La società aperta e i suoi nemici: la caccia alle streghe dell’FBI

La società aperta e i suoi nemici: la caccia alle streghe dell’FBI

STARE UNITI CONTRO LA CACCIA ALLE STREGHE DEL GOVERNO AMERICANO

Editoriale, The Electronic Intifada, 22 dicembre 2010[1]

Come The Electronic Intifada ha riferito a novembre[2], gli attivisti della solidarietà [pro-Palestina] e i pacifisti stanno subendo negli Stati Uniti una nuova ondata di repressione.

Dal 24 settembre, due dozzine di attivisti di Minneapolis, Chicago e altre città del paese sono stati citati in giudizio dall’FBI per comparire davanti a un gran giurì.

Ieri, Maureen Clare Murphy, animatrice del Palestine Solidarity Group di Chicago, e amministratore delegato di The Electronic Intifada, è stata una degli ultimi ad essere perseguita dal governo federale.

In un comunicato stampa diffuso dal Committee to Stop FBI Repression, Murphy ha dichiarato: “Insieme a diversi altri, sono stata citata a comparire davanti al gran giurì martedì 25 gennaio, nel Dirksen Federal Building di Chicago. Siamo accusati del lavoro che facciamo per far cessare i finanziamenti americani all’occupazione israeliana, e per far cessare la guerra in Afghanistan e l’occupazione dell’Iraq. Quello che è in gioco, per tutti noi, è il nostro diritto a dissentire e a cercare di cambiare la dannosa politica estera americana”[3].

Finora, tutti quelli citati in giudizio si sono rifiutati di comparire davanti al gran giurì. Nessuno è stato arrestato o è stato accusato di qualche reato, né il governo ha specificato i presunti reati che starebbe indagando.

Sebbene The Electronic Intifada in quanto tale non sia stata finora citata in giudizio – al contrario di quanto riferito da certi articoli – consideriamo il gran giurì e tutte le citazioni come parte di un vasto attacco contro i movimenti pacifisti e di solidarietà alla Palestina, e una minaccia a tutti i nostri diritti. Offriamo il nostro pieno sostegno alla nostra collega Maureen Clare Murphy e a tutti coloro che vengono vessati per la loro apologia legale di una politica estera americana giusta e non violenta.

Un gran giurì, non più in uso da nessuna parte fuori degli Stati Uniti, è uno strumento investigativo che permette al governo di costringere i cittadini a testimoniare anche se non sono sospetti di alcun reato. Nel caso attuale, come è accaduto molte volte nei trascorsi decenni, secondo i giuristi e gli esperti intervistati da The Electronic Intifada a novembre, sembra che il governo stia usando il gran giurì come forma di inquisizione politica e di raccolta informazioni per prendere di mira associazioni e singoli individui che operano per far cessare la guerra, e per una politica estera americana più giusta in Palestina, in Afghanistan, in Iraq e in Colombia.

A giugno, un rapporto dell’American Civil Liberties Union (ACLU) ha documentato 100 recenti incidenti registrati in 33 stati dove “americani sono stati messi sotto sorveglianza o molestati” da agenzie locali e federali “solo per aver deciso di organizzare, marciare, protestare, aderire a opinioni insolite e per aver avuto comportamenti innocui come scrivere appunti o scattare foto in pubblico”[4].

L’ACLU ha fatto notare che “le agenzie preposte all’applicazione della legge, negli Stati Uniti, dall’FBI alle polizie locali, hanno una lunga storia di spionaggio contro cittadini americani e di infiltrazione e di altre attività ostili contro associazioni che fanno politica”, e che “purtroppo, risulta che queste vecchie tendenze sono tornate alla luce”.

Da parte sua, l’FBI sostiene sorprendentemente che tutte le sue attività ricadono nei suoi compiti di proteggere gli Stati Uniti dal terrorismo, ma la storia recente dimostra che c’è un grande scetticismo al riguardo. Anche a settembre, l’Office of the Inspector General (OIG) – dello stesso FBI – ha diffuso un rapporto che critica duramente l’agenzia per aver spiato e ingannato il Congresso sulle ragioni per le quali stava spiando pacifisti e ambientalisti”[5]. In un caso, contrariamente alle affermazioni dell’FBI, l’OIG ha scoperto documenti che dimostrano che l’agenzia aveva preso di mira il Thomas Merton Center — un’associazione pacifista di Pittsburgh – “a causa delle sue idee pacifiste”.

In altri casi, gli agenti dell’FBI hanno monitorato i raduni pacifisti e hanno preso nota dei partecipanti che avevano un aspetto ”medio-orientale”. Un agente ha bollato un’associazione come “comunista” in un contesto “in cui tale qualifica era irrilevante dal punto di vista legale”. La cosa più inquietante è che l’OIG ha scoperto che l’FBI aveva classificato – in modo assolutamente infondato – le indagini su Greenpeace USA e su The Catholic Worker, tra gli altri, come indagini sul “terrorismo”.

L’OIG ha sottolineato che le scoperte del suo rapporto su incidenti che risalgono al 2006 sono “importanti riguardo a quelle indagini correnti e future dell’FBI che potrebbero avere attinenza col Primo Emendamento”, e ha chiesto all’FBI di rivedere la propria prassi.

Nondimeno, un recente servizio del Washington Post ha documentato inquietanti comportamenti dell’FBI verso le comunità islamiche degli Stati Uniti, riguardo al pagamento di enormi somme di denaro a pregiudicati per agire clandestinamente e fomentare, a quanto pare, complotti terroristici in modo tale che il governo possa poi vantare di averli sventati con successo[6].

L’attuale campagna del governo contro i pacifisti è un crudo segnale del continuo deterioramento negli Stati Uniti delle libertà civili e dei diritti politici. Questi sviluppi ci ammoniscono a ricordare che la protezione ultima per la nostra capacità di operare liberamente – per far cessare le guerre in Iraq, in Afghanistan e in Colombia, per far cessare l’aiuto militare americano a Israele e per la giustizia e la pace in Palestina – è la nostra mutua solidarietà, mediante l’esercizio dei detti diritti, prima che ci vengano tolti.

Chiediamo a tutti i nostri lettori e amici di rimanere informati e di far sentire le proprie voci contro questa scandalosa caccia alle streghe che minaccia non solo poche dozzine di persone, ma i diritti che ognuno di noi deve poter esercitare per un mondo più pacifico.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://electronicintifada.net/v2/article11690.shtml
[2] http://electronicintifada.net/v2/article11626.shtml
[3] “FBI delivers subpoenas to four more anti-war, solidarity activists” (L’FBI cita in giudizio altri quattro attivisti per la solidarietà e contro la guerra): http://www.stopfbi.net/2010/12/21/fbi-delivers-subpoenas-four-more-anti-war-solidarity-activists-us-attorney-patrick-fitzge
[4] “Policing Free Speech: Police Survellaince and Obstruction of First Emendament-Protected Activity” (Sorvegliare la libertà di parola: il controllo di polizia e l’impedimento di attività protette dal Primo Emendamento): http://www.aclu.org/files/assets/Spyfiles_2_0.pdf
[5] “A Review of the FBI’s Investigations of Certain Domestic Advocacy Groups” (Esame delle indagini da parte dell’FBI su certe associazioni nazionali di attivisti): http://www.justice.gov/oig/special/s1009r.pdf
[6] “Tension grows between Calif. Muslims, FBI after informant infiltrates mosque” (Cresce la tensione tra i musulmani californiani e l’FBI dopo che un informatore ha infiltrato la moschea): http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2010/12/04/AR2010120403710.html

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