Gian Pio Mattogno: Una riflessione di Israel Shamir sugli Shabbath Goyim americani

Gian Pio Mattogno 

UNA RIFLESSIONE DI ISRAEL SHAMIR SUGLI SHABBATH GOYIM AMERICANI

Come ho già avuto modo di ricordare, esiste nella tradizione ebraica una figura quasi del tutto sconosciuta ai più: lo Shabbath Goy (plur. Shabbath Goyim) ‒ lett. “il non-ebreo del Sabato”, un non-ebreo (Goy) che durante la festività del Sabato ebraico (Shabbath) svolge alcune mansioni proibite in quel giorno all’ebreo (Shabbath Goyim italioti in soccorso della Sinagoga, andreacarancini.it).

Sottolineavo altresì come oggi lo Shabbath Goy abbia enormemente ampliato le sue mansioni, estendendole al campo della politica, e non solo il sabato, ma in tutti giorni di tutte le settimane dell’anno, rivelandosi di fatto un vero e proprio sguattero ‒ di destra, di centro, di sinistra ‒ della Sinagoga.

Una riflessione di Israel Shamir sugli Shabbath Goyim americani (Shamir utilizza il termine Shabbos, secondo la pronuncia ashkenazita) ci permette di fare ulteriore luce su questo fenomeno generalmente trascurato, ma di vitale importanza per comprendere certi risvolti della politica interna ed estera delle nazioni.

Quel che Shamir dice degli Stati Uniti vale infatti, fatte le debite proporzioni, anche per il nostro disgraziato paese a sovranità limitata, così come per tutte le altre nazioni in cui le lobbies ebraiche hanno un peso specifico rilevante (I. Shamir, Shabbos Goyim, October 23, 2025, The Unz Review, unz.com).

«Uno Shabbos Goy – esordisce Shamir ‒ è un non-ebreo che asseconda ogni desiderio o capriccio degli ebrei, soprattutto in politica, oppure un non-ebreo che sostiene fermamente Israele, come dice il dizionario. Gli Shabbos Goyim sono una razza a parte».

Gli Stati Uniti sono un paese governato da Shabbos Goyim. Anche il presidente Trump, che deve la sua carriera a dei capitalisti ebrei, si è rivelato uno Shabbos Goy, come lui stesso ha ammesso parlando alla Knesset.

Gli americani, scrive Shamir, non hanno praticamente scelta, in quanto tutti i politici in competizione sono degli Shabbos Goyim. Su 535 membri del Congresso, ve n’è uno solo, Thomas Massie, che non accetta tangenti dagli ebrei. Ma da solo può fare ben poco.

Il potere dell’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) sul Congresso degli Stati Uniti dimostra che questo paese è governato da donatori ebrei.

In combutta con l’oligarchia ebraica, gli Shabbos Goyim si sono appropriati praticamente di tutti i media e tramite essi sostengono la politica imperialistica di Israele in Medio Oriente.

Shamir si chiede quali siano le caratteristiche principali di una società governata da Shabbos Goyim.

La prima è la disparità fra ricchi e cittadini comuni. Questo perché gli ebrei sostengono i loro amici e strangolano i loro nemici, e su questo punto sono molto coerenti.

«Quando prendono il sopravvento, si impadroniscono del tesoro e condividono liberamente la ricchezza del paese coi loro compatrioti Shabbos Goyim. Se sei filo-ebreo, tu e la tua famiglia sarete osannati dai media e sommersi da contratti lucrosi. Ma se solo ti azzardi a tergiversare, ti ritroverai messo alla gogna e impoverito. Questa è la lezione che insegnano, e non ne hanno alcun remora».

La seconda è la guerra. Gli ebrei amano la guerra, così come la amano i loro Shabbos Goyim, anche se non abbastanza da parteciparvi. Le guerre gli ebrei si accontentano di istigarle e provocarle, e soprattutto di trarne tutti i benefici.

Gli ebrei sono stati in prima linea nel provocare la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, come pure le guerre in Irak, in Iran e altrove, ma una volta iniziato il conflitto si sono fatti prudentemente da parte, lasciando ai loro Shabbos Goyim il compito di fare il lavoro sporco. Tanto, se la guerra diventa impopolare, la colpa è degli Shabbos Goyim!

I più celebri Shabbos Goyim statunitensi, come ad es. Lindsey Graham, non sono mai andati in guerra, ma hanno sempre votato a favore della guerra (Recentemente, il principale Shabbos Goy americano, il presidente Trump, ha promesso di sostenere la campagna elettorale del “neoconservatore” Graham). Persino gli ebrei più bellicosi, gli israeliani, preferiscono uccidere contadini palestinesi inermi o lanciare missili sui nemici da lontano.

Oggi gli ebrei statunitensi stanno spingendo gli Shabbos Goyim della loro amministrazione a combattere la Russia e a sostenere gli Shabbos Goyim ucraini nella loro guerra. Sanno perfettamente che russi e ucraini hanno vissuto per centinaia d’anni in perfetta armonia, almeno fino all’arrivo di Madame Victoria Nuland, che coi suoi miliardi di dollari ha istigato il suo colpo di Stato e la guerra contro la Russia.

Gli ebrei religiosi – continua Shamir ‒ nutrono un odio talmudico verso i non-ebrei; gli ebrei non religiosi odiano i non-ebrei per istinto razziale. Tutti diffidano persino dei loro servi Shabbos Goyim (perché agli occhi del giudeo talmudista saranno pure degli sguatteri della Sinagoga, ma restano pur sempre dei Goyim, degli esecrabili non-ebrei idolatri. Questo è l’eterno destino degli utili idioti).

Ma il segno più importante che caratterizza la società americana governata dagli Shabbos Goyim è la politica pubblica in opposizione a Cristo. Questa è la norma su cui si fonda l’intero edificio ebraico. La Chiesa e Cristo sono stati allontanati dalle politiche governative, rimpiazzate dalle leggi noachide.

«Come afferma E. Michael Jones, dobbiamo infrangere il tabù ebraico. Censurandoci, ogni discussione sull’elefante nella stanza diventa impossibile. Sun Tzu dice: “Senza la conoscenza dei propri punti di forza e di debolezza (conoscere sé stessi) e la comprensione delle capacità e delle intenzioni del nemico (conoscere il nemico), non si può ottenere la vittoria e si è destinati alla sconfitta”.

«Col nostro essere volontariamente ciechi nei confronti di una élite anticristiana straniera in mezzo a noi, ne assicuriamo in tal modo la vittoria. Purtroppo siamo disposti a combattere la nostra guerra culturale solo dopo avere deliberatamente messo i paraocchi, per non recare offese. Il nostro nemico (che dobbiamo tollerare con cristiana carità) non ha di questi scrupoli. È come Abimelek che spinge il suo attacco contro la città finché non la prende, ne uccide i cittadini, la distrugge e la cosparge di sale».

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