
Gian Pio Mattogno
SIAMO TUTTI CAITLIN JOHNSTONE?
I lettori di questo sito revisionista conoscono Caitlin Johnstone, la coraggiosa giornalista indipendente e commentatrice politica australiana che denuncia quotidianamente la politica imperialistica e genocida dell’entità criminale sionista contro il popolo palestinese.
Pochi giorni fa Caitlin Johnstone ha reso noto che il suo nome compare in cima ad un elenco contenuto in un documento pubblicato dal governo israeliano all’inizio del mese di dicembre allo scopo, scrive, di creare false associazioni tra la sparatoria di Bondi Beach e le critiche in rete a Israele e alle sue atrocità.
(The Israeli Government Put My Name At the Top of an “Antisemite” List, THE UNZ REVIEW, December 29, 2025, unz.com).
Si tratta precisamente di un documento PowerPoint pubblicato dal Ministero israeliano per gli affari della diaspora e la lotta all’antisemitismo dal titolo: Delegitimization and Antisemitism in Australia – A Snapshot October-December 2025. Fonti ed affermazioni sono tratte da organi di stampa israeliani, come ad es. Ynet News.
Nella quinta pagina, che reca il titolo: “Attori – principali generatori di antisemitismo e delegittimazione in Australia”, Caitlin Johnstone è classificata in cima ad una colonna tra gli attivi influencer creatori di contenuti in base al numero di follower.
La settima pagina la descrive come «blogger anti-occidentale, che promuove cospirazioni e la completa delegittimazione di Israele».
Dal momento che non potevano affibbiarle sic et simpliciter l’accusa di “antisemitismo”, che da sola non può reggere nei suoi confronti, hanno dovuto aggiungere la “delegittimazione” di Israele come qualcosa di negativo.
«Negherò sempre – scrive – di nutrire alcun odio verso gli ebrei o l’ebraismo, ma ammetterò volentieri di aver cercato di delegittimare uno Stato genocida di apartheid che non può esistere senza incessanti violenze ed abusi».
Il documento cercava di dimostrare che nei due mesi precedenti l’attacco di Bondi Beach si sarebbe verificata una vera e propria epidemia di incitamento all’odio antisemita, e che questo avrebbe incitato due membri dell’ISIS a compiete l’atto terroristico, come se l’ISIS fosse un gruppo di teneri orsetti coccolosi che si sono scatenati solo dopo che alcuni influencer australiani hanno twittato cose cattive su Israele.
Caitlin Johnstone tiene ancora a precisare che nei suoi tweet non parla mai genericamente di “ebrei”, ma di “ebrei israeliani” (o anche di ebrei che appoggiano la politica di Israele) i quali, sondaggio dopo sondaggio, appaiono come persone orribili con atteggiamenti sociopatici nei confronti dei palestinesi.
Nel tweet del 6 ottobre ha scritto che chi è veramente preoccupato per l’aumento dell’antisemitismo deve opporsi al massacro di Gaza. Ma purtroppo i miliardari ebrei comprano i media per mettere a tacere le critiche a Israele, e gli oligarchi ebrei comprano apertamente il presidente del governo più potente del mondo per legittimare le atrocità di quello Stato.
Ed in effetti la famiglia di Larry Ellison ha acquistato piattaforme mediatiche come la CBS, a capo della quale ha messo il virulento sionista Bari Weiss, ed ha acquisito il controllo di Tik Tok dopo che il Congresso ne ha imposto la vendita per reprimere le critiche a Israele.
E il presidente Trump ha ripetutamente ammesso di essere controllato dalla mega-donatrice Miriam Adelson, l’israeliana più ricca del mondo.
La sparatoria di Bondi Beach viene usata per giustificare un attacco aggressivo alla libertà di parola e di riunione in Australia, e questo attacco avviene su forte pressione della lobby ebraica australiana e del governo israeliano, «che ora si spinge fino al punto di compilare elenchi pubblici ufficiali di australiani ritenuti colpevoli di pensieri pericolosi».
Fin qui Caitlin Johnstone, che considera questa attenzione da parte di Israele un complimento, in quanto è la garanzia che con la sua attività sta facendo una cosa giusta, anche se, aggiunge, l’essere tenuta d’occhio da uno Stato etnico assassino è profondamente inquietante.
Una sola annotazione a margine dell’articolo di Caitlin Johnstone.
Che cosa accadrebbe se in Italia qualcuno compilasse elenchi con nomi e cognomi di sionisti?
Si griderebbe alle liste di proscrizione, all’incitamento all’odio antisemita, al “rigurgito nazi-fascista” etc. etc.
Gli eletti e i loro Shabbath Goym di complemento contano i loro avversari, ma hanno paura di essere a loro volta contati?
Non è forse questa la vera ragione per cui un libro tutto sommato innocuo come “La lobby ebraica” di Francesco Pinotti, che pure si presenta come un testo “contro ogni visione antisemita e complottistica”, è stato duramente stroncato dalla Sinagoga?
(Gadi Luzzatto: L’antisemitismo dei “salotti buoni”, oggi come ieri, 17 novembre 2025, osservatorioantisemitismo.it)
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