27 settembre 2012
Vent’anni dopo l’adozione della legge Gayssot, numerosi
storici, filosofi, uomini politici di ogni parte, denunciano le derive che essa
ha generato. La «madre di tutte le leggi memoriali», votata nel 1990, punisce la
contestazione dell’esistenza dei crimini contro l’umanità, come sono stati
definiti dal Tribunale di Norimberga. Presentata all’epoca come un bastione
contro l’antisemitismo, il suo bilancio oggi è tuttavia disastroso: attentati
alle libertà, concorrenza genocidiaria, crescendo vittimario, risvegli identitari e
razzisti, gigantesche distrazioni di fondi.
storici, filosofi, uomini politici di ogni parte, denunciano le derive che essa
ha generato. La «madre di tutte le leggi memoriali», votata nel 1990, punisce la
contestazione dell’esistenza dei crimini contro l’umanità, come sono stati
definiti dal Tribunale di Norimberga. Presentata all’epoca come un bastione
contro l’antisemitismo, il suo bilancio oggi è tuttavia disastroso: attentati
alle libertà, concorrenza genocidiaria, crescendo vittimario, risvegli identitari e
razzisti, gigantesche distrazioni di fondi.
[1] Traduzione
di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.fdesouche.com/322906-main-basse-sur-la-memoire-les-pieges-de-la-loi-gayssot-video
di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.fdesouche.com/322906-main-basse-sur-la-memoire-les-pieges-de-la-loi-gayssot-video
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