Angela Merkel ad Auschwitz invoca “una responsabilità che non si ferma mai”

ANGELA MERKEL AD AUSCHWITZ INVOCA “UNA RESPONSABILITÀ CHE NON SI FERMA MAI”[1]

Sabato 7 dicembre

«Questo ricordo dei crimini, nominare i loro autori e rendere alle vittime un omaggio degno, è una responsabilità che non si ferma mai. Questo non è negoziabile. Ed è inseparabile dal nostro paese. Essere coscienti di questa responsabilità è una parte della nostra identità nazionale».

Curiosa espressione della cancelliera tedesca, per la quale la memoria dei crimini nazisti è «inseparabile» dall’identità tedesca.

L’identità tedesca risale a più lontano dei crimini nazisti commessi sia un po’ prima che durante la seconda guerra mondiale. Se l’identità tedesca è inseparabile da questi crimini, allora i crimini commessi dai tedeschi in Francia dal 1914 al 1918 lo sono parimenti.

Curiosamente, questi morti francesi, o tedeschi, non vengono mai onorati dai dirigenti dei due paesi, per i quali questi poveri soldati, poco più che diciottenni, devono costituire una quantità trascurabile. E d’altronde non ne resta più nessuno vivente, mentre ci viene detto ogni giorno dei testimoni della Shoah che spariscono. I Poilu sopravvissuti alla grande carneficina non avevano i giusti addetti stampa.

Bisognerà un giorno prendere in esame l’olocausto del 14-18 che vide il fior fiore della coppia franco-tedesca, certamente in conflitto per un buon secolo, venire abbattuto dalle mitragliatrici, dai gas e dalle granate sul campo di battaglia: 1.400.000 morti e 4.200.000 feriti «per» la Francia, più 2.000.000 morti e 4.000.000 feriti per la Germania, vale a dire, se si aggiungono le vittime della grande guerra degli imperialismi e delle oligarchie, 3.400.000 morti nella gioventù franco-tedesca e 8.200.000 feriti.

Raramente onorati, non c’è bisogno di dirlo, dove si traccheggia presso i nostri presidenti. Questi crimini fanno tuttavia parte dell’identità tedesca come dell’identità francese, che ha segnato con il ferro rovente ogni villaggio della Francia e della Germania, ma di cui non si sente mai parlare. E poi potremmo aggiungere tutte le altre vittime di questo olocausto scatenato dalle oligarchie europee sostenute dalle banche e dai comitati d’affari – i soli vincitori della macelleria – in tutto 19 milioni di morti civili e militari messi insieme e 21 milioni di soldati feriti.

Questo è un bell’esempio di olocausto.

Tuttavia, la politica è fatta in modo tale che la cancelliera tedesca è obbligata a sorbirsi il viaggio ad Auschwitz come dei comuni liceali francesi, che avrebbero forse potuto essere indirizzati sui campi di sofferenza della Marna o della Somma, là dove i loro bisnonni sono morti per la patria ma anche per il profitto degli oligarchi dell’inizio del ventesimo secolo.

«Alla vigilia di questo viaggio, Angela Merkel ha annunciato l’assegnazione di 60 milioni di euro alla fondazione Auschwitz-Birkenau, creata per il mantenimento del sito dove furono assassinati circa 1.1 milioni di persone, di cui un milione di ebrei, tra il 1940 e il 1945. L’ambasciata d’Israele a Berlino ha salutato sul suo account Twitter “un passo importante e significativo della memoria della Shoah». (Le Parisien).

Il viaggio ad Auschwitz è considerato come una punizione per coloro che sono tacciati di antisemitismo nei paesi europei. Si tratta dunque di una rieducazione a somiglianza della rieducazione comunista per i recalcitranti negli anni 1930-50. Nel momento in cui l’equilibrio delle forze politiche in Germania cambia, dove il risveglio nazionalista fa paura all’oligarchia, Merkel è andata sul luogo dell’ex campo nazista in Polonia per annunciare la colpevolezza eterna del suo paese e una donazione in moneta sonante.

«È importante nominare chiaramente i criminali. Noi, i tedeschi, lo dobbiamo alle vittime e a noi stessi».

