Una storia della lotta della Cina contro la povertà

UNA STORIA DELLA LOTTA DELLA CINA CONTRO LA POVERTÀ[1]

Nel 1949, la Cina era uno dei paesi più poveri del mondo, ma ora la sua economia sta per conseguire lo status di “alto reddito”

Di Vijay Prashad e John Ross, 2 luglio 2021

Il 25 febbraio, il Presidente cinese Xi Jinping ha annunciato che il suo paese di 1.4 miliardi di abitanti ha fatto uscire il suo popolo dalla povertà per come questa è definita a livello internazionale.

Dal 1981, 853 milioni di cinesi sono usciti dalla povertà grazie a interventi su larga scala da parte sia dello stato cinese che del Partito Comunista cinese (CPC); secondo i dati della Banca Mondiale, i tre quarti delle  persone che nel mondo sono state sollevate dalla povertà vivono in Cina.

“Nessun paese è stato capace di sollevare centinaia di milioni di persone dalla povertà in così breve tempo”, ha detto Xi.

Quando il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha visitato la Cina nel settembre 2019, ha riconosciuto questo traguardo, definendolo “il più grande traguardo della storia nella lotta contro la povertà”.

“Voi avete ridotto i tassi di mortalità infantili e materni, migliorato la nutrizione, ridotto il rachitismo e dimezzato la quota di popolazione senza accesso all’acqua potabile e alle fognature”, ha detto Guterres.

Nel 1949, all’epoca della rivoluzione cinese, il tasso di mortalità infantile in Cina era di 200 ogni mille nascite; questo tasso nel 1980 era diminuito a meno di 50. Uno studio della Banca Mondiale nel 1988 osservò che “Gran parte del successo della Cina nell’aver migliorato la salute del suo popolo può essere attribuita alle politiche sanitarie e al servizio sanitario nazionale”.

Questo è il contesto storico del commento di Guterres del 2019; in altre parole, le istituzioni statali cinesi – prodotti della rivoluzione condotta dal CPC – hanno migliorato le condizioni sociali del paese.

Prima della rivoluzione

Nel 1949, la Cina era uno dei paesi più poveri del mondo. Solo 10 paesi avevano un GDP[2] pro capite più basso della Cina. Le famose parole del Presidente Mao all’inaugurazione della Repubblica Popolare Cinese – “Il popolo cinese si è alzato” – è un riflesso di un secolo di umiliazioni che aveva prodotto una terribile povertà nel paese.

Il grado di questa sofferenza nazionale può essere osservato nel fatto che tra il 1840 e il 1949 quasi cento milioni di cinesi morirono in guerre che furono provocate direttamente da interventi stranieri, o furono vittime di guerre civili e carestie collegati con questi interventi.

La Cina aveva sofferto la più lunga seconda guerra mondiale, dal 1937 al 1945 (con una susseguente guerra civile che durò fino al 1949); il tasso di mortalità fu di almeno 14 milioni di persone (come è stato documentato da Rana Mitter nel suo libro Forgotten Ally: China’s World War II, 1937-1945). Dalle guerre dell’oppio iniziate nel 1839 all’invasione giapponese del 1931, la Cina lottò per costituire la propria sovranità e il proprio futuro.

Fu il terribile fardello di questo passato che indusse un gruppo di elementi radicali a fondare il Partito Comunista nel luglio 1921 a Shanghai. Il piccolo gruppo di 13 persone – incluso Mao – si riunì nella Concessione Francese di Shanghai e poi su un battello turistico sul lago Nan Hu dopo che la polizia si era messa sulle loro tracce in seguito all’informazione di una spia.

Il compito principale del CPC fu quello di organizzare e di guidare la classe lavoratrice. Il 1 maggio 1924, 100,000 lavoratori marciarono a Shanghai, mentre 200,000 marciarono a Canton. “È passato il tempo in cui i lavoratori erano solo carne da cannone per i padroni”, scrissero i lavoratori in un volantino.

Il CPC gettò sé stesso in queste lotte, superando le battute d’arresto incluso il massacro di Shanghai del 1927. La leadership del partito nella protratta guerra anti-imperialista contro il Giappone si risolse nella vittoria finale del 1949.

Le fasi della costruzione socialista

La rivoluzione cinese dovette confrontarsi con uno stato ed un’economia distrutti, e con una società in profondo travaglio. Nel 1949, i cinesi vivevano tre anni di meno della media mondiale. Erano meno istruiti e afflitti da malattie.

Nel 1978, essi vivevano cinque anni di più della media mondiale. I tassi di alfabetizzazione erano cresciuti, e i dati sull’assistenza sanitaria mostravano un marcato miglioramento. Poiché la Cina nel 1978 ospitava il 22% della popolazione mondiale, mai nella storia umana aveva avuto luogo un tale immenso passo in avanti.

Dal 1978, con l’introduzione del programma di “riforma e apertura”, la Cina ha conseguito la crescita economica più veloce mai calcolata di un paese importante negli annali storici.

Dal 1978 al 2020, la crescita media annuale del prodotto interno lordo della Cina è stata del 9.2%. Dal 1978, i consumi delle famiglie cinesi sono cresciuti del 1,800%, il doppio rispetto a quelli di ogni altro paese importante. Questo significa che la vita quotidiana è grandemente migliorata in Cina. Il tasso di alfabetizzazione è ora del 97.33%, rispetto al 95.92% del 2010, enormemente al di sopra della media del 20% nel 1949.

Entro il 2025, la Cina diventerà un’economia di “alto reddito” secondo i parametri internazionali della Banca Mondiale, a detta di Justin Lin Yifu, membro del Comitato permanente del Comitato nazionale della Conferenza consultiva politica del popolo cinese, e decano e professore all’Istituto della Nuova Economia Strutturale dell’Università di Pechino.

Questo significa che in circa 75 anni, l’arco temporale di una singola vita, la Cina sarà passata dal paese quasi più povero del mondo ad un’economia di alto reddito – con tutti gli enormi miglioramenti, in termini di tenore e di aspettative di vita, di istruzione, di cultura e di numerose altre dimensioni del benessere umano che tutto ciò comporta.

Con la fondazione del Partito Comunista 100 anni fa da parte di un pugno di persone, il popolo cinese ha trovato una leadership che ha potuto salvarlo da una lotta [per la sopravvivenza] che risale al 1839; ora, il CPC eserciterà un ruolo decisivo nel decidere il destino non solo della Cina ma del mondo.

Questo contesto storico è troppo spesso perso di vista quando i media e i politici occidentali sminuiscono le vittorie socio-economiche della Cina o sostengono che sono emerse dal nulla. Il popolo cinese ha combattuto per questo risultato da secoli.

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://asiatimes.com/2021/07/a-history-of-chinas-fight-against-poverty/

[2] Nota del traduttore: GDP sta per Gross Domestic Production, il prodotto interno lordo.

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