Haramlik, Magdi Allam e i rossobruni 9 (Sentenza del garante: versione integrale)

Sentenza del Garante: versione integrale

Di lia | Pubblicato: 18
luglio 2007

Ogni promessa è debito: eccola qua, Millepiani.
La sentenza integrale del Garante per la Protezione dei Dati
Personali
, in tutto il suo splendore.

Il documento (8
pagine in pdf) è così composto
:

Una premessa, che riporta le tesi del “ricorrente”
(Piccardo) e della “resistente” (RCS Quotidiani), di cui ho già riportato
alcune frasi in passato.

E, da pag. 4, le conclusioni del Garante, di cui riporto alcuni stralci:

Il ricorso concerne un trattamento di dati personali effettuato in ambito
giornalistico in relazione alla pubblicazione di ampi stralci di un messaggio
inoltrato al ricorrente (e, per conoscenza, ad altri quattro destinatari)
a mezzo posta elettronica da una donna etc. etc.

(Ma il verbo “lasciarsi”, dico io… quel poveretto del ricorrente
non ha mai usato il verbo “ripudiare” in vita sua, credo. Si parlava di
“divorziare islamicamente”, che suona assai meglio, santo cielo.)

[…] In ordine alle richieste relative alla conferma dell’esistenza dei dati
che riguardano il ricorrente, nonché alla richiesta di conoscerne
l’origine
, deve essere dichiarato non luogo a provvedere sul ricorso
ai sensi dell’art. 149, comma 2, del Codice, avendo la resistente fornito
riscontro alle stesse nell’ambito del procedimento
, dichiarando, ad integrazione
di quanto già comunicato in risposta all’istanza ex art. 7 del Codice, di non
detenere ulteriori dati personali contenuti in altra corrispondenza e di
averli ottenuti da uno degli altri destinatari della email in questione.

E poi:

[…] L’email inviata al ricorrente il 7 ottobre 2006, come risulta evidente
dal suo tenore, oltre che dagli argomenti trattati e dal rapporto personale fra
la mittente e il destinatario principale, affronta aspetti intimi della loro
vita privata, riportando riflessioni dell’autrice sul trascorso rapporto
sentimentale, nonché valutazioni in ordine ad atteggiamenti tenuti dal
ricorrente nel corso del rapporto stesso e dopo il ripudio. La scelta
dell’autrice di inviare la email, per conoscenza, ad altri quattro “testimoni
consenzienti”
(in ragione del fatto che con la stessa si avanzava anche una
proposta di accordo relativa ad alcuni diritti che la religione islamica riconosce
alla moglie ripudiata), non appare incidere sulla predetta qualificazione del
contenuto della comunicazione medesima
che, quindi, nel rispetto di
quanto previsto dal citato art. 93 della legge sul diritto d’autore, poteva
essere pubblicata esclusivamente con il consenso degli interessati.

Nel caso di specie, invece, interi stralci della stessa risultano essere
stati pubblicati in assenza di un consenso espresso dei diretti interessati.
Dal complesso della documentazione prodotta dalle parti e, in particolare,
dalle dichiarazioni rese, in diverse sedi, dalla stessa mittente
dell’email, non può inoltre desumersi alcun genere di assenso implicito.

Il ricorso deve essere pertanto accolto […]

Bene.

La sentenza mi pare chiarissima, e direi che ulteriori arrampicate sugli
specchi, da parte di certa gentaglia, siano inopportune anche solo ai fini di
un’elementare decenza.
Aggiungo solo che il nome di Camiletti in rapporto all’invio di tale email al
Corriere, su questo blog, è stato fatto esclusivamente su precisa indicazione
di Miguel Martinez.
Per quanto mi riguarda, di sicuro non escludo nulla a livello di sua
partecipazione ai fatti, ma mi attengo alla sentenza del Garante e alla documentazione
prodotta da RCS Quotidiani, che peraltro coincide con la mia primissima
ipotesi: quell’email è stata data a Magdi Allam da uno dei quattro
testimoni consenzienti a cui era stata inviata per conoscenza
.

