Panagiotis Heliotis: Nessuno ha negato che è avvenuto?

 

NESSUNO HA NEGATO CHE È AVVENUTO?[1]

Di Panagiotis Heliotis, 2018

Ciao a tutti. L’anno scorso la professoressa Deborah Lipstadt ha tenuto una conferenza sul negazionismo dell’Olocausto all’Università di Oxford. In quella occasione ella ha affermato:

In nessun processo per crimini di guerra dalla fine della seconda guerra mondiale nessun perpetratore di qualunque nazionalità ha mai detto che non è avvenuto” (1:55).

In realtà, vi sono molte, molte persone che hanno la stessa impressione; costoro sono certissimi che durante i processi tutti i nazisti si inginocchiarono esclamando: “Lo abbiamo fatto!”. Ma questo è vero?

Per scoprirlo dovremo esaminare diverse testimonianze di nazisti che si trovano trascritte nei documenti, dall’International Military Tribunal (IMT) al Nuremberg Military Tribunal (NMT), riguardanti il presunto tentativo di sterminare gli ebrei – testimonianze che non troverete mai nei libri di storia.

Iniziamo con il Generale Wilhelm Keitel (IMT, v. 10, p. 594, 598):

DR. LATERNSER: Lei sa se i più alti comandanti militari in un qualunque momento vennero informati dell’intenzione di Hitler o di Himmler di uccidere gli ebrei?

KEITEL: secondo la mia opinione, questo non fu il caso, poiché personalmente non ne venni informato neppure io. […]

HORN: in rapporto alla testimonianza del Generale Lahousen, voglio farle una domanda. All’epoca della campagna polacca, c’era una direttiva o un ordine di Hitler di sterminare gli ebrei nell’Ucraina polacca?

KEITEL: non riesco a ricordare niente del genere. So solo che durante l’occupazione della Polonia – cioè dopo l’occupazione – il problema degli ebrei polacchi ebbe un ruolo. A questo proposito, una volta feci anche una domanda a Hitler a cui, credo, egli rispose che quest’area andava bene per insediarvi lì gli ebrei. Non so o non ricordo nient’altro”.

Wilhelm Keitel

Proseguiamo con il Reichskommissar Arthur Seyss-Inquart (v. 16, p. 19):
DR. HAENSEL: lei ha detto nel suo interrogatorio che un’ordinanza di Heydrich la indusse a trasportare gli ebrei dall’Olanda. Lei vide l’ordinanza di Hitler a Heydrich?

SEYSS-INQUART: penso di sì – un’ordinanza di Hitler non avrebbe riguardato il solo Heydrich.

HAENSEL: lei raffigura la situazione come se Heydrich le avesse detto che egli aveva questa ordinanza.

SEYSS-INQUART: sì, egli mi disse questo, e poche settimane dopo mi mandò questa ordinanza.

HAENSEL: era scritta?

SEYSS-INQUART: sì, era scritta.

HAENSEL: e cosa diceva l’ordinanza?

SEYSS-INQUART: che egli aveva la responsabilità totale della soluzione finale della questione ebraica come pure delle altre questioni correlate.

HAENSEL: e quando fu questo? Nel 1941? Nel 1940?

SEYSS-INQUART: fu all’incirca nell’epoca in cui l’evacuazione iniziò. Fu nel 1942.

HAENSEL: questo deve essere sbagliato. Fu nel 1941, non più tardi.

SEYSS-INQUART: forse egli mi mostrò l’ordinanza più tardi. Non conosco la data dell’ordinanza.

HAENSEL: deve essere stato così. Ma questa ordinanza, lei ha detto, era stata concepita in termini generali?

SEYSS-INQUART: in termini generali.

HAENSEL: poteva essere interpretata in un modo o nell’altro? Voglio dire, lei sa…

SEYSS-INQUART: sì, io ebbi l’impressione che nei territori occupati Heydrich dovesse effettuare l’evacuazione, e che a quell’epoca non ero così sicuro se dovesse essere un’evacuazione finale – che, comunque, era possibile. La possibilità più estrema era che gli ebrei dovessero essere radunati in campi e dopo la fine della guerra insediati da qualche parte.

HAENSEL: mi scusi, testimone, la possibilità più estrema sarebbe di certo stata che gli ebrei venissero distrutti, non è così?

