Gian Pio Mattogno: Sputi controvento

Gian Pio Mattogno 

COME TI ERUDISCO IL PUPO GOY

CONTROINDICAZIONI STORICO-BIBLIOGRAFICHE ALLE LINEE GUIDA SUL CONTRASTO ALL’ANTISEMITISMO NELLA SCUOLA

(AD USO DEI DOCENTI E DEGLI STUDENTI NON LOBOTIZZATI)

 

2: SPUTI (E ALTRO) CONTROVENTO: L’UCEI E LE LINEE DI CONTRASTO ALL’ANTISEMITISMO NELLA SCUOLA

 

Può accadere a chi sputa o espleta certe funzioni intestinali all’aperto e controvento che il materiale organico gli ricada addosso.

È esattamente questo il caso degli estensori ebrei dell’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) delle “Linee Guida sul contrasto all’antisemitismo nella scuola”, «frutto di un lavoro condotto da esperti e da rappresentanti delle Comunità ebraiche italiane, nell’ambito della lotta contro l’antisemitismo condotta da Milena Santerini». (Vedi: Come ti erudisco il pupo goy. 1. Introduzione generale).

Leggiamo nelle Linee Guida che «l’ostilità antisemita si manifesta a diversi livelli; oltre ai profili di rilevanza penale, sono ugualmente da considerare pregiudizialmente avverse dichiarazioni verbali o scritte, atti discriminatori, o stereotipi finalizzati a denigrare gli ebrei, con un linguaggio d’odio fatto di disprezzo o allusioni».

Tali fenomeni «non sono altro che la base della cosiddetta “piramide dell’odio”».

Ed infatti non passa giorno che l’UCEI, col pretesto della “piramide dell’odio”, non si adoperi a contrastare e silenziare ogni forma di dissenso e di critica della vulgata dominante, e di mettere al bando tutto ciò che non è gradito alla Sinagoga.

Già nell’ottobre 2013 l’allora presidente dell’UCEI Renzo Gattegna scrive ai responsabili di Amazon chiedendo che la società di Seattle «interrompa quanto prima la vendita di libri che neghino l’esistenza della Shoah e/o contengano materiale di incitamento all’odio e di disprezzo degli ebrei e/o che contengano elementi di propaganda o stereotipi antisemiti».

Tra i libri in questione il Gattegna menziona il Mein Kampf, Gli Usurai ebrei nell’Italia Medievale di Gian Pio Mattogno, Treblinka: campo di sterminio o campo di transito? di Carlo Mattogno (con Jürgen Graf), Le bugie di Auschwitz: leggende, bugie e pregiudizi sull’Olocausto di Carlo Mattogno (con Germar Rudolf).

A fine ottobre il Gattegna rivolge un “invito” a «coloro, come i bibliotecari e gli addetti alla vendita di libri e di giornali, che a contatto con la popolazione svolgono attività di diffusione e che inconsapevolmente si trovano spesso a essere strumento di chi pubblica appelli all’odio e all’ignoranza», nonché alle «piccole e grandi aziende che diffondono cultura e informazione», affinché si confrontino e collaborino con la comunità ebraica in difesa della “Memoria”.

Mentre tutti i grandi canali d’informazione italioti ‒ come i servi zelanti che addirittura anticipano i desideri del padrone ‒ avevano già provveduto per proprio conto a boicottare le pubblicazioni indesiderate, a dispetto e con buona pace del Gattegna e dell’UCEI, né Amazon né le altre librerie in rete si sono piegate agli ordini (pardon: agli inviti) della Sinagoga.

Sussulto di dignità che non ha invece avuto la Barnes & Noble, la più grande catena di vendita di libri degli Stati Uniti.

Il 9 dicembre 2021 un’organizzazione al servizio della Sinagoga, il Committee for Accuracy in Middle East Reporting and Analysis (CAMERA), lancia un “appello” alla B&N affinché, come altri hanno già fatto, rimuova dai propri cataloghi o almeno etichetti «in modo appropriato la propaganda nazista antiebraica», e la smetta di «trarre profitto dalla vendita di retorica e di odio razzista».

L’esplicito bersaglio di CAMERA, nella persona di Ricki Hollander, presentata come “senior media analyst”, è  un libro in particolare.

