I gas tossici e la storia dell’Olocausto

I gas tossici e la storia dell’Olocausto

IL GAS TOSSICO TEDESCO (19141944)

Di Richard Widmann (2009)[1]

Quando il pubblico pensa all’argomento dello sviluppo e dell’utilizzo del gas tossico, da parte dei tedeschi e dei nazisti, nel corso degli anni precedenti e contemporanei alla seconda guerra mondiale, vengono subito in mente le immagini dei programmi di sterminio su vasta scala e delle camere a gas di Auschwitz e degli altri campi di concentramento. La storia dell’Olocausto tuttavia suggerisce che i nazisti utilizzarono metodi, attrezzature e gas che vennero messi all’opera per uno scopo diverso da quello per il quale erano stati progettati. Viene suggerito che, con delle modalità alquanto primitive, il personale dei vari campi di concentramento sviluppò metodi tra loro differenti per mettere all’opera quello che viene considerato un programma coordinato di sterminio degli ebrei.

La storia tradizionale dell’Olocausto suggerisce l’importanza dell’aver adattato attrezzature e metodi per mettere all’opera un programma di sterminio pianificato a livello centrale. Noi diremo invece che se la classe dirigente nazista avesse ideato un programma di sterminio degli ebrei, le armi di tale sterminio erano già sviluppate e avrebbero potuto essere utilizzate molto facilmente. L’apparato nazista per la guerra chimica era il più progredito del mondo. Il gas tossico prodotto durante gli anni che condussero alla seconda guerra mondiale rende assurda la storia tradizionale dell’Olocausto. Non c’è nessuna ragione per la quale i nazisti avrebbero avuto bisogno di modificare camion sovietici o di stornare l’utilizzo dello Zyklon B dai programmi di disinfestazione, concepiti per tenere in vita i detenuti, ai programmi di sterminio.[2] Le armi richieste per un programma di sterminio non solo esistevano ma erano fabbricate in quantità tale da poter attuare un programma del genere, se fosse stato ordinato.

L’utilizzo del gas velenoso durante la prima guerra mondiale

Per capire le potenzialità dei tedeschi riguardo ai gas tossici durante la seconda guerra mondiale, è importante esaminare brevemente l’utilizzo dei gas tossici durante la prima guerra mondiale. Durante la prima guerra mondiale, entrambe le parti del conflitto utilizzarono grandi quantità di gas tossico. Nel corso della guerra vennero utilizzate più di un milione e trecentomila tonnellate di sostanze chimiche, per agenti che andavano dal semplice gas lacrimogeno al gas mostarda.[3] Quando la guerra ebbe inizio, la Germania aveva la prima industria chimica di tutte le nazioni combattenti; in realtà, i tedeschi erano i leader del mondo intero. Le fabbriche di prodotti chimici più importanti erano situate nella Ruhr, ed erano conosciute come le Interessen Gemeinschaft Farben, o I. G. Farben.[4]

L’introduzione della guerra chimica venne attivamente sostenuta dalla I. G. Farben e dal suo capo, Carl Duisberg. Duisberg non solo esortò nel 1914, nel corso di una conferenza speciale, i vertici militari tedeschi a utilizzare il gas tossico, ma studiò personalmente la tossicità dei differenti gas bellici.[5] Duisberg sostenne anche Fritz Haber, principale scienziato dell’epoca, in Germania, e capo del suo laboratorio scientifico, l’Istituto Kaiser Wilhelm di Chimica Fisica a Berlino. Nei suoi studi sugli effetti del gas tossico, Haber notò che l’esposizione a una bassa concentrazione di gas tossico per lungo tempo aveva spesso lo stesso effetto (la morte) dell’esposizione ad un’alta concentrazione per breve tempo. Egli formulò una relazione matematica tra la concentrazione del gas e il tempo necessario di esposizione. Questa relazione divenne nota come regola di Haber.[6]

Durante la prima guerra mondiale, sia i tedeschi che gli Alleati utilizzarono in modo piuttosto efficace diversi tipi di gas tossico. Questi variarono dal cloro, all’inizio della guerra, al fosgene, che venne introdotto dalla I. G. Farben. Il fosgene era circa 18 volte più potente del cloro. Erano [già] mortali concentrazioni di 1/50.000.[7] Nel corso di questo periodo, i tedeschi svilupparono e inaugurarono diversi nuovi gas, per vedersi poi imitati dagli Alleati. Nel Luglio del 1917, la I. G. Farben creò un nuovo gas chiamato inizialmente dagli artiglieri “Croce Gialla”. La Croce Gialla era più letale di ogni altro gas precedente. Questo gas, il diclorodietilsolfuro, divenne noto come “gas mostarda”.

