Prodi e il South Stream: il voltafaccia del Mortadella

Prodi e il South Stream: il voltafaccia del Mortadella

Due settimane fa, Romano Prodi aveva dichiarato:

“All’ultimo vertice tra Russia e Europa ho detto che Ue e Russia sono come vodka e caviale, devono andare assieme: c’e’ una complementarita’ enorme nelle strutture economiche, loro hanno bisogno di tecnologia e noi di materie prime ed energia. La complementarieta’ con l’Europa e’ un fatto e non e’ vero che la Russia lo rifiuti”, ha detto Romano Prodi, che ha aggiunto “non vedo una debolezza dell’Europa verso la Russia, vedo necessita’ e interessi comuni, poi puo’ darsi che la politica si muova in altre direzioni[1]. E, riguardo agli Stati Uniti, aveva aggiunto:

“nonostante le tensioni di oggi, gli Stati Uniti non potranno non avere un rapporto con la Russia, anche se oggi un elemento e’ mutato perche’ la scoperta di grandi giacimenti di gas negli Usa, il cosiddetto shale gas, sta cambiando questi elementi di convenienza”[2].

Poi, però, una settimana dopo, è uscito il seguente articolo:

LUNEDI’ 13 DICEMBRE 2010 (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 13 dic – L’ex premier Romano Prodi ha voluto precisare che “una cosa e’ fare gli interessi del Paese una cosa e’ fare altro” con un riferimento indiretto ai rapporti tra l’attuale premier Silvio Berlusconi e quello russo Putin. Al momento della firma su South Stream – ha sottolineato Prodi – il governo italiano baso’ la sua strategia seguendo alcuni punti. Primo, “dato che dipendiamo dall’estero era meglio dipendere da piu’ paesi possibili, quindi Libia, Norvegia, Algeria e Russia”. Per fare questo, era necessario “assicurarsi piu’ linee di rifornimento e quindi anche South Stream”. In terzo luogo era necessario “fare contratti di lungo periodo per garantire la sicurezza energetica”. Da allora – riconosce Prodi – “le cose sono cambiate perche’ con la scoperta di nuovi giacimenti noi abbiamo un’abbondanza di gas e quindi il problema si é rovesciato“. Prodi tiene in ogni caso a sgombrare il campo da ogni interesse personale e, per dimostrarlo, sottolinea il no detto a Putin quando gli offri’ la presidenza del South Stram: “Ho detto di no anche perche’ non mi sembrava giusto che un politico che fa degli accordi poi ne godesse personalmente”[3].

Quindi, suggerisce Prodi, il South Stream meglio non farlo più – perché adesso c’è lo shale gas[4] – e quindi se l’integrazione con la Russia va in malora, pazienza.

Eppure, dal tenore del primo intervento, sembrava che il cambiamento degli “elementi di convenienza” riguardasse solo gli Stati Uniti. Forse, nel frattempo, il professore deve essersi ricordato – o qualcuno deve avergli ricordato – che da un accomandato di Goldman Sachs[5] e di British Petroleum[6] come lui non ci si aspetta che dica come stanno le cose, tanto meno con il fine di “fare gli interessi del paese”. No, da lui ci si aspetta esattamente che faccia “altro”.

[1] http://www.affaritaliani.it/politica/ue_prodi_russia_vodka_caviale061210.html
[2] Ibidem.
[3] http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-880599/eni-prodi-south-stream-no
[4] Sulla bufala dello shale gas, vedi il pezzo di Debora Billi: http://petrolio.blogosfere.it/2010/12/gas-di-scisti-stampa-italiana-halliburton-e-lattore-terrorista.html
[5] http://www.loccidentale.it/autore/andrea+holzer/mr.+prodi+e+i+soldi+della+goldman+sachs.002657
[6] http://it.finance.yahoo.com/notizie/bp-prodi-nell-advisory-board-ansa-a57ddce422c7.html?x=0

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