«Il libro in questione (che è solo uno degli altri libri razzisti venduti tramite Barnes & Noble) è scritto da un noto antisemita italiano, Gian Pio Mattogno (fratello del negazionista dell’Olocausto Carlo Mattogno). Commercializzato in italiano dalla B&N col titolo “Moralità Giudaiche”, è autopubblicato su Lulu.com e sembra provenire direttamente dagli archivi del propagandista nazista Julius Streicher. La copertina del libro è una caricatura antisemita presa direttamente dal libro per bambini Der Giftpilz (Il fungo velenoso) di Ernst Hiemer, pubblicato nel 1938 da Der Stürmer di Streicher. Il resto del libro si basa sui tropi antisemiti e nazisti sul Talmud e sulla depravazione morale degli ebrei promossi nel libro per bambini e in altra letteratura nazista dell’epoca».

La B&N risponde che il principio guida che ispira la sua missione è quello di offrire ogni libro in versione cartacea e di consentire ai clienti di decidere cosa acquistare e cosa leggere, poiché, dopo tutto, «la libertà di scelta è al centro della nostra società democratica».

Al che CAMERA ‒ che in realtà del libro conosce solo il titolo e la quarta di copertina! ‒ replica piccato che «demonizzare “gli ebrei” come necrofili, pedofili e zoofili moralmente depravati dovrebbe essere inaccettabile, anche se, o soprattutto se, ciò avviene in nome della diversità e della libertà».

Due giorni dopo CAMERA pubblica il seguente aggiornamento:

«In risposta alle preoccupazioni qui discusse, B&N ha rimosso i libri offensivi e ha dichiarato il suo impegno a vietare la vendita sul sito di materiale “illegale, diffamatorio, lesivo, offensivo, dannoso o potenzialmente dannoso, minaccioso, molesto, legalmente osceno, diffamatorio, intollerante o intenzionalmente odioso”» e chi più ne ha più ne metta!

In realtà, nel libro in questione (il cui sottotitolo suona: Pedofilia, zoofilia e necrofilia nel Talmud) non avevo voluto “demonizzare” nessuno, ma mi ero limitato a documentare, sulla base di diverse fonti talmudiche e di Maimonide, certe abominevoli pratiche sessuali autorizzate dai rabbini talmudisti, e denunciate peraltro anche dagli studiosi israeliani di Daat Emet e dalla prof.ssa ebrea Rachel Adler, Associate Professor di Modern Jewish Thought and Gender alla School of Religion University of Southern California e all’Hebrew Union College Rabbinical School di Los Angeles.

Ma tant’è. Agli occhi di CAMERA e dei suoi sodali il criminale non è chi commette il crimine, ma chi lo denuncia! 

     Ai primi di dicembre 2015 viene annunciata la presentazione del libro Sionismo. Il vero nemico degli ebrei di Alan Hart, prevista per il giorno 7 nei locali della sezione Anpi Don Pietro Pappagallo di Roma.

Immediata e puntuale arriva la protesta del Gattegna, il quale dichiara:

«È sconcertante che l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, realtà che dovrebbe tutelare e diffondere ben altri valori, si faccia promotrice di un’iniziativa di aperto odio antiebraico e antiisraeliano. Un fatto gravissimo, che merita la più ferma condanna», ed invoca un intervento dei vertici dell’Associazione «al più presto e nei modi più opportuni».

Ed infatti, scodinzolando come servizievoli cagnolini, il presidente dell’Anpi di Roma Ernesto Nassi e il presidente nazionale Carlo Smuraglia si affrettano ad annullare la presentazione del libro.

Diego Siracusa, traduttore italiano del libro e autore della prefazione, commenta:

«Ormai è evidente che raccontare la verità sul sionismo, sugli ebrei e sul governo criminale di Israele è proibito in quasi tutti i paesi occidentali. Questo è il sionismo e il suo progetto di dominio del mondo (…) Ormai radio, tv e grandi giornali sono controllati dai sionisti e dai loro obbedienti maggiordomi».

Quando, nel 2015, il Senato approva il ddl contro il “negazionismo”, il Gattegna esprime tutta la sua soddisfazione per un provvedimento che «costituisce un baluardo per la difesa della libertà di tutti», una norma «che costituisce un argine contro chi vuole distorcere la Storia al fine di seminare odio e antisemitismo».

Con malcelato compiacimento il Gattegna tiene a sottolineare che il provvedimento è frutto della diligente solerzia del Parlamento e dell’«impegno dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane», e a tutti i parlamentari dei diversi schieramenti politici «va la gratitudine degli ebrei italiani per l’impegno dimostrato nel portare avanti questa battaglia».

