Bartolomé de las Casas e lo sterminio degli indios: Edoardo Spagnuolo risponde a Luigi Copertino

Bartolomé de las Casas e lo sterminio degli indios: Edoardo Spagnuolo risponde a Luigi Copertino

Qualche anno fa, il noto storico – cattolico-tradizionalista – Edoardo Spagnuolo scrisse un pioneristico (rispetto alla storiografia italiana dello scorso decennio) opuscolo sulle Reducciones del Paraguay, la cui versione digitale è stata pubblicata nel 2007 al seguente indirizzo: http://www.gesuiti.it/img/second/imm…educciones.pdf. Adesso, l’autore pubblica un’edizione cartacea, riveduta e ampliata di quello studio, intitolata: “LE REDUCCIONES DEL PARAGUAY E LA PERSECUZIONE DEGLI INDIOS”, edizioni DELTA 3, p. 134, richiedibile al seguente indirizzo: [email protected] . L’opera è divisa in tre capitoli e un’appendice: 1. LE REDUCCIONES DEL PARAGUAY; 2. LA FINE DELLE REDUCCIONES; 3. GLI INDIOS E LA COLONIZZAZIONE SPAGNOLA. In appendice, due lettere del padre gesuita Gaetano Cattaneo dalla riduzione di Santa Maria de Iguazù, del 20 e del 25 Aprile 1730. A Edoardo Spagnuolo ho chiesto di commentare i due recenti articoli di Luigi Copertino sull’evangelizzazione dell’America Latina apparsi suo sito Effedieffe. Questo per chiarire che il sano revisionismo non nega affatto stermini e massacri, quando effettivamente avvenuti.

Andrea Carancini

Andrea,
ti ringrazio moltissimo per l’invito che ho ricevuto solo oggi e che accetto. Ecco la mia risposta:

