
Gian Pio Mattogno
WALL STREET E MEZZO TRILIONE DI DOLLARI
A SOSTEGNO DELL’IMPERIALISMO GIUDEO-AMERICANO E DEL SUB-IMPERIALISMO ISRAELIANO IN MEDIO ORIENTE
Nel 2023 i giornali hanno riportato la notizia che i nomi più importanti del mondo finanziario americano, che costituiscono il club dei miliardari di Wall Street, hanno firmato una dichiarazione congiunta, in cui esprimevano il loro sostegno a Israele (Wall Street’s billionaire club unites against antisemitism: will not hire hate supporters, 12/06/2023, ynetnews.com; Statement on Israel and Anti-Semitism From Leading Asset Managers, ipetitions.com).
Dietro la maschera del “diritto di difendersi da Hamas” e della lotta contro l’“antisemitismo”, la plutocrazia giudeo-americana rivelava il suo brutale volto imperialistico.
La petizione era intitolata: Asset Manager Community Statement of Support for Israel.
«L’attacco a Israele – vi si legge – è un attacco a tutti noi. Israele è la nazione delle start-up. Le sue innovazioni rendono il mondo un luogo migliore. Siamo profondamente turbati dalle persone che rimangono indifferenti di fronte alle sofferenze degli ebrei o che si organizzano per incolpare gli ebrei e celebrare l’odio. I sostenitori dell’odio non troveranno posto nelle nostre organizzazioni o nella nostra comunità».
La petizione si conclude con le seguenti parole:
«Dal 1948 lo Stato di Israele è fonte di speranza, forza e innovazione. Israele ha donato alla nostra industria e al mondo un’abbondanza di doni morali, intellettuali e materiali. Ora, nell’ora del bisogno per Israele, noi sottoscritti ci impegniamo a fare tutto il possibile per sostenere lo Stato ebraico e il popolo ebraico. Sosteniamo il diritto di Israele a difendersi da Hamas e da tutte le persone, stati e organizzazioni che minacciano lo Stato di Israele e il popolo ebraico. Non resteremo mai più a guardare, mentre persone amanti della pace [sic!!] vengono massacrate in massa».
I plutocrati giudeo-americani di Wall Street non si sentivano dunque per nulla “profondamente turbati” dalle sofferenze del popolo palestinese brutalizzato per decenni dall’entità pirata criminale sionista, né dalle tribolazioni dei civili di Gaza, questi sì massacrati in massa.
No, essi erano preoccupati solo per i loro interessi affaristici e imperialistici!
Le firme in calce alla petizione rivelano la presenza di una spaventosa potenza economica di oltre mezzo trilione di dollari a sostegno dell’imperialismo USA e del sub-imperialismo israeliano (= imperialismo per sé stessi e per conto di terzi)
Tra i firmatari figurano:
Sander Gerber, Chief Executive Officer and Managing Partner, Hudson Bay Capital.
Yoav Roth, Managing Partner, Hudson Bay Capital.
Bill Ackman, Chief Executive Officer, Pershing Square Capital Management.
Robert Agostinelli, Co-Founder, Rhone.
Clifford Asness, Managing and Founding Principal, AQR.
Brett Barth, Co-Founder and Co-Chief Executive Officer, BBR Partners.
Zachary Berger, Managing Director, ArchPoint Investors.
Andrew Bernstein, Chief Executive Officer, Aeolus Capital Management.
Marty Burger, Founder and Chief Executive Officer, Artisan RE Ventures.
Douglas Cifu, CEO, Virtu Financial.
Brett Cohen, JGB Management.
Aaron Cowen, Chief Investment Officer, Suvretta.
Alexander Crisses, Managing Director, General Atlantic.
David Einhorn, President, Greenlight Capital.
Isser Elishis, Managing Partner and Chief Investment Officer, Wateron Global Resource Management.
Peter Feld, Managing Member, Starboard Value.
Seth Fisher, Founder and Chief Investment Officer, Oasis Management.
Matan Friedman, Chief Investment Officer, Generate Capital.
Stephen Goldstein, Senior Managing Director, Evercore.