Ora, un interessante argomento di discussione in classe potrebbe essere il seguente:

Chi era questo nobile paladino, presidente dell’UCEI, che invocava la censura dei libri non graditi alla Sinagoga e misure repressive contro la libertà di ricerca, quando questa non va nella direzione di Israele?

     E come si colloca eventualmente l’UCEI nella “piramide dell’odio” evocata dalle Linee Guida? 

     Nel 2013 – cioè l’anno stesso in cui il Gattegna perorava le sue nobili cause antisemitiche ‒ moriva il rabbino israeliano Ovadia Yosef, autorevolissimo talmudista e capo spirituale del partito Shas, salito agli onori della cronaca pochi anni prima per via di alcune sue esternazioni relative ai non-ebrei.

Pochi anni prima, nel sermone dello Shabbath del 16 ottobre 2010 rav Ovadia Yosef aveva infatti dichiarato (la traduzione inglese è del “Jerusalem Post”):

«I goyim [gentili, non-ebrei] sono nati unicamente per servire noi [ebrei]. Diversamente, non hanno spazio nel mondo, esistono solo per servire il popolo d’Israele (Goyim were born only to serve us. Without that, have no place in the world, only to serve the People of Israel).

«In Israele la morte non ha potere su di loro (…) Quanto ai gentili, come tutti anch’essi certamente dovranno morire, ma [Dio] li farà vivere a lungo. Perché? Immaginate che l’asino di uno [ebreo] muoia; questi perderà tutti i suoi soldi. È il suo servitore (…) Ecco perché ha una vita lunga, per lavorare bene al servizio di questo ebreo (…) (In Israel, death has no dominion over them (…) With gentiles, it will be like any person, they need to die, but [God] will give them longevity. Why? Imaginate that one’s donkey would die, they’d lose their money. This is his servant (…) That’s why he gets a long life, to work well for this Jew).

«Perché c’è bisogno dei gentili? Essi lavoreranno, dissoderanno terre, mieteranno. Quanto a noi [ebrei], ce ne staremo seduti come un effendi [funzionario del Sultano nell’Impero Ottomano] e mangeremo. Questa è la ragione per cui furono creati i goyim (Why are gentiles needed? They will work, they will plow, they will reape. We will sit like an effendi and eat. That is why gentiles were created)».

Ebbene, commemorando la morte del compianto rav Ovadia Yosef, salutato ai funerali in Israele da una folla oceanica di 800.000 persone, il nobile paladino Gattegna presidente dell’UCEI non solo non spese una sola parola di riprovazione per le esternazioni di odio anti-goyim del rabbino israeliano, ma al contrario, esprimendo il cordoglio di tutto l’ebraismo italiano, si espresse in questi termini:

«Un grande e influente studioso, uno straordinario punto di riferimento per gli ebrei di tutto il mondo a prescindere dalle singole correnti e culture di appartenenza. Con la scomparsa di rav Ovadia Yosef perdiamo un Maestro nel senso più autentico del termine».

Ma il Gattegna era in buona compagnia.

Numerose furono infatti le testimonianze di vicinanza e di partecipazione al lutto giunte dal rabbinato italiano e dagli esponenti più autorevoli dell’UCEI, e tutte nei medesimi termini.

Rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma:

«Rav Ovadia Yosef ha dato forza anche politica alla rinascita sefardita. Chiunque si occupi di halakhah oggi non può fare a meno delle sue opinioni che si impongono per erudizione e spessore halakhico».

Rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano:

«Nella sua attività ha espresso opinioni halakhiche coraggiose, a volta controcorrente. Non credo che attualmente ci sia uno studioso di Torah che possa prescindere da Ovadia Yosef, sefardita o ashkenazita che sia».

Rav Elia Richetti, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana:

«Un grande studioso dei nostri tempi».

Rav Giuseppe Laras, presidente emerito dell’Assemblea rabbinica italiana:

«È mancato il grande della generazione».

Rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del collegio rabbinico:

«Grazie alla sua immensa saggezza ha restituito onore all’ebraismo sefardita».

Settimio Pavoncello, assessore al culto dell’UCEI:

«Se ne va via un rav la cui visione della vita è stata fondante per lo Stato di Israele e per tutti gli ebrei del mondo. Una colonna per l’ebraismo della quale sentiremo la mancanza».

