Gian Pio Mattogno: Sovranità limitate e opposizioni controllate

Gian Pio Mattogno 

SOVRANITÀ LIMITATE E OPPOSIZIONI CONTROLLATE

In ogni paese in cui ha allungato i suoi tentacoli, il sistema giudeo-massonico-plutocratico dominante controlla in egual misura, anche se in tempi e modi diversi, sia il governo che l’opposizione.

L’esempio più lampante è costituito dalla storia degli Stati Uniti d’America, una storia fatta sistematicamente di soprusi, sopraffazione, sfruttamento, schiavismo, imperialismo spietato, da parte di una ristretta oligarchia giudeo-massonico-plutocratica (ora a guida democratica, ora a guida repubblicana) criminale e guerrafondaia.

(Cfr. Come si studia il sistema giudeo-massonico-plutocratico americano. Una ricerca esemplare di Henry Coston, andreacarancini.it).

Due scritti di Roberto Pecchioli e Tom Sunic spiegano egregiamente le dinamiche dell’opposizione controllata all’interno dei moderni Stati “democratici”, formalmente indipendenti, ma di fatto a sovranità limitata, la vera sovranità appartenendo non al popolo, ma alle oligarchie capitalistiche nazionali e sovranazionali, e ai grandi rabbini della finanza mondialista.

Sottolineando acutamente che «destra, centro e sinistra sono simulacri tenuti in vita artificialmente per ingannare le opposte tifoserie», Pecchioli (“L’opposizione di Sua Maestà”, inchiostronero.it), muove dalla nota denominazione istituzionale inglese (the most loyal Her Majesty’s opposition, la lealissima opposizione di Sua Maestà), cioè il principio secondo cui i membri dell’opposizione parlamentare rimangono assolutamente leali allo Stato, alla Corona (e, aggiungo io, al sinedrio oligarchico che li manovra), in attesa di vincere le elezioni e sostituire il governo (ma sempre al servizio dello stesso sinedrio oligarchico).

«L’alternanza di governo non modifica le architravi dello Stato e l’organizzazione generale della società (…) Questo era ed è il massimo di democrazia consentito ai popoli».

«I gruppi che si contendono la governance, ossia l’amministrazione del sistema in nome non dei popoli, ma dei domines, le oligarchie finanziarie e adesso tecnologiche, non rappresentano più orientamenti ideali o modelli alternativi di società, ma cordate di interessi interni al sistema».

Pecchioli scrive a ragione che le elezioni periodiche hanno perduto importanza. Chiunque vinca, non metterà in discussione i fondamenti della Mega-macchina: il mercato, misura di tutte le cose; la prevalenza dell’economia finanziaria su quella reale; i diritti individuali controllati sostitutivi dei diritti sociali e comunitari.

«L’opposizione di Sua Maestà si è estesa dal sistema britannico al resto dell’Occidente, nel senso che l’agenda delle cupole di potere è condivisa dall’intero arco parlamentare e nessuna deviazione è ammessa».

E in Italia?

Se il centrosinistra, scrive, è il preferito dai Padroni Universali, il centrodestra è egualmente affidabile, in quanto è anch’esso favorevole all’economia di mercato e non contrasta la privatizzazione del mondo.

«Dal punto di vista dell’oligarchia, è anch’esso abilitato a dirigere pro tempore il governo, per quanto figlio di un Dio minore».

Non ho potuto fare a meno di ripensare mestamente alle energie che in illo tempore hanno sprecato molti giovani, me compreso, nell’ illusione di una battaglia politica veramente alternativa all’interno di un Movimento Sociale Italiano filoamericano, filoatlantico e filoisraeliano, bollato come fascista o neo-fascista, ma in realtà di fatto sostanzialmente antifascista, nonché ai penosi travagli politici di sdoganamento, quando ho letto questo passaggio di Pecchioli:

«Padroni della narrazione, detentori delle parole attraverso la correttezza politica e la neolingua, danno le carte, decidono il gioco, le regole e distribuiscono la posta in palio. Non ci sono più mezze misure: o l’opposizione di Sua Maestà accetta definitivamente di essere cooptata nel cerchio magico come maschera carnevalesca della libertà, in attesa di entrare nel salotto buono dopo un’opportuna sosta in anticamera, per verificare sino a che punto può partecipare al banchetto, o cessa di essere l’altra faccia della moneta liberista, libertaria e globalista».

Se esistono immagini emblematiche che raffigurano plasticamente il servilismo dei governi italioti e delle loro pseudo-opposizioni (da sinistra a destra, passando per il centro), queste sono le numerose foto, reperibili in rete, che mostrano in Sinagoga, al Ghetto, al Muro del Pianto o altrove i vari Mattarella, Berlusconi, Fini, Alemanno, Salvini, Di Maio, Tajani, La Russa, Letta e compagnia cantando con in testa la kippah.

