L’accusa di John Pilger ai giornalisti “embedded”

John Pilger
Ho molto apprezzato la seguente considerazione del benemerito John Pilger, ripresa dal sito web de il Fatto Quotidiano: “Il cattivo giornalismo è responsabile della morte di migliaia di persone nei conflitti in Iraq e in Afghanistan”[1].
Sotto accusa è quel giornalismo definito, appunto, embedded, intruppato: “Secondo Pilger, a Baghdad ci sarebbe stato il 90% di morti in meno, se i cronisti avessero investigato su menzogne come le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein e non avessero accettato supini le dichiarazioni dei portavoce governativi”.
Cari giornalisti del Fatto, è vero, ciò che riportate è sacrosanto ma la cosa riguarda un po’ anche voi: anche voi avete qualche cronista embedded. Tipo Giampiero Gramaglia.
Giampiero Gramaglia

Prendiamo il caso della “morte” di bin Laden: ormai lo sapete, anche qui in Italia, nonostante il giornalismo di cui sopra, la questione ha sollevato molti dubbi. Gramaglia invece di dubbi non ne ha. Ecco cosa scriveva sabato da Bruxelles:

“Se c’era un dubbio, e non c’era, sulla morte di Osama bin Laden, adesso è stato fugato: la jihad piange il leader ucciso e gli giura vendetta”[2].  

Ecco, questo è un  tipico esempio di giornalista embedded: le prove di un fatto non vengono mostrate ma il giornalista al “fatto” in questione ci crede, a prescindere, se lo dice il Presidente degli Stati Uniti. Basta la parola.

Tutto ciò farebbe anche ridere, ma la farsa  denominata “guerra al terrorismo” ha dei risvolti tragici, come si evince dal seguente video, che documenta le malformazioni dei bambini di Falluja[3], città irachena colpita nel 2004 dagli americani con il fosforo bianco.

[1]GIORNALISTI SPESSO COMPLICI DEI GOVERNI NEL GIUSTIFICARE GUERRE E STRAGI DI CIVILI”:  http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/23/i-giornalisti-sono-spesso-complici-dei-governi-per-giustificare-le-guerre/93561/
[2]ANCHE I FALCHI REPUBBLICANI CHIEDONO LE FOTO”, in il Fatto Quotidiano, sabato 7 maggio 2011, p. 12.

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