Morte di Gaby Cohn-Bendit, il libertario che aveva difeso la libertà di espressione di RObert Faurisson

MORTE DI GABY COHN-BENDIT, IL LIBERTARIO CHE AVEVA DIFESO LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE DI ROBERT FAURISSON[1]

19 dicembre 2021

Fonte: E&R

Deceduto il 17 dicembre 2021 all’età di 85 anni, il fratello maggiore di Daniel Cohn-Bendit non fu solo un “infaticabile difensore delle pedagogie alternative”, come martella la stampa…

ebreo di estrema sinistra, libertario per dirla tutta, tengo ad affermare alcuni principi ai quali tengo tanto più oggi in quanto quelli ai quali ho creduto nel corso di venti anni sono crollati gli uni dopo gli altri (è lungo il cammino che, da giovane comunista, oppositore nel 1956, mi ha condotto – mentre la mia dose di scetticismo aumentava dopo ciascuna tappa – a delle idee libertarie passando per il trotskismo e l’ultra sinistra)”.

Figlio di un avvocato trotskista tedesco vicino a Hannah Arendt e alla Scuola di Francoforte e di una militante talmudista e sionista, già studente di filosofia, brevemente comunista antistaliniano, a lungo militante ecologista, combattente riformatore dell’Istruzione nazionale, dell’ortografia e della sessualità (egli biasimerà la “tirannia del coito”): Gabriel Cohn-Bendit (detto “Gaby”) ha un ricco percorso intellettuale e politico che tutti acconsentono a qualificare di “libertario”. Ma a differenza del suo fratello minore, questa passione libertaria condusse Gaby su altri terreni che quelli della pedofilia…

In un articolo firmato alla fine del 1978, Gaby effettivamente spinse il suo amore per la libertà fino a prendere la difesa del “revisionista” Robert Faurisson. Diventato il marcatore simbolico dei limiti della libertà di espressione francese dopo la pubblicazione sul Monde di un articolo intitolato “Le Problème des chambres à gaz, ou la rumeur d’Auschwitz” (“Il problema delle camere a gas o la diceria di Auschwitz”), il professore di lettere moderne Faurisson si trovò in quel momento al centro di un vero vortice storico-giuridico…

Per i suoi rapporti con l’ultra-sinistra dell’epoca, in particolare con Pierre Guillaume (che frequentò all’interno dell’associazione “Socialisme ou barbarie” di Cornelius Castoriadis), Gaby incontra Robert Faurisson e pubblica sulla scia un testo in sua difesa sul giornale Libération. Estratti:

Il solo modo efficace di combattere i nemici della libertà, come si dice, è di accordare loro la libertà che noi rivendichiamo per noi e di batterci se vogliono sfidarci. Il famoso ‘nessuna libertà per i nemici della libertà’ è in realtà il fomite di tutti i sistemi totalitari e non, come si è creduto, il bastione più efficace contro di essi.

“Quello che mi rifiuto di fare, anche contro i neonazisti, non sono disposto ad accettare che lo si faccia a degli uomini come Rassinier o Faurisson dei quali so che non hanno niente a che vedere con essi, e il processo intentato a quest’ultimo mi ricorda più l’Inquisizione che una lotta contro il ritorno del peggio.

“Sono contro la censura come sono contro la pena di morte. E tuttavia non sono per coloro che assassinano dei bambini. Non sono per le idee negazioniste. Ma voglio combattere le idee, non proibirle”.

Due anni più tardi, alla fine del 1980, Gaby interviene al processo intentato dalla Licra a Faurisson per “esprimere la propria contrarietà a risolvere un problema di storia per via legale”.

Il fratello Verde di Dany il Rosso arriverà fino a produrre uno studio “revisionista”! Dapprima concepito sotto la tutela dello storico di sinistra Pierre Vidal-Naquet (che rifiuterà la proposta), questo documento di 16 pagine è incentrato sulle sonderaktion: delle “azioni speciali” che avrebbero designato, con un linguaggio in codice, delle morti di massa mediante gasazione. A partire dall’analisi del diario di Johann Paul Kremer, un medico SS del campo di Auschwitz, Gaby concluderà che queste “azioni speciali” non sono delle gasazioni…Vidal-Naquet dichiarerà allora che Gaby fa parte dei revisionisti “radicali” e dei revisionisti “di sinistra”. Critico delle camere a gas ma nel contempo pronto a riconoscere “la realtà incontestabile e abominevole del genocidio ebraico”, Gaby non verrà tuttavia mai qualificato di “negazionista”.

E anche se, nella primavera del 1981, Gabriel Cohn-Bendit annunciò pubblicamente la sua separazione dal “clan faurissoniano”, egli non rinnegherà mai il suo “punto di vista sull’imperativa libertà di espressione”.

Ce n’è di che imbarazzare per l’eternità il suo fratello minore, che seppellisce l’argomento parlando di una “fastidiosa propensione a cercare sempre una verità dall’altro lato”!

Da rivedere: Gabriel Cohn-Bendit intervistato da Thierry Ardisson nel 2004

 

Commento di Andrea Carancini:

sul sito dell’AAARGH è possibile leggere il volume Intolérable intolérance, del 1981, dove figura un testo di Gabriel Cohn-Bendit, “Question de principe”:

http://aaargh.vho.org/fran/polpen/intolerable/iitdm.html

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://www.egaliteetreconciliation.fr/Mort-de-Gaby-Cohn-Bendit-libertaire-ayant-defendu-la-liberte-d-expression-de-Robert-Faurisson-66638.html

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