Vincenzo Vinciguerra: I camerati onorari

I CAMERATI ONORARI

Di Vincenzo Vinciguerra

A Milano, c’è un pericoloso covo neofascista di cui è doveroso denunciare l’esistenza.

Si occulta dietro una facciata di sinistra moderata e democratica, oggi allo sbando, e si identifica con la redazione del quotidiano “La Repubblica”.

È un’accusa grave, sorprendente, scandalosa per i compagni italiani, ma siamo in grado di provarla.

In sintonia, difatti, con i dirigenti di “Fratelli d’Italia”, gli eredi del Movimento sociale italiano, il partito della guerra civile, i giornalisti di “Repubblica” sono in prima linea nell’affermazione della menzogna sulla storia italiana degli anni cosiddetti di “piombo”.

La verità sulla storia italiana e il Movimento sociale avrebbe – e ancora oggi potrebbe – ridotto “Fratelli d’Italia” ad una conventicola di falliti aspiranti ad un potere che gli sarebbe stato negato per sempre.

Invece no.

I camerati di “Repubblica” vengono in aiuto dei camerati di Giorgia Meloni e Ignazio La Russa pubblicando una serie di menzogne che rafforzano la credibilità di questi ultimi ben decisi a riscrivere la storia a loro uso e consumo.

Il 13 dicembre 2022, ad esempio, pubblicano un articolo dal titolo “Piazza Fontana senza verità. Sala: ‘Una vergogna civile’”.

Non è così.

La verità sulla strage di piazza Fontana, nonostante il tentativo di impedirlo da parte di Felice Casson, è stata raggiunta dal giudice istruttore milanese Guido Salvini.

Una verità che dice che la strage venne compiuta da militanti di Ordine nuovo del Veneto, fra i quali Carlo Digilio, informatore della Cia, condannato a 11 anni di reclusione perché pentito. E con lui, sia pure tardivamente, è riconosciuta la responsabilità di Franco Freda.

Altri sono stati assolti per la negligenza di magistrati della procura della Repubblica di Milano, impegnati non a svolgere indagini ma ad affiancare Felice Casson nel suo tentativo di impedire l’accertamento della verità sul conto degli ordinovisti veneti.

La verità, quindi, c’è: è stata individuata l’organizzazione stragista, Ordine nuovo, i rapporti degli ordinovisti veneti con i servizi segreti americani, israeliani ed italiani, i nomi di due degli organizzatori ed esecutori materiali della strage di piazza Fontana.

Perché mentono i camerati di “Repubblica”? Perché rifilano ai lettori la menzogna di una verità che non c’è?

Per la semplice ragione che vogliono essere politicamente corretti, nel senso di non infastidire gli eredi del partito della guerra civile mettendo in evidenza, ad esempio, che capo di Ordine nuovo era Pino Rauti, tanto stimato da Giorgia Meloni, e padre di Isabella Rauti, oggi sottosegretario al ministero della Difesa.

Non osano, i camerati di “Repubblica”, ricordare che sotto la direzione di Pino Rauti, Ordine nuovo si è reso protagonista della strage di piazza Fontana, di piazza della Loggia a Brescia, di via Fatebenefratelli a Milano, dell’Italicus, della mancata strage sul treno Torino-Roma.

È vero – può stare tranquilla Isabella Rauti – che sul piano giudiziario, benché indagato per le stragi del 12 dicembre 1969 e del 28 maggio 1974, Rauti è stato prosciolto ma nessuno ha messo in discussione il suo ruolo di capo dell’organizzazione stragista.

Poteva non sapere, Pino Rauti, quello che facevano i suoi gregari?

Per la magistratura sì, per la storia e per gli storici veri forse no, vista la finalità politica dello stragismo italico, quella di pervenire alla creazione di uno “Stato forte contro la sovversione rossa”, come predicava Pino Rauti.