Dan Gropper, Managing Partner and Chief Investment Officer, Carronade Capital Management.
Adam Herz, Co-Founder, Coalition Investment Partners.
Jon Jacobson, Non-Executive Chiarman, HighSage Ventures.
Todd Kantor, Founder and Managing Member, Encompass Capital Advisors LLC.
Adam Katz, Co-Founder and Chief Investment Officer, Irenic Capital Management.
Jeremy Katz, President and Chief Operating Officer, D1 Capital.
Ilya Koffman, Founder and Managing Partner, Turnspire Capital Partners.
Jonathan Kolatch, Partner, Jasper Lake LLC.
Greg Lippman, Chief Investment Officer, LibreMax Capital.
Marc Majzner, Founder and Chief Investment Officer, Clearline Capital.
Candice Richards, MidOcean Partners.
Evan Roth, Co-Founder and Co-Chief Executive Officer, BBR Partners.
Steven Roorda, Partner, Stonebridge Capital.
George Rohr, President, NCH Capital.
Douglas Silverman, Managing Partner, Senator Investment Group.
Paul Singer, Chief Executive Officer, Elliott Management.
Michael Steinhardt, Steinhardt Management.
Ross Stevens, Founder and Chief Executive Officer, Stone Ridge Asset Management.
Dan Sundheim, Founder, D1 Capital.
Jeffrey Talpins, Chief Executive Officer, Element Capital.
Udi Toletano, Managing Partner, Good Springs Capital.
Ryan Tolkin, Chief Executive Officer and Chief Investment Officer, Schonfeld.
Boaz Weinstein, Founder, Saba Capital.
Rich Abbe, General Partner, Iroquois Capital.
Aimee Almeleh, BlueMountain Capital.
Alex Berger, Managing Director, Hudson Bay Capital.
Scott Black, Chief Legal Officer, Hudson bay Capital.
Shlomo Cohen, Managing Director, Jones Trading.
Halit Coussin, Chief Legal Officer and Chief Compliance Officer, Pershing Square Capital Management.
Seth Damski, Chief Executive Officer, Old City Securities.
Victoria Drabkin, Senior Vice President, Macquarie.
David Feldman, Portfolio Manager, L1.
Michael Fertik, Founder & Managing Director, Heroic Ventures.
Jay Freedman, Principal, KPMG.
Ian Jacobs, Managing Partner, 402 Capital.
Max Karpel, Partner, Akin Gump.
Nadav Klugman, Partner, Mayer Brown.
Sam Leffel, Hudson Bay Capital.
Alan Leifer, President, Leifer Capital Advisers, LLC.
Noam Lipshitz, Shareholder, Greenberg Traurig.
Amy Margolis, Hudson Bay Capital.
Michael Masri, Partner, Kirkland & Ellis.
Abel S. Osorio, Partner, Turnspire Capital Partners.
Greg Racz, President and Co-Founder, MGG Investment Group.
Zoya Raynes, Managing Director, Bank of America.
Brian Rebuhn, Partner, PricewaterhouseCoopers.
David Reichsfeld, JP Morgan.
Adam Rosenbluth, Managing Director, Bank of America.
Michael Roth, Ares.
David Salanic, Co-Managing Partner, Withefort Capital.
Craig Sedaka, LibreMax Capital.
Mark B. Spiegel, Stanphyl Capital.
Matthew Weinstein, Portfolio Manager, Hudson Bay Capital.
Rami Zaitchik, Director, Bank of America.
Il capitale giudeo-americano, con tutta la sua forza economica e politica, vi è ben rappresentato.
In cima alla lista ci sono gli ebrei Bill Ackman e David Einhorn.
