Vincent Reynouard braccato dalla polizia inglese, da quella francese e dall’Interpol

Vincent Reynouard reagisce alla sua condanna - Andrea Carancini

Da Bocage-Info ricevo e traduco:

INIZIO

Reynouard e Le Lay nel mirino

Ricordiamo che, nell’affare Cassandre Fristot, la Procura di Metz aveva fatto appello in modo ufficiale a questa brigata di repressione di crimini contro l’umanità per il semplice cartello di cartone portato il 7 agosto scorso dalla giovane insegnante in una manifestazione contro la tirannia sanitaria. Lo si vede, la realtà sorpassa la finzione. E in effetti questo ufficio specializzato ha fatto prova, così sembra, del suo zelo nel dossier Reynouard poiché in effetti, secondo nostre informazioni della cui veracità siamo assolutamente sicuri, poliziotti sia britannici che dell’Interpol hanno suonato il lunedì 25 ottobre verso le ore 16 (ora di Londra, 17 ora di Parigi) in fondo all’appartamento che occupava Vincent Reynouard per arrestarlo e probabilmente per intraprendere contro di lui una procedura di estradizione verso la Francia dove avrebbe dovuto scontare 23 mesi di prigione senza condizionale, senza contare eventuali altre condanne future poiché esistono ancora diversi procedimenti in corso. Cosa incredibile, Vincent, che è molto agile, abile e sportivo (fa regolarmente dei chilometri in bicicletta per impartire, sotto una falsa identità, i suoi corsi di matematica e di fisica a tutti quelli che glieli chiedono, ivi comprese, il che è buffo, delle famiglie ebraiche), ha aperto la porta ai poliziotti, e quando costoro gli hanno detto che erano venuti a cercare Vincent Reynouard, quest’ultimo, dopo aver declinato una falsa identità, si è messo a correre con tutte le sue forze, come Forrest Gump, ma un Forrest che ha un cervello, ed è riuscito per miracolo a sfuggire loro nascondendosi. Da quel momento, si trova alla macchia e non abbiamo sue notizie, se non quella che, a nostra conoscenza, nel momento in cui scriviamo queste righe, sembra essere ancora in libertà. Come il fuggitivo che lo sceriffo insegue e che vuole assolutamente ritrovare, morto o vivo. Per dire a qual punto la repressione si aggrava e che essa è ormai mondiale.

Si è parimenti appreso qualche giorno fa sul canale Telegram che gli inquirenti avevano rintracciato con certezza la città in Giappone dove abita attualmente Boris Le Lay, condannato definitivamente in Francia a 11 anni di prigione senza condizionale, niente di meno, per differenti reati di stampa legati esclusivamente alla legge Pleven e alla legge Gayssot. Tutto viene tentato dalle autorità francesi per ritrovare e far ritornare a forza in Francia il blogger bretone, e principale animatore presunto del sito assai radicale Démocratie participative, un sito che fa venire a certe comunità i sudori freddi!

FINE

https://jeune-nation.com/lectures/hebdomadaire-nouveaute-repression-letau-se-resserre

 

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Recent Posts
Sponsor