Assad, la Siria e la Nuova Via della Seta della Cina

https://i0.wp.com/media.thecradle.co/wp-content/uploads/2021/12/Unknown-2-2.jpeg?w=620&ssl=1

ASSAD, LA SIRIA E LA NUOVA VIA DELLA SETA DELLA CINA[1]

La Siria diventerà un importante centro dell’Asia occidentale nella Nuova Via della Seta della Cina

Di Matthew Ehret, 7 dicembre 2021

Da quando la Russia e la Cina hanno iniziato a sfidare la dottrina angloamericana della terra bruciata nel 2011 con i loro primi veti contro l’intervento americano in Siria, i nodi gordiani che per decenni avevano gettato il mondo arabo nel caos, nella divisione e nell’ignoranza hanno iniziato finalmente a districarsi.

Dove solo un decennio fa la visione unipolare del “nuovo secolo americano” regnava incontrastata, nel 2013 è nata la Belt and Road Initiative (BRI) (Nuova Via della Seta), e le più grandi purghe di sempre a danno dello stato profondo cinese vennero lanciate sotto il controllo di Xi Jinping. Questa attività repressiva suscitò addirittura l’ira della comunità americana dei servizi segreti, con il falco guerrafondaio John Bolton che si lamentò che l’autoritarismo di Xi aveva reso il lavoro della CIA di mantenere le proprie spie all’interno della Cina praticamente impossibile.

Questo nuovo sistema operativo, strettamente legato all’Unione Economica Eurasiatica della Russia, ha fatto passi da gigante. Oggi, è emerso un nuovo futuro multipolare; un futuro che prevede uno sviluppo a lungo termine per tutti coloro che scelgono di muoversi in base alle sue regole.

Uno di questi aderenti sarà la Siria, che sta riemergendo sulla scena internazionale dopo avere miracolosamente difeso sé stessa da un attacco militare durato dieci anni promosso dai vecchi attori unipolari.

Naturalmente, il dolore e la distruzione della guerra sono ancora profondamente sentiti; le illegali sanzioni americane continuano a tormentare le masse affamate, a impedire la ricostruzione delle infrastrutture fondamentali e l’accesso all’acqua potabile, e a paralizzare le scuole, gli ospedali, le attività commerciali e i mezzi di sostentamento.

La BRI e il nuovo futuro della Siria

Il 5 novembre, il Presidente della Cina Xi Jinping ha parlato con il Presidente Bashar Al-Assad, dicendo che “noi diamo il benvenuto alla partecipazione siriana alla Nuova Via della Seta e all’Iniziativa dello Sviluppo Globale” e facendo appello alla ricostruzione, allo sviluppo, e alla difesa della sovranità e dell’integrità territoriale della Siria.

Il colloquio è giunto sulla scia del giro rapidissimo effettuato nel luglio 2021 dal Ministro degli Esteri cinese Wang Yi nell’Asia occidentale e nell’Africa del Nord, durante il quale egli ha incontrato il capo della Lega Araba per discutere il ritorno nella Lega della Siria.

Alla fine di questo giro – che è coinciso con la rielezione di Assad – la Cina aveva firmato una proposta in quattro punti per risolvere la complessa crisi siriana, una proposta concentrata sulla ricostruzione su vasta scala, sulla fine delle sanzioni illegali e sul rispetto della sovranità della Siria.

La Siria, a sua volta, ha riaffermato il suo sostegno all’integrità territoriale cinese di fronte ai movimenti separatisti sponsorizzati dall’occidente nello Xinjiang, in Tibet, a Taiwan e a Hong Kong.

L’interesse della Cina allo sviluppo dell’Asia occidentale è stato reso noto per la prima volta nel 2017 quando il portavoce del ministero degli esteri cinese Geng Shuang dichiarò:

“Troppe persone in Medio Oriente stanno soffrendo a causa della brutalità dei terroristi. Noi incoraggiamo i paesi della regione a intraprendere sinergie, a consolidare le attività dell’anti-terrorismo e a lottare per restaurare la stabilità e l’ordine regionali. Noi incoraggiamo i paesi nella regione a esplorare una via di sviluppo adatta alle loro condizioni nazionali e siamo pronti a condividere l’esperienza della governance e a costruire insieme la Via della Seta e a promuovere la pace e la stabilità attraverso uno sviluppo comune”.