Bill Ackman, fondatore e CEO del fondo speculativo Pershing Square (20 miliardi di dollari), è attivamente impegnato a sostenere la causa e l’imperialismo di Israele. D’origine ashkenazita, è una «forza formidabile nel mondo della finanza» (American Jewish History Month: Recognizing Bill Ackman, May 07, 2025, parkbridgewealth.com). Sostenitore e finanziatore di Trump, recentemente ha versato un milione di dollari a Defend NYC, un super PAC che si oppone alla campagna elettorale di Zohran Mamdani alla carica di sindaco di New York, e 250.000 dollari per la campagna elettorale di Andrew Cuomo (Bill Ackman donate $ 1mn to oppose Zohran Mamdani’s NY mayoral campaign, “Financial Times”, oct. 15 2025; Pro-Trump billionaire Bill Ackman gives $250K to Andrew Cuomo mayoral campaign, “Newv York Post”, April 15, 2025). Recentemente ha definito Trump «il presidente più pro-business che abbiamo mai avuto» (CNBC, Oct 21, 2025, cnbc.com).
David Einhorn, a capo di Greenlight Capital (patrimonio netto stimato: oltre un miliardo di dollari), è un abituale finanziatore delle campagne elettorali dei democratici, come risulta dai dati ufficiali pubblicati da Open Secrets.
“L’inconfondibile impronta dell’influenza ebraica a Wall Street” ‒ così suona il sottotitolo di un articolo apparso su un sito finanziario ebraico ‒ è pacificamente ammessa, non senza una punta di compiacimento, dagli stessi ebrei americani (Shalom, Wall Street: The Influence of Jewish Business Leaders In America’s Financial Sector, July 5, jewishbusinessnews.com).
Vi apprendiamo che la comunità finanziaria ebraica «ha contribuito a plasmare la traiettoria del settore».
Ed ecco dipanarsi negli anni una lunga teoria di plutocrati ebrei che hanno fatto grande Wall Street: dai Rothschild ai Warburg, Schiff, Lehman Brothers etc., fino ai potenti di oggi:
Stephen A. Schwarzman, Larry Fink, Sanford “Sandy” Weill, Seth Klarman, Bruce Wasserstein, Jesse Livemore, Steven Cohen, Bill Ackman, Loyd Blankfein, Leon Black, Joseph Safra, David Einhorn, David Tepper, Benjamin Graham, Renaud Laplanche, Stephen Cohen, Michael Moritz, Ben Horowitz, Summer Redstone, Michael Bloomberg, Mark Zuckerberg, Larry Page, Sergey Brin, Adam Neuman, Mortimer Zuckerman, Stephen Ross, Sam Zell, Richard LeFrak, Aby Rosen, Max Levchin, Yaval Tal.
In un articolo pubblicato nel 2023 su “Responsible Statecraft”, in collaborazione con “The Guardian”, Eli Clinton, consulente senior presso il Quincey Institute e giornalista investigativo, rivela i veri fini del sostegno di Wall Street alla guerra e alla politica imperialistica di Israele (Wall Street eyes big profits from Israel-Hamas War, Oct. 30, 2023, responsiblestatecfaft.org).
Le Nazioni Unite, scrive, hanno avvertito che ci sono “prove evidenti” di crimini di guerra commessi dagli israeliani nell’esplosione di violenza a Gaza.
Nel frattempo, Wall Street spera in un’esplosione di profitti.
Durante la conference call sui risultati finanziari del terzo trimestre del mese di ottobre, gli analisti di Morgan Stanley e TD Bank hanno preso atto dell’escalation della guerra e dei benefici finanziari che se ne possono ricavare.
Il bilancio delle vittime non era al centro dei pensieri di Cai von Rumohr, amministratore delegato e analista senior di ricerca di TD Cowen, specializzata nel settore spaziale.
Questi si preoccupava piuttosto della potenziale crescita di General Dynamics, un’azienda aerospaziale e di armi, di cui TD Asset Management detiene oltre 16 milioni di dollari in azioni.
Subito dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre e l’inizio dei bombardamenti israeliani il settore aerospaziale degli armamenti ha subìto un balzo di 7 punti percentuali.
Von Rumohr ha affermato che “Hamas ha creato una domanda aggiuntiva, abbiamo una richiesta di 106 miliardi di dollari da parte del presidente [Biden]”.
Jason Aiken, vicepresidente esecutivo delle tecnologie e direttore finanziario dell’azienda, ha rimarcato “il potenziale incremento di domanda” che deriva dalla guerra.
