Michael Hoffman: Documentare Hitler: la mia iniziativa dissenziente

Michael Hoffman: Il discorso di odio talmudico come base del genocidio dei  non ebrei - Andrea Carancini

DOCUMENTARE HITLER: LA MIA INIZIATIVA DISSENZIENTE[1]

Di Michael Hoffman, 27 febbraio 2020

Il 27 febbraio 2020, alle ore 3:17, J. A. <@gmail.com> ha scritto:

Caro signor Hoffman,

io devo leggere il suo libro su Hitler. Le sue opinioni sono sempre preziose, anche se qualcuno potrebbe non essere d’accordo con esse. E io ho il vantaggio di essere nato in un paese neutrale e di aver avuto accesso a libri e a documenti provenienti da entrambe le parti in causa e in varie lingue.

Posso fare un breve commento? Hitler come il nemico del popolo tedesco potrebbe essere, come direbbe Oscar Wilde, un piacevole paradosso ma non lo considero un assioma. Si potrebbe anche dire che Churchill fu il nemico del popolo britannico, per aver distrutto l’Impero ed essere stato il responsabile di una crisi economica che durò fino agli anni Sessanta. Oserei dire persino che Hitler fu solo il nemico del popolo tedesco perché egli ha perso – ma questo, naturalmente, è solo il mio giudizio ragionato.

Ma la prego di non essere scoraggiato per ogni messaggio di odio che lei può ricevere. Lei ha il diritto – e oso dire il dovere – di esprimere le sue opinioni. E se lei pensa che io potrei essere di qualche utilità per il suo lavoro, certamente me lo faccia sapere.

Cordiali saluti,

  1. A., PhD

Caro dr. J. A.,

io quasi esito a ristampare la sua email nel mio articolo perché il mio breve libro di storia revisionista sulla carriera di Hitler, Adolf Hitler: Enemy of the German People, ha provocato così tante accuse e rimproveri infondati, come pure un tale odio, che esso quasi induce a temere che, se gli verrà dato un seguito, sarà la fine della nostra missione di verità e così, forse, il mio silenzio sarebbe la soluzione migliore per il maggior bene della complessiva sopravvivenza della nostra iniziativa.

Tuttavia, si potrebbe dire lo stesso a proposito delle false accuse, dei rimproveri e dell’odio diretti contro di noi da parte della comunità sionista e talmudica. Per più di 35 anni, con la grazia di Dio, siamo riusciti a vincere la paura sia del potere israeliano che di quello rabbinico e i loro attacchi diretti; ed eccoci qua nel 2020 a continuare ad andare avanti. Perciò, scelgo di perseverare nel difendere pubblicamente il mio libro su Hitler da quelli che sono stati finora, con poche eccezioni come la sua gradita nota, ottusi rigurgiti di battute propagandistiche date in pasto a veri credenti i quali si immaginano di essere dei revisionisti quando essi non afferrano nemmeno l’avventura epistemologica che il revisionismo rappresenta, in contrasto con il loro dogmatismo profondamente antirevisionista.

La prassi revisionista è stata maltrattata e sfruttata per promuovere la riabilitazione di Hitler. Generalmente, questo è stato un esercizio di propaganda, non di storiografia. Gli argomenti contro il mio libro per esempio – o dovrei dire l’argomento – si riducono quasi sempre allo stesso monotono ritornello, come viene provato dalla più recente “recensione” del libro su Amazon, dove il critico opina:

“Stalin si stava preparando a lanciare un attacco a sorpresa contro la Germania nazista alla fine dell’estate del 1941, e l’Operazione Barbarossa fu, perciò, un attacco preventivo da parte di Hitler, e in realtà la sola opzione per guadagnare l’iniziativa contro le incombenti avversità. Basta leggere Icebreaker, un libro magistrale scritto dai sovietici che realmente lo pianificarono!!!” (Fine della citazione da una recensione su Amazon.com di qualcuno che si è firmato come “1984AD” pubblicata il 23 febbraio, e ancora in rete alle 15:40 del 27 febbraio).

Se avessi un dollaro per ogni volta che questo motivo è stato ripetuto a pappagallo, potrei permettermi d comprare tutta la lager doppelbock di cui ho bisogno per superare la Quaresima!

