Come gli israeliani trattano gli immigrati africani

Come gli israeliani trattano gli immigrati africani

Immigrati illegali dall’Eritrea protestano, a Tel Aviv, contro il rifiuto delle autorità israeliane di garantire loro lo status di rifugiati

ISRAELE STUDIA PIANI PER DETENERE MIGRANTI ILLEGALI[1]
Di Joel
Millman e Joshua Mitnick

The Wall Street
Journal – 15 novembre 2011 p. A15

(Estratti)

…La legge israeliana cosiddetta di Prevenzione dell’Infiltrazione.
Originariamente promulgata nel 1954 per mortificare i palestinesi che cercavano
di tornare nelle loro case…è una legge che il governo ora vuole modificare per
permettere detenzioni triennali senza processo dei migranti illegali che
entrano dall’Africa passando per la penisola egiziana del Sinai.

…Preoccupata di conservare una maggioranza ebraica, Israele
ha guardato con ostilità alla possibilità di concedere ai palestinesi i diritti
del “ritorno”. C’è in Israele grande preoccupazione che troppi residenti non
ebrei erodano il cuore etnico della società.

…In tutto Israele più di 40.000 africani hanno carte di
identità che li definiscono come sotto “rilascio condizionale” – una forma di
arresto domiciliare che proibisce loro di lavorare. La definizione esonera il
governo dall’alloggiarli e dal nutrirli e nel contempo gli evita di garantire
loro lo status di richiedenti asilo. Tesfamariam Tekeste, ambasciatore dell’Eritrea
in Israele, considera la disposizione “condizionale” una farsa. La proibizione
del lavoro espone i lavoratori eritrei allo sfruttamento di datori senza
scrupoli, mentre la povertà costringe gli africani a dormire nei parcheggi
cittadini o a prendere in affitto tuguri dai signori dei bassifondi…

Oggi, l’emergenza dei quartieri africani in città come
Eilat, Ashdod e Tel Aviv, è per molti allarmante. “Guardate Tel Aviv”, dice Ya’kov
Katz, del partito religioso Unione Nazionale, che lamenta il fatto che la città
stia già sperimentando in qualche quartiere una variante della “fuga dei
bianchi”. Entro cinque anni, avverte, “Tel Aviv diventerà una città africana”.

Katz approva la nuova legislazione, che prevede più denaro
per completare una recinzione di sicurezza lungo il confine di Israele con il
Sinai, e nuovi fondi per completare una città prigione dove gli “infiltrati” possano
essere tenuti fino a tre anni senza processo (Fine della citazione).

[1] Traduzione
di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://revisionistreview.blogspot.com/2011/11/how-israelis-handle-african-immigrants.html

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