SEYSS-INQUART: sto parlando della possibilità più estrema che ritenni all’epoca”.

Egli ha anche aggiunto (p. 20):

DR. HAENSEL: prima del 1943 lei discusse questi problemi con Hitler?

SEYSS-INQUART: ero semplicemente presente quando Hitler parlava di questi problemi. Fu sempre su questa linea, eliminare gli ebrei dalla popolazione tedesca e mandarli da qualche parte all’estero.

HAENSEL: ma non si parlò mai della distruzione degli ebrei?

SEYSS-INQUART: mai”.

Arthur Seyss-Inquart

Ora passiamo al Capo della Cancelleria del Reich Hans Lammers (v. 11, pp. 50-53).

DR. THOMA: ho solo un’altra domanda. Lei sa nulla riguardo al fatto che Hitler aveva deciso di risolvere la questione ebraica con la soluzione finale, vale a dire, con l’annichilimento degli ebrei?

LAMMERS: sì, so molte cose su questo. Seppi per la prima volta della soluzione finale della questione ebraica nel 1942. Fu quando mi giunse voce che il Führer, presuntivamente, attraverso Göring, aveva impartito un ordine al SS Obergruppenführer Heydrich di trovare una soluzione alla questione ebraica. Non conosco i contenuti esatti di quell’ordine e di conseguenza, poiché questo non rientrava nella mia giurisdizione, all’inizio ebbi un’opinione negativa ma poi, poiché volevo sapere qualcosa, dovetti, naturalmente, contattare Himmler. Gli chiesi che cosa significasse davvero l’idea della soluzione finale della questione ebraica. Himmler replicò che aveva ricevuto l’ordine dal Führer di effettuare la soluzione finale del problema ebraico – o piuttosto Heydrich e il suo successore ebbero quell’ordine – e che il punto principale dell’ordine era che gli ebrei dovevano essere evacuati dalla Germania. Per il momento, questa dichiarazione mi soddisfece e aspettai ulteriori sviluppi, poiché presunsi che, in qualche modo – io non avevo nessuna giurisdizione in questo campo – avrei ottenuto delle informazioni da Heydrich o dal suo successore, Kaltenbrunner. Poiché non seppi più nulla, io volli informarmi su questa questione, e nel 1942 annunciai un rapporto al Führer, dopo di che il Führer mi disse che era vero che egli aveva dato a Himmler l’ordine per l’evacuazione ma che non voleva nessuna ulteriore discussione su questa questione ebraica durante la guerra. […]

Nel frattempo una volta di più mi rivolsi a Himmler. Egli era dell’opinione che era necessario discutere di questa questione poiché un certo numero di problemi avrebbero dovuto essere risolti, in particolare perché l’intenzione di attuare una soluzione finale della questione ebraica si sarebbe probabilmente estesa a persone di sangue misto, in primo luogo, e si sarebbe estesa anche ai cosiddetti matrimoni “privilegiati”, vale a dire, a matrimoni dove solo un partito era ariano mentre l’altro partito era ebraico. Il Führer dichiarò una volta di più che egli non voleva avere un rapporto su questo ma che egli non aveva obiezioni su consultazioni riguardo a questi problemi. Che alcune evacuazioni avessero avuto luogo nel frattempo mi era noto. A quell’epoca, comunque, non si sapeva nulla sull’uccisione di ebrei; se emergevano dei crassi casi individuali, mi rivolgevo sempre a Himmler ed egli era sempre molto disponibile a sistemare questi casi individuali. Infine, tuttavia, nel 1943 saltarono fuori delle dicerie che gli ebrei venivano uccisi. Io non avevo giurisdizione in questo campo. Fu semplicemente che ricevetti occasionalmente delle lamentele e sulla base di queste lamentele investigai le dicerie. Ma, per quanto potrei dire, ad ogni modo, queste dicerie si dimostrarono essere solo delle dicerie. Chiunque diceva di aver sentito qualcosa da qualcun altro e nessuno voleva fare una dichiarazione precisa. Sono, in effetti, dell’opinione che queste dicerie erano basate soprattutto su trasmissioni [radio] straniere e che le persone non volevano dire da dove avevano avuto l’informazione. Tutto questo mi indusse ancora una volta a intraprendere un’indagine su questa materia. Prima di tutto, poiché io, da parte mia, non potevo iniziare indagini che rientravano nella giurisdizione di Himmler, mi rivolsi a Himmler ancora una volta. Himmler negò qualunque uccisione legale e mi disse, in riferimento all’ordine del Führer, che il suo dovere era di evacuare gli ebrei e che durante tali evacuazioni, che coinvolgevano anche persone vecchie e malate, naturalmente vi furono casi di morte, vi furono incidenti, vi furono attacchi compiuti da aerei nemici. Egli aggiunse anche, che vi erano state delle rivolte, che naturalmente egli aveva dovuto stroncare severamente, e in modo sanguinoso, come avvertimento. Per il resto, egli disse che queste persone venivano sistemate in campi all’Est. Egli mi mostrò molte immagini e album e mi mostrò il lavoro che veniva fatto in questi campi dagli ebrei e come lavoravano per le necessità della guerra, i reparti dei calzolai, dei sarti, e così via. Egli mi disse:

