Gian Pio Mattogno: Come la plutocrazia ebraica americana finanzia “silenziosamente” il genocidio di Gaza

 

Gian Pio Mattogno  

COME LA PLUTOCRAZIA EBRAICA AMERICANA

FINANZIA “SILENZIOSAMENTE” IL GENOCIDIO DI GAZA

SECONDO IL “JERUSALEM POST”

Chi studia la storia degli Stati Uniti d’America dalle origini sino ai giorni nostri su testi non governativi, sa benissimo che si tratta di una storia fatta sistematicamente di soprusi, sopraffazione, sfruttamento, schiavismo, imperialismo spietato, da parte di una ristretta oligarchia giudeo-massonico-plutocratica criminale e guerrafondaia.

Questo è il vero volto della civilizzazione yankee.

In tutto ciò il capitale ebraico ha giuocato un ruolo sempre più decisivo, ieri come oggi.

E questo naturalmente vale anche per ciò che concerne l’attuale politica estera americana in Medio Oriente, compreso il genocidio dell’inerme popolazione di Gaza ad opera del suo sicario, la criminale entità pirata sionista.

(Già sento le cornacchie sioniste: ma allora Hamas? Ma allora il 7 ottobre? Rispondo: la storia non è cominciata il 7 ottobre. Prima del 7 ottobre c’è stato un 6 ottobre, un 5 ottobre, un 4 ottobre …, e giù giù indietro fino al 1948).

Recentemente diversi canali di controinformazione hanno segnalato un messaggio su X del “Jerusalem Post” che suona letteralmente così:

«N. 14. Six Jewish billionaires have quietly become the backbone of Israel’s wartime funding and tech innovation, but their approach couldn’t be more different».

N. 14. Sei miliardari americani sono diventati silenziosamente la spina dorsale dei finanziamenti e della innovazione tecnologica di guerra di Israele, ma i loro approcci non potrebbero essere più diversi».

Lo stesso giornale israeliano ha pubblicato sull’argomento un articolo dal titolo:

N. 14: Jan Koum, Michael Dell, Bill Ackman, Marc Benioff, Larry Ellison, Michael Bloomberg. These billionaires have made a profound impact on Jewish life and Israel through investment and influence, in another year of unprecedented challenges to the Jewish State («The Jerusalem Post», September 22, 2025).

Riassumo il testo dell’articolo:

«Dai giganti della tecnologia ai sostenitori più dichiarati, i miliardari ebrei hanno visto la loro ricchezza e la loro influenza raggiungere nuove vette nel 2025.  Alcuni sono saliti alla ribalta con battaglie pubbliche contro l’antisemitismo e una difesa incrollabile di Israele, mentre altri hanno scelto strade più tranquille, rafforzando la vita ebraica e l’innovazione israeliana attraverso la filantropia e gli investimenti.

«Questi sei miliardari, Jan Koum, Michael Dell, Bill Ackman, Marc Benioff, Larry Allison e Michael Bloomberg hanno avuto un profondo impatto sulla vita ebraica e su Israele attraverso investimenti e l’influenza».

Jan Koum è un ebreo americano nato in Ucraina.

È noto per essere la mente dietro una delle app di messaggistica più popolari in Israele e nel mondo, ed è anche un silenzioso, ma influente mega-donatore a favore di cause ebraiche in tutto il mondo.

Si è classificato al 27° posto nella lista dei miliardari ebrei stilata da «Forbes» nel 2025, che stima il patrimonio netto di Koum in 16,3 miliardi di dollari.

Pur mantenendo un basso profilo pubblico, Koum è attivo in tutta una serie di programmi e iniziative a favore della comunità ebraica.

Michael Dell è il fondatore e CEO del conglomerato informatico giudeo-americano Dell Technologies.

Durante la guerra israeliana a Gaza, Dell ha continuato a investire nelle comunità ebraiche attraverso la Michael & Susan Dell Foundation, fondata con la moglie, stanziando 15 milioni di dollari per 17 progetti attivi in Israele e all’estero.

