La lettera del Presidente Kennedy al premier Levi Eshkol sul nucleare israeliano

LO SCAMBIO DI LETTERE KENNEDY/BEN GURION/ESHKOL SUL NUCLEARE ISRAELIANO[1]

Documento 1. Il 5 luglio [1963], meno di dieci giorni dopo che Levi Eshkol era diventato primo ministro, l’Ambasciatore Barbour gli consegnò una lettera di 3 pagine da parte del Presidente John Kennedy. Un presidente americano non era stato così brusco con un primo ministro israeliano dal messaggio del Presidente Eisenhower a Ben Gurion, nel mezzo della crisi di Suez del novembre 1956. Kennedy disse a Eshkol che la dedizione e il sostegno americano nei confronti di Israele “avrebbero potuto essere messi seriamente a repentaglio” se Israele non avesse permesso agli Stati Uniti di ottenere “informazioni attendibili” sugli sforzi di Israele nel campo del nucleare. Nella lettera Kennedy presentava specifiche richieste su come le visite ispettive americane a Dimona avrebbero dovuto essere messe in atto. Poiché gli Stati Uniti non erano stati coinvolti nella costruzione di Dimona e nessun accordo o legge internazionale erano stati violati, le richieste di Kennedy erano in realtà senza precedenti. Esse equivalevano, in effetti ad un ultimatum.

Fonte: Archivio di Stato di Israele, Gerusalemme.

Per maggiori informazioni: Israel and the Bomb, 153-162.

https://nsarchive2.gwu.edu/israel/documents/document.htm

Ed ecco la traduzione della lettera del Presidente Kennedy al premier israeliano Eshkol:

SEGRETO

“Caro signor Primo Ministro,

“Mi dà un grande piacere personale porgere le congratulazioni poiché lei assume le sue responsabilità come Primo Ministro d’Israele. Lei ha la nostra amicizia e i migliori auguri per i suoi nuovi compiti. È per uno di questi che le sto scrivendo questa volta.

“Lei è consapevole, ne sono sicuro, degli scambi che ho avuto con il Primo Ministro Ben-Gurion riguardanti le visite americane nell’impianto nucleare d’Israele a Dimona. Recentemente, il Primo Ministro mi ha scritto il 27 maggio. Le sue parole riflettevano una considerazione personale più intensa su un problema che io so essere non facile per il suo governo, come non lo è per il mio. Abbiamo apprezzato la forte ri-affermazione da parte dell’ex Primo Ministro che Dimona sarà destinata esclusivamente a scopi pacifici e parimenti la ri-affermazione della volontà di Israele di permettere visite periodiche a Dimona.

“Mi dispiace di dover gravarla di un ulteriore peso così presto dopo il suo insediamento, ma sento che l’importanza cruciale di questo problema necessita che io riprenda con lei in questa data precoce certe ulteriori considerazioni, emerse dalla lettera del signor Ben-Gurion del 27 maggio, riguardo alla natura e alla calendarizzazione di tali visite.

“Sono sicuro che lei concorderà che queste visite debbano essere quanto più possibile in accordo con gli standard internazionali, risolvendo perciò tutti i dubbi quanto all’intenzione pacifica del progetto di Dimona. Come ho scritto al signor Ben-Gurion, la dedizione e il sostegno a Israele da parte di questo governo potrebbero essere messi seriamente a repentaglio se si dovesse pensare che non siamo riusciti ad ottenere informazioni attendibili su un argomento così vitale per la pace come la questione dello sforzo di Israele nel campo del nucleare.

“Perciò, ho chiesto ai nostri scienziati di rivedere i programmi alternativi delle visite che noi e voi avevamo proposto. Se gli scopi di Israele saranno chiari oltre ogni ragionevole dubbio, ritengo che il programma che servirebbe al meglio i nostri scopi comuni sarebbe una visita all’inizio dell’estate, un’altra visita nel giugno 1964, e poi ad intervalli di sei mesi. Sono sicuro che un tale programma non vi causerebbe più difficoltà di quello che il signor Ben-Gurion aveva proposto nella sua lettera del 27 maggio. Sarebbe essenziale, e mi risulta che la lettera del signor Ben-Gurion era in accordo con questo, che i nostri scienziati abbiano accesso a tutte le aree del sito di Dimona e ad ogni parte relativa del complesso, quali gli impianti di fabbricazione del combustibile o l’impianto di separazione del plutonio, e che venga previsto un tempo sufficiente per un esame approfondito.

“Sapendo che lei apprezza davvero il significato davvero vitale di questa materia per il futuro benessere di Israele, degli Stati Uniti, e internazionalmente, sono sicuro che la nostra richiesta attentamente ponderata avrà la sua attenzione più simpatetica”.

“Sinceramente,

JOHN F. KENNEDY

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://nsarchive2.gwu.edu/israel/documents/exchange/

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