Millepiani scriveva:

Noi possiamo continuare a blaterare su chi ha dato, ha passato sottobanco la
mail pubblicata, ma quello che dovremmo attaccare è ‘Magdi Allam’ e il
‘Corriere della Sera’. Magdi Allam utilizza il suo potere, e il Corriere fa
giornalismo attraverso i metodi di Allam. Rispetto le comunità islamiche –
quale che siano – presenti in Italia. Non si capisce, non si vuole
capire come questa cosa che è accaduta a Haramlik tocchi tutti noi.
Tutte
e tutti dovrebbero focalizzare quale violazione è accaduta, quale violazione è
stata permessa in questa vicenda. In nessun caso, se non nel ventennio
fascista, la violazione della corrispondenza privata è stata tollerata e si è
permesso di sbatterla in prima pagina.

Ed ha ragione.
Completamente.
Ma io non posso – e non potrò mai – dimenticare che quello che lui dice era
stato perfettamente e immediatamente compreso da una notevole
fetta di blogosfera, quando questa cosa successe.
Ve
lo ricordate?

Chi affossò quella mobilitazione – alzando polveroni, insinuando sospetti su
di me, ammiccando e strizzando occhi e via dicendo – è il piccolo ambiente contiguo
a “qualche squallido personaggio del sottobosco islamico italiano
(definizione dello stesso Piccardo in riferimento a chi ha inviato quella email
ad Allam) che poi, oziosamente, posa a oppositore dello stesso Allam quando non
ha propri interessi in gioco.

Io credo che sia stata una delle pagine peggiori mai scritte sul web
italiano, questa storia.
E credo anche che denunciarla, più forte che potevo, fosse un mio preciso
dovere, dopo avere fatto la cazzata di “sponsorizzare” queste stesse persone
durante tanto tempo.
Mi dispiace tanto.
Davvero.

Adesso spero nel rinvio a giudizio di Allam e Corriere.
La decisione del giudice – visto anche quello
che è successo
allo studio legale che segue l’RCS – dovrebbe slittare a
settembre.

Aspetterò.

Tra un po’ scriverò una
risposta per Claude Almansi
, tuttavia, e la metterò nel “Continua“.
Gliela devo: in omaggio alla sua buona fede, in ricordo di un pomeriggio
davanti a un lago e – mi dispiace tanto anche questo – con poche speranze di
convincerla, e di strapparla da un sogno.
Sarebbe stato bello, se certa gente coinvolta in questa storia fosse stata ciò
che sembrava, ciò che dichiarava di essere.

Sarebbe piaciuto – tanto – anche a me.

Cara Claude,

vorrei risponderti a partire dalla tua frase “Sul piano puramente
tattico, il tuo partire in quarta in base a una dichiarazione riferita al
condizionale dal Garante era un errore madornale. Hai scatenato un putiferio
che danneggia tutti
“, per cercare di capire chi siano i “Tutti
di cui parli, e per quale motivo bisognerebbe guardarsi dal danneggiarli.

Vedi: due giorni fa mi ha chiamato un amico musulmano per avvisarmi che, su
Raidue, c’erano Suad Sbai e Patrizia Dal Monte dell’Ucoii a discutere di
poligamia.
E che la Sbai
aveva tirato fuori il caso di “un dirigente Ucoii”, senza fare nomi. E che la
sua allusione era poi velocemente caduta nel nulla, e si era passati ad altro.

Ecco: i “Tutti” che a me è sempre interessato non danneggiare sono i membri
della comunità che si sarebbe sentita non poco in difficoltà se io avessi
mantenuto un atteggiamento diverso da quello che ho tenuto in questa vicenda.
Credo che siano un po’ più importanti di quattro blog.
E credo che fare mente locale su di loro sia, tra le altre cose, un salutare
esercizio di rispetto nei confronti dei diversi ordini di grandezza
su cui si ripercuote questa storia.

Ho fatto in modo che questo scandalo non fosse cavalcabile, o che lo fosse
il meno possibile.
Immagino che non sarebbero poche le donne che, al contrario di me, sarebbero
andate a dare man forte alla Sbai – con i relativi vantaggi annessi e connessi
– e a cavalcare una vicenda simile.
Prova a immaginare lo scenario che ne sarebbe derivato se il mio comportamento
fosse stato aderente al ritratto che, ancora oggi, la Valent & C. cercano di
fare di me.
Altro che la Sbai
che tace i nomi…

I “Tutti” a cui ti riferisci tu, invece, sono la Valent e il suo
microgruppetto che condivide con lei l’interesse per la IADL.
Bene: ritengo che basti leggere la mia ricostruzione degli
eventi per capire che ho più di un sospetto, e non credo campato in aria, sul
fatto che quella email sia stata data a Magdi Allam da Dacia Valent.
Con la collaborazione o meno del suo amico di cui parla Martinez?
Forse.
Non c’ero, quindi non l’ho visto.
Quello che io so per certo, in ogni caso, è che se costui aveva quella email
non l’aveva di certo avuta da me, né con il mio consenso.
Si torna ai 4 testimoni che l’avevano, quindi.
E, come ho già detto mille volte, colei che – tra questi 4 – voleva uno
scandalo, ne aveva già fatti ed era furibonda perché io mi rifiutavo di
collaborare a questo, era la
Valent.

