Moon of Alabama: Zelensky e i fascisti: “Verrà impiccato su qualche albero della Khreshchatyk

Facebook consente di nuovo gli elogi ai neonazisti ucraini di Azov: la storia del battaglione anti-russo

ZELENSKY E I FASCISTI: “VERRÀ IMPICCATO SU QUALCHE ALBERO DELLA KHRESHCHATYK”[1]

5 marzo 2022

[…]

Ora torniamo all’Ucraina e al grande interrogativo: Perché la Russia sta facendo questo?

Su Grayzone, Alexander Rubinstein e Max Blumenthal hanno pubblicato un pezzo sulla svolta di Zelensky: dall’operatore di pace che aveva promesso di essere prima della sua elezione a sostenitore attivo della milizia fascista “ultranazionalista”. Essi collegano questa svolta ad un incontro faccia-a-faccia tra Zelensky e i combattenti della milizia nell’autunno del 2019:

“In un confronto faccia-a-faccia con i militanti del Battaglione neo-nazista Azov che aveva lanciato una campagna denominata ‘No alla capitolazione’ – per sabotare l’iniziativa di pace, Zelensky incontrò un muro di ostinazione.

“Dopo che i suoi appelli al disimpegno dal fronte erano stati fermamente respinti, Zelensky si sciolse davanti alla telecamera. “Sono il presidente di questo paese. Ho 41 anni. Non sono un perdente. Sono venuto da voi e vi ho detto: rimuovete le armi”, così Zelensky implorò i combattenti.

“Quando il video del tempestoso confronto si diffuse sui social media ucraini, Zelensky divenne il bersaglio di una reazione rabbiosa.

“Andriy Biletsky, il leader orgogliosamente fascista del Battaglione Azov che a suo tempo promise di ‘guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale…contro i subumani guidati dai semiti’, giurò di portare migliaia di combattenti a Zolote se Zelensky avesse fatto ulteriori pressioni. In quel mentre, un parlamentare del partito dell’ex Presidente ucraino Petro Poroshenko fantasticò apertamente sulla possibilità di far saltare in aria Zelensky con una granata.

“Sebbene Zelensky avesse ottenuto un disimpegno minore, i paramilitari neonazisti intensificarono la loro campagna ‘No alla Capitolazione’. E nel giro di pochi mesi, i combattimenti iniziarono ad accendersi nuovamente a Zolote, scatenando un nuovo ciclo di violazioni dell’Accordo di Minsk.

“A questo punto, Azov venne formalmente incorporato nell’esercito ucraino e la sua ala di vigilanti di strada, conosciuti come i Corpi Nazionali, venne dispiegata in tutto il paese sotto il controllo del Ministero dell’Interno ucraino, e a fianco della Polizia nazionale. Nel dicembre 2021, Zelensky ha consegnato il premio di ‘Eroe dell’Ucraina’ ad un leader del fascista Settore Destro nel corso di una cerimonia tenuta nel parlamento dell’Ucraina”.

Questo è tutto giusto. Ma permettetemi di osservare che le minacce di morte dei fascisti a Zelensky erano già state fatte molto tempo prima.

Il 27 maggio 2019, una settimana dopo l’entrata in carica di Zelensky come presidente, il sito di news ucraino Obozrevatel pubblicò una lunga intervista con Dmytro Anatoliyovych Yarosh, un co-fondatore di Settore Destro che era allora il comandante dell’Esercito dei Volontari Ucraini. Yarosh e altri come lui avevano avuto poco sostegno quando cercarono di essere eletti in parlamento ma essi, come si evinse dai fatti di Maidan, avevano le armi e la volontà di usarle.

Io ora ricevo un “accesso negato” quando cerco di accedere all’intervista originale ma ho trovato una copia sull’archive.org.

Il titolo dell’intervista reca il suo messaggio principale (traduzione automatica):

Yarosh: se Zelensky tradisce l’Ucraina, perderà non la carica ma la vita.

