Israele e lo schiavismo sessuale

Israele e lo schiavismo sessuale

UN RAPPORTO FUSTIGA ISRAELE SULLO SCHIAVISMO SESSUALE

The Globe and Mail, 8 Dicembre 2002[1]

Gerusalemme – Circa 3.000 donne, principalmente dall’ex Unione Sovietica, vengono vendute ogni anno all’industria del sesso d’Israele, che incamera circa 1 miliardo di dollari all’anno, ha detto un rapporto parlamentare.

Le donne, cercando di sfuggire dalla povertà in patria, vengono fatte entrare clandestinamente dai trafficanti, che promettono loro lavori onesti. Una volta in Israele, vengono vendute ai magnaccia per cifre che variano dai 3.000 ai 6.000 dollari a persona, ha detto il rapporto.

Le donne ricevono dai 25 ai 30 dollari a cliente, da cui il magnaccia prende una percentuale che va dall’80 al 90%. Le donne lavorano circa 12 ore al giorno, sei o sette giorni la settimana e ricevono tra i 10 e i 15 clienti al giorno, aggiunge il rapporto. Spesso, le donne vivono in condizioni spaventose e qualche volta vengono picchiate o vivono nella paura dei loro magnaccia.

I tribunali israeliani spesso concedono ai magnaccia il patteggiamento e li condannano o a pochi mesi di servizio in comunità o a circa due anni di prigione, pene che il comitato considera troppo deboli per fungere da deterrente.

Esso ha suggerito che questi crimini dovrebbero essere puniti da condanne sufficienti a scoraggiare i trafficanti di sesso, che spesso imprigionano, ricattano e schiavizzano le donne.

Nel Luglio del 2001, un rapporto del Dipartimento di Stato americano ha inserito Israele in una lista nera di paesi le cui leggi non soddisfano i criteri americani per combattere questo crimine e ha minacciato sanzioni economiche.

Israele da allora ha cambiato un po’ la legge, ma il comitato ha detto che non è sufficiente per affrontare il problema in modo efficace. Oltre a cambiare la legge, il comitato ha suggerito che venga costituita un’autorità per combattere “la guerra contro i trafficanti di persone”.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://fpp.co.uk/online/02/12/Globe081202.html

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