Come io argomento nel mio libro, questa (l’”Operazione Barbarossa”) non era “la sola opzione”. Il fatto che questa persona che si firma “1984AD” e molti altri difensori di Hitler non prenderanno in considerazione è che, a parte la questione che Stalin stesse oppure no per dare inizio ad un’invasione della Germania – e personalmente, il libro Icebreaker scritto da un autore che è un elemento collegato ai servizi segreti britannici non ha convinto il sottoscritto – la Germania avrebbe potuto combattere una guerra difensiva dalle proprie linee di rifornimento, piuttosto che una marcia invasiva delirante e suicida attraverso la grande distanza degli spazi sovietici.

Hitler giocò d’azzardo sulle vite di centinaia di migliaia di giovani tedeschi pensando che egli avrebbe conquistato la Russia in cinque mesi! Fu un azzardo sconsiderato e pazzo che non aveva fondamento nella realtà. Questa è una tesi fondamentale del mio libro e viene scrupolosamente evitata dai difensori di Hitler.

Lei suggerisce che forse “Hitler fu solo il nemico del popolo tedesco perché ha perso (la guerra)”. Con tutto il rispetto, se il suo suggerimento dovesse essere accettato, costituirebbe un serio fraintendimento di ciò che Hitler personificò: una dittatura anticristiana che negava la santità dell’essere umano individuale che serba l’immagine di Dio, e che deriva i suoi diritti individuali non da leader o da governi, ma di cui è stato “dotato dal Creatore” – come scrisse Jefferson nel documento fondativo della nostra repubblica, la Dichiarazione di Indipendenza – e che di conseguenza sono irrevocabili.

L’architrave della governance di Hitler era il modello di un messia secolare che è al di sopra dell’umanità, qualificato unicamente dal dettare la sua volontà al popolo. Questa megalomania, che ha molto in comune con la mentalità rabbinica manifestata nel Talmud e nella microgestione delle vite dei suoi aderenti, è il peccato originale del totalitarismo. Già nel 1921 Hitler chiedeva di diventare il “Capo n°1 con poteri dittatoriali” del NSDAP (il partito nazista).

Nell’ottobre del 1923 egli ripetutamente chiese la costituzione di una dittatura in Germania. In un’intervista con il Daily Mail il 2 ottobre, egli tracciò un significativo parallelo con Mussolini: “Se un Mussolini tedesco viene dato alla Germania, le persone si inginocchierebbero e lo adorerebbero più di quanto Mussolini sia mai stato adorato”.

Dodici giorni dopo, in una riunione del partito a Norimberga, Hitler dichiarò: “…un vero dittatore non dipende da nessuno; la nazione dipende da lui… non fare affidamento su nessun altro, ma solo sulla mia immensa determinazione e con essa e attraverso di essa ottenere la vittoria o affondare nella sconfitta”.

Durante i discorsi che lo portarono all’elezione nel Reichstag del 1930 (conseguita il 14 settembre), Hitler dichiarò: “Nei momenti di crisi”, le nazioni dovrebbero guardare “sempre alla dittatura e mai alla democrazia”.

Il popolo tedesco, i portatori della cultura dell’Europa, il popolo di Bach e di Beethoven, la nazione più scientificamente progredita della terra, era così ritardato da aver bisogno che la dittatura di un solo uomo lo conducesse alla libertà e alla pace?

La catastrofe è inevitabile sotto un tale ordinamento, indipendentemente dal fatto che il successo mediante le armi sia stato conseguito. La domanda cruciale è: il governo, in quanto rappresentante eletto del popolo, riconosce e fa valere i diritti donati da Dio all’individuo in modo che egli si autogoverni? Un tale diritto era l’antico patrimonio della Germania. La tirannia messianica di Hitler provocò la sua devastazione. Questa è un’altra verità che i miei oppositori evitano.

Non è interessante che nessun membro credibile della fraternità revisionista si confronterà con la ricerca esposta nel mio libro in un pubblico dibattito? Questo è uno sforzo concertato per ignorarla, riservandole il silenzio per il quale i media sionisti sono tristemente noti.

