In Ucraina è accaduto anche questo

Da Viviana Marchesca delle Rose ricevo – via Facebook – e pubblico: 

Ringrazio tutti per gli auguri ricevuti per il mio compleanno. Avrei voluto esser spensierata, per qualche momento almeno e festeggiare in allegria ma dopo quello che ho visto stanotte, non son riuscita nemmeno a dormire. Certo, non ero lì, come una Russa in Ucraina ma era come esserci per davvero; la mia empatia per quei poveri Cristi incollati ai pali della segnaletica o agli alberi, avvolti da decine di metri di nastro adesivo, con gambe e culo esposti al gelo o addirittura denudati interamente sotto le rigide temperature ucraine di questi giorni, la mia empatia, dicevo, non è stata scatenata dalla propaganda filo-nazista dei talkshow occidentali o dalle menzogne della Stampa tutta o quasi. La mia empatia è pura, sentita, dolorosa per le scene d’orrore REALE, non inventato – ché in guerra non c’è bisogno di inventare il dolore – a cui mi sono sottoposta. Cose turche… anzi, UCRAINE!

I vostri auguri, col vostro permesso, li giro ai Russi d’Ucraina che ne hanno molto più bisogno di me.

Perché se al giorno d’oggi sei Russo in Ucraina, almeno da otto anni a questa parte, rischi la vita ogni minuto: se cammini semplicemente per strada, se hai rubato del pane per fame, se non sai pronunciare come si deve certe parole ucraine, se non rientri in qualche modo nei ranghi imposti dal governo golpista e neonazista dell’Ucraina di #Zelensky, la sorte, in questi tempi orribili di “caccia al Russo”, può manifestarsi dietro l’angolo, come puoi vedere nelle foto qui condivise. Hai rubato per fame? Diventi un saccheggiatore, un “moroder”. Vieni preso e se ti va bene non ti riempiono subito di botte. Ti viene attaccato addosso un cartello con sopra scritta la parola “moroder” («saccheggiatore», appunto) e vieni portato dove la gente ti possa meglio vedere e, volendo, possa sfogare su di te le proprie frustrazioni, colpendoti su tutto il corpo come meglio può. Nessuno al mondo potrà proteggerti da quelle torture e dal malgoverno che le tollera e le promuove per mano delle bestie antropomorfe appartenenti al gruppo neonazista “Azov”, installatosi con la violenza al potere nel 2014; non troverai riparo perché né la mamma, né il papà, né i parenti, né gli amici, né le “autorità” deposte a proteggerti potranno offrirti aiuto; non troverai protezione dai carnefici che smaniano dal satanico desiderio di infliggerti ogni sorta di umiliazione con botte, bastonate, pugni, cinghiate, calci ovunque. Per qualcuno la guerra è una immane tragedia; per altri è una speranza di liberazione da violenze, angherie e torture quotidiane sotto un regime ammantatosi di falso eroismo, di falsa resistenza che incita le sue truppe di squadristi neonazisti a una violenza incredibilmente, spietatamente crudele verso gli odiati Russi. A questa ferocia ha fatto eco la russofobia occidentale, per cui in Ucraina i fatti di violenza antirussa si sono moltiplicati esponenzialmente, con la perfida consapevolezza di essere giustificati e celati dai criminali governi dell’Unione europea e degli Stati Uniti d’America, nonché dai loro maledetti lacchè della disinformazione.

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