     Il nobile paladino Gattegna, il solerte presidente dell’UCEI che invocava il silenziamento di ogni voce non gradita alla Sinagoga, perché fomite di odio antigiudaico, era dunque, al pari dei suoi congeneri, l’apologeta di un rabbino che ostentava apertamente tutto il suo disprezzo e odio e giudaico verso i non-ebrei, del resto in piena consonanza con la più ortodossa tradizione rabbinica!

Ma vi è di più.

In una lettera Rav Ovadia Yosef aveva definito il Rebbe di Lubavitch la «gloria della nostra generazione».

Il Rebbe di Lubavitch, questa gloria della nostra generazione, era il rabbino Menachem Mendel Schneerson (1902-1994), settimo e ultimo leader del movimento ebraico Chabad Lubavitch, che prende il nome dalla città bielorussa che ne divenne il centro propulsore.

Oggi il movimento Chabad è una potente organizzazione diffusa in tutto il mondo (e quindi anche in Italia) che, come mostrano le foto che circolano in rete, trova ovunque udienza presso governi e sottoboschi governativi, dagli Stati Uniti alla Russia.

Il movimento Chabad (acronimo di tre Sefiroth della Qabbalah: Hokmah = sapienza, Binah = intelligenza, Daat = conoscenza) è una corrente sorta in seno al mondo ebraico ortodosso, le cui più lontane origini si fanno risalire al rabbino Israel ben Eliezer (1698-1760), detto Baal Shem Tov.

Ma il vero fondatore fu il rabbino Shneur Zalman di Liadi (1745-1813), autore dell’opera Tanya (Fu insegnato), nota anche come Likutei Amarim (Raccolta di detti o insegnamenti) e considerata, assieme al Talmud, il testo base del movimento.

A sentire gli apologeti giudei e i loro ausiliari, la filosofia Chabad (la Chassiduth) sarebbe la quintessenza della saggezza e della spiritualità umana.

     In realtà, essa è la quintessenza dell’odio talmudico contro tutti i non-ebrei, ed in particolare contro i cristiani (argomento, quest’ultimo, su cui avremo da ritornare).

Nei siti che si richiamano direttamente o indirettamente al movimento Chabad si trova tanto di quel materiale che c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Qui ci limitiamo a riportare solo un paio di passi tratti dal Tanya di Rabbi Shneur Zalman di Liadi, disponibile in rete sia in inglese che in francese.

Secondo gli insegnamenti della Chassiduth vi è una differenza ontologia e metafisica fra l’anima di un ebreo e l’anima di un non-ebreo.

     L’anima dell’ebreo, eletto di Jahvè, è di origine divina e assolutamente buona; l’anima del non-ebreo, empio e idolatra, è di origine satanica e assolutamente malvagia.

L’anima del non-ebreo proviene dalla Sitra Ahra e dalle sue Kelipoth (sing. Kelipah) demoniche, impure e malvagie.

La Sitra Ahra (lett. “l’altro lato”) indica la parte diametralmente opposta alla Sitra d’Kedushah, il lato della santità: essa è il regno satanico delle emanazioni tenebrose e delle potenze del male.

Il termine Kelipah significa buccia, scorza, e designa le forze del male che nascondono il bene, quasi imprigionandolo, come la buccia nasconde il frutto.

Le Kelipoth emanano dalla Sitra Ahra e sono chiamate Hitsonim, estranee alla santità.

Lo Zohar, al quale si richiamano gli insegnamenti Chabad, distingue quattro Kelipoth: tre (Ruach Seara = vento di tempesta, Anan Gadol = la grande nube, Ech Milaka ’hat = il fuoco che si raccoglie) sono totalmente impure e malvagie; la quarta (Kelipah Nogah) racchiude una scintilla divina.

Mentre l’anima dell’ebreo proviene dalla Kelipah Nogah, l’anima del non-ebreo proviene dalle Kelipoth impure e malvagie.

Alla fine del cap. 1 del Tanya, Rabbi Shneur Zalman di Liadi scrive testualmente:

«Infatti per gli ebrei questa anima della Kelipah proviene dalla Kelipah chiamata Nogah, che contiene anche il bene. Questa [Kelipah] proviene dall’esoterico “Albero della Conoscenza” [che contiene] il bene e il male. Viceversa, le anime dei popoli del mondo provengono dalle Kelipoth impure che non contengono alcun bene».