“Questo è l’ordine del Führer; se lei ritiene di dover agire contro di esso allora dica al Führer e dica a me i nomi delle persone che le hanno fatto questi rapporti”.

Naturalmente, non potevo dirgli i nomi, prima di tutto perché costoro non volevano essere nominati, e secondariamente costoro sapevano queste cose solo per sentito dire, così come ho detto, non gli potevo sottoporre nessun materiale preciso. Nondimeno, ancora una volta riferii di questa questione al Führer, e in questa occasione egli mi diede esattamente la stessa risposta che mi era stata data da Himmler. Egli disse: “Deciderò in seguito dove questi ebrei saranno portati e nel frattempo si avrà cura di loro lì”. […]

THOMA: ma, testimone, la prego di essere breve. Ora le pongo questa domanda: Himmler le disse mai che la soluzione finale del problema ebraico avrebbe avuto luogo con lo sterminio degli ebrei?

LAMMERS: questo non venne mai menzionato. Egli parlò solo di evacuazione.

THOMA: egli parlò solo di evacuazione?

LAMMERS: sì, solo di evacuazione.

THOMA: quando sentì che questi 5 milioni di ebrei erano stati sterminati?

LAMMERS: l’ho sentito dire qui qualche tempo fa”.

E poi (p. 115):
MAJOR JONES: lei, in quanto capo della Cancelleria del Reich, l’uomo che sapeva tutti i segreti del Terzo Reich, sta dicendo a questo Tribunale che non era a conoscenza dell’omicidio di milioni e milioni che vennero uccisi sotto il regime nazista?

LAMMERS: intendo dire che non ho saputo nulla di tutto ciò fino al momento del crollo, vale a dire, alla fine di aprile del 1945 o all’inizio di maggio, quando ascoltai tali resoconti da stazioni di trasmissioni estere. All’epoca non vi credetti, e solo dopo ho trovato ulteriore materiale qui, sui giornali. Se parliamo ora dell’eliminazione di una dannosa influenza che è lungi dal significare annientamento. Il Führer non disse una parola sull’omicidio; nessuna menzione venne mai fatta di un tale piano”.

Lammers testimoniò anche al Processo ai Ministri (NMT, v. 13). Interrogato di nuovo sulla Soluzione Finale egli affermò (pp. 419-421):

DOMANDA: testimone, devo ritornare sull’omicidio degli ebrei. Lei ha dichiarato che lei non ebbe conoscenza di ciò. Ma devo nondimeno chiederle: lei non ascoltò almeno dicerie di tali uccisioni degli ebrei, e cosa fece ascoltandole?

RISPOSTA: solo nell’anno 1943 tali dicerie mi giunsero a conoscenza e ciò accadde attraverso conversazioni private e attraverso poche lettere anonime e apocrife. Ma per me queste dicerie rimasero dicerie. Le esaminai. Tuttavia, non riuscii ad accertare nulla di positivo riguardo alla verità di tali presunti fatti. Le persone che mi riportavano tali dicerie non vollero mai tenere il punto e si ritirarono quando li misi di fronte alle loro affermazioni. Emerse sempre che costoro avrebbero dovuto nominare i loro informatori o che non lo volevano e che loro stessi non erano testimoni oculari. Ebbi sempre l’impressione che tali dicerie si basassero solamente sull’ascolto di radio straniere, ascolto che era rigorosamente proibito e punibile e in ultima analisi nessuno voleva confessare questa attività. Quando esaminai le lettere che erano firmate, scoprii che queste erano lettere apocrife, e quando volevo costringere ogni individuo ad una vera deposizione dei fatti, questa non venne mai fuori perché le persone non volevano attenersi ai fatti, e non potevano produrre nessun resoconto veritiero dei fatti, e loro stessi non erano testimoni oculari. […]

DOMANDA: in cosa allora consisteva il problema della soluzione finale per come lei capì questo termine all’epoca e io sottolineo la sua comprensione del termine all’epoca?