Le truppe che venivano attaccate con il gas mostarda, all’inizio accusavano solo una lieve irritazione agli occhi. Sembrava che facesse poco o nulla e molte truppe non si preoccupavano di mettere le maschere antigas. Ma nel giro di una giornata, subivano terribili sofferenze. I soldati sviluppavano sulla pelle macchie rosse e umide che si trasformavano in grandi pustole gialle che potevano raggiungere la lunghezza di un piede. Coloro che venivano colpiti dal gas mostarda morivano dopo una lunga agonia. Nel corso di dieci giorni, i tedeschi utilizzarono contro le postazioni alleate oltre un milione di proiettili contenenti 2.500 tonnellate di gas mostarda.[8] Per inciso, anche gli inglesi utilizzarono il gas mostarda negli ultimi giorni della guerra. In un attacco sferrato il 14 ottobre del 1918, Adolf Hitler venne momentaneamente accecato nel corso di una sortita inglese contro il 16° Reggimento della fanteria di riserva bavarese.[9]

Gli anni tra le due guerre

Negli anni successivi alla prima guerra mondiale, i principali combattenti annunciarono la propria opposizione all’utilizzo delle armi chimiche. A Ginevra, nel 1925, i rappresentanti delle maggiori potenze firmarono una restrizione legale contro l’utilizzo delle armi chimiche. Eppure, durante gli anni “interbellici”, varie nazioni europee utilizzarono di fatto il gas tossico. Tra loro vi furono gli inglesi (contro i sovietici nel 1919), gli italiani (contro gli etiopici nel 1935) e i giapponesi (contro i cinesi nel 1937).[10] Nel corso di questi anni la I. G. Farben continuò ad ampliare le proprie conoscenze scientifiche. Nei laboratori della Bayer, membro del cartello della I. G. Farben, uno scienziato, Gerhardt Schrader, fece una scoperta fondamentale. Il 23 Dicembre del 1936, egli mise a punto una nuova sostanza chimica nell’ambito di uno studio sui potenziali insetticidi. Durante l’esperimento, Schrader sperimentò il suo nuovo preparato sui pidocchi in una concentrazione di 1/200.000. Tutti i pidocchi morirono in pochi secondi.[11]

Nel Gennaio del 1937, Schrader scoprì che il suo nuovo prodotto aveva spiacevoli effetti collaterali sugli esseri umani. Il prodotto che Schrader aveva sviluppato era il Tabun, il primo gas nervino del mondo. Il Tabun rappresentava un balzo in avanti esponenziale nel livello di tossicità dei gas velenosi. Anche in dosi molto piccole, l’inalazione o l’assorbimento – attraverso la pelle – del Tabun colpiva il sistema nervoso centrale e provocava delle convulsioni e una morte quasi immediate.[12] Il Tabun era così letale che presto divenne chiaro che non poteva essere utilizzato come insetticida. Schrader, tuttavia, contattò il ministero della guerra e vennero effettuati degli esperimenti per conto della Wehrmacht.

Nel 1938, Schrader venne trasferito in una nuova sede per sviluppare nuovi preparati per la Wehrmacht. Egli scoprì ancora un altro preparato, a cui diede il nome di Sarin. Negli esperimenti iniziali del gas Sarin sugli animali, si scoprì che il Sarin era dieci volte più letale del Tabun.[13] Con l’approssimarsi della guerra, i chimici tedeschi vennero attivamente impiegati nello sviluppo del gas Soman. Il Soman, un altro preparato chimico organico della famiglia del Tabun, venne valutato come 200 volte più letale del Tabun.

Il gas tossico e la storia dell’Olocausto

Nonostante il livello di tossicità e le enormi scorte di questi mortiferi gas nervini, la storia dell’Olocausto si è sviluppata intorno all’utilizzo di due gas, il monossido di carbonio e lo Zyklon B. Lo Zyklon B venne sviluppato durante gli anni ’20, quando gli scienziati che lavoravano all’istituto di Fritz Haber svilupparono questo tipo di gas all’acido cianidrico per utilizzarlo come insetticida, specialmente come disinfettante per i magazzini di grano.[14] E’ interessante notare che la I. G. Farben vendette i diritti di produzione dello Zyklon B poco prima della guerra a due ditte private, la Tesch und Stabenow, di Amburgo, e la Degesch, di Dessau.