Non si può dire? Per i camerati di “Repubblica” no, perché Rauti, che si era rifugiato sotto l’ombrello del Msi nel mese di novembre del 1969, poi era stato anche segretario nazionale dello stesso partito e, come parlamentare, era entrato nella casta degli intoccabili.

Su piazza Fontana la verità c’è. La “vergogna civile” la rappresentano “Repubblica” e il sindaco di Milano, Sala.

Con tono sommesso, i camerati di “Repubblica” hanno segnalato che Giorgia Meloni non ha inviato alcun messaggio ai familiari delle vittime della strage del 12 dicembre 1969 e, con grande loro dolore, nemmeno il senatore Ignazio La Russa.

Grazie ad una sinistra pavida e complice, oggi i “Fratelli d’Italia” (povera Italia!) sono al governo e fra i loro obbiettivi primari c’è la riscrittura della storia italiana, compresa quella relativa alla strage di piazza Fontana che, per loro, è stata compiuta dagli anarchici.

Con buona pace della sinistra, i “Fratelli d’Italia” tireranno fuori Pietro Valpreda e, a proposito di Valpreda, Massimo Pisa, già distintosi in menzogne nei miei confronti, scrive su “Repubblica” che la colpevolezza di Pietro Valpreda, affermata fra gli altri dal colonnello dei carabinieri Massimo Giraudo, non è stata dimostrata.

E, nelle sue farneticazioni, parla anche delle “teorie dell’ergastolano Vincenzo Vinciguerra”, che della partecipazione di Pietro Valpreda ai fatti del 1969, strage di piazza Fontana compresa, ha sempre parlato senza mai essere smentito.

Per quanto riguarda il colonnello Giraudo c’è da dire che ha sacrificato la carriera e incontrato forti ostilità all’interno dell’Arma dei carabinieri per affermare la verità a Brescia e a Palermo, mentre le mie “teorie” poggiano su fatti che nessuno, a sinistra, ha mai potuto negare.

L’arroganza dei bulli di sinistra consiste nel dire che non è vero questo e quello perché lo diciamo noi, evitando di entrare nel merito, di esaminare i fatti, di analizzare i comportamenti e così via.

Ora che sarà necessario, per gli onesti, opporsi ai tentativi di mistificazione della storia portati avanti da “Fratelli d’Italia”, sarà il caso di mettere a tacere i camerati di “Repubblica” che tanto hanno già fatto per Giorgia Meloni e Ignazio La Russa.

Per quanto mi riguarda, non starò a verificare se ancora esistono onesti in questo paese, ma andrò avanti per la mia strada fino alla fine.

 

Opera, 31 gennaio 2023

One Comment
    • TheTruthSeeker
    • 6 Marzo 2023

    Nel frattempo:

    “Ignazio La Russa al Museo dell’Olocausto in Israele: Mai più un odio così bestiale”, Il Giornale d’Italia

    06 Marzo 2023

    (Agenzia Vista) Israele, 06 marzo 2023 “Ogni volta che mi sono simbolicamente inginocchiato in questo luogo di dolore e di ricordo ho rinnovato il sentimento di vicinanza al popolo ebraico e il proposito di contribuire a far sì che mai più ci sia un odio così bestiale è inumano”, le parole di La Russa al Museo dell’Olocausto nel corso della sua visita in Israele.

    Proseguimento con audio video:

    https://www.ilgiornaleditalia.it/video/politica/461290/la-russa-al-museo-dell-olocausto-in-israele-mai-piu-un-odio-cosi-bestiale.html

    Commento

    Prima parte

    Per La Russa & Company ( Fratelli di Teglia! ) molto più importante per il loro tornaconto personale baciare la pantofola di Sion ( come già avevan fatto Fini, Salvini, ecc.. ) piuttosto che avere un briciolo di schiena dritta per un minimo di verità storica a beneficio del popolo italiano.

    Seconda parte.

    Davvero ottimo l’articolo di Vinciguerra, complimenti per la pubblicazione.

    Rispondi

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