Nel cap. 19 Rabbi Shneur Zalman di Liadi ribadisce che l’anima dell’ebreo, santa perché di origine divina,

«è diametralmente opposta alla Kelipah e alla Sitra Ahra da cui provengono le anime dei non-ebrei, i quali agiscono solo per i propri interessi materiali e gridano: “date, date!” e “Datemi da mangiare”, perché vogliono essere delle entità indipendenti [da Dio] (…) Di conseguenza, essi [i non-ebrei] sono descritti come “morti”».

   P.S.  Il libro di Rabbi Shneur Zalman di Liadi e gli scritti del Rebbe di Lubavitch, che quanto a odio contro i goyim non è da meno, sono regolarmente disponibili in formato cartaceo nel catalogo della Barnes & Noble!

Nonostante gli sputi (e altro) controvento, sono dunque questi i moralizzatori, autori delle Linee Guida, sguinzagliati dal governo e dalla Sinagoga per contrastare la «piramide dell’odio» e ogni forma di «linguaggio d’odio» ?

Se è così, allora verrebbe da dire:

     «Dai moralizzatori in generale ci guardi Iddio, che dai moralizzatori giudei mi guardo io».

 

Bibl. ‒ Rav Ovadia Yosef, le voci del mondo ebraico italiano (moked.it). ‒ Gerusalemme, una folla immensa per l’ultimo saluto a rav Yosef (“Pagine ebraiche”. Il quotidiano dell’ebraismo italiano, 8 ottobre 2013, p. 1). ‒ Libri antisemiti e negazionisti in vendita su Amazon (osservatorioantisemitismo.it). ‒ Negazionismo, Gattegna: “Nuova legge importante” (ivi). ‒ Libro antisionista a Roma, iniziativa Anpi sconcertante (ivi). ‒Updated: Barnes & Noble Takes Action On Offensive Books, December 9, 2021, December 11 Update (camera.org). ‒Yosef: Gentiles exist only to serve Jews (sito del “Jerusalem Post, 10/18/2010). ‒ “I heard you a Connection with Chabad” (News, August 26, 2020, anash.org). ‒ Sefer HaTanya (seferhatanya.over-blog.com). ‒ Sefer Likutei Amarim (chabad.org). ‒ G. P. Mattogno, La non-umanità dei gojim nel Talmud e nella letteratura rabbinica, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma, 2011, pp. 126 sgg. ‒ Id., La polemica contro il Talmud nella Germania nazional-socialista, Effepi, Genova, 2023, pp. 147 sgg.    

One Comment
    • Claudio Antonelli
    • 19 Aprile 2025

    “Il giudaismo è un fattore potente di coesione perché in esso Popolo, Nazione e Religione si fondono: il Popolo-Nazione deve la propria ragion d’essere alla religione, e la religione deve la propria ragion d’essere al Popolo-Nazione. L’albero genealogico conta molto in questa religione etnica dal carattere speculare o se vogliamo incestuoso: nel ruolo di celebrante e nel ruolo di celebrato troviamo il medesimo popolo. Attraverso la religione ebraica, infatti, gli ebrei celebrano religiosamente sé stessi.
    La religione ebraica è la celebrazione del nazionalismo di un popolo prediletto da un Dio guerriero, esclusivista, geloso e vendicativo: Yahweh. Del resto, il primo dei comandamenti biblici è: “Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me”. Comandamento rimaneggiato dai cristiani in “Non avrai altro Dio fuori di me”.Eppure, quando si parla di ebraismo non si parla mai di nazionalismo o di patriottismo, bensì di religione. Sì, è una religione, ma celebrante un’appartenenza esclusiva etnica, genealogica, di sangue. Non avendo paura delle parole si potrebbe parlare di tribalismo: un tribalismo transnazionale.”

    Claudio Antonelli
    L’anglo-latinorum degli italioti
    La disgregazione di una lingua e di un’identità
    EDARC EDIZIONI

    Rispondi

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Recent Posts

Gian Pio Mattogno: Sputi controvento

Gian Pio Mattogno  COME TI ERUDISCO IL PUPO GOY CONTROINDICAZIONI STORICO-BIBLIOGRAFICHE ALLE LINEE GUIDA SUL CONTRASTO ALL’ANTISEMITISMO NELLA SCUOLA (AD USO DEI DOCENTI E DEGLI STUDENTI NON LOBOTIZZATI)   2: SPUTI (E ...

Read More
Sponsor