Secondo la detta storia, quattro dei sei principali “centri di sterminio” utilizzarono gas monossido di carbonio, che veniva presuntamente prodotto utilizzando mezzi alquanto disparati. A Chelmno, secondo Arno Mayer, I prigionieri venivano “ammucchiati in camion in cui finivano asfissiati dalle esalazioni del monossido di carbonio”. Egli prosegue osservando che “non c’era nulla di particolarmente moderno o industriale sia nelle installazioni che nelle operazioni condotte a Chelmno-Rzuchow”.[15]

Il secondo presunto centro di sterminio era Belzec. Quello che ci viene raccontato è che lì, dopo aver utilizzato monossido di carbonio imbottigliato, gli addetti allo sterminio passarono a utilizzare le esalazioni prodotte da camion.[16] A Sobibor, il gas sarebbe stato prodotto da un motore. Se dobbiamo credere a Kurt Gerstein, venne fornito lì, a scopo di sterminio, anche lo Zyklon B.[17] A volte leggiamo anche, sempre a proposito di Sobibor, del motore di un sottomarino utilizzato per produrre CO, per uccidere detenuti ebrei.[18] A Treblinka leggiamo del monossido di carbonio pompato in una camera dal tubo di scarico di un carrarmato catturato ai sovietici. La storia ortodossa dell’Olocausto contiene persino un episodio in cui il comandante di Auschwitz Rudolf Höss visita Treblinka e conclude che lì il metodo di sterminio è inefficiente.[19]

Si racconta poi che gli ultimi due “centri di sterminio”, Auschwitz e Majdanek, utilizzarono lo Zyklon B. Il processo di sterminio descritto per Auschwitz richiede che qualcuno salga su una scala sopra la “camera a gas”, apra il barattolo di Zyklon B con uno speciale apriscatole, e versi i granuli contenenti l’acido cianidrico in una speciale apertura della colonna di sostegno della camera nella quale i granuli avrebbero sviluppato il gas.[20] L’assurdità della storia riguardante le Zyklon B è che persino degli storici ortodossi dell’Olocausto come Jean-Claude Pressac e Robert Jan van Pelt hanno ammesso che le epidemie di tifo scoppiate nei campi richiedevano che ogni cosa venisse disinfestata, e che “c’era bisogno di tonnellate di Zyklon B per salvare [Auschwitz]”.[21] Così, prosegue la storia, da un lato i nazisti utilizzavano lo Zyklon B per disinfestare i campi, contrastando perciò la diffusione del tifo, e dall’altro utilizzavano lo stesso prodotto per uccidere gli stessi detenuti le cui vite stavano cercando di salvare.

La storia delle gasazioni dell’Olocausto suggerisce una mancanza di coordinazione, da parte del governo nazista. Vi sarebbe stata l’adozione simultanea di metodi diversi, che avrebbero prodotto risultati diversi per attuare quello che viene descritto in modo tipico come un “genocidio” industriale centralizzato. In realtà, la storia ufficiale dell’Olocausto suggerisce in sé stessa che il programma di sterminio fu tutt’altro che organizzato a livello centrale e che i metodi impiegati subirono sul campo un’evoluzione decisamente caotica.

Alla luce dello sviluppo di gas tossici sofisticati come il Tabun e il Sarin, e della loro produzione su vasta scala, la storia ufficiale dell’Olocausto appare assurda.[22] Gli storici dell’Olocausto devono ancora rispondere alla domanda del perché i nazisti non utilizzarono il Tabun o il Sarin se avessero voluto attuare uno sterminio degli ebrei. Inoltre, persino negli ultimi giorni della guerra, quando la classe dirigente nazista cercava nuovi armamenti sofisticati, non utilizzarono le loro scorte di gas tossico su nessun fronte. Tutto ciò si pone in totale contrasto rispetto all’immagine popolare che si ha dei metodi e della mentalità nazista.