Sul giornale online (http://www.effedieffe.com/), diretto da Maurizio Blondet, il 30 novembre e il primo dicembre 2009 è comparso un articolo in due parti dal titolo “L’evangelizzazione del Nuovo Mondo tra missio ad gentes e diritti umani degli indios” a firma di Luigi Copertino. Profitto dell’invito di Andrea Carancini per proporre alcune considerazioni su questo articolo. In effetti mi sono interessato dello stesso argomento, pubblicando recentemente il testo “Le reducciones del Paraguay e la persecuzione degli indios”. Il dottor Copertino, che non ho il piacere di conoscere, manifesta l’intento di difendere la Chiesa Cattolica e l’evangelizzazione dell’America latina contro la propaganda dei nemici della religione di Gesù Cristo. E’ un intento che condivido profondamente e per questo manifesto tutta la mia vicinanza all’estensore dell’articolo. Tuttavia mi permetto di segnalare all’attenzione dello stesso Copertino e dei lettori che se l’articolo in questione contiene molte verità e molti giudizi facilmente condivisibili, contiene però anche molte altre affermazioni, che riflettono, a mio avviso, un giudizio distorto, alcune falsità e soprattutto molte omissioni fondamentali. Non è mia intenzione rispondere punto per punto all’articolo. Chi volesse confrontarsi con pareri diversi, scoprendo verità nascoste dall’articolo in questione, può riferirsi alla mia pubblicazione. Non posso fare a meno però di rispondere pubblicamente a due affermazioni contenute nell’articolo citato, affermazioni stupefacenti che, a mio avviso, rendono un servizio prezioso all’opera di denigrazione anticattolica dei nemici di Cristo. Nella prima il dottor Copertino si riferisce a “fra” Bartolomé de las Casas, asserendo che si tratta di “un personaggio che noi classificheremmo nella tipologia dei cattolici pacifisti, terzomondisti e no-global alla stregua di un padre Alex Zanotelli”. La prima considerazione che mi viene da fare è che se l’estensore dell’articolo si permette di usare un’espressione così ingiuriosa nei riguardi di un vescovo di Santa Romana Chiesa (nell’articolo ci si guarda bene dal ricordare che il frate de las Casas ad un certo punto fu elevato alla dignità episcopale!) è semplicemente perché il dottor Copertino vive nell’Italia apostata di oggi, dove ognuno è libero di sparare qualunque stupidaggine senza tema di subire sanzioni o richiami. Al tempo invece di mons. las Casas c’era un certa istituzione, che si chiamava Inquisizione, e quella spagnola in particolare non era certo dolce di sale. Ora se l’Inquisizione del tempo non ha avuto mai nulla da ridire nei riguardi del las Casas, è facilmente prevedibile che si sarebbe molto interessata ad un laico, che si fosse permesso di usare certe espressioni nei riguardi di un vescovo cattolico. Perché se fosse vero il giudizio inqualificabile espresso dall’articolista, allora ne discenderebbe una serie di conseguenze gravissime. Si sarebbe in diritto di ritenere che anche l’Inquisizione spagnola di quel tempo nutrisse certi sentimenti sinistrorsi, che gli stessi sentimenti fossero condivisi dai padri domenicani, che convertirono lo sfruttatore di indios Bartolomé de las Casas, indirizzandolo verso la difesa degli indios e sostenendone in ogni modo l’azione. Si potrebbe a buon titolo dubitare dell’integrità cattolica del re di Spagna, che ascoltò il las Casas, al punto da promuovere una legislazione favorevole agli indios, senza contare che se las Casas era un prete alla Zanotelli, allora sarebbe difficile credere all’integrità dottrinale del Papa del tempo, che decise di elevare un frate comunistoide alla dignità episcopale (scusate se è poco!!!); bisognerebbe avere seri dubbi sull’integrità dei gesuiti, che ancora nel diciannovesimo secolo additavano certe indicazioni del las Casas come sempre attuali, e mi fermo per non annoiare il lettore. Insomma si salverebbero ben pochi, o forse si salverebbe solo Giovanni Paolo II, che quanto meno non si è mai sognato di elevare padre Zanotelli alla dignità episcopale! Comprendo che la calunnia verso il las Casas è una “necessità” per certi “cattolici tradizionalisti”. Per demolire la “leggenda nera” (per la verità confortata da molte ammissioni interessanti dello stesso Copertino!) basta dimostrare che il las Casas era un demente e il gioco è fatto. A parte le conseguenze di non poco conto che ho segnalato, questa operazione può riuscire solo profittando dell’ignoranza dei cattolici (a cominciare dai tradizionalisti) verso la storia della Chiesa Cattolica, altrimenti l’operazione avrebbe scarsa possibilità di successo, dal momento che le denunzie del las Casas sono presenti, in buona sostanza, in tutta la letteratura missionaria dell’America Latina; sono presenti, ad esempio, nelle terribili denunzie del 1717 del Procuratore Generale della Compagnia di Gesù per le province del Paraguay, Tucuman e Buenos Aires, o negli scritti di