolto, unico nel suo genere. Ai cattolici, da amico, siate forti nella fede, perchè la tempesta è forte, ma non abbandonate la nave proprio ora. FdF

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