Di “opposizione controllata” parla anche Tom Sunic a proposito di Alternative für Deutschland (AfD) (Germany’s Afd: Controlled Opposition, Occidental Observer, November 26, 2023).

Ogni volta che un partito nazionalista ottiene qualche vittoria parlamentare – esordisce Sunic – i suoi sostenitori danno per scontato che il Sistema sia destinato a morire di lì a poco e che si annuncia l’alba di un radioso futuro nazionalista.

È stato il caso, negli ultimi settant’anni, del Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia, del Partito della Libertà in Austria, del Vlaams Belan fiammingo e, da ultimo, del «partito post-pseudofascista» di Giorgia Meloni in Italia.

Nulla di più sbagliato.

Tutte queste presunte voci nazionaliste sono cadute e sono destinate tutte a cadere «nell’autocaricatura».

«Anche se miracolosamente riuscissero ad arrivare alle porte del potere del Sistema, il giorno dopo inizierebbero a recitare devotamente omelie in un linguaggio gradito al Sistema».

La ragione di tutto ciò è comprensibile.

Dal 1945 il Sistema ha investito ingenti somme di denaro per erigere barriere di sicurezza e cordoni sanitari, al fine di impedire a chiunque aspiri a cambiare radicalmente l’ordine delle cose di scuotere il sistema liberale costituito.

Un esempio calzante di opposizione controllata al servizio del Sistema è costituito in Germania da AfD.

I successi elettorali ottenuti in questi ultimi tempi, scrive Sunic, hanno scaricato sul movimento il solito arsenale di epiteti fascisti da parte dei media filo-sistema.

Ma AfD costituisce davvero un serio pericolo per il Sistema?

È vero che è euroscettico e critico verso le politiche pro-migranti dell’Unione Europea, e che in politica estera ha mostrato una certa riluttanza nei confronti delle sanzioni ufficiali contro la Russia, guadagnandosi il soprannome di “partito del Cremlino, ma nelle cose essenziali, a ben guardare, Afd non assomiglia affatto ai tanto vituperati esponenti di estrema destra che propugnano la rivoluzione e minacciano l’ordine costituzionale tedesco, come suggeriscono i media mainstream.

Il suo programma generale è fondamentalmente una copia-carbone aggiornata di ciò che un tempo rappresentavano i Cristiani-Democratici tedeschi (CSU, CDU).

La vera dinamica governo-opposizione è ben rappresentata nell’opera semi-satirica di François-Bernard Huyghe La Soft-Idéologie (1987), dove il conservatore cristiano dichiara: «Madama la Marchesa, mi piace il tuo bel sedere», al che il socialdemocratico di sinistra per contro risponde: «Il tuo bel sedere mi piace, Madama la Marchesa».

Cioè, chiosa Sunic, il secondo risponde al primo con la stessa frase, solo invertendo la sintassi. «Più cambiano le cose nel sistema liberale, più devono rimanere le stesse».

Ed in effetti, se AfD vuole sopravvivere nello stato di sorveglianza ad alta tecnologia nel panorama politico tedesco, deve seguire i canoni del Sistema, attenersi rigorosamente alla narrativa ufficiale di autocensura, ed inoltre «compiere pellegrinaggi rituali in Israele».

Ed ecco che, puntualmente, Alexander Gauland, un veterano ed ora presidente onorario di AfD, poco dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre (seguito dall’inizio della carneficina sionista a Gaza), si è affrettato a dichiarare: «Quando stiamo con Israele, difendiamo anche il nostro stile di vita».

Diversi anni prima aveva affermato: «I nazisti erano una piccola parentesi codarda nella storia altrimenti vittoriosa della Germania».

Ed ecco un’altra autorevole rappresentante di AfD, Alice Weidel, la quale, per compiacere le regole del Sistema LGBTQ+ non solo non nasconde, ma si fa forza della sua dichiarata omosessualità (convive con un’attrice dello Sri Lanka).

Dopo essere stati sottoposti per oltre settantacinque anni ad un incessante lavaggio del cervello da parte di educatori americani, conclude Sunic, non ci si possono aspettare miracoli nella scena politica tedesca.

E neppure, aggiungiamo noi, in quella italiana, dove l’alacre operosità degli innumerevoli Shabbath Goyim nostrani rende purtroppo sempre più attuale la «most loyal Her Majesty’s opposition», la lealissima (e finta) opposizione di Sua Maestà il Capitale giudeo-massonico internazionale.

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