Il giorno dopo, von Rumohr assegnò un rating di acquisto alle azioni della General Dynamics.
Nella teleconferenza sui risultati finanziari di Raytheon del 24 ottobre, Kristine Liwag, responsabile della ricerca azionaria nel settore aerospaziale e della difesa di Morgan Stanley, ha dichiarato che “riguardo a ciò [alla richiesta di finanziamento supplementare da 106 miliardi di dollari della Casa Bianca], si tratta di equipaggiamento per l’Ucraina, difesa aerea e missilistica per Israele e rifornimento di scorte per entrambi. E questo sembra adattarsi perfettamente al portafoglio di Raytheon Defense”.
Il datore di lavoro della signora Kristine detiene oltre tre miliardi di dollari in azioni Raytheon, cioè il 2,1% dell’azienda produttrice di armi.
Alla domanda su quali e quante opportunità la guerra di Israele può offrire, Greg Heyes, presidente direttore esecutivo della Raytheon, ha risposto che in realtà “nell’intero portafoglio Raytheon si vedranno i benefici di questo restocking … oltre a quello che pensiamo sarà un aumento del budget totale [del Dipartimento della Difesa]”.
Morte e distruzione per il popolo palestinese, profitti colossali per i gangster imperialisti statunitensi e israeliani.
A Wall Street poco importa che si sia democratici o repubblicani.
I politici americani, ivi compresi i presidenti (i quali, al termine dei loro mandati, ritornano tutti nel grigio anonimato politico da cui erano venuti) storicamente non sono che fantocci nelle mani della plutocrazia giudeo-massonica statunitense.
Di volta in volta, quando sono utili alla causa delle varie cricche oligarchiche, talora in concorrenza tra di loro, Wall Street finanzia gli uni contro gli altri, ma non è raro che gli stessi gruppi plutocratici finanzino contemporaneamente democratici e repubblicani, oppure che prima diano, poi tolgano, e poi ridiano, a seconda dei loro interessi del momento, il proprio sostegno finanziario all’uno oppure all’altro.
Un caso emblematico è rappresentato dal sostegno dato, tolto e poi ridato a Trump da alcuni grandi magnati di Wall Street (Wall Street retourne sa veste et se rapproche à Trump, “La Presse”, 17 Mai 2024, lapresse.ca).
Allorché Trump lasciò la Casa Bianca dopo il primo mandato, diversi plutocrati che lo avevano sostenuto finanziariamente, delusi dal suo stile grossolano, da talune sue politiche non gradite e dalla rivolta al Campidoglio, gli si rivoltarono contro.
Ma questo disgusto non è durato a lungo. Durante la seconda campagna elettorale, i grandi finanzieri di Wall Street sembrarono “riscoprire” le sue qualità.
Un esempio lampante di questo voltafaccia è Ken Griffin, CEO del fondo speculativo Citadel.
Nel 2022 derise pubblicamente l’ex presidente definendolo un “tre volte perdente” e donò 5 milioni di dollari alla campagna di Nikki Haley. Ma subito dopo contattò gli organizzatori della elezione di Trump, offrendo loro un contributo di diversi milioni di dollari.
Lo stesso vale per un’altra dozzina di banchieri, gestori patrimoniali, dirigenti di fondi speculativi, che prima avevano sostenuto Biden, e poi hanno finanziato il suo avversario Trump.
E Trump ha ben ripagato la fiducia, rassicurando subito Wall Street con la nomina alla carica di Segretario al Tesoro di Scott Bessent, il plutocrate fondatore del fondo speculativo Square Capital Management, ex collaboratore dell’ebreo George Soros (Donald Trump rassure Wall Street en nommant le financier milliardaire Scott Bessent au Trésor, “Le Monde”, 23 nov. 2024, lemonde.fr).
(Si vedano su questo sito gli scritti sul regime giudeo-plutocratico di Trump e sulla sua politica imperialistica filoisraeliana).
Il sionismo rivela il suo volto imperialistico criminale anche nel cuore finanziario della plutocrazia giudeo-massonica americana.
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