Poiché l’intervista è molto lunga la concentrerò in due parti. Zelensky aveva promesso la pace e di attuare l’accordo di Minsk. Ecco il pensiero di Yarosh su Minsk.

Intervistatore: Che cosa vuol dire?

Yarosh: Il format Minsk – e io parlo di questo tutto il tempo – è un’opportunità per guadagnare tempo, armare le Forze Armate, passare ai migliori standard del mondo nel sistema della sicurezza nazionale e della difesa. Questa è un’opportunità per manovrare. Ma niente di più. L’attuazione degli accordi di Minsk è la morte del nostro stato. Non meritano una goccia di sangue dei ragazzi e delle ragazze, degli uomini e delle donne che sono morti in questa guerra. Non una goccia.

Eravamo meglio preparati durante questo gioco diplomatico ad una possibile invasione russa su vasta scala.

I: Lei pensa che è tempo di abbandonare “Minsk”?

Y: Indubbiamente.

I: Ma a Zelensky è stato detto immediatamente dopo le elezioni che egli non aveva alternative.

Y: “Essi hanno detto a Zelensky”…Zelensky ha detto qualcosa?

I: No.

Y: Ed è spaventoso. Il Comandante Supremo, che non dice nulla. È una sorta di vuoto. Ed è molto strano.

I: Aspettate ciò che il presidente neoeletto dirà?

Y: Non solo. Combattiamo e stiamo all’erta. Aspettiamo ciò che dirà e, soprattutto, come agirà. “Dai frutti li conoscerete”, dice la Scrittura. I “frutti” li vedremo in autunno. Zelensky è un politico inesperto. E il seguito fa il re. E vediamo già chi sta per apparire “nel seguito”. Non c’è da essere ottimisti. Perché Zelensky ha promesso a chi lo ha votato (io non ho votato per lui) che avrebbe rotto il sistema oligarchico. Ma già dai primi appuntamenti, vediamo che il sistema oligarchico continua a vivere e a prosperare. E, ovviamente, continuerà a essere così. Solo i flussi verranno trasferiti”.

Per gli “ultranazionalisti” dell’Ucraina l’accordo di Minsk era solo una foglia di fico per prendere tempo e riarmarsi. Nel 2019, cinque anni dopo Minsk, essi si sentivano già capaci e pronti ad attaccare di nuovo e schiacciare i ribelli del Donbas.

L’osservazione di Yarosh su Zelensky e gli oligarchi non è sbagliata. I flussi di denaro succhiati agli ucraini e ai donatori stranieri vennero re-diretti sotto Zelensky a beneficio di quegli oligarchi, soprattutto Igor Kolomoyskyy, che lo avevano sostenuto.

L’intervistatore poi chiede a Yarosh dei suoi rapporti con Kolomoyskyy, il quale aveva definito il conflitto con il Donbas una guerra civile. Yarosh non si cura di Kolomoyskyy ma rifiuta la definizione di “guerra civile”:

“Yarosh: Forse, qualcosa lo spinge a fare queste dichiarazioni. A quanto pare, l’interesse per qualche affare.

Questo è il pericolo principale dell’oligarchia, per me. Loro, gli oligarchi, sono persone di talento, perché senza talento è impossibile costruire questi business e guadagnare miliardi. Ma il pericolo degli oligarchi è che sono degli accaparratori. A loro, non importa nulla della Madrepatria. Hanno bisogno del denaro. il profitto fa chiudere un occhio su tutto. E poi puoi negoziare con la Russia a qualunque condizione. Ed ecco perché Zelensky è molto pericoloso per noi ucraini. Lo sento.

Intervistatore: Qual è il pericolo?