La quale, con la sua IADL, avrebbe voluto fare la Suad Sbai “de sinistra”,
sollevando una questione-poligamia che io mi sono sempre rifiutata di
sollevare.

Come vedi, quindi, ritengo di non contraddirmi affatto, quando riallaccio la IADL alla storia di quella
email.
Al contrario: credo di individuare la causa di tutto ciò che è successo,
indicandola come punto centrale della vicenda.

Non esiste una coerenza politica in una “Lega Antidiffamazione Islamica” che
si mette a parlare di matrimoni, poligamie e certificati dell’Ucoii.
Una Lega Antidiffamazione, se i nomi non sono un optional, dovrebbe vigilare
sulla corretta informazione relativa al mondo islamico.
Qui abbiamo una IADL in cerca di identità, invece, come in cerca di identità
politica è la stessa Valent, presunta musulmana convertita che, in privato, mi
dice di non essere né convertita né musulmana.
E abbiamo una storia che può tenere entrambe – la Valent e la IADL – sui giornali per un
bel pezzo, se solo io mi decidessi a collaborare.
Solo che io non collaboro: mi pare una pagliacciata, ciò che lei vuole fare, e
non mi presto.
Le si stava per schiantare il fegato dalla rabbia, in quelle settimane. Te lo
assicuro.
Avresti dovuto sentirla: le urla, le frasi velenose sul mio presunto “amore”
per l’ex, la rabbia, i progetti deliranti tipo “l’opuscolo da distribuire nelle
scuole alle studentesse musulmane per informarle sulla poligamia correttamente
intesa”.
Una situazione folle in cui io cercavo di mantenere un equilibrio,
possibilmente senza rompere del tutto con lei proprio per evitare che
diventasse completamente incontrollabile.

E perché tutto questo? Perché tanto impegno nel fare un pubblico scandalo?
Per amore verso qualche causa in concreto?
Per sincera preoccupazione verso le faccende di poligamia?
Ma va’.
A me pare che dell’islam in sé, alla Valent, gliene freghi ancora meno che a
Martinez.
Alla Valent interessa darsi un’identità politica, qualunque essa sia, per
guadagnarsi da vivere tramite essa.
E l’islam offre spazio, certo.
Poi, ovviamente, lei è elastica: se l’Ucoii l’aiuta, lei sta con
l’Ucoii. Se Piccardo comincia a mettere in guardia contro la IADL, lei minaccia l’Ucoii di
fare uno scandalo contro Piccardo.
Quando l’Ucoii la allontana, la
IADL decide di “fare chiarezza” sui certificati di matrimonio
rilasciati dall’Ucoii stessa.
E così all’infinito: in base alle convenienze del momento, senza uno straccio
di progetto serio e di visione politica basata su delle idee ferme. E sincere,
magari.

Io ho parlato della gabola dei telefonini e dei fantomatici “2000 grandi
elettori” perché li trovo indicativi del mare di balle su cui si regge la IADL.
Perché, sai, non c’è nulla di più sintomatico di una
disonestà strutturale delle balle inutili
.
Quelle dette tanto per dire.
Per semplice abitudine a mentire.

Prendere per il culo mezza blogosfera millantando di avere migliaia di
musulmani che votano per la
Mezzaluna d’Oro, è forse necessario?
Non sarebbe stato più serio dire che li decideva un gruppo dirigente, ‘sti
premi?
E che magari era composto da lei e da Martinez, ‘sto gruppo dirigente?
No.
Bisogna inventare, millantare, fare credere chissà cosa.
Non sai quante gliene ho sentite dire, di balle inutili.
Non sai quanto mi sia sgolata nel dirle di non farlo, ché è una sciocchezza
insensata.
Niente: è più forte di lei.

Prendi la storia secondo cui LA
IADL MI
AVREBBE TROVATO LA CASA, come affermato
da tale Hasnaa Malik nei commenti
a questo post
.
Classico modus operandi da Valent, classica balla inutile.