RISPOSTA: la soluzione consisteva nell’evacuazione degli ebrei integrali, e secondariamente, in una regolamentazione di qualche sorta concernente gli ebrei privilegiati e i mezzi ebrei.

DOMANDA: testimone, sulla base delle minute dei tre incontri del 20 gennaio 1942, del 6 marzo 1942, e del 27 ottobre 1942 presentate dall’accusa, lei è ancora dell’opinione che nessun programma per sterminare gli ebrei venne mai attuato e che, secondariamente, riguardo all’inclusione dei mezzi ebrei e degli ebrei privilegiati nell’evacuazione o in altre misure, nessun programma venne attuato?

RISPOSTA: sì. Sono di quest’opinione. Almeno questo programma non giunse mai alla mia attenzione. Il programma non può essere stato attuato.

Hans Lammers

Il Ministro delle Finanze Schwerin von Krosigk e il Segretario di Stato per gli Esteri Ernst von Weizsäcker vennero parimenti esaminati durante quel processo. Sulla Soluzione Finale, von Krosigk dichiarò (p. 406):
DOMANDA: in riferimento al problema del trattamento degli ebrei io ho ancora una domanda. Questi argomenti sono stati ripetutamente discussi qui. Vorrei solo sentire la sua opinione personale. Cosa sapeva sulla cosiddetta Soluzione Finale [Endlösung] della Questione Ebraica?

RISPOSTA: non posso ricordare di aver mai sentito tale termine prima del crollo. Ad ogni modo non sapevo di nessuno sterminio fisico come soluzione della questione ebraica.

DOMANDA: l’accusa naturalmente dice che molte persone in Germania la conoscevano e chiede perché lei, in quanto ministro, non la conosceva. È possibile per lei spiegare questo?

RISPOSTA: naturalmente non mi sarebbe potuto rimanere nascosto che in tempo di guerra gli ebrei venivano evacuati dalla Germania. Tanto meno poiché la proprietà che si lasciavano dietro veniva trasferita alla mia autorità finanziaria perché venisse amministrata e valutata. Ma che un piano, l’esecuzione di un tale piano portasse, che questa evacuazione dovesse condurre allo sterminio, questo è qualcosa di cui non ho mai sentito nulla. Quando lo chiedevo mi venne sempre risposto che queste misure erano equivalenti all’internamento dei nemici nazionali in tempo di guerra per ragioni di sicurezza.

DOMANDA: in quell’epoca le venne mai fatto il nome di un luogo dove essi venivano portati?

RISPOSTA: generalmente, veniva menzionato l’Est. Sentii solo un nome. Questo fu Theresienstadt. Questo mi venne presentato come un luogo che era stato evacuato da altri abitanti e reso disponibile per l’insediamento degli ebrei tedeschi”.

Schwerin von Krosigk

E von Weizsäcker (p. 437):
DOMANDA: venivate correntemente informati su cosa stava succedendo agli ebrei e quale estensione lo sterminio [Vernichtung] aveva assunto?

RISPOSTA: fin dall’inizio considerai molte azioni atroci come possibili, ma la mia immaginazione era inadeguata a rappresentare quello che appresi dopo il crollo.

DOMANDA: lei non seppe del piano della cosiddetta Soluzione Finale [Endlösung], intendo il piano riguardante lo sterminio finale di tutti gli ebrei che venivano deportati all’Est?

RISPOSTA: questo piano mi era completamente sconosciuto.