missionari insigni quali padre Antonio Ruiz de Montoya, il beato martire Roque Gonzalez de Santa Cruz, padre Geronimo de Mendieta, o, attenendoci a tempi più vicini, Padre Celestino Testore, direttore dell’Enciclopedia Cattolica, di cui la Fraternità San Pio X ha recentemente ristampato un libro. Se il las Casas era un comunistoide allora non si salva nemmeno… papa Pio XII, che scelse padre Testore per la direzione di un’opera cosi importante! L’altra affermazione del Copertino, sulla quale voglio soffermarmi molto brevemente è quella secondo cui la schiavitù dei negri non sarebbe stata mai praticata nelle colonie spagnole. Anche per questa affermazione incredibile il Copertino non deve temere nulla dal momento che nessuno dei “nostri” ne sa niente. Per la verità il Copertino ammette che la schiavitù fu adoperata su larga scala nelle colonie del cattolicissimo Portogallo, un ammissione che non è di poco conto, e che da sola conforta in buona sostanza la fondatezza della “leggenda nera”!
Per quanto riguarda le colonie spagnole domando al signor Copertino, e mi scuso se le mie richieste dovessero apparire imbarazzanti, di grazia, dove avveniva lo smistamento dei negri importati dall’Africa, se non a Cartagena, nella cattolicissima e spagnolissima Colombia? Chi diede il permesso nel 1517 di importare schiavi negri nelle colonie spagnole dell’America se non il cattolicissimo Carlo V? Contro chi erano dirette le bolle di Papa Pio II e di Papa Paolo III di condanna durissima della schiavitù? Copertino ignora che schiavi negri erano diffusi nel quindicesimo secolo anche in Europa? San Pietro Claver era un pazzo visionario, un altro comunistoide, se spese tutta la sua vita in Colombia per servire gli schiavi negri? Nella Repubblica di Santo Domingo, a Cuba, ad Haiti la popolazione è tutta di pura razza ariana? Il padre gesuita Gaetano Cattaneo scrisse nel 1730, poco prima di morire, in una reduccion del Paraguay: “I negri sono i soli, che in tutte queste Provincie servono nelle case, lavorano i campi, e svolgono tutte le altre mansioni materiali. E se non ci fossero tali schiavi, non si potrebbe vivere, perché nessun Spagnolo, per quanto venga dall’Europa ben povero, vuole ridursi a servire; ma appena che giunge nelle Indie, sebbene non abbia di che sostenersi, vuole fare da Signore”. Anche padre Cattaneo era un altro padre Zanotelli? Ritengo che l’articolo di Luigi Copertino, pur mosso dalle migliori intenzioni, faccia un male enorme alla Chiesa. Con le mie povere forze sono impegnato a combattere a spada tratta contro certe tendenze perverse presenti nel mondo tradizionalista, volte a misconoscere la verità e la giustizia. Si deve servire la Chiesa Cattolica in spirito di verità e non di menzogna. La massa infinita di farabutti che in passato e al presente hanno agito e agiscono nel santo nome del cattolicesimo non ha nulla da spartire con la santità della dottrina e del Suo Fondatore. Al contrario, le azioni miserabili di tantissimi “cattolici” presenti e passati sono la conferma più eloquente della verità cattolica, del dogma terribile del peccato originale, della terribile sentenza evangelica, secondo cui Mundus TOTUS (è scritto TOTUS) positus est in maligno. Il maligno ha agito potentemente in America latina e non poteva essere diversamente, dal momento che le forze del male non potevano certo rimanere inoperose dinanzi alla possibilità che un intero continente fosse evangelizzato. Un grandissimo numero di spagnoli e di loro discendenti si sono comportati in America latina da autentici criminali: la testimonianza proviene dai missionari cattolici, non dai massoni o dai protestanti.
Edoardo Spagnuolo
2 Comments
    • Anonimo
    • 5 Dicembre 2009

    Caro Signor Spanuolo non c'è niente di ingiurioso nel paragonare Bartolomé de la Casas ad Alex Zanotelli. Per tanti padre Zanotelli è un esempio di fede e di vita e che non lo sia per lei non significa che questo debba valere per tutti.
    Anzi per molti potrebbe significare l'opposto e un giudizio che lei reputa così ingiurioso potrebbe paradossalmente diventare in un giudizio adirrittura laudativo !

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  1. Signor anomino,
    padre Zanotelli è stato assunto dal signor Copertino come un modello negativo. Per mere esigenze polemiche ho utilizzato l'equiparazione ad un presunto modello negativo, per difendere mons de las Casas. Non era mia intenzione offendere padre Zanotelli. Ammetto però che la mia risposta ha ingenerato su questo punto un grosso equivoco. Si può criticare una persona se almeno la si conosce. Io non conosco padre Zanotelli: dunque ho sbagliato. Ammetto pubblicamente di avere commesso una grave leggerezza, lesiva dell'onore dovuto a una persona che non conosco. Il giusto pecca sette volte al giorno e io non ho la pretesa di esserlo.
    Edoardo Spagnuolo

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