Meloni, Tajani & co. sono indagabili e processabili per complicità in genocidio?

Domanda: ma Meloni, Tajani e gli altri ministri del governo italiano sono indagabili, incriminabili e processabili per complicità in genocidio? Mi sono posto questa domanda alla luce del fatto che dal 1967 esiste in Italia una legge, voluta dall’allora Presidente del Consiglio Aldo Moro, che punisce proprio il crimine di genocidio:

https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1967;962

Leggiamo il testo dell’articolo 1:

“Chiunque, al fine di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso come tale, commette atti diretti a cagionare lesioni personali gravi a persone appartenenti al gruppo, è punito con la reclusione da dieci a diciotto anni.
“Chiunque, al fine di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso come tale, commette atti diretti a cagionare la morte o lesioni personali gravissime a persone appartenenti al gruppo, è punito con la reclusione da ventiquattro a trenta anni. La stessa pena si applica a chi, allo stesso fine, sottopone persone appartenenti al gruppo a condizioni di vita tali da determinare la distruzione fisica, totale o parziale del gruppo stesso”.

Ora, non c’è dubbio che dall’8 ottobre del 2023, i capi del governo israeliano stiano espressamente perseguendo l’obbiettivo di sterminare il popolo palestinese. Sono stati loro stessi a dirlo esplicitamente: basti pensare alle dichiarazioni del ministro ultra-razzista Smotrich. Questo è un fatto ormai riconosciuto anche dagli studiosi più autorevoli:

https://www.andreacarancini.it/2025/09/i-massimi-esperti-mondiali-concordano-la-guerra-di-israele-a-gaza-e-un-genocidio/

In questo contesto di orrore criminale, spicca la complicità del governo italiano, una complicità che è stata ricostruita dal prof. Alessandro Orsini nel suo ultimo libro “Gaza Meloni – la politica estera di uno Stato satellite”. Una sintesi del libro in questione è stata effettuata ieri dallo stesso Orsini in un articolo pubblicato sul “Fatto Quotidiano”, da cui ricavo la seguente citazione:

“Il 28 ottobre 2023, Meloni si è rifiutata di votare in favore di una tregua umanitaria all’ONU per interrompere lo Sterminio dei palestinesi a Gaza. In quell’occasione, Meloni ha dichiarato, per bocca dell’ambasciatore italiano all’ONU: ‘Sempre solidali con Israele. La sicurezza d’Israele non è negoziabile’. E quella dei palestinesi? Il 12 dicembre 2023, Meloni si è rifiutata, per la seconda volta in due mesi, di votare una Risoluzione per il cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza all’Assemblea Generale dell’ONU, sempre in solidarietà con Netanyahu. Meloni ha dato a Netanyahu, a Sterminio in corso, le seguenti armi: bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce e altre munizioni, proiettili e loro parti, per un valore di 730.869,5 euro a dicembre 2023, quasi raddoppiati a 1.352.675 euro a gennaio 2024. Nel 2024, Meloni ha anche acquistato armi da Netanyahu per 154 milioni di euro, rafforzando la Macchina Bellica d’Israele. Il 26 gennaio 2024, quando la Corte Internazionale di Giustizia dell’ONU ha avviato il processo per Genocidio contro Israele, Meloni si è schierata dalla parte di Netanyahu contro i palestinesi. Meloni ha attaccato e delegittimato tutti i magistrati che indagano sui Crimini d’Israele a Gaza”.

Le responsabilità del governo italiano nei fatti gravissimi che stanno accadendo in Medio Oriente sembrano quindi emergere con chiarezza: il nostro governo è un alleato di ferro di Netanyahu ed è questo che ha spinto ieri decine di migliaia di italiani a scendere nelle piazze per protestare contro lo sterminio in corso. Mi domando a questo punto se siano indagabili e incriminabili anche quei giornalisti che da due anni a questa parte stanno facendo l’apologia del terrorismo di Stato israeliano, un terrorismo che non riguarda solo la mattanza quotidiana dei palestinesi di Gaza e della Cisgiordania ma, ricordiamolo, anche i bombardamenti e gli omicidi mirati in Iran, Siria, Yemen e Libano, in totale dispregio del diritto internazionale. Intendo riferirmi in modo particolare ai giornalisti che scrivono sui quotidiani di proprietà del deputato assenteista Antonio Angelucci (Libero, Il Tempo, Il Giornale) ma anche a quelli che scrivono su quotidiani ultra-sionisti come Il Foglio e La Verità. L’articolo 8 della legge Moro sembra riguardare proprio loro:

“Chiunque pubblicamente istiga a commettere alcuno dei delitti preveduti negli articoli da 1 a 5, è punito, per il solo fatto della istigazione, con la reclusione da tre a dodici anni.
La stessa pena si applica a chiunque pubblicamente fa l’apologia di alcuno dei delitti preveduti nel comma precedente”.

Speriamo quindi che le motivazioni che hanno spinto tanti italiani a scendere in piazza non si raffreddino e non si disperdano ma che costituiscano la base di partenza per la formazione di una classe politica umanamente più decente rispetto a quella che attualmente ci governa.

One Comment
    • a.carancini
    • 25 Settembre 2025

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