Scommettiamo?
Io, come sai, ho deciso di rimodernare il blog e di metterci un bel coming out.
Questo vuol dire che non ho nessun problema a pubblicare il mio contratto col
nome dell’agenzia immobiliaria tramite cui ho trovato casa.
Facciamo che lo pubblico tra una settimana esatta.
Bene: la IADL
ha una settimana di tempo per dire come si chiama l’agenzia immobiliaria in
questione
.

Se ci riescono e l’agenzia conferma, hanno ragione loro: la IADL è sincera e io sono una
bugiarda.
Se non ci riescono, ho ragione io: questa gente mente sapendo di mentire, e
come abitudine.
Io, comunque, tra una settimana pubblico quel nome, in modo che l’universo
mondo, volendo, possa chiedere a ‘sti signori se l’hanno mai sentita nominare, la IADL.

E non vado fuori tema, Claude: cerco di scoperchiare un verminaio di balle,
semplicemente.
Cerco di fare capire che “danneggiare” quei “Tutti” là non è poi così grave,
forse.
Forse è addirittura doveroso.
Si deve, forse.
Perché non merita di essere usato in questo modo, l’islam italiano.
Ha già abbastanza guai.
Una Adel Smith (altro che Angela Davis…) in gonnella e di “sinistra” è un altro
elemento di discredito gettato su un mondo in cui – ma davvero – non si sa da
che parte girarsi.
Ed io, il mio impegno di lealtà, ce l’ho nei confronti di quella cosa che si
chiama “islam”, non nei confronti di chi lo usa.

Leggi, ti prego, il
commento di Salaam sotto lo stesso post.

Lo considero la cosa più vera, e più importante, scritta fino ad ora su questa
vicenda.
Ha ragione.
Però è anche vero che esiste il mondo reale e concreto, fatto di gente in buona
fede che viene intercettata – anche per mia colpa – da questo simpatico ambiente.
A me sembrerebbe criminale tacere, ora che ho una sentenza da mostrare che
rimette a posto un po’ di cose.
A partire dalle insinuazioni della Valent – supportate dal Martinez – su un MIO
coinvolgimento nell’invio di quella email al Corriere.

Tu dici che sarebbe stato “corretto” mantenerla privata, questa vicenda?
Io dico di no.
Io dico che sarebbe stato scorrettissimo e molto vile, da parte mia.

Hai scritto: “La possibilità che la RCS abbia fatto al Garante una dichiarazione non
conforme alla realtà è importante, eccome. Ma sommersa tra centinaia di
commenti, perde ogni efficacia
.”

Questo è confondere gli ordini di grandezza, ancora.
Come può una simile possibilità “perdere importanza” per dieci commentatori e
venti troll su un blog?
Se a questa gente interessasse, una simile possibilità, non ci sarebbe commento
al mondo capace di impedirgli di sollevare la questione.
Solo che non gli interessa.
Ed io credo che non gli interessi per il più semplice dei motivi: perché è in
malafede.
Perché sanno benissimo chi è la
Talpa, sanno benissimo che la RCS ha (io ci scommetterei) detto il vero e si
arrampicano sugli specchi pur di mantenere la propria posizione.
Di copritori della Talpa, appunto.
Questo è ciò che io penso.

C’è di buono che quelle centinaia di commenti hanno fatto capire molte cose
a chi le voleva capire.
Hanno fatto una triste fine, certi “femministici proclami”, là sotto. Per dire.

Soprattutto, spero si sia capito che c’è della pericolosità, in questo
ambiente.
In questi “Tutti”.

La Valent
mi ha minacciato in pubblico e in privato di intervenire nella mia vita
professionale, di chiamare a destra e a manca e di farmi togliere
l’assegnazione a Genova.
Con Martinez che, sul suo blog, le risponde: “Dai, Dacia, lasciala a
Genova
.”

Ma ti prego.
Rendiamoci conto di che gente è.
Ed io li ho sponsorizzati, appoggiati… ti rendi conto di quanto consideri grave
l’averlo fatto?
Ti rendi conto che non potrei, umanamente, sentirmi più responsabile di quanto
non mi senta, per questo?
Facciano quello che vogliono.
Chiamino provveditori, ministri, trovino modi per causarmi dei guai, diano
sfogo alla propria illimitata fantasia: me ne fotto.
Me ne strafotto, per essere precisi.

Manco se mi sparassero, riuscirebbero a non farmi dire esattamente ciò che
penso: che li considero dei mezzi delinquenti e dei cialtroni,
fondamentalmente.
Di serie C.