Non vi sono dubbi che i sovietici scoprirono grosse quantità di Zyklon B quando giunsero a Auschwitz e a Majdanek, quantità che servivano a combattere il tifo piuttosto che a uccidere i detenuti. Similmente, i racconti dei motori dei sottomarini e dei carri armati catturati ai sovietici che emettevano le esalazioni diesel a scopo di sterminio appaiono essere nient’altro che un prodotto della propaganda di guerra. Se la classe dirigente nazista avesse voluto sterminare gli ebrei d’Europa, avrebbe avuto a disposizione mezzi molto più sofisticati e letali per attuare un tale piano. La storia ufficiale delle gasazioni dell’Olocausto richiede un’interruzione della ragione e una fede nell’assurdo.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.codoh.com/gcgv/gcgvgas.html
[2] Jean-Claude Pressac e Robert Jan van Pelt, “The Machinery of Mass Murder at Auschwitz”, capitolo 8° di Anatomy of the Auschwitz Death Camp, Israel Gutman e Michael Berenbaum editori, Indiana University Press, Bloomington and Indianapolis, p. 215. Pressac e van Pelt raccontano l’incredibile storia delle SS naziste che avrebbero utilizzato il 95% di scorte di Zyklon B a scopo di disinfestazione per tenere in vita i detenuti, mentre avrebbero dirottato il rimanente 5% per azionare le presunte camere a gas in modo da uccidere la medesima popolazione carceraria.
[3] David Tchanz, “A Whiff of Death: Chemical Warfare in the World Wars” [Una zaffata di morte: la guerra chimica nelle guerre mondiali], Command, n°33, Marzo-Aprile 1995, XTR Corporation, San Luis Obispo, CA 93403, p. 48.
[4] L’impero dell’I. G. Farben. http://reformed-theology.org/html/books/wall_street/chapter_02.htm
[5] Tschanz, p. 49.
[6] http://en.wikipedia.org/wiki/Fritz_Haber
[7] Tschanz, p. 52.
[8] Tschanz, p. 53.
[9] William Moore, Gas Attack! Chemical Warfare 191518 and Afterwards [Attacco con il gas! La guerra chimica 1915-1918 e in seguito], Leo Cooper, New York, 1987, p. 223.
[10] Tschanz, pp. 54-55.
[11] Tschanz, p. 55.
[12] Ibidem.
[13] Ibidem.
[14] M. Szöllössi-Janze, “Pesticides and war: the case of Fritz Haber” [Gli insetticidi e la guerra: il caso di Fritz Haber], European Review, 2001.
[15] Arno J. Mayer, Why Did the Heavens Not Darken? TheFinal Solutionin History [Perchè i cieli non si oscurarono? La Soluzione Finale nella storia], Pantheon Books, New York, 1988, p. 391.
[16] Mayer, p. 402.
[17] Per un analisi approfondita del “Rapporto Gerstein” vedi: http://www.vho.org/aaargh/fran/ACHR/ACHR.html
[18] Friedrich Paul Berg, “The Diesel Gas Chambes: Myth Within a Myth”, Journal of Historical Review, Vol. 5, n°1, Inverno 1984, p. 23 [In rete all’indirizzo: http://www.ihr.org/jhr/v05/v05p-15_Berg.html .
[19] Raul Hilberg, The Destruction of the European Jews, Quadrangle Books, Chicago, 1967, p. 565.
[20] Pressac e van Pelt, p. 235.
[21] Ibid., p. 215.
[22] In una versione rielaborata del suo classico articolo sulle camere a gas a motore diesel, Friedrich Berg ha fatto esattamente questa affermazione. In effetti, ha dato un nuovo titolo al suo articolo: “The Diesel Gas Chambers: Ideal fort Torture – Absurdfor Murder” [La camera a gas a motore diesel: ideale per la tortura, assurda per l’omicidio], vedi Ernst Gauss, Dissecting the Holocaust [Esaminare l’Olocausto], Theses & Dissertation Press, 2000 (in rete all’indirizzo: http://www.vho.org/GB/Books/dth/found.html

8 Comments
    • Valex
    • 30 Gennaio 2009

    Salve,

    sono sempre Valerio, lo studente universitario che Le scrisse poco tempo fa.
    Ho molto gradito gli ultimi articoli, tra cui quello di Zündel che non conoscevo.

    Ad ogni modo, oggi le scrivo per un motivo preciso. Volevo infatti segnalarLe che oggi è uscito su Libero, il quotidiano di Feltri, un articoli a dir poco inquietante!
    Si intitola “Ecco cosa dicono i negazionisti”. Porta la firma di un illustre sconosciuto (tale Ugo Finetti), si trova in prima pagina per poi proseguire a p. 18.
    Il Finetti si propone di “smontare” una per una le tesi “negazioniste”.