Il silenzio è quasi totale, e così finora il sostegno ad una libera discussione delle mie tesi non è venuto dai revisionisti con cui ho lavorato da quando facevo la cronaca del processo Zündel a Toronto nel 1985, ma piuttosto da liberi pensatori come l’accademico musulmano-americano Kevin Barrett, che ha intervistato il sottoscritto sul suo programma “Truth Jihad”, e rispetto al quale gli editori e gli scrittori revisionisti sono quasi interamente silenziosi. Non segnala questo silenzio che questi individui non hanno sufficiente fiducia nei loro argomenti per prendere in considerazione i miei?

Abbiamo menzionato la negazione da parte di Hitler dei diritti dell’individuo donati da Dio. Desidero brevemente prendere in esame il suo atteggiamento nei confronti della fede cristiana e la posa cinica e ingannevole che egli assunse nel 1932 e all’inizio del 1933 per presentare sé stesso come un leader conservatore nella illustre tradizione dei capi di stato tedeschi-cristiani, come pure per gabbare il Presidente Paul Von Hindenburg, il quale aveva ripetutamente rifiutato a Hitler il cancellierato preoccupato che egli sarebbe diventato il tiranno della Germania. Dalla corrispondenza privata del novembre 1932, sappiamo che Hindenburg temeva “…che ogni gabinetto sotto la vostra (di Hitler) leadership, regolato mediante decreto presidenziale, diventerebbe una dittatura di partito”.

Il primo febbraio 1933, poco dopo aver conquistato il potere, mentre il suo dominio era ancora debole, Hitler trasmise sulla radio nazionale il suo “Appello al popolo tedesco”. In esso, egli articolò ipocritamente temi cristiani semplici e conservatori come “le fondamenta eterne della nostra morale e della nostra fede”, e dichiarò il “cristianesimo come la base della nostra intera moralità” (Franklin Delano Roosevelt simulò un’analoga convinzione cristiana). Queste dichiarazioni di Hitler e altre fandonie come queste sono quello che i babbei del führer indicano quando essi pretendono che egli aveva un orientamento fondamentalmente cristiano. Questa è una menzogna. Egli liquidò frequentemente il ruolo della religione nei cuori e nelle menti del popolo e nel destino della Germania nei suoi discorsi al partito nazista negli anni Venti. A Monaco, nel 1929, egli informò il partito fedele che “la religione è l’ultima delle preoccupazioni per un nazionalista”.

Era un riflesso del presunto orientamento cristiano di Hitler e del conseguente rispetto per la dignità e per i diritti dell’individuo quando egli disse ai comandanti del Reichswehr (le forze armate tedesche) due giorni dopo (il 3 febbraio 1933): “…è nostro compito prendere il potere politico, sopprimere ogni opinione sovversiva spietatamente, e migliorare il morale della nazione”? Era questo un parlare da amico del popolo tedesco? Con quale diritto i difensori odierni di Hitler protestano contro la soppressione delle opinioni da parte dei sionisti quando la soppressione della libertà di parola era il principio fondatore del regime di Hitler?

Inoltre, fu in questa riunione di febbraio con i capi militari della Germania che Hitler annunciò i suoi piani “probabili” per una guerra contro la Russia. Egli dichiarò che le forze armate sarebbero state ricostruite con “…l’obbiettivo di estendere lo spazio vitale del popolo tedesco con la forza delle armi. L’obbiettivo sarà probabilmente l’Est”. Egli disse che, poiché era “possibile germanizzare solo la terra” e non il popolo, nel corso della conquista essi avrebbero dovuto “espellere spietatamente milioni di persone”.

Permettetemi di anticipare la farsesca risposta da parte dei neo-nazisti: “Quando gli israeliani dissero questo riguardo all’espulsione dei palestinesi nel 1948, e lo dicono ora negli insediamenti, era ed è un orribile crimine di guerra, ma quando lo disse Hitler a proposito degli slavi si trattava di una tesi comprensibile”.

Nel 1933, dov’era l’”imminente invasione da parte di Stalin” come alibi per lo spossessamento da parte di Hitler degli slavi?

Dall’inizio della sua carriera, Hitler si era posto sul sentiero dell’estrudere “spietatamente” il popolo slavo dalla sua terra, senza che fosse necessario alcun alibi su un’invasione staliniana.