Y: Le sue dichiarazioni sulla pace a qualunque costo sono pericolose per noi. Vladimir semplicemente non conosce il prezzo di questo mondo. Egli può aver presenziato a concerti vicino al fronte. Ma quando i miei bambini sono stati fatti a pezzi dalle bombe russe e poi questi pezzi hanno dovuto essere raccolti e inviati alle loro madri, il prezzo in qualche modo appare completamente differente.

I: Lei ora sta cercando di incontrarlo?

Y: Sì. Ho già inviato un paio di messaggi, ma sta zitto. Forse non lo hanno raggiunto. È un uomo occupato…

Ma anche se questo incontro non si fa, va bene. Egli deve solo capire una verità: gli ucraini non possono essere umiliati. Gli ucraini, dopo settecento anni di schiavitù coloniale, forse non hanno imparato completamente come costruire uno stato. Ma abbiamo imparato molto bene come fare una rivolta e a sparare contro tutte quelle “aquile” che stanno cercando di parassitare sul sudore e sul sangue degli ucraini. Zelensky ha detto nel suo discorso inaugurale di essere pronto a perdere rating, popolarità, posizione…No, egli perderebbe la vita. Verrà impiccato su qualche albero della Khreshchatyk – se egli tradisce l’Ucraina e quelle persone che sono morte nella Rivoluzione e nella Guerra”.

Khreshchatyk è la strada principale di Kiev. La predetta e altre minacce a Zelensky hanno certamente contribuito a convertirlo da operatore di pace a guerrafondaio e amico delle varie milizie “ultranazionaliste”.

Nella primavera del 2021 Zelensky annunciò che l’Ucraina avrebbe ripreso la Crimea con la forza. La Russia allora dispiegò grandi manovre militari e Zelensky fece marcia indietro. Nel novembre 2021 l’Ucraina di nuovo fece rumore e disse che si sarebbe ripresa il Donbas con la forza. La Russia di nuovo dispiegò manovre militari come un’ostentazione di forza ma questa volta la situazione peggiorò ulteriormente.

A partire dalla metà di febbraio [del 2022] gli osservatori dell’OSCE nella zona del Donbas hanno osservato nei loro rapporti quotidiani una forte crescita di violazioni del cessate il fuoco e di esplosioni.

La maggior parte delle violazioni sono giunte dalla parte ucraina e le esplosioni dei proiettili [di cannone] e dei missili avevano come bersaglio il territorio del Donbas. Il 19 febbraio, al culmine delle esplosioni, Zelensky ha fatto un discorso alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. Egli ha posto l’accento sul Memorandum di Budapest in base al quale l’Ucraina aveva rinunciato alle armi nucleari che essa aveva ereditato dall’Unione Sovietica[2]:

“Dal 2014, l’Ucraina ha cercato tre volte di intraprendere consultazioni con gli stati garanti del Memorandum di Budapest. Tre volte senza successo. Oggi l’Ucraina lo farà per la quarta volta. Io, come Presidente, farò questo per la prima volta. Ma sia l’Ucraina che il sottoscritto fanno questo per l’ultima volta. Sto iniziando consultazioni nell’ambito del Memorandum di Budapest. Il Ministro degli Affari Esteri è stato incaricato di intraprenderle. Se non vi saranno o se i loro risultati non garantiranno la sicurezza del nostro paese, l’Ucraina avrà tutti i diritti di ritenere che il Memorandum di Budapest non funziona e che tutte le decisioni del pacchetto del 1994 sono in dubbio”.

Una delle decisioni del pacchetto che l’Ucraina prese nel 1994 fu l’ingresso dell’Ucraina nel Trattato di Non Proliferazione delle Armi Nucleari.

La Russia ha recepito il commento di Zelensky a Monaco come una minaccia dell’Ucraina di acquisire armi nucleari. Possiede già la conoscenza, i materiali e i mezzi per farlo.

Un governo controllato dai fascisti con bombe atomiche sul confine della Russia? La questione in gioco non è affatto Putin. Nessun governo russo di nessun genere potrebbe mai accettare questo.