Bene, i criminali tutti li conoscono: sono la banda di Hitler, un fatto assai reiterato nei manuali di storia. Sarebbe d’altronde interessante reiterare allo stesso modo i grandi criminali di massa del 1914-18, poiché essi esistono, ma purtroppo, non hanno l’aria di interessare i responsabili dei programmi dell’Istruzione nazionale. Ne abbiamo parlato qui, di questa rete molto stretta di oligarchie europee che mescolava le famiglie imperiali con i mercanti di armi e la grande banca…È vero che è un po’ più complesso e nascosto dei cattivi nazisti con la loro violenta franchezza, ma sarebbe bene farne parola ai bambini.

Come doveva, Angela ha fatto il suo discorso abituale su «l’aumento del razzismo e la propagazione dell’odio», elementi di un linguaggio nebuloso che oggi fanno sbadigliare tutti, e naturalmente «l’antisemitismo» che non fa che aumentare, stando alle statistiche venute direttamente dalle officine comunitarie che sono dunque giudici e parti. Il bizzarro pseudo attentato contro una sinagoga chiusa in Germania fa per esempio dire ad Angela che gli atti antisemiti sono in aumento. Se si contano negli atti antisemiti i tedeschi che non sono d’accordo con la politica d’immigrazione di massa imposta dal grande padronato tedesco o la critica alla gestione della colpevolezza tedesca, allora sì, vi è un aumento degli atti antisemiti. Oggi, la minima critica vale l’antisemitismo, è dovuto ad un’evoluzione delle leggi…

Un giorno, tutti coloro che non saranno andati ad Auschwitz verranno tacciati di antisemitismo.

«Angela Merkel è solo la terza dirigente del governo tedesco a recarsi ad Auschwitz, dopo Helmut Schmidt nel 1977 e Helmut Kohl nel 1989 e nel 1995. In quattordici anni al potere, ella ha moltiplicato i gesti forti recandosi a Ravensbruck, Dachau, Buchenwald, e al Memoriale dell’Olocausto dello Yad Vashem a Gerusalemme».

Per il suo viaggio rieducativo, Angela era affiancata dal «Primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, e da un sopravvissuto di Auschwitz, Bogdan Bartnikowski, di 87 anni, così come da rappresentanti della comunità ebraica», ci precisa Le Parisien. Colpevolezza massima dunque per Angela, tra i polacchi e gli ebrei, due dei popoli che hanno più sofferto a causa del nazismo, insieme ai sovietici beninteso e in un certo modo ai tedeschi, perché non tutti i tedeschi erano nazisti nel 1933, al contrario, e perché il popolo tedesco ha parimenti sofferto a causa della guerra. Ma anche qui, vi è come un blocco.

Il minuto di silenzio dovrebbe essere eterno. Il silenzio è la miglior cosa per cicatrizzare le ferite del passato. Non si tratta di dimenticare, ma di comprendere, poi di perdonare. Il perdono richiede molta più forza e grandezza d’animo.

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://www.egaliteetreconciliation.fr/Angela-Merkel-a-Auschwitz-invoque-une-responsabilite-qui-ne-s-arrete-jamais-57341.html

4 Comments
    • Fabrice
    • 15 Dicembre 2019

    Comunque, la Merkel è ridicola, a dir poco, perché circa tre anni fa dichiarò tutta tronfia che tedeschi sono “quelli che vivono qui da più tempo”, cioè in pratica un turco, un nigeriano, un marocchino, un pakistano, un indiano e via dicendo che vive in Germania da più tempo, per esempio da dieci anni, per la Merkel era tedesco solo per il fatto di vivere in Germania, qui info più dettagliate in merito:

    “LA VOSTRA PATRIA SI CHIAMA “QUILANDIA” di R. Pecchioli per “Blondet & Friends”

    Gennaio 2017

    https://www.maurizioblondet.it/la-vostra-patria-si-chiama-quilandia/

    Ora invece dice che la memoria dei crimini nazisti è «inseparabile» dall’identità tedesca.

    Cioè praticamente pur di baciare la pantofola di Sion direbbe che gli elefanti volano!!