Oltre agli interventi di soccorso immediati, ha anche sostenuto programmi educativi e progetti vari incentrati sulla tecnologia in Israele.

«Forbes» ha classificato Dell come il sesto ebreo più ricco del mondo nel 2025, con un patrimonio netto di 113,5 miliardi di dollari.

Bill Ackman è un ebreo americano investitore, una figura pubblica nota per il suo sostegno dichiarato a Israele e per la sua lotta contro l’antisemitismo.

Nella lista degli ebrei più influenti del 2024 figura al terzo posto.

Al «Jerusalem Post» ha dichiarato che il 7 ottobre è stato “un campanello d’allarme sull’importanza di Israele e sull’onnipresenza dell’antisemitismo”.

Ha intrapreso una feroce battaglia pubblica contro l’Università di Harvard a causa delle sue politiche antisemite e continua a battersi nell’agone sociale.

A settembre, in occasione dell’apertura delle contrattazioni alla Borsa di Tel Aviv, «ha ribadito la sua posizione secondo cui, nonostante il 7 ottobre e le guerre che ne sono seguite, “non c’è momento migliore per investire in Israele”».

Marc Benioff è il co-fondatore e presidente giudeo-americano del colosso del software Salesforce, nonché proprietario della rivista Time.

Salesforce ha continuato a investire nello Stato ebraico attraverso l’acquisizione di start-up israeliane e del suo centro di ricerca e sviluppo, che impiega centinaia di israeliani.

Ha fatto donazioni dopo «il massacro del 7 ottobre» e la sua azienda ha continuato a investire in Israele, che rimane uno dei centri strategici di Saleforce.

Larry Ellison, ebreo nato a New York, è cofondatore della multinazionale tecnologica Oracle, nonché filantropo impegnato in cause ebraiche.

Tra l’altro ha donato ingenti contributi ai Friends of the IDF (l’esercito israeliano).

Ha superato Elon Mask come uomo più ricco del mondo a settembre, dopo che il suo patrimonio netto è aumentato di circa 101 miliardi di dollari in un solo giorno, grazie all’azienda da lui fondata.

Michael Bloomberg, ex sindaco ebreo di New York, uno dei maggiori sostenitori di Israele, negli ultimi anni ha donato oltre 100 milioni per la causa israeliana.

Sin dalla sua campagna per la nomination democratica alle primarie presidenziali del 2020, Bloomberg è stato uno dei principali finanziatori politici nelle recenti elezioni americane, sostenendo candidati da lui scelti con centinaia di milioni di dollari.

In compenso – tiene a sottolineare compiaciuto il «Jerusalem Post» ‒ Bloomberg è tra i firmatari del Giving Pledge, una campagna che incoraggia i ricchi a donare in beneficenza più del 50% del proprio patrimonio.

(L’ipocrisia dei plutocrati americani, ebrei e non, non potrebbe essere più rivoltante).

Fin qui il «Jerusalem Post».

Open Secrets, il sito che documenta sulla base delle fonti ufficiali l’entità delle somme versate dai magnati del grande capitale giudeo-americano a sostegno dei politici statunitensi, rivela che i sunnominati miliardari ebrei finanziano regolarmente i candidati alle elezioni presidenziali e alla vita politica americana.

Presidenti e politici americani, siano essi dei mediocri attori di Hollywood come un Ronald Reagan o dei capitalisti affermati come un Donald Trump, dipendono totalmente dai plutocrati che li sostengono, di cui eseguono gli ordini, e ad essi devono le loro carriere.

Come detto, questo vale anche per le guerre imperialistiche in Medio Oriente e il genocidio di Gaza.

Tutto ciò è una riprova che nel paese più “libero” del mondo, ieri come oggi, i governanti non sono che dei fantocci nelle mani dell’oligarchia giudeo-massonico-plutocratica yankee, la quale detta le linee della politica interna e delle strategie imperialistiche statunitensi.

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