Nel 2018, la Cina ha offerto un aiuto alla Siria di 28 miliardi di dollari per progetti di sviluppo mentre simultaneamente coordinava l’integrazione dell’Iraq nella BRI, resa ufficiale nel settembre 2019, quando l’allora Primo Ministro Adil Abdul Mahdi rivelava il programma Cina-Iraq petrolio per la ricostruzione e la più larga integrazione dell’Iraq nell’ambito della BRI.

Gli eventi coordinati da interessi stranieri non hanno permesso che questo programma si realizzasse. Le proteste di massa rovesciarono presto il governo di Abdul Mahdi e, con esso, l’iniziativa petrolio per la ricostruzione. Mentre gli ultimi mesi hanno visto una ripresa di questa iniziativa da parte dell’Iraq in una forma embrionale, il progresso è stato lento.

Invece, l’accordo per una venticinquennale partnership strategica globale raggiunto tra Cina e Iran nel marzo 2021 è diventato la via maestra per estendere i progetti di connettività e infrastrutturali di Pechino nell’Asia occidentale.

La costruzione della linea ferroviaria Iran-Iraq Shalamcheh-Basra è ora in corso, portando i due stati confinanti a cooperare su un piano di parità nella prospettiva di più grandi corridoi ferroviari e per l’approvvigionamento energetico che si estenderanno dall’Iran attraverso l’Iraq alla Siria, come una branca meridionale della BRI.

Nell’aprile del 2019, la Siria è stata invitata a partecipare al primo vertice della BRI a Pechino, dove il Presidente Assad ha dichiarato:

“Abbiamo proposto sei progetti al governo cinese in linea con la metodologia Belt and Road e stiamo aspettando di sentire quale progetto, o progetti, saranno in linea con la loro visione…Penso che quando questa infrastruttura sarà sviluppata, con il tempo, la Via della Seta che passa attraverso la Siria diventerà una conclusione scontata, perché non è una strada che tracci solo su una mappa”.

E allora, nello specifico, quali sono questi progetti?

Al momento, la Cina e la Siria tengono celate le loro carte quando si parla dei dettagli. Ma non è impossibile fare delle supposizioni fondate riguardo alla lista dei desideri di Assad se ripercorriamo la sua primitiva visione strategica della Siria.

Nello specifico, questa consisterebbe nella Strategia dei Cinque Mari che Assad aveva sostenuto dal 2004 al 2011, che scomparve dalla vista quando la Siria venne presa di mira per essere distrutta.

La strategia dei Cinque Mari, in breve

La strategia dei Cinque Mari prevede la costruzione di reticoli ferroviari, stradali e dell’energia per connettere i sistemi marini del Mediterraneo, del Golfo Persico, del Mar Nero, del Mar Rosso e del Mar Caspio con la Siria. il progetto funge da nodo logistico che unisce le diverse nazioni dell’isola mondo di Mackinder dietro un programma di armonizzazione, integrazione e di grande cooperazione industriale.

In un’intervista del 2009, il Presidente Assad descrisse questo progetto in modo appassionato:

“Quando lo spazio economico tra la Siria, la Turchia, l’Iraq e l’Iran sarà integrato, noi collegheremo il Mediterraneo, il Caspio, il Mar Nero e il Golfo [Persico]…non siamo importanti solo nel Medio Oriente…Quando colleghiamo questi quattro mari, diventiamo l’intersezione inevitabile del mondo intero per gli investimenti, i trasporti e altro ancora”.

Queste non erano parole vuote. Nel 2011, Assad aveva guidato delegazioni e firmato accordi con Turchia, Romania, Ucraina, Azerbaigian, Iran, Iraq e Libano per iniziare i progetti dei Cinque Mari. Questo venne fatto in un’epoca in cui il Presidente Gheddafi della Libia si stava apprestando a costruire il Grande fiume artificiale, il più grande progetto idraulico della storia insieme a una coalizione di nazioni che includeva il Sudan, l’Etiopia e l’Egitto.

Le vere ragioni dell’uccisione di Gheddafi, la spartizione del Sudan nel 2009, e gli sforzi attuali per un cambio di regime in Etiopia sponsorizzati dagli Stati Uniti non possono essere compresi senza la comprensione di questo potente paradigma strategico in grado di cambiare i giochi che lui [Gheddafi] e altri stavano diffondendo.

Il bisogno della segretezza

La segretezza della diplomazia tra la Cina e gli stati dell’Asia occidentale nel mondo che sta emergendo dopo i cambi di regime dovrebbe perciò essere compresa come un’ovvia necessità.