Ernst von Weizsäcker

Ritorniamo a Norimberga con la testimonianza di Julius Streicher (IMT, v. 12, p. 374):
TENENTE COLONNELLO GRIFFITH-JONES: proseguiamo. Ora, voglio solo sottoporle uno o due ulteriori articoli scritti da lei. Lei sa quello che voglio dire, che lei sta incitando il popolo tedesco a uccidere. Sappiamo ora che lei aveva letto almeno un articolo sull’Israelitisches Wochenblatt dove l’omicidio è menzionato. Voglio solo vedere quello che lei continua a pubblicare sul suo giornale dopo questa data. Vediamo la pagina 47-A. Questo è un suo articolo del 6 gennaio 1944. Questo è dopo che lei aveva vissuto nella sua proprietà per qualche tempo.

“Dopo la sollevazione nazionalsocialista in Germania, uno sviluppo è iniziato anche in Europa, da cui ci si può aspettare che libererà questo continente per sempre dal disintegratore e sfruttatore di nazioni ebraico; e, oltre a ciò, che l’esempio tedesco porterà, dopo la fine vittoriosa della seconda guerra mondiale, alla distruzione del tormentatore mondiale ebraico anche negli altri continenti”.

Quale esempio doveva proporre la nazione tedesca alle altre nazioni del mondo? Quale esempio lei intende lì?

STREICHER: questo esempio corrobora quello che dico dall’inizio. Io ho parlato di una soluzione internazionale della questione ebraica. Ero convinto che se la Germania avesse vinto questa guerra o fosse stata vittoriosa contro il bolscevismo, allora il mondo avrebbe convenuto che sarebbe stata raggiunta una intesa con le altre nazioni per una soluzione internazionale della questione ebraica. Se qui ho scritto sulla distruzione, essa non deve essere intesa come una distruzione mediante sterminio; come ho detto, questa è un’espressione; devo far notare che non credo che Erich Kauffmann[2] volesse davvero uccidere il popolo tedesco mediante sterilizzazione, ma egli lo scrisse, e noi talvolta abbiamo scritto nella stessa maniera, echeggiando i suoni che ascoltavamo nell’altro campo.

TENENTE COLONNELLO GRIFFITH-JONES: lei non ci ha ancora detto qual è questa soluzione internazionale che lei sostiene parlando di sterminio; se non è omicidio, cos’è? Qual è la soluzione?

STREICHER: ho già detto di aver fondato l’Unione Antisemitica, e attraverso questa Unione Antisemitica volevamo creare movimenti presso le nazioni che, al di sopra e oltre i governi, avrebbero dovuto agire in modo tale che sarebbe stata creata un’opportunità internazionale – come è stata rappresentata oggi qui in questo Processo – così io l’ho concepita, per formare un centro congressuale internazionale che avrebbe risolto la questione ebraica mediante la creazione di uno stato ebraico e che perciò avrebbe distrutto il potere degli ebrei all’interno delle nazioni.

TENENTE COLONNELLO GRIFFITH-JONES: questa è la sua risposta – che voi sostenevate uno stato ebraico? Tutto qui? È semplicemente che voi sostenevate un focolare nazionale ebraico? È questo ciò di cui parlate in tutti questi estratti che abbiamo letto? È questa la soluzione che lei sostiene?

STREICHER: ebbene, non so cosa lei vuole con questa domanda. Naturalmente, questa è la soluzione.

TENENTE COLONNELLO GRIFFITH-JONES: molto bene. Adesso proseguiamo. Passiamo ora a p. 48-A, vuole? Questa è del 24 gennaio 1944: “Chiunque faccia quello che fa un ebreo è una canaglia, un criminale e colui che ripete e che desidera copiarlo merita lo stesso destino: annientamento, morte”.

Lei sta ancora sostenendo un focolare ebraico nazionale?

STREICHER: sì, questo non ha niente a che fare con il grande piano politico. Se lei prende ogni dichiarazione di uno scrittore, ogni dichiarazione presa da un giornale quotidiano, come un esempio, e vuole provare uno scopo politico con essa, allora lei non coglie il punto. Lei deve distinguere tra un articolo di giornale e un grande scopo politico”.

Julius Streicher

Passiamo ora al capo della Wehrmacht Alfred Jodl (v.15, p. 332):
DR. EXNER: poiché stiamo parlando degli ebrei, lei dirà alla Corte quello che sapeva sullo sterminio degli ebrei? Le ricordo che è sotto giuramento.

