Pedro Varela: il gentleman del revisionismo

Pedro Varela: il gentleman del revisionismo

L’IMPENITENTE
NEGAZIONISTA SPAGNOLO DELL’OLOCAUSTO[1]

Il libraio Pedro Varela
Geiss non rinuncerà alla sua missione di revisione della storia, anche se sta
in prigione

Di Jesús García,
20/01/2012

Dentro la cella carceraria di Pedro Varela Geiss le carte
iniziano ad accumularsi. Il libraio che sta scontando una condanna in una
prigione di Barcellona per aver divulgato letteratura che nega l’Olocausto ha
ricevuto dai propri fan più di 1.000 lettere. Alcuni gli hanno anche inviato libri
su tematiche del nazionalismo di destra, come quelli che vendeva nella sua
libreria Europa e che alla fine gli sono costati la libertà.

Varela è un nazista, devoto fino al midollo, che ritiene che
l’Olocausto sia un “mito”. Un busto in bronzo di Adolf Hitler è la decorazione
che corona l’interno della sua libreria. Ma nonostante le sue infiammate
convinzioni, Varela è un gentleman azzimato. Detesta la violenza e odia gli “skinhead”,
che reputa ignoranti riguardo alla “vera” storia del Terzo Reich.

Non c’è dubbio che egli abbia molta influenza come promotore
dell’ideologia nazista; il suo percorso di nazionalsocialista è lungo.

A 15 anni, si unì alla Società Spagnola degli Amici dell’Europa
(Cedade), che è considerata uno dei gruppi nazisti meglio organizzati del
continente. Varela divenne rapidamente un revisionista e fece della negazione
della “Shoah” (il termine ebreo che designa l’Olocausto) lo scopo principale
della Cedade. Egli ha presieduto dal 1978 al gruppo con sede a Barcellona.

Dopo la sua incarcerazione 13 mesi fa, Varela si è
presentato come un martire, come un prigioniero politico, che è stato gettato
in prigione per aver venduto qualche libro sulla realtà dell’establishment e su
come gli ebrei vogliono danneggiare i cittadini.

Durante il suo processo, ha affermato di essere una vittima
e ha paragonato la sua situazione a quella di Gesù, di Giovanna d’Arco o di
Gandhi.

Varela trascorre le sue giornate rispondendo alle lettere e
leggendo i libri che gli vengono mandati. Un problema di insufficienza
vitaminica gli ha provocato la caduta dei capelli. Tuttavia, rifiuta di farsi
fare qualunque iniezione perché preferisce rimedi naturali.

Le autorità della prigione, dice il suo avvocato, non gli
permettono di andare in palestra. Il suo modo di parlare e il suo fascino hanno
fatto temere i carcerieri che Varela potrebbe diffondere i suoi ideali nazisti
presso gli altri detenuti.

Lo scorso ottobre, Varela, senza il permesso delle autorità
carcerarie, ha lasciato sei libri alla libreria del carcere: Il Manuale della
Guardia di Ferro; Prove contro l’Olocausto; I Pensieri di Richard Wagner; Il franchismo;
La Storia degli Sconfitti e Il Vescovo Williamson e Altri Negazionisti, secondo
un rapporto della prigione.

Questa “seria” infrazione, insieme ad altri rimproveri
riguardo alla sua condotta, gli sono costati i benefici della prigione. È
possibile che non riesca ad ottenere il rilascio anticipato per buona condotta e
che dovrà scontare l’intera condanna, che termina alla fine di marzo.

Quando la polizia catalana nel 2006 fece irruzione nella sua
libreria Europa, confiscò dozzine di libri riguardanti la negazione dell’Olocausto,
le politiche anti-etniche e il nazismo.

Le autorità della prigione ritenevano che era una buona idea
che Varela avesse trascorso un po’ di tempo a parlare con gruppi ebraici ed
associazioni anti-razziste come parte della sua riabilitazione, ma il libraio ha
detto loro educatamente dove dovevano “andare”, perché pensa che vogliano
fargli il lavaggio del cervello.

Nato il 9 ottobre del 1957, Varela viene da una famiglia che
sosteneva Francisco Franco. Quando era giovane si impegnò molto nelle cause
sociali, incluse la Croce Rossa e le Missionarie della Carità di Barcellona[2]. Le suore
erano incantate dalla sua personalità, dai suoi modi di gentleman e dalla sua
forza di persuasione. Quando la madre superiora delle suore ha scoperto che
stava in prigione è corsa a vederlo.

“Vi sono molte persone che sono rimaste attratte dalla sua
cortesia, dalla sua cultura e dal suo savoir
faire. Ha una grande forza di
persuasione ma non l’ho mai visto farne uso. Non gli piace approfittarsi delle
persone in questo modo”, dice Acacio Luis Friera, uno dei suoi amici più stretti,
che ha creato una pagina web dove i sostenitori possono firmare una petizione
chiedendo che Varela sia liberato.

“Egli crede in tutto ciò che dice”, sostiene Friera, “e so
che c’è una cosa su cui è chiaro: nessuno cambierà le sue idee”.

Il suo cognome materno, Geiss, è di origine tedesca, e
potrebbe essere stato il catalizzatore dell’ossessione sin da giovane di Varela
per la storia tedesca. Ma non ci sono legami familiari diretti con la Germania,
e lui è il solo membro della famiglia che ha abbracciato il nazismo.

Nel 1991, aprì la sua libreria Europa e la riempì di molti
volumi con l’aiuto della Ojeda, una casa editrice locale. Tra coloro che sono
passati per la libreria Europa vi sono il leader tedesco dell’ultra-destra
Manfred Roeder, che è stato condannato in Germania per attacchi xenofobi; lo
storico revisionista inglese David Irving; e David Duke, ex leader del Ku Klux
Klan[3].

Quando era più giovane, Varela voleva diventare un pilota da
combattimento ed era molto interessato alle battaglie aeree della seconda
guerra mondiale, e in particolare a quelle riguardanti la Luftwaffe. È
laureato, con lauree in storia e in filologia tedesca.

Padre di una bambina di tre anni, Varela è sposato ma la
moglie con la figlia vivono fuori della Spagna.

Nel 2008, la Corte Costituzionale decise che in Spagna negare
l’Olocausto non è un reato e ordinò all’Alta Corte di Barcellona di
infliggergli una condanna più breve.

Durante la sua permanenza in carcere, Varela è rimasto
coinvolto in un altro guaio legale quando una corte di Barcellona ha aperto un’indagine
su un esposto per  violazione di
copyright presentato dal governo della Baviera in base all’accusa che egli
avrebbe venduto copie del Mein Kampf di Hitler senza la sua autorizzazione. La Baviera
detiene il copyright dalla fine della guerra e raramente concede nuovi permessi
per ripubblicarlo. Tuttavia, tale copyright della durata di 70 anni finirà nel
2015.    

[1] Traduzione
di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.elpais.com/articulo/english/Spain/s/unrepentant/Holocaust/denier/elpepueng/20120120elpeng_5/Ten
[3] Su David
Duke è disponibile un onesto profilo biografico in italiano al seguente
indirizzo: http://veraopposizione.wordpress.com/2012/01/21/biografia-di-david-duke-in-italiano/
One Comment
  1. Lettera dal carcere n°48 di Pedro varela: "LA REDENZIONE ATTRAVERSO L'AMORE — Un percorso architettonico-musicale di introduzione al mondo wagneriano attraverso il creato"

    http://libertadpedrovarela.over-blog.com/article-letter-a-dalla-prigione-n-48-98777959.html

    Rispondi

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Recent Posts
Sponsor