    1. Per cominciare, l’inesistenza di un’esplicita volontà di sterminio degli ebrei da parte dei nazionalsocialisti viene “confutata” richiamandosi al Mein Kampf (!). Se il buon giorno si vede dal mattino…

    2. Sull’inesistenza di camere a gas omicide: produzione di una «ampia e inoppugnabile documentazione fotografica e cinematografica supportata da una serie sconvolgente di testimonianze dirette» al processo di Gerusalemme del 1961 contro Eichmann(!!!).
    Al “negazionismo scientifico” (Faurisson e Leuchter, Luftl e, infine, Rudolf) Finetti cita Wellers (proprio lui!) e il dimenticatissimo Pressac…
    Poi si parla di Irving e della sua sconfitta giudiziaria contro Lipstadt…

    3. Sul numero degli ebrei deceduti: «di fronte al fallimento dei tentativi “storici” di negare lo sterminio e “scientifici” di negare l’esistenza delle camere a gas, la polemica negazionista è proseguita in questi anni soprattutto in relazione all’entità dell’Olocausto proponendo la tesi dell’esagerazione del numero delle vittime». Questa credo sia malafede…
    Ecco allora che sbuca la Pisanty, il richiamo a non definite trascrizioni di discorsi di Hitler e altri dirigenti nazisti (quali, di grazia?), e a un archivio delle vittime in Israele (credo si riferisca a quello dello Yad Vashem)…

    4. Sulla legittimità dello Stato di Israele: non dice praticamente nulla.

    Poi vi è un “commento” su Williamson su l’altra colonna della pagina a firma di Santambrogio.

    Insomma, un altro di quegli idioti alla Vianelli e alla Germinario che Mattogno ha già ampiamente spernacchiato.

    Volevo chiederLe se Mattogno o altri hanno intenzione di scrivere a Libero. So bene quanto sia complicato, a maggior ragione dopo l’esperienza Faurisson-Le Monde. Però purtroppo un quotidianio a diffusione nazionale fa molto più male al revisionismo che 1000 libri di un Vidal-Naquet o di una Lipstadt…

    Grazie per l’attenzione.

    Saluti.

    Valerio

    Rispondi
  1. caro valerio, grazie a te dell’attenzione.
    non penso che mattogno o altri abbiano intenzione di scrivere a “libero” (anche perchè, di fronte ad un articolo del genere, bisognerebbe opporre un contro-articolo e un direttore fazioso come feltri non lo consentirebbe mai).
    purtroppo, dal punto di vista mediatico, tra i revisionisti e i loro nemici c’è una sproporzione tale e quale a quella che esiste tra i palestinesi e israele. ricordo che a suo tempo, proprio un giornalista di “libero” – andrea colombo – contattò il prof. faurisson e gli fece pure un’intervista ma feltri mandò tutto a monte.
    la paura fa novanta…

    Rispondi
    • Corrado
    • 1 Febbraio 2009

    Non pensavo Feltri fosse così.Sono deluso.Avrei capito Repubblica o “Il Corriere della Serva”ma libero…

    Rispondi
    • Anonimo
    • 15 Aprile 2009

    Adesso pure libero è fazioso e schieratamente a sinistra?Ma non vi viene il dubbio che se tutti sono faziosi nei vostri confronti, forse siete voi i primi ad esserlo e a vedere allo stesso modo il resto del mondo?Mi chiedo come riusciate ad avere delle vedute così ristrette e limitate, incentrate solo ed esclusivamente sul vostro punto di vista e basta.

    Rispondi
    • Anonimo
    • 5 Dicembre 2009

    che cazzoni, vero!

    Rispondi
    • Anonimo
    • 29 Dicembre 2011

    aldi là di tutte le considerazioni e posizioni negazioniste, revisioniste o sostenitrici dell'olocausto mi chiedo e chiedo: perchè nessuno spioega le ragioni oer cui la Germania non utilizzò le armi chimiche di cui era fornitissima(ad Amburgo mi pare qualche anno fa furono scoperteingentissime riserve di armi chimiche della 2 guerra)e gli alleati dell'asse continuarono a pserare nelle armi segrete?

    Rispondi
    • SEPP
    • 19 Dicembre 2016

    Anche se e’ passato tanto tempo, provo a fare una riflessione:
    nessuno si chiede perche’ tutti i popoli e anche gli ebrei stessi
    non lo fanno: perche’ venivano perseguitati e perche’ erano
    cosi’ poco amati?
    Nessuno si chiede perche’ tanta attenzione a soli sei milioni
    e niente a 100 milioni morti per causa loro, la gente non e’
    capace di fare una analisi, non e’ abituata alla critica, ad
    uscire dal solco che qualcuno ha tracciato per essi.
    Tutti ancora a credere alla storia della religione, dell’uccisione
    del nazareno, invece di accorgersi che il problema e’ solo
    di natura venale: il potere.
    Dopo questo conflitto, pochi hanno capito il motivo di due
    guerre fratricide.
    L’odio ha sempre una ragione come insegna freud e non e’
    l’invidia.

    Rispondi
    • Anonimo
    • 29 Maggio 2020

    grazie per l’aiuto è servito a molto

    Rispondi

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