JODL: so come suonino improbabili queste spiegazioni, ma molto spesso l’improbabile è vero e il probabile falso. Posso solo dire, pienamente conscio della mia responsabilità, che non ho mai sentito, né per accenni né mediante parola scritta o orale, di uno sterminio degli ebrei. In una sola occasione ebbi dei dubbi, e questo fu quando Himmler parlò della rivolta nel ghetto ebraico. Non credetti affatto a questo eroico combattimento; ma Himmler immediatamente presentò delle fotografie che mostravano le trincee di cemento che erano state costruite lì, e disse: ‘Non solo gli ebrei, ma anche i nazionalisti polacchi si sono rifugiati lì, e stanno opponendo un’aspra resistenza’. E con questo egli rimosse i miei sospetti.

IL PRESIDENTE: lei sta parlando di Varsavia? Quale esempio stava fornendo la nazione tedesca alle altre nazioni del mondo? Quale esempio lei intende lì?

JODL: sto parlando della rivolta del Ghetto di Varsavia di cui sentii parlare personalmente da Himmler in nostra presenza, alla presenza dei soldati nel quartier generale del Führer. Himmler parlò solo di una rivolta e di aspri combattimenti. Per quanto riguarda le attività della Polizia, dei cosiddetti gruppi operativi, degli Einsatzgruppen e degli Einsatzcommando – una concezione, incidentalmente, di cui ho ascoltato i dettagli qui per la prima volta – non vi fu mai una spiegazione da parte dello stesso Führer se non che queste unità di polizia erano necessarie per reprimere rivolte, ribellioni, e azioni dei partigiani prima che esse diventassero una minaccia. Questo non era un compito delle Forze Armate, ma della Polizia, e per questa ragione la Polizia dovette entrare nelle aree operative dell’Esercito. Non ho mai avuto nessuna informazione privata sullo sterminio degli ebrei; e sulla mia parola, come sono sicuro di stare seduto qui, ho sentito tutte queste cose per la prima volta dopo la fine della guerra”.

Alfred Jodl

Proseguiamo con Alfred Rosenberg (v. 22, p. 382):
Il pensiero di uno sterminio fisico degli slavi e degli ebrei, e cioè l’omicidio effettivo di interi popoli, non mi è mai venuto in mente e di certo non l’ho mai sostenuto in alcun modo. Ero dell’opinione che l’esistente questione ebraica avrebbe dovuto essere risolta con la creazione di un diritto della minoranza, mediante emigrazione, o insediando gli ebrei in un territorio nazionale in un periodo di tempo di dieci anni. Il Libro Bianco del governo inglese del 24 luglio 1946 mostra come gli sviluppi storici possono portare a misure che non erano mai state pianificate in precedenza”.

Alfred Rosenberg

E infine il Maresciallo del Reich Hermann Göring (v. 9, p. 619):
SIR DAVID MAXWELL-FYFE: lei ha sentito quello che le ho letto su Hitler, quello che egli disse a Horthy e quello che Ribbentrop disse, che gli ebrei devono essere sterminati o portati nei campi di concentramento. Hitler disse che gli ebrei devono lavorare o essere giustiziati. Questo fu nell’aprile 1943. Lei dice ancora che né Hitler né lei sapevate di questa politica di sterminare gli ebrei?

GÖRING: per la correttezza del documento.

SIR DAVID MAXWELL-FYFE: la prego di rispondere alla mia domanda. Lei dice ancora che né Hitler né lei sapevate della politica di sterminare gli ebrei?

GÖRING: per quanto riguarda Hitler, ho detto che non lo penso. Per quanto riguarda me, ho detto che non sapevo, nemmeno approssimativamente, su quale estensione queste cose avvenivano.

SIR DAVID MAXWELL-FYFE: lei non sapeva su quale scala, ma lei sapeva che c’era una politica volta allo sterminio degli ebrei?

GÖRING: no, una politica di emigrazione, non di liquidazione degli ebrei. Sapevo solo che c’erano stati dei casi isolati di tali perpetrazioni”.

Hermann Göring

E allora ecco la domanda: la dr. Deborah Lipstadt conosce tutto questo? Se sì, allora lei sta ingannando deliberatamente il pubblico. Se no, ella è solo un’ignorantona che dovrebbe continuare a tenere conferenze su come realizzare torte di compleanno.   

  

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://www.inconvenienthistory.com/10/3/6089#_ftnref1

[2] Theodore N. Kaufman, autore di Germany Must Perish.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Recent Posts
Sponsor