Radio Courtoisie parla ancora di Vincent Reynouard

Radio Courtoisie parla ancora di Vincent Reynouard

Ecco la trascrizione di un estratto della trasmissione “Le rendez-vous politique de la réinformation” (L’appuntamento politico della contro-informazione), diffusa su Radio Courtoisie in diretta lunedì 27 Settembre 2010:

(…)
HENRY DE LESQUEN: Abbiamo parlato nel nostro precedente appuntamento politico di contro-informazione del caso di un altro detenuto condannato ingiustamente alla prigione, che è Vincent Reynouard. Avete fatto il conto del numero dei giorni…
JEAN-YVES LE GALLOU: Sì ma, bisogna saperlo: per un semplice reato d’opinione, ricordiamolo, per un semplice reato d’opinione!
HdL: Ha contestato la storia ufficiale.
JYLG: È stato condannato a un anno di prigione e questo quando, attualmente, in Francia, non si mettono persone in prigione quando la condanna non supera…non un anno, sono due anni: sotto i due anni di prigione non si va più in prigione in Francia; semplicemente perché non c’è posto e perché la legge lo permette: legge votata anche recentemente, negli ultimi due anni.
HdL: Una legge Sarkozy.
JYLG: Ebbene, Vincent Reynouard, lui, per semplice reato d’opinione è stato condannato a un anno di prigione. Stava in Belgio. La Francia ha chiesto la sua estradizione. È stato arrestato in Belgio. È stato estradato e sono 40 giorni che sta in prigione a Valenciennes, 40 giorni che bisogna sommare a, credo, 60 o 70 giorni [42 giorni, in realtà] che aveva già fatto in una prigione belga, la questione è quella di sapere se i giorni che ha fatto in Belgio saranno detratti oppure no. In ogni caso, ecco qualcuno che, per un semplice reato d’opinione…
HdL: È un militante revisionista che, come prima di lui, Georges Theil e Alain Guionnet, è stato condannato alla prigione per aver contestato il modo in cui gli ebrei sono morti nei campi di concentramento. E in virtù della Legge Gayssot del 13 Luglio 1990, tutto ciò viene definito “contestazione di crimini contro l’umanità”, si tratta del solo caso, straordinario, dove non si ha il diritto di discutere un’opinione storica. È incredibile ma è così. Voi potete dire che lo sterminio vandeano non c’è stato, che la Shoah degli armeni è una fantasia inventata dai nemici dei turchi, che gli ucraini e i cambogiani non sono mai stati vittime di un genocidio ma se, sulla Shoah degli ebrei, avete la sfortuna di discutere una virgola della versione ufficiale per come è stata incisa nel marmo dal Tribunale di Norimberga, che è stato però, ve lo ricordo, un tribunale dove i vincitori hanno giudicato i vinti, il che non è esattamente il miglior modo di formulare un giudizio [a nome della] giustizia universale, ebbene da quel momento, in virtù della legge del 13 Luglio 1990 del deputato comunista Gayssot, vi mettono in prigione, vi possono mettere in prigione. È incredibile. Dunque, questa legge scellerata va assolutamente abrogata: i fatti storici si difendono da sé; non hanno bisogno di una legge che li difenda. Voi sapete che Régis Debray, in un libro che si chiama “Pour en finir avec les religions”, ha scritto qualcosa di assai divertente al riguardo. Ha detto: “L’Europa non conosce più il sacro, salvo due punti essenziali: i Diritti dell’uomo e Auschwitz”.
JYLG: Sì, assolutamente.
HdL: Ma è la religione della Shoah che adesso è la religione ufficiale, protetta dalla legge Gayssot, che è una legge contro la bestemmia. In ogni caso, dire tutto ciò non vuol dire [difendere] le opinioni di Reynouard, significa semplicemente dire che, quale che sia l’assurdità delle sue opinioni, lui potrà dire che la Terra è piatta e ha il diritto di dirlo, si ha il diritto di esprimere un’opinione, non si dovrebbe, in modo perfettamente legale, in un paese che si crede un paese di libertà, gettare la gente in prigione semplicemente perché costoro hanno espresso un’opinione che non si confà alla verità ufficiale. Tutto ciò, è intollerabile. E bisogna saperlo, bisogna dirlo, perché è uno scandalo. Si potrebbe proteggere per legge qualsiasi opinione: si potrebbe immaginare una legge che proibisca, per esempio, di contestare il dogma del riscaldamento climatico, non ne siamo lontani del resto.
JYLG: Sì, perché hanno accusato quelli che non credono al riscaldamento climatico di essere dei “negazionisti” e se si applicasse loro l’equivalente della legge Gayssot oggi sarebbero in prigione.
(…)
FINE

Il link di Radio Courtoisie:
http://www.radiocourtoisie.fr/
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