    E comunque, l’identità tedesca a quanto pare è definitivamente compromessa grazie a politicanti sciagurati come la Merkel, nel prossimo post info più dettagliate in merito.

    Rispondi
    • Fabrice
    • 15 Dicembre 2019

    “ONE in THREE people in Germany will have migrant roots in only 2 decades, researcher predicts”, by RT

    4 Nov, 2019

    In as little as 20 years, more than 30 percent of people living in Germany will have foreign backgrounds, a migration expert has calculated, estimating that the percentage could be double in larger cities.

    Herbert Bruecker, who heads the migration research department at the Federal Institute for Employment Research (IAB), told German daily Die Welt that about 35 percent of the population will have a migrant background or be a migrant themselves by the year 2040. The figure includes anyone who was not born in Germany or who has at least one parent who is not a German citizen.

    The researcher said that in big cities such as Frankfurt, people with migrant backgrounds will make up 65-70 percent of the population. Bruecker argued that Germany’s economic viability will depend on drawing in migrants, but cautioned that they should be highly-skilled workers.

    Proseguimento:

    https://www.rt.com/news/472576-germany-migrants-background-35/

    Cordiali saluti e buona serata.

    Fabrice

    Rispondi
    • MDA
    • 16 Dicembre 2019

    che gente meschina sta al mondo e campa anche 80-90 anni.
    Mentre muore tanta brava gente giovane.

    Rispondi
    • Gengè
    • 17 Dicembre 2019

    «Angela Merkel è solo la terza dirigente del governo tedesco a recarsi ad Auschwitz, dopo Helmut Schmidt nel 1977 e Helmut Kohl nel 1989 e nel 1995. In quattordici anni al potere, ella ha moltiplicato i gesti forti recandosi a Ravensbruck, Dachau, Buchenwald, e al Memoriale dell’Olocausto dello Yad Vashem a Gerusalemme».
    La “culona”, come “amabilmente” l’ha chiamata Berlusconi, era lì a fare la sua recita, come giustamente hai scritto “il discorso abituale”. Non ha senso insistere con altre notizie se la recita è già descritta come reiterata.
    Una idea eretica. Il posto è iper rappresentativo: in uno c’è sia il nazismo, sia l’olosionismo (la deportazione è, per me, grave, ma è altra cosa). E se ha detto, come ha detto, «questa responsabilità è una parte della nostra identità nazionale… UNA RESPONSABILITÀ CHE NON SI FERMA MAI» bisogna interpretrare il vero senso della recita.
    Il woodo del Kol Nidrei è, per me, la chiave di lettura, il discrimine tra essere e sembrare.
    Il Kol Nidrei, magari per chi non lo sa (e l’ho spiegato pure ai massoni ma forse già lo conoscevano perché forse pure loro ne fanno uso), è lo spergiuro di chi farà l’incontrario di ciò che giura con la preventiva garanzia che dio lo ha già assolto.
    Poiché la responsabilità che non si ferma mai è connaturata alla identità nazionale solo la ferma volontà può fermare la “cattiveria”.
    In tal senso, Mai più nazismo e persecuzioni dice la “culona”. Ma Nazifinanza è quella dell’euro (e l’euro è scandito dai tempi di incubazione e visita dei suoi due predecessori mentre i suoi quattordici anni coincidono quasi alla lettera con l’euro).
    Nei paesi dove tale nazismo si è espanso non ci sono più combattenti partigiani ma autentici Quisling che, come in Norvegia, ai tempi attuali sono in Grecia, Italia… e altrove.
    Quindi mentre si dice mai più nazismo si attualizza il nazismo (e realtiva organizzazione sociale).
    In tal senso la “culona” ha fatto un favore anche al sionismo che in Palestina non sta eseguendo politiche naziste perché anche sion è contro il nazismo per il credo dell’olodogma a cui la “culona” si è genuflessa.
    Molto bella l’ammutinamento dei “poilu” che si accostano al fronte/macello “belando” …
    «da sempre popoli e padroni fu lì che tutto cominciò» Ieri come oggi sono le Banche che decidono chi vince e chi perde. E ieri come oggi sono i Maggiordomi discreti che governano (o i Quisling) per conto delle banche.
    Noi possiamo intanto cominciare a belare?

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