Alla fine del 1922, egli stava già pianificando un attacco contro la Russia come pure la “colonizzazione dell’Est”. In una conversazione segreta intercorsa nel mese di dicembre con il finanziere Eduard Scharrer (un erede, attraverso il matrimonio, della Anheuser-Busch, e comproprietario del giornale “Müchener Neueste Nachrichten”), Hitler affermò che la Germania avrebbe dovuto mirare alla distruzione della Russia con l’aiuto dell’Inghilterra. Hitler gli disse:

“Il futuro della Germania si trova all’est, la distruzione dell’impero russo e la distribuzione delle sue terre e delle sue proprietà, che saranno colonizzate da coloni tedeschi e sfruttate dal potere tedesco. Vi sono vaste aree lì per noi da colonizzare. Ma non mediante una riforma agraria alla Damaschke[2]. La soluzione è stroncare la Russia, e conquistare la terra e le proprietà terriere in modo che i coloni tedeschi le colonizzino e le coltivino. Dopo aver invaso vittoriosamente la Russia, la Germania di nuovo potente potrebbe affrontare la Francia senza nessun intervento da parte della Gran Bretagna” (Cf. David Irving, “Hitler sets out his secret plans to a wealthy donor in December 1922”).

Di nuovo chiediamo, questa volta riguardo al 1922, dov’era l’”imminente invasione da parte di Stalin” come alibi di Hitler per lo spossessamento del popolo slavo?

Anche Winston Churchill e Roosevelt erano, come Hitler, nemici del loro popolo. Il “Blitz” e la “Battaglia della Gran Bretagna”, su cui Hollywood è stata loquace in dozzine di film e di docudrammi, furono opera di Churchill. Come abbiamo visto, Hitler negli anni Venti e Trenta fu fin troppo ingenuo sulla classe dirigente massonica della Gran Bretagna. Egli non aveva mire sull’Inghilterra e fu tra i più ferventi ammiratori di tale nazione. Già nel 1940 venne proposta la pace dai tedeschi alla Gran Bretagna. Piuttosto che la pace, Churchill fece uccidere il suo popolo in un altro fratricidio. A questo riguardo, Roosevelt fu anche più colpevole.

Apprezzo il tono civile della sua lettera. La maggior parte delle risposte che ricevo sono simili alle “recensioni” su Amazon, piene di eloquenti arguzie del tipo “il suo libro è spazzatura!!”.

Non la importunerò con un altro ragguaglio delle minacce e del boicottaggio in corso. Si sorride tuttavia alla tempistica dell’attacco da parte dell’ADL contro il nostro lavoro avvenuto in agosto (attacco che ha indotto Youtube a cancellare i video delle mie conferenze che si trovavano su Youtube da più di dieci anni e che avevano conseguito 178,000 visualizzazioni). Poi nel mese successivo i fan di Hitler hanno iniziato una campagna di bisbigli, che continua a crescere, pretendendo che il sottoscritto sia un “agente ebraico”. Questa voce scurrile è accettata da un buon numero di lettori riguardo all’autore di quelle che sono generalmente considerate come le due più potenti decostruzioni del giudaismo ortodosso in lingua inglese.

A mio parere, il più eminente “agente ebraico” della storia moderna è l’individuo che è l’oggetto della venerazione dei miei detrattori. Forse un giorno, nella pienezza dei tempi, avremo un dibattito autentico su queste vitali controversie sulla storia revisionista. Nel frattempo, i giovani radicali nel movimento alt-right e altrove, sono convinti che l’America e l’Occidente hanno bisogno di “un nuovo Hitler per guidarci verso la libertà”. Qui noi osserviamo la mano occulta della Criptocrazia, che sta sceneggiando un’altra sconfitta – un altro vicolo cieco – per il nostro popolo.

 

 

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://revisionistreview.blogspot.com/2020/02/documenting-hitler-my-dissenting.html

[2] Nota del traduttore: Adolf Damaschke (1865-1935) fu un politico ed economista tedesco. Egli fondò la Lega Tedesca per la Riforma della Terra. https://en.wikipedia.org/wiki/Adolf_Damaschke

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