Negli ultimi dieci anni, ogni volta che una nazione dell’Asia occidentale o dell’Africa rendeva pubblico un programma compatibile con la Nuova Via della Seta, questa stessa nazione veniva subito trascinata in diversi gradi di sabotaggio manovrato dall’estero. Né Assad né i cinesi hanno l’intenzione di ripetere questo percorso in questo momento decisivo.

Poco dopo che i capi delle agenzie di intelligence siriana e turca si erano incontrati a Baghdad all’inizio di settembre, Assad a quanto si dice riferì ad una delegazione libanese che “molti stati arabi e non arabi stanno comunicando con noi, ma ci chiedono di mantenere tutto ciò segreto”.

La natura di questa diplomazia segreta è diventata presto chiara, quando la Lega Araba ha annunciato il 23 novembre la riammissione della Siria tra i propri ranghi.

Ex nemici giurati di Bashar Assad, come gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, hanno dimostrato la loro volontà di accettare la propria umiliazione, riconoscere la legittimità di Assad e adattarsi alle nuove potenze Cina e Russia. A differenza delle decennali promesse anglo-americane che trattano i partner arabi come interlocutori usa e getta, l’alleanza Cina-Russia contiene benefici tangibili e misurabili, come la sicurezza e lo sviluppo di tutti i partner coinvolti.

Il multipolarismo contro l’”ordine internazionale basato su regole”

Mentre gli Stati Uniti hanno sprecato lo scorso decennio imponendo sanzioni e punizioni contro nazioni, istituzioni e individui che non accettano la sua egemonia globale, la Cina ha pazientemente reclutato stati asiatico-occidentali e africani nella BRI: un imponente schieramento di 17 nazioni arabe e di 46 nazioni africane oggi ne fanno parte.

Anche la Turchia membro della NATO ha subito le punizioni di Washington, e ha iniziato a vedere la Cina come un mezzo potenziale per un futuro più indipendente – un interlocutore che arriva con le risorse finanziarie per mitigare gli attuali guai economici e le fluttuazioni valutarie del paese.

La Turchia, il Qatar e l’Arabia Saudita a suo tempo avevano fornito un grande sostegno alle operazioni dell’ISIS e di Al Qaeda in Iraq, in Siria e in Afghanistan, soprattutto attraverso l’acquisto del petrolio controllato dall’ISIS e la fornitura di combattenti estremisti, finanziamenti clandestini e trasferimenti di armi. Un tale sostegno si è sempre più prosciugato, lasciando l’ISIS con ben poche risorse all’infuori di quelle che la CIA gli fornisce.

Nonostante che il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden abbia riaffermato in ottobre il sostegno militare alle

Forze Democratiche Siriane, guidate dai curdi, che occupano il nord-est della Siria, anche l’influenza dei curdi è stata esagerata. Molti alla fine stanno riconoscendo che i curdi sono stati imbrogliati nel fungere da controparte dell’ISIS, e che le promesse di uno stato curdo si sono dimostrate illusorie come il sogno di rovesciare Assad.

Erdogan può aver cercato di tenere i piedi su due staffe per qualche tempo, ma è diventato sempre più chiaro che la sola possibilità di sopravvivenza per la Turchia si basa sulla cooperazione militare con la Russia e sulla Nuova Via della Seta cinese (che attraversa la Turchia sotto forma del Corridoio di Mezzo), entrambe le quali esigono la difesa della sovranità della Siria.

Mentre sorge questa nuova realtà sull’Asia occidentale, e mentre il vecchio ordine unipolare continua a girare verso un crollo sistemico di proporzioni storiche, c’è una buona ragione per credere che la regione, o una parte importante di essa, sia già messa in sicurezza e stia facendo affidamento sul boom di sviluppo e di connettività che sta facendo il suo corso.

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://thecradle.co/Article/Investigations/4371?fbclid=IwAR2lZiDSpDDHXfGasPBk_uV6Q3_jm8rVblAFzHqY12GHbqViF-DeDeMnS_A

One Comment
    • Fakour90
    • 22 Dicembre 2021

    Ottimo Assad nel cogliere questa opportunità strategica per la Siria. Da notare l’importanza di Iran e Iraq per la realizzazione di questo progetto economico-strategico.

    Rispondi

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Recent Posts
Sponsor