Ho già spiegato che le cose fondamentali che avevo da dire le ho dette nei
diversi post che ho dedicato a questa storia.
Sono intervenuta tra i commenti del Martinez per qualche puntualizzazione e per
rispondere a dei dubbi.
Non ho intenzione di trascorrere la vita ripetendo sempre le stesse cose, però.

Chi voleva capire, ha capito.
Chi non vuole capire, non cambierà idea neanche di fronte all’evidenza.
Credo che sia una nuova versione del “familismo amorale”, ciò: l’amichismo
amorale.
Ma questo è il mio punto di vista, ovviamente.

Ognuno vada per la propria strada: con la propria buona fede, magari, e le
proprie convinzioni, i propri perché.
Io, i miei, li ho spiegati.

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6 Commenti

  1. Giulioromano
Pubblicato il 18 luglio 2007 alle 23:23 | Permalink
E Vaiiiiiii!!!!
Quanto sono contento, finalmente una buona notizia.
Del resto era inevitabile, anche se in Italia, quasi tutto è possibile, specie
se si confrontano i piccoli con i potenti.
Calcistiamente parlando 2 a
0 per noi, e palla al centro!
Ho detto noi in senso affettivo/partecipativo, perchè ti leggo da tempo, e
questa cosa mi ha fatto male.
Un abbraccio grande-grande.
Giulioromano.
  1. BMV-Pedrita
Pubblicato il 19 luglio 2007 alle 12:27 | Permalink
E vai!
Ora puoi veramente buttarti questa cosa alle
spalle.
E anche se è vero che sarebbe stato bello se certe persone fossero state all’altezza
di quanto dichiaravano, resta il fatto che hai commesso un errore in buona
fede.
Un abbraccio
  1. Giovanna
Pubblicato il 19 luglio 2007 alle 13:44 | Permalink
Cara Lia,
come al solito io leggo in silenzio ma ci sono!
Io spero davvero che tu riesca presto a non pensare più a questa brutta
vicenda, e soprattutto a queste persone, che basta leggere quello che scrivono,
le parole che usano, per capire quanto siano piccole.
Non sei mai scesa ai loro livelli e hai sempre e soltanto voluto far valere la
tua voce, che è forte, intellingente, grandiosa e assolutamente necessaria nei
dibattiti sull’ islam in genere.
E questa sentenza è solo la dimostrazione che almeno da qualche parte il buon
senso è rimasto.
Un grosso abbraccio…anche se te ne volevi tenere lontana, lo ammetto, io tifo
affinchè tu ti ritrovi su uno dei cuscinoni di dahab molto presto.. 🙂
Gio
  1. bluedanube
Pubblicato il 19 luglio 2007 alle 20:18 | Permalink
Bravissima, Complimenti.. ci vuole del fegato per
impegnare te stessa così!
Buone vacanze, Ciao
  1. Carlo
Pubblicato il 20 luglio 2007 alle 07:27 | Permalink
Molto interessante, vedo con piacere che tu
preferisci esporre fatti e prove mentre i tuoi ” avversari ” si sono chiusi in
un imbarazzato silenzio
  1. Nicolo’
Pubblicato il 22 luglio 2007 alle 11:31 | Permalink
Supponiamo, per amor di discussione, che tutto
quello che dice Dacia Valent sia vero. Anche in questo caso, rimane il fatto
che un giornalista ha pubblicato una corrispondenza privata senza il consenso
del suo destinatario principale. E senza essersi accertato, dato che il
messaggio gli era arrivato per il tramite successivo di *altre due persone*, e
non direttamente, che chi l’aveva scritto fosse consenziente a pubblicarlo.

Se il giornalista in questione e’ uno che usa la sua notorietà per diffamare la
comunità islamica, questa sarebbe stata, in ogni caso, una ottima occasione per
incrinarne la credibilità. Un politico intelligente, che avesse avuto
seriamente a cuore l’anti-defamation, non avrebbe perso l’occasione.

Che senso ha offrirsi come testimone
alla parte avversa
, minacciare ritorsioni,
o scrivere messaggi di insulti? Ripeto, anche se tutti i torti subiti da D.V.
fossero effettivi, questo comportamento è politicamente devastante.

Che cosa si ottiene, in questo modo? Che la credibilità del giornalista rimane
intatta, mentre l’anti-diffamatrice appare come una che getta al vento una
causa politica – anzi, la sua causa politica – per una ritorsione personale.

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