UNA DOMANDA
Di Vincenzo Vinciguerra
Da oltre mezzo secolo ci si interroga sulle ragioni che impediscono alla verità sulla storia italiana del dopoguerra – e, in particolare, sulla guerra civile degli anni Settanta – di emergere, senza che nessuno abbia cercato di dare una risposta.
Tutti, anche i migliori storici, credono, o fingono di credere, che ancora oggi, nel 2024, ad opporsi alla verità siano fantomatici poteri occulti che, in quanto tali, nessuno riesce a identificare e denunciare.
Non è vero.
Ad opporsi all’affermazione della verità che, in gran parte è emersa sul piano giudiziario e storico, è un potere politico palese che risiede in tutti i partiti politici che si sono alternati alla guida dei governi italiani in questo dopoguerra.
Se il presidente della Repubblica, il democristiano Sergio Mattarella, il 28 maggio 2024, ricordando la strage di Brescia, ha potuto rilanciare la tesi degli “opposti estremismi” – il “terrorismo nero e quello rosso” che hanno attaccato lo Stato – senza suscitare proteste è perché nella congiura contro la verità sono unite tutte le forze politiche di destra, di centro e di sinistra.
Su chi ricade la responsabilità della guerra civile degli anni Sessanta e Settanta?
Nel secolo scorso, in Italia ci sono state tre guerre civili: la prima, dal 1919 al 1922, ha visto contrapposti fascisti e socialcomunisti; la seconda, dal 25 luglio 1943 al 2 maggio 1945, è stata provocata dalla monarchia, che aveva creduto di sopravvivere alla guerra passando dalla parte degli anglo-americani; la terza, dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, è stata determinata dalla volontà di eliminare dalla scena politica il Partito comunista e le organizzazioni affini.
Una guerra civile scaturita dall’inserimento dell’Italia nello schieramento occidentale impegnato, sotto la guida degli Stati Uniti, a combattere il “comunismo internazionale”, ovvero l’Unione Sovietica di cui il Partito comunista italiano era fedelissimo gregario.
Una verità che non è possibile negare e dalla quale sorge necessariamente la domanda: su chi ricade la responsabilità di questa terza guerra civile italiana?
A questa semplice domanda tanti, se non tutti, cercano di dare risposta ricercando molteplici responsabilità che vanno dalla loggia P2, ai fantomatici fascisti, alle Brigate rosse e così via, in modo da eludere la sola risposta valida: la responsabilità ricade sul potere politico democratico ed antifascista.
Non c’è alcuna volontà di polemica ideologica in questa mia affermazione, solo il riconoscimento di una realtà che vede nel regime politico italiano il protagonista unico e solo della storia di questo nostro Paese dall’8 settembre 1943 in avanti, fino ad oggi.
Si è parlato per anni di colpi di Stato che non possono essere organizzati dal basso ma dall’alto, da coloro che detengono in tutto o in parte il potere politico che prevale su quello militare e che dirige gli organismi di sicurezza dello Stato.
E chi deteneva questo potere, se non la Democrazia cristiana ed i suoi alleati laici?
Chi intratteneva i rapporti internazionali al più alto livello, se non i presidenti del Consiglio democristiani e i governi che presiedevano?
È ormai accertato che tutti i gruppi dell’estrema destra, dal Movimento sociale italiano a quelli collaterali, erano collegati e subalterni ai servizi segreti e alle strutture clandestine dello Stato.
È altrettanto certo che i gruppi della sinistra, da “Lotta continua”, con i suoi rapporti con la divisione Affari riservati del ministero degli Interni, alle Brigate rosse manipolate e forse eterodirette da servizi segreti stranieri e italiani, come provato dal sequestro e dall’omicidio di Aldo Moro, hanno interpretato, come quelli di estrema destra, il ruolo di burattini di una storia tragica dalla quale sono usciti vincitori i soli burattinai.
Comprendo lo sconcerto e l’imbarazzo di quanti, storici e non solo, credendo sinceramente nella democrazia e nell’antifascismo, rifiutano di accettare questa verità ma è giunto il momento, anche per loro, di accettarla se vogliono che la verità si affermi nella sua interezza.
La verità esige che si riconosca che la matrice della terza guerra civile italiana è democratica ed antifascista.
La terza guerra civile è stata condotta, sul campo, dalle forze militari e di sicurezza agli ordini dell’Alleanza atlantica e degli Stati Uniti.
Il mancato riconoscimento di questa verità ha permesso alle stesse forze politiche che hanno provocato tale guerra civile di mantenere fino ad oggi il loro potere, anzi di accrescerlo portando al governo gli eredi di quella manovalanza di estrema destra che non aveva esitato ad usare lo stragismo contro la popolazione civile come arma per battere il comunismo, mentre i comunisti italiani, per paura di essere travolti, a partire dal 1968, si sono resi complici di quel potere che li combatteva e hanno continuato ad esserlo nella menzogna, convinti che solo in questo modo sarebbero stati accettati dalla potenza egemone.
È vero: gli ex comunisti sono stati al governo ma gli hanno contrapposto Silvio Berlusconi e “Forza Italia”, mentre oggi al governo hanno perfino i “Fratelli d’Italia”.
Insomma, gli ex comunisti il potere al quale aspiravano non lo hanno mai avuto e non potranno averlo in futuro perché, per gli Stati Uniti e per i loro alleati, saranno sempre più affidabili coloro che hanno raccolto l’eredità di quanti hanno tradito il Paese per servire i loro interessi.
Basta, quindi, con le leggende metropolitane sui ferocissimi fascisti che hanno attaccato lo Stato in odio alla democrazia e all’antifascismo, insieme ai mafiosi, ai massoni “deviati”, ai servizi segreti “deviati” e via deviando.
La verità che si vuole occultare è che, nel dopoguerra, il denominatore comune che ha allineato forze politiche diverse, Democrazia cristiana, Movimento sociale italiano, Partito liberale, Partito repubblicano, Partito socialdemocratico, Partito socialista (dal 1956 in avanti), forze criminali (mafia, camorra, ndrangheta), forze armate, forze di polizia e di sicurezza, forze clericali, forze economiche e finanziarie, massoneria, è stato l’anticomunismo, in una battaglia condotta ed imposta dagli Stati Uniti.
Non è accettabile che l’affermazione di tante verità parziali sul piano storico e giudiziario sommate insieme comporti come risultato una grande menzogna, quella dello Stato e del regime politico vittime dei “terrorismi” nero e rosso.
Non mi rivolgo a pennivendoli, storici d’accatto e da trivio, ma ai migliori, ai più onesti, ai più capaci, a coloro che hanno realmente contribuito all’accertamento e all’affermazione di tante verità parziali, per dire loro che è giunto il momento di riunire tutte queste verità per affermarne una sola: quella della responsabilità politica, morale, organizzativa dello Stato e del regime democratici e antifascisti.
Vogliono convenire costoro, i migliori, che la storia non la scrivono gli ideali e i valori ma uomini che hanno calpestato e tradito gli ideali e i valori che avrebbero dovuto rappresentare, scegliendo di servire gli interessi degli Stati Uniti.
Non è, questa, una verità politica: è semplicemente la verità.
Per dirla, basta uscire dal coro, e per farlo serve solo coraggio morale e civile.
Abbiamo posto una domanda, diamo insieme la risposta.
Opera, 5 ottobre 2024
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