Rabbino: è permesso uccidere i Giusti tra le Nazioni!

RABBINO DELLA CISGIORDANIA: GLI EBREI POSSONO UCCIDERE I NON EBREI CHE MINACCIANO ISRAELE

Haaretz, 9 Novembre 2009[1]

Solo poche settimane dopo l’arresto del presunto terrorista ebreo, Yaakov Teitel, un rabbino della Cisgiordania ha pubblicato lunedì un libro che dà agli ebrei il permesso di uccidere i non ebrei che minacciano Israele.

Il rabbino Yitzhak Shapiro, che dirige la Yeshiva[2] Od Yosef Chai della colonia di Yitzhar, ha scritto nel suo libro “The King’s Torah” [La Torah del Re] che possono essere uccisi anche i neonati e i bambini, se costituiscono una minaccia per la nazione.

Shapiro basa la maggior parte dei propri insegnamenti su dei passaggi citati dalla Bibbia, a cui aggiunge le proprie opinioni e convinzioni. “E’ permesso uccidere i Giusti tra le Nazioni[3] anche se essi non sono responsabili della situazione di minaccia”, ha scritto, aggiungendo: “Se noi uccidiamo un non ebreo che ha peccato o che ha violato uno dei sette comandamenti[4] – perché teniamo ai comandamenti – non c’è niente di sbagliato nell’omicidio”.

Diversi importanti rabbini, inclusi il rabbino Yithak Ginzburg e il rabbino Yaacov Yosef, hanno raccomandato il libro ai propri studenti e ai propri seguaci.

COMMENTO DI MICHAEL HOFFMAN[5]

I sionisti odiano la Bibbia (Sola Scriptura) quando non è interpolata dalle tradizioni dei loro “saggi”. Essi incolpano la Bibbia in base a quello che viene insegnato dal Talmud Babilonese. E’ il caso di questo servizio su un ulteriore rabbino che fornisce la giustificazione teologica per lo sterminio dei civili non ebrei, come quello che abbiamo visto attuato a Gaza dal Dicembre del 2008 al Gennaio del 2009.

COMMENTO DI ANDREA CARANCINI

Quando il rabbino Shapiro dice che è permesso uccidere un non ebreo “che ha violato uno dei sette comandamenti” (noachidi) intende dire, a quanto pare, che se un non ebreo viola il divieto di “idolatria” (primo dei “sette comandamenti”) è, almeno in teoria, reo di morte anche se fosse unGiusto tra le Nazioni”: anche se avesse salvato la vita a centinaia di ebrei, come nel caso di Oskar Schindler[6]. Per Shapiro, infatti, professare la religione cristiana è il classico caso di idolatria. Un’opinione isolata? Non proprio. Se infatti digitiamo il sito http://www.sodalitium.it/ , e scarichiamo il numero 54 della rivista omonima, troviamo il seguente, interessante, articolo: “PARLARE CHIARO PER CAPIRSI MEGLIO”. In esso, apprendiamo ad esempio che nel Dizionario di usi e leggende ebraiche pubblicato a suo tempo da Laterza[7] si può leggere che: “se i gentili trasgrediscono queste leggi [noachidi] potrebbero in teoria essere puniti con la pena di morte”; che “la deificazione di Gesù viene considerata dagli ebrei come idolatria”; e che “Maimonide affermava esplicitamente che la divinizzazione di Gesù era idolatria”. Del resto, lo stesso rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni conviene, come riferito nello stesso articolo, che “se si dovesse applicare alla lettera il sistema delle leggi Noachidi, si dovrebbe fare di tutto perché i Noachidi le osservino, anche per ciò che riguarda il divieto dei culti estranei”. Ma chi è oggi che osserva, tra i non ebrei, queste leggi? La risposta la troviamo nel Book of Constitutions dei massoni: “A Mason is obliged by his tenure to observe the moral law as a true Noachites” [Un massone è obbligato dal suo ruolo a osservare la legge morale come un vero noachide].[8] Ecco chi finisce per corrispondere all’identikit rabbinico del “gentile” che non è reo di morte: il massone!
[1] http://www.haaretz.com/hasen/spages/1126890.html
[2] Scuola religiosa dell’ebraismo ortodosso: http://it.wikipedia.org/wiki/Yeshiva
[3] I “Giusti tra le Nazioni” sono “i non ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita per salvare la vita anche di un solo ebreo”: http://it.wikipedia.org/wiki/Giusti_tra_le_nazioni
[4] Si riferisce ai sette comandamenti della “legge Noachide”, che – è bene precisarlo, non si trova nella Bibbia ma che, secondo i rabbini, venne assegnata ai discendenti non ebrei di Noé.
[5] http://revisionistreview.blogspot.com/2009/11/israeli-rabbi-jews-can-kill-gentiles.html
[6] http://www.mursia.com/rassegna%20stampa/simeone_etica%20declino.pdf
[7] http://www.ibs.it/code/9788842045113/unterman-alan/dizionario-usi-leggende.html
[8] http://www.glbet-el.org/masonictexte/Book%20of%20Constitution.pdf

2 Comments
    • Anonimo
    • 12 Novembre 2009

    C'è però contraddizione, senza che con questo critichi l'articolo, con lo stesso noachismo. Il terzo dei comandamenti esplicitamente vieta di uccidere chiunque. Copio e incollo: 3) Divieto di spargimento di sangue. Il valore della vita.Mettere in salvo una persona perseguitata.
    Non restare impassibili davanti al sangue di colui che si potrebbe salvare da pericolo mortale.
    E’ il divieto di causare la morte di un uomo vivente: “Chi sparge il sangue di un uomo, avrà il sangue sparso da un altro uomo” (Genesi, 9,6).
    Da qui deriva la proibizione dell’omicidio. Qualsiasi omicidio è visto dalla Torà come una cosa abominevole, anche il così detto omicidio pietoso; anche l’assassinio degli embrioni. E il motivo è spiegato nella seconda parte del versetto citato “perché Dio ha fatto l'uomo a Sua immagine".
    In questa mitswà non vi è distinzione fra l’Ebreo ed il Non-ebreo, entrambi sono tenuti a preferire di essere uccisi piuttosto che uccidere.

    Io non sono un esperto, nè un teologo, ma mi domando come possa conciliarsi questo comandamento con le frasi di questo rabbino.

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    • Furio Bassanelli
    • 16 Novembre 2009

    Nemmeno il sottoscritto è un esperto, ma non si legge spesso che i non-ebrei sono – dagli ebrei – considerati come non appartenenti al genere "umano" (effettivamente umani sarebbero soltanto coloro che appartengono al "popolo eletto"), bensì alla stregua di "animali parlanti"?

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