L’Europa: il nostro stato di polizia

L’Europa: il nostro stato di polizia

L’EUROPA: IL NOSTRO STATO DI POLIZIA

Di Stephen Booth, 2 Novembre 2009[1]

Come già espresso in modo eloquente su questo forum[2], la difesa delle nostre libertà civili è ora una guerra su due fronti. Mentre il governo inglese continua imperterrito con nuovi mezzi ad accumulare i nostri dati personali e a sorvegliarci ad ogni angolo di strada, l’Unione Europea sta tranquillamente continuando a costruire la sua versione – su scala europea – dello stato di polizia.

Nonostante gli sforzi decisi di gruppi come Statewatch[3], la maggior parte delle persone, media inclusi, non se ne sono ancora resi conto. Forse è il crollo verticale della libertà dei cittadini in Inghilterra a lasciare la maggioranza intontita rispetto agli sviluppi anti-privacy che sono già in corso a Bruxelles.

Grazie all’uso della CCTV [televisione a circuito chiuso], i cittadini inglesi sono tra i più sorvegliati del mondo democratico. Il nostro DNA[4] viene raccolto e archiviato dallo stato cinque volte più di quanto non faccia il paese della UE più prossimo a noi in questo primato (l’Austria), e i fornitori dei servizi telefonici sono obbligati a conservare i dati delle nostre chiamate, delle nostre email, e dei messaggi di testo per dodici mesi.

Ma è precisamente a causa dell’offensiva dell’Inghilterra in questa sfera che dobbiamo adesso stare più attenti a quanto succede nella UE. Più grande è il database del DNA dell’Inghilterra, e maggiori saranno le informazioni a disposizione delle autorità europee, poiché l’Inghilterra ha ora deciso di permetterne l’accesso agli stati membri dell’Unione. La UE sta anch’essa per creare il suo database centrale concepito per conservare grandi quantità di dati biometrici e, per dirla con le parole della commissione, “il più grande sistema di impronte digitali del mondo”.

Con l’imminente ratifica del Trattato di Lisbona, l’Unione Europea avrà luce verde per altre iniziative che pongono una seria minaccia alle nostre libertà civili.

In realtà, come è stato notato dalla commissione europea della Camera dei Lord[5], “alcuni dei cambiamenti più controversi introdotti dal trattato di Lisbona riguardano la sfera della libertà, della sicurezza e della giustizia”. La commissione crede che l’effetto della fine dei veti nazionali “sarà una crescita dell’attività dell’unione e del volume legislativo concordato in questo ambito” e che, per la prima volta, sarà possibile portare gli stati membri davanti alla corte europea di giustizia “per non aver attuato in maniera adeguata la legislazione UE nella sfera del diritto penale e delle attività di polizia”.

A riflettere questo previsto aumento di legislazione, quella della giustizia e degli affari interni è una delle “aree di crescita” del budget europeo. Secondo il sito web della Commissione Europea[6], sarà questo settore del budget a ricevere l’anno prossimo il maggiore impulso, aumentando del 13.5%, fino a quasi un miliardo di euro.

Una volta ratificato il trattato di Lisbona, si andrà avanti a tutto vapore. Sono già in fase realizzativa dei piani per un pioneristico “Ufficio interno” della UE che ha duplicato la commissione per quanto riguarda la sicurezza interna. Esso deciderà il modo in cui le polizie nazionali, e le autorità preposte ai confini, all’immigrazione e alla giustizia penale dovranno affrontare le questioni connesse all’attraversamento dei confini della UE.

Le altre iniziative in cantiere includono l’obbiettivo di addestrare un terzo di tutti i funzionari di polizia dei paesi UE in una “cultura comune” di sorveglianza; delle tecniche controverse di sorveglianza che includono i “cyber patrols”[7]; un “master plan” della UE per scambi di informazioni; il trasferimento dei procedimenti giudiziari tra gli stati membri della UE; l’accesso ai database delle tasse nazionali degli altri stati membri; e leggi UE sul diritto dei cittadini di accesso a internet, tra molte altre cose.

Potete leggere maggiori dettagli di tutto questo in “Open Europe’s new briefing”[8]: “Come Bruxelles ti sta guardando – l’ascesa dello stato di polizia europeo”.

Quando il trattato venne negoziato, il governo inglese sosteneva che avrebbe potuto scegliere con cura quali politiche della giustizia e degli affari interni della UE approvare, presentando tutto ciò come una vittoria dell’”interesse nazionale” inglese nei negoziati con i nostri ignobili vicini della UE. Ma in pratica, l’Inghilterra è stata fin troppo felice di far passare al livello UE delle politiche controverse, sicura di evitare adeguate attenzioni da parte del parlamento e dei media.

E’ stata l’Inghilterra che ha spinto per la direttiva UE sulla conservazione dei dati[9], che richiede la registrazione della destinazione delle nostre stesse telefonate, email, e messaggi di testo. E’ il nostro governo a chiedere che i dati personali sensibili raccolti dalla compagnie aeree e dalle altre compagnie di viaggio – che possono includere dettagli sull’origine etnica o razziale, sulle convinzioni religiose, sull’iscrizione ai sindacati o persino informazioni sulla salute o sulla vita sessuale delle persone – vengano condivisi all’interno della UE e con gli Stati Uniti. Ed è stato il governo Blair che ha sostenuto la creazione del controverso mandato d’arresto europeo, che viene usato sempre di più per estradare dall’Inghilterra cittadini per reati minori, e persino per l’arresto di una cittadina inglese con una condanna inflittale in contumacia[10].

Ma da qualunque parte venga l’impulso, la UE sarà sempre più il teatro delle minacce più controverse alla nostra libertà, e questa è davvero una brutta notizia per la democrazia. Se pensate che ora sia difficile far indietreggiare lo “stato”, sarà praticamente impossibile quando i 27 governi saranno coinvolti e la commissione europea diventerà il “guardiano” dell’intero progetto. Gli attivisti dei diritti civili devono adesso alzare la posta, e salire sull’Eurostar.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.guardian.co.uk/commentisfree/libertycentral/2009/nov/02/europe-surveillance-state
[2] http://www.guardian.co.uk/commentisfree/libertycentral/2009/may/28/eu-view-surveillance-society
[3] http://www.statewatch.org/
[4] http://police.homeoffice.gov.uk/publications/operational-policing/DNAExpansion.pdf?view=Binary
[5] http://www.publications.parliament.uk/pa/ld200708/ldselect/ldeucom/62/62.pdf
[6] http://ec.europa.eu/budget/budget_detail/next_year_en.htm
[7] http://www.v3.co.uk/vnunet/news/2231514/europe-sets-cybercrime-agenda
[8] http://www.openeurope.org.uk/research/howtheeuiswatchingyou.pdf
[9] http://www.guardian.co.uk/commentisfree/libertycentral/2009/feb/11/eu-liberty-central
[10] http://news.bbc.co.uk/1/hi/8169357.stm

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