Io credo che questa credibile minaccia, insieme con i preparativi bellici per una nuova guerra nel Donbas, è stato quello che ha convinto il governo russo a intervenire con la forza.

Il 22 febbraio la Russia ha riconosciuto le repubbliche del Donbas come stati indipendenti. Il 24 febbraio le truppe russe hanno varcato i confini dell’Ucraina.

Gli scopi stabiliti per l’esercito russo sono di demilitarizzare l’Ucraina e di denazificarla.

Il primo è facile da capire. L’esercito russo semplicemente distruggerà o disabiliterà tutte le armi pesanti che l’Ucraina ha.

Il secondo scopo richiede più spiegazioni rispetto alla predetta intervista con Dmytro Yarosh.

Come il Grayzone osserva:

“Nel novembre 2021, uno dei più importanti miliziani ultra-nazionalisti dell’Ucraina, Dmytro Yarosh, annunciava di essere stato nominato consigliere del Comandante in Capo delle Forze Armate dell’Ucraina. Yarosh è un seguace giurato del collaboratore nazista Bandera, ha guidato il Settore Destro dal 2013 al 2015, e ha giurato di guidare la “de-russificazione” dell’Ucraina”.

Le minacce dei fascisti rendono impossibile per qualunque politico ucraino attuare una sana politica che porterebbe la pace al paese.

I fascisti in Ucraina sono relativamente pochi. Ma hanno le armi e uccideranno chiunque si opponga a loro e ai loro scopi. Essi sono stati collocati in importanti posizioni statali (e oltre a questo gli oligarchi come Kolomoyskyy li pagano e li usano per i propri scopi).

Il problema è che questi gruppi ideologici, una volta che sono stabilmente radicati, tendono a crescere. il Settore Destro tiene campi estivi patriottici per giovani ucraini e lo stato ucraino li finanzia. Costoro hanno successo e i giovani ucraini li ammirano.

Questi sono gli sviluppi che la Russia teme. Come Patrick Armstrong ha scritto all’inizio dell’attuale intervento:

“Quello di cui [Putin] parla è quello che l’Unione Sovietica cercò di fare dal 1933 in poi: vale a dire fermare Hitler prima che lui incominciasse. Questa volta la Russia è in grado di farlo da sé stessa. In altre parole, Putin ritiene di condurre un attacco preventivo per fermare il giugno 1941. Questo è un affare molto serio e indica che i russi continueranno fino a quando non si sentiranno sicuri al punto da potersi fermare”.

L’esercito russo distruggerà le formazioni miliziane come il Settore Destro e il battaglione Azov che attualmente tiene in ostaggio le persone di Mariupol. Cercherà di prendere tutti i loro leader – vivi o morti.

Quando il compito sarà ultimato l’esercito russo lascerà l’Ucraina.

L’essere stati liberati dai potenti fascisti permetterà ai politici ucraini di reintrodurre politiche sane.

Questo è il piano.

Ma funzionerà?

Questa è probabilmente la domanda sbagliata. Ci si dovrebbe domandare fino a che punto e per quanto a lungo funzionerà.

Dopo l’indipendenza dell’Ucraina per gli “ultranazionalisti” ci sono voluti 22 anni, e l’aiuto della CIA, per giungere al potere. Dopo che saranno stati eliminati potrebbero rispuntare, ma ci vorrà qualche tempo. L’Ucraina sarà impegnata con la rinascita della propria economia. Avrà poco denaro da spendere per le armi.

Trent’anni dopo la Russia potrebbe vedere una ripetizione del confronto. Ma trent’anni sono un lungo tempo.

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://www.moonofalabama.org/2022/03/zelensky-and-the-fascists-he-will-hang-on-some-tree-on-khreshchatyk.html#more

[2] L’Ucraina non ha potuto infrangere i codici di sicurezza del permissive action link di quelle armi nucleari così